“E’ urgente un intervento che dia valore ai minimi salariali contrattuali stipulati da parti rappresentative, a evitare forzature sui perimetri contrattuali che portano sempre di piu’ le imprese a cambiare contratti per pura convenienza e in dumping. In tal modo nessun lavoratore dovra’ restare senza copertura della contrattazione collettiva. Diversamente l’introduzione di un salario minimo rischierebbe di impoverire una quota importante di lavoratori, soprattutto nei settori a basso valore aggiunto, finendo per sostituirsi ai contratti nazionali, che ormai, in larga misura, oltre al salario garantiscono coperture previdenziali e sanitarie”. Queste le proposte della Cisl contenute in un documento presentato al mondo politico in vista delle elezioni del 4 marzo. “In Italia, oltre a dare valore universale ai minimi contrattuali, serve sostenere una politica salariale che punti a massimizzare il valore del lavoro e che, oltre ai minimi, misuri produttivita’, efficienza e competenze per riconoscere piu’ alte retribuzioni”, spiega il sindacato.