“Io uccidere il padre come Renzi? In qualsiasi professione ci si deve fare largo a spallate, ma sono convinto che l’elemento anagrafico non sia un tema politico”. Lo ha detto Giovanni Toti, governatore della Liguria, nel corso della terza serata della rassegna Garda D’Autore intervistato da Claudio Brachino e Peter Gomez. “Si ripropone solo quando si fanno le rivoluzioni alla Renzi, che sembrava aver fatto piazza pulita ma adesso sembra il film ‘A volte ritornano’. Piaci per una stagione, scardini un paese, ma poi se non dai risposte, se le tue riforme non piacciono a nessuno, il debito pubblico cresce, significa che non e’ la strada giusta”, spiega Toti, secondo il quale il centrodestra “ha bisogno di una squadra, non di un leader”. “L’uomo solo al comando e’ una decisione che la politica prende sempre nei momenti di difficolta’. Abbiamo vissuto il leaderismo di Berlusconi, poi quello di Renzi, poi di Grillo, solo se giochiamo in squadra facciamo il bene di questo Paese. Ognuno di noi deve avere il suo ruolo e giocando in squadra se hai 11 Donnarumma in campo non vinci il campionato”, sottolinea Toti, auspicando che Fi “pensasse seriamente al suo futuro”. “Vorrei che lo facesse anche Silvio Berlusconi perche’ la sua statura e’ tale che vorrei che si consegnasse come il De Gaulle italiano. Noi viviamo in una seconda Repubblica inventata e costruita da lui e siamo tutti in qualche modo suoi figli”, osserva Toti.