Cose di Sicilia

Le malattie rare endocrino-metaboliche (Ma.R.E.), in particolare quelle che alterano il metabolismo calcio-fosforo, causando conseguenze sullo scheletro e aumentando il rischio di fratture, saranno al centro della terza edizione del focus “Parliamo di Ma.R.E. in Sicilia. Malattie Endocrine Rare che rompono le ossa”, che si aprirà, alle ore 13:00 del prossimo giovedì, 14 novembre, e proseguirà fino al 16 novembre, a Letojanni, Messina, presso l’Hotel Olimpo – Le terrazze, organizzato dall’UOC di Endocrinologia dell’AOU Policlinico G. Martino, dal Dipartimento di Patologia Umana DETEV e dall’Accademia Peloritana dei Pericolanti dell’Università di Messina, col patrocinio della Società Italiana di Endocrinologia. Responsabile scientifico: prof. Salvatore Cannavò (nella foto), Segretario Generale – direttivo nazionale – della SIE (Società Italiana di Endocrinologia), ordinario di Endocrinologia dell’Ateneo messinese e direttore dell’UOC di Endocrinologia del Policlinico Universitario di Messina G. Martino. I lavori si terranno sotto la presidenza dei professori Andrea Lenzi e Francesco Trimarchi. Sono definite rare le malattie che colpiscono meno di 50 persone ogni 100.000 abitanti. Considerate a volte un problema distante e marginale, queste patologie rappresentano, invece, un importante obiettivo di sanità pubblica, perché complessivamente sono oltre 6000 già solo quelle ufficialmente censite e interessano complessivamente il 6-8% della popolazione generale. Attorno ad esse sia la Comunità Europea che i governi nazionali hanno costruito piani di intervento indirizzati alla qualificazione dell’assistenza e al sostegno della ricerca scientifica. “Le malattie endocrino-metaboliche rare – spiega Salvatore Cannavò – ovvero, quelle che generano alterazioni del sistema endocrino, o del metabolismo, sono complessivamente più di 150. Si tratta di un gruppo eterogeneo di patologie, che comprende tumori endocrini rari, alterazioni genetiche, malattie di ipofisi, surreni, paratiroidi, tiroide, ovaie, testicoli o pancreas, disordini dei metabolismi e patologie legate ad altri squilibri ormonali. Esse coinvolgono direttamente o indirettamente migliaia di siciliani (fra pazienti e loro familiari, spesso portatori sani di patologia)”. Solo alcune di esse sono ufficialmente riconosciute come tali (a volte semplicemente come malattie genetiche senza riferimenti all’espressione endocrino-metabolica), ma quasi tutte sono accomunate dalle stesse caratteristiche: scarsa conoscenza da parte degli stessi medici, ritardo diagnostico e costi sociali enormi a carico dei pazienti, i quali spesso giungono alla diagnosi dopo un calvario inutile e dispendioso. “La diagnosi precoce – precisa Cannavò – attraverso centri qualificati, è importante per contrastare la compromissione dello stato di salute, che si registra precocemente, in assenza di cure inidonee, considerate anche le numerose complicanze e le condizioni morbose associate a queste patologie, che aggravano il decorso cronico delle stesse, determinando effetti invalidanti sulla capacità lavorativa, con grave impatto in ambito familiare e sociale”. “Per questi motivi – conclude Cannavò – è importante sensibilizzare e informare. Questa edizione dei lavori, in particolare, pone l’accento sulle malattie rare endocrino-metaboliche che colpiscono le ossa e sono responsabili di un aumento diretto o indiretto del rischio di fratture. Puntiamo, altresì, a coinvolgere medici, politici e Istituzioni su questa problematica sociale, spesso sommersa, soprattutto oggi che le procedure diagnostiche possono essere facilitate dai centri altamente specializzati, come il nostro, e le terapie innovative possono cambiare gli esiti clinici e la qualità dell’assistenza sanitaria che dev’essere fornita ai malati, tenuto conto del grave problema dei caregiver (i familiari che si prendono cura di questi pazienti e che vedono mutare totalmente anche la propria vita per poterli assistere, facendosi carico, spesso, in grande solitudine, delle loro particolari esigenze)”.

Sono 17 i ristoranti siciliani premiati con le celebri ‘stelle’ assegnate dalla guida Michelin 2020 ai ristoranti italiani, alla 65/esima edizione. Due le ‘new entry’ siciliane che guadagnano la stella: il ristorante Zash dell’omonimo boutique hotel a Riposto, in provincia di Catania, e il ristorante Otto Geleng del Grand Hotel Timeo di Taormina, in provincia di Messina. Due soli i ristoranti premiati con le due stelle, peraltro riconfermati: La Madia a Licata (Ag), dello chef Pino Cuttaia, e il Duomo a Ragusa dello chef Ciccio Sultano. Ad essere fregiati da una stella sono invece 15 ristoranti: Coria a Caltagirone (Ct), Sapio a Catania, Shalai a Linguaglossa (Ct), Zash a Riposto (Ct), Signum a Salina (Me), Cappero a Vulcano (Me), La Capinera, St. George by Heinz Beck e Otto Geleng al Timeo a Taormina (Me), I Pupi a Bagheria (Pa), Bye Bye Blues a Palermo, Il Bavaglino a Terrasini (Pa), Accursio a Modica (Rg) e Locanda Don Serafino e La Fenice a Ragusa.

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, in occasione del trentesimo anniversario della scomparsa di Leonardo Sciascia, avvenuta il 20 novembre 1989, ha disposto con propria determina (numero 201 del 31 ottobre 2019), l’intitolazione della Biblioteca Comunale, in piazzetta Lucrezia Brunaccini, allo scrittore siciliano. “E’ la conferma della straordinaria importanza di Leonardo Sciascia nella storia culturale della Sicilia e nella letteratura europea” ha dichiarato il sindaco di Palermo, in condivisione di impegno con l’assessore alle Culture, Adham Darawsha, e con il presidente del Consiglio Comunale, Salvatore Orlando. La cerimonia di intitolazione e’ prevista per il 20 novembre prossimo, data della ricorrenza.

Avv. Giovanni Cacciatore, Funzionario A.S.P. di Palermo su Report Anac sulla corruzione nella pubblica amministrazione

E’ di questi giorni la notizia, diffusa in occasione della presentazione del dossier dell’Autorità sui casi corruttivi negli ultimi tre anni, secondo cui la Sicilia, da sola, ha gli stessi casi di tutto il Nord Italia. Il Presidente uscente, Raffaele Cantone, prima di rientrare nei ranghi della magistratura, ha voluto sintetizzare i dati sottoposti all’attenzione dell’A.N.A.C., e in ciò supportato dalla Guardia di Finanza, stilando una classifica della dislocazione geografica – regione per regione – dei casi sottoposti all’attenzione dell’Autorità negli ultimi tre anni, specie nel settore maggiormente sensibile e cioè quello degli appalti pubblici, dove si annida in massima parte il malaffare. Invero, il dato appare molto limitato e limitativo rispetto alla reale diffusione del fenomeno, considerato che nel triennio l’A.N.A.C. ha registrato in Sicilia solo 28 fatti di corruzione, pari al 18,4% del dato nazionale, a fronte di un numero di casi pressoché uguale a quello registrato in tutte le regioni del nord Italia. Senza volersi addentrare in analisi socio-criminologiche che non ci appartengono, è fuor di dubbio che tenuto conto del numero di pubbliche amministrazioni presenti in ogni Regione e tenuto conto del percepito disvalore tipico della nostra società post – moderna, il dato presentato dall’Autorità con il dossier “La corruzione in Italia nel triennio 2016-2019: numeri, luoghi e contropartite del malaffare” stimola un amaro sorriso. Se è vero, com’è purtroppo vero, che: “I reati quindi costituiscono una sotto-categoria dei comportamenti di deviazione dal modello culturale condiviso” (Merton, 1968), e se è altrettanto vero che per spiegare i fenomeni criminali non bisogna limitarsi a fare riferimento alle caratteristiche delle persone che delinquono, “ma a quelle del gruppo a cui queste appartengono…” (Barbagli, Colombo e Savona, 2003), non possiamo non riflettere su quella che deve essere, anche nel comune sentire, la reale incidenza, anche numerica, delfenomeno corruttivo nella Pubblica Amministrazione italiana e siciliana. Basti considerare che, secondo una stima del 2018 di Unimpresa, il fenomeno corruttivo in Italia fa diminuire gli investimenti esteri del 16%, facendo contemporaneamente aumentare il costo degli appalti addirittura del 20% e quindi necessariamente impoverire l’economia del Paese. Il dossier A.N.A.C. , dopo aver mostrato che il 74% dei casi corruttivi su cui si è aperta un’istruttoria dell’A.N.A.C., riguarda il settore degli appalti pubblici e che il restante 26% attiene alle ulteriori procedure “sensibili” (concorsi pubblici,concessioni edilizie, corruzione in atti giudiziari, ecc., oggetto infatti di particolare focus da parte della legge anticorruzione L.190/2012), ha ulteriormente evidenziato un fenomeno venuto inevidenza negli ultimi anni e cioè che strumento dell’accordo illecito non è soltanto il denaro contante (che si riscontra comunque nel 48% dei casi esaminati), ma anche altre forme di “merce di scambio” quali le assunzioni (“il posto di lavoro quale nuova tangente”, così si esprime l’A.N.AC.) di congiunti o amici legati all’infedele dipendente pubblico, che si è verificata nel 13% dei casi, ovvero la richiesta di prestazioni professionali, solitamente sotto forma di consulenze (vere o presunte), ovviamente affidate a parenti, congiunti o comunque a persone legate variamente al corrotto. E’ il fenomeno della c.d. “smaterializzazione della tangente”, nato dall’esigenza di evitare il problema della conservazione del denaro contante frutto della corruzione. In conseguenza del fenomeno gli ulteriori benefici oggetto del pactum sceleris sono poi stati individuati in beni quali benzina, pernottamenti, pasti, ma anche ristrutturazioni edilizie, giardinaggio e financo “prestazioni sessuali”, di tal che il dossier di Cantone ha, tristemente evidenziato “…la facilità con cui viene talora svenduta la funzione pubblica ricoperta”. Il Dossier A.N.A.C. non poteva non concludere l’analisi auspicando un rafforzamento dell’attività di prevenzione, sottolineando la preoccupazione nei confronti di meccanismi di deregulation recentemente introdotti, verso i quali l’A.N.A.C. ha manifestato perplessità. Cantone ha comunque evidenziato, come nota positiva, i miglioramenti fatti in Italia, in tema proprio di prevenzione della corruzione, con riconoscimenti ricevuti dai più autorevoli organismi internazionali quali l’O.N.U., la Commissione europea, l’Ocse, il Consiglio d’Europa e l’Osce, che farebbero, il condizionale è d’obbligo, far ben sperare per l’avvenire. In tal senso un ruolo importante è svolto dai Responsabili anticorruzione, istituiti in ciascuna amministrazione a seguito dell’entrata in vigore della Legge 190 del 6.11.2012,considerato che in tale contesto il concetto di “corruzione” ha avuto dal legislatore una portata più ampia di quella penale, così da ricomprendere condotte amministrative che, sviando dal perseguimento dell’interesse generale possono sfociare in comportamenti inquinanti del corretto agire a cui è chiamato il dipendente pubblico.

Rispetto ai casi di corruzione dall’agosto 2016 all’agosto 2019 dal “punto di vista numerico, spicca il dato relativo alla Sicilia, dove nel triennio sono stati registrati 28 episodi di corruzione (18,4% del totale) quasi quanti se ne sono verificati in tutte le regioni del Nord (29 nel loro insieme)”. È quanto emerge dal dossier ‘La corruzione in Italia nel triennio 2016-2019: numeri, luoghi e contropartite del malaffare’, presentato dal Presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, che analizza i casi di corruzione registrati in Italia nell’ultimo triennio. “A seguire, il Lazio (con 22 casi), la Campania (20), la Puglia (16) e la Calabria (14). I dati dicono che ad “essere interessate sono state pressoché tutte le regioni d’Italia, a eccezione del Friuli Venezia Giulia e del Molise. Ciò – precisa l’Anac – non implica che queste due regioni possano considerarsi immuni, ma semplicemente che non vi sono state misure cautelari nel periodo in esame. In Molise, ad esempio, vi sono stati arresti per corruzione nella primavera 2016, mentre la Procura di Gorizia, nell’ambito di una grande inchiesta sugli appalti, ha disposto nel 2018 numerose perquisizioni

Una crema alla marijuana di oltre un chilo e’ stata sequestrata dalla guardia di finanza e dai funzionari della Dogana all’aeroporto ‘Falcone-Borsellino’ di Palermo. Il composto di crema e marijuana era contenuto in diversi vasetti nel bagaglio di una donna proveniente da Boston, giunta in Sicilia con il compagno per trascorrere un periodo di vacanza. A fiutare la sostanza sono stati i cani antidroga Ugo e Alex. Nel corso di ulteriori controlli a un passeggero partito da Berlino e’ stata sequestrata una pasticca di metanfetamina, tipo ‘Speed’, e una donna proveniente da Parigi e’ stata trovata in possesso di nove confezioni di hashish nascoste nelle parti intime per un peso complessivo di oltre 20 grammi. Per quest’ultima e’ scattata la denuncia. A partire dal mese di giugno sono oltre 250 le dosi di hashish, marijuana ed eroina sequestrate nel corso di oltre settecento controlli al ‘Falcone-Borsellino’.

L’assemblea dei soci della GESAP (Citta’ metropolita di Palermo, Comune di Palermo, Camera di commercio di Palermo ed Enna, Comune di Cinisi, Sicindustria, Unione provinciale Agricoltori, Federazione regionale Agricoltori), la societa’ di gestione dell’aeroporto Falcone Borsellino di Palermo, ha designato i nuovi componenti del Consiglio di amministrazione della societa’. In quota Citta’ Metropolitana di Palermo sono stati indicati Giovanni Scalia e Cleo Li Calzi; per il Comune di Palermo Francesco Randazzo e Domenico Cacciatore, mentre per la Camera di commercio Alessandro Albanese, presidente dell’ente camerale. Successivamente, nella prima seduta del nuovo Consiglio di amministrazione e’ stato nominato presidente Francesco Randazzo al posto di Tullio Giuffre’. Giovanni Scalia e’ stato confermato amministratore delegato. Il vicepresidente, espressione della Camera di Commercio, e’ Alessandro Albanese. Riconferma anche per il consigliere Cleo li Calzi, con delega all’innovazione e pari opportunita’, e il giovane avvocato Domenico Cacciatore. “Viene garantita la continuita’ di un cammino di crescita e sviluppo – afferma il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – di quella che rimane un’azienda di eccellenza a partecipazione pubblica, a servizio dell’intera Sicilia, al servizio della promozione turistica e della cultura dell’accoglienza”.

Un crollo ogni tre giorni di scuola, mai cosi’ tanti dal 2013. Ben settanta tra settembre 2018 e luglio 2019, di cui 29 in regioni del Nord (Piemonte 6, Lombardia 16, Emilia Romagna 4, Veneto 2, Trentino Alto Adige 1), 17 nel Centro (Toscana 5, Lazio 10, Umbria 1, Marche 1), 24 nelle regioni del Sud e nelle Isole (Campania 8, Puglia 6, Calabria 2, Sicilia 7, Sardegna 1). Tali episodi hanno provocato il ferimento di 17 persone, tra studenti e adulti. Sono dati che emergono dall’Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola, giunto alla sua diciassettesima edizione e presentato oggi a Roma da Cittadinanzattiva, alla presenza del ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti. Dal 2013 i crolli in totale, sono 276 episodi. Emblematico il caso della Girolami, I.C. Margherita Hack di Roma, quartiere Monteverde. L’edificio scolastico e’ stato dichiarato inagibile a seguito del crollo del controsoffitto, ad aprile scorso, in una classe dell’infanzia comunale. Gli alunni, circa 700, sono stati ricollocati in diverse strutture, addirittura in un altro Municipio, con pesanti ripercussioni sulle famiglie. Nonostante gli sforzi dell’amministrazione municipale, che hanno consentito una riapertura parziale della scuola, ad oggi non e’ prevista una data di inizio lavori per la parte restante dell’edificio, quella interessata da interventi di tipo strutturale.

La Sicilia è sempre più strategica per Alitalia, che nei tre mesi estivi ha fatto volare circa un milione di passeggeri sulle rotte da e per la più grande isola italiana. Lo rende noto la Compagnia aerea, sottolineando in una nota che ai tradizionali voli che collegano Catania e Palermo con Roma e Milano Linate, si sono aggiunte quest’estate le linee nazionali per Bologna, Verona e Venezia, internazionali per Mosca e San Pietroburgo e l’ampliamento del network con i collegamenti domestici verso gli aeroporti siciliani di Comiso, Trapani, Lampedusa e Pantelleria. “A conferma del ruolo rilevante che la SICILIA ricopre nel disegno delle rotte – prosegue la nota -, attualmente Alitalia garantisce una mobilita’ per la comunità siciliana verso gli aeroporti di Roma, con connessioni verso destinazioni nazionali e internazionali di tutto il network della Compagnia, e Milano. Ben 256 sono i voli settimanali Alitalia da e per Catania e 196 quelli da e per Palermo. Nelle quattro direzioni – Catania-Roma, Catania-Milano, Palermo-Roma, Palermo-Milano – i biglietti sono in vendita a partire da 39 euro a tratta, tasse incluse”. “Storicamente – conclude la nota – Alitalia ha sempre puntato sui voli da e per la Sicilia, fin dalla sua fondazione. Il primo volo della compagnia, il 5 maggio 1947, fu proprio un Torino – Roma – Catania, operato con aereo Fiat G-12, con diciotto passeggeri a bordo”.

Topi nella sala mensa del penitenziario di San Cataldo, a Caltanissetta. A denunciarlo e’ il sindacato autonomo Sappe. “Ci si dovrebbe vergognare per come viene lasciato allo sbando il personale di polizia penitenziaria, in condizioni insalubri, indecenti e vergognose: e invece non sembra fregare a nessuno il degrado nel quale lavorano e mangiano gli agenti nel carcere di S. Cataldo”, dice Lillo Navarra, segretario nazionale per la Sicilia del Sappe. “A tutela della salute del personale e di tutti coloro che usufruiscono della mensa, abbiamo chiesto l’immediata chiusura dei locali per la necessaria disinfestazione – aggiunge – Pare infatti che nonostante l’avvistamento dell’animale indesiderato e dopo l’eliminazione dello stesso, i locali e la mensa sono stati tenuti regolarmente aperti e contestualmente preparati i pasti”. Il sindacato fa sapere che ieri gli agenti “sono stati costretti a rifiutare la consumazione del pasto a tutela della propria salute”. “E’ una situazione assurda, che non può essere ulteriormente trascurata – sottolinea il segretario generale del Sappe, Donato Capece – Il degrado del carcere di S. Cataldo e’ vergognoso”