Dopo diversi anni di egemonia della dieta iperproteica, la prossima Olimpiade di Rio 2016 sancirà la rivincita dei carboidrati nell’alimentazione dello sportivo. Saranno infatti 2.700 i kg di pasta italiana in Brasile per atleti e addetti ai lavori. Sufficienti a preparare più di 1.000 piatti al giorno per i 16 giorni di gare. Della lunga rincorsa dell’alimentazione mediterranea e della pasta in particolare, diventata ormai la base di tutte le diete degli sportivi si è discusso nel convegno ‘Pasta olimpica – il ruolo dei carboidrati nell’alimentazione dello sportivo’ organizzato da Aidepi (Associazione delle Industrie del Dolce e della pasta italiane) a Piazza di Pietra a Roma. Presenti all’incontro Michelangelo Giampietro, nutrizionista e medico dello sport, degli atleti Flavia Pennetta, campionessa dello Us Open, Giuseppe Vicino, canottiere campione del mondo, dell’amministratore delegato di Pasta Garofalo, Massimo Menna, della responsabile marketing de ‘La Molisana’, Rossella Ferro, e del responsabile delle relazioni esterne di Barilla, Luca Di Leo. “Il fabbisogno di carboidrati aumenta proporzionalmente al crescere delle ore settimanali e all’intensità degli allenamenti -spiega Giampietro-. Per la popolazione generale è di 2-3 grammi per ogni chilo di peso corporeo ma nel caso degli atleti triplica ed è ancora superiore nei giorni precedenti alla gara per maratoneti, nuotatori di fondo, triatleti e ciclisti arrivando fino a 10-12 grammi per kg. Pasta e cereali non devono mai mancare nei menù degli atleti perché rendimento in gara e durata delle prestazione dipendono molto anche dal contenuto di glicogeno muscolare ed epatico e quindi dall’apporto di carboidrati con la dieta”.