Agcom

“E’ opportuno che tutte le istituzioni di garanzia e di controllo, cosi’ come le organizzazioni internazionali, vigilino affinché l’autonomia e l’indipendenza dell’informazione pagata dal canone di tutti gli italiani non finiscano sotto il controllo del Governo, altrimenti si verificherebbe un abuso senza precedenti che lede diritto al pluralismo e garanzie costituzionali. E’ quanto scrive il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, in una lettera inviata al presidente Agcom, Angelo Cardani, al presidente Ebu, Jean-Paul Philippot, alla vicepresidente Ebu, Monica Maggioni, al presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna e all’organizzazione Reporters sans frontieres, insieme ad un dossier con gli articoli sulle nomine Rai usciti sui giornali italiani.Le notizie diffuse dalla stampa – prosegue Anzaldi nella lettera – in merito alle procedure di rinnovo dei vertici del servizio pubblico radiotelevisivo italiano sono molto preoccupanti. I quotidiani danno notizia di un vertice tenutosi a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Conte, i vicepremier Salvini e Di Maio, il ministro Tria, durante il quale sarebbero avvenute trattative per la scelta dei direttori dei telegiornali Rai. La legge italiana, sostenuta dalle sentenze della Corte Costituzionale, impedisce al Governo di influire sulle scelte editoriale del servizio pubblico, men che meno affida ai ministri la scelta dei direttori delle testate giornalistiche. Affinchè abbiate gli elementi per le opportune valutazioni, nell’allegato vi invio una sintetica rassegna stampa degli articoli usciti sui quotidiani italiani che confermano la spartizione avvenuta nella sede del Governo italiano, spartizione peraltro annunciata ufficialmente addirittura dal presidente Conte’

“Durante la puntata di martedi’ 17 ottobre della trasmissione ‘Otto e mezzo’ su La7 i telespettatori hanno assistito ad una evidente anomalia che configura una violazione della par condicio in vista delle elezioni regionali siciliane del 5 novembre. Si e’ assistito, infatti, ad una forma di propaganda elettorale con indicazione continuata di voto in favore di uno dei candidati”. E’ quanto scrive il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, componente della commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera, in una lettera esposto inviata al presidente dell’Agcom Cardani e ai commissari Martusciello, Morcellini, Nicita e Posteraro. “Ospite della trasmissione- prosegue la lettera di Anzaldi- era Giorgia Meloni, presidente del partito Fratelli d’Italia. L’esponente politico risultava essere in collegamento dalla Sicilia. Gli argomenti della trasmissione trattavano di politica nazionale. Sullo sfondo per tutto il periodo del collegamento vi era un pannello riportante il simbolo della lista di appoggio del proprio partito alla candidatura di Nello Musumeci a presidente della Regione Sicilia. Con suddetto ‘richiamo’ per tutta la trasmissione, senza peraltro che le elezioni regionali fossero oggetto della trasmissione, e’ evidente che si sia in presenza di una anomalia sulla quale e’ opportuno che l’Autorita’ effettui al piu’ presto una valutazione”. “Perche’ uno dei candidati- prosegue ancora il deputato dem- ha potuto usufruire di un favoritismo del genere? E’ opportuno che l’Agcom valuti se non ricorrano gli estremi per un suo intervento anche di profilo sanzionatorio, di fronte a quella che appare una palese violazione della par condicio per le elezioni siciliane, e per fare in modo che siano dati spazi risarcitori agli altri candidati a presidente”.

L’Italia è ancora al penultimo posto della classifica Ue di utilizzo di Internet, nonostante la percentuale della popolazione che usa il web sia cresciuta di 3 punti percentuali nel 2016, arrivando al 60%. Lo sottolinea il presidente dell’Agcom, Angelo Cardani, nella relazione annuale dell’Autorità. La piattaforma è utilizzata meno della media Ue per acquisti, servizi bancari e video on demand), nella media per social network, mentre unico indice sopra la media è il consumo di contenuti digitali (musica, video, giochi online). Finiscono sotto la lente Agcom anche le fake news un fenomeno “di estrema gravità è la diffusione voluminosa, istantanea e incontrollata di notizie deliberatamente falsificate o manipolate”, spiega l’Autorità. Cardani, nella Relazione al Parlamento, si schiera a favore di “un intervento normativo” e contro l’autoregolamentazione dei colossi web, che promettono “di sviluppare algoritmi per rimuovere le informazioni false e virali”, ma sono anche “i principali ‘utilizzatori’ gratuiti. Nella relazione Agcom rileva poi che Google e Facebook insieme “detengono ben oltre il 50% dei ricavi netti da pubblicità online”, che complessivamente per il 2016 si attestano su un valore stimato pari a 1,9 miliardi di euro. La ripartizione degli investimenti in pubblicità online per device a livello mondiale negli ultimi cinque anni – segnala l’Autorità – indica una crescita della spesa riferibile agli apparecchi mobili, rispetto alla pubblicità veicolata attraverso desktop, che è passata dal 25% nel 2014 al 42% nel dato previsionale per il 2016.

Michele Anzaldi (Pd), segretario della commissione di Vigilanza Rai, chiede l’intervento dell’Agcom sulla terza rete. “RaiTre ormai è il megafono della minoranza Pd – ha dichiarato in una intervista a Il Giornale – Oggi agli abusi hanno aggiunto la disinformazione. Non si può andare avanti così, bisogna cambiare pagina. E se i vertici non sono capaci di garantire informazione equilibrata, deve intervenire l’Agcom. Che aspetta?”.
La richiesta parte dagli interventi degli ultimi giorni nelle trasmissioni. “Basta guardare gli ospiti dei programmi di approfondimento rimasti in Rai – osserva Anzaldi – Domenica dalla Annunziata c’era Pier Luigi Bersani, che non ha neanche parlato all`assemblea del Pd, ma ha avuto venti minuti tutti suoi sul servizio pubblico. Poi ieri a Carta bianca c’erano Enrico Rossi e Francesco Boccia, la sera da Iacona faccia a faccia con Gianni Cuperlo, e stasera per la prima puntata del nuovo talk show in prima serata sempre della Berlinguer, chi è l’ospite unico? Massimo D`Alema. La vera notizia dell’assemblea Pd, cioè le dimissioni di Renzi da segretario del primo partito italiano, in un Paese dove non si dimette mai nessuno, non viene data dalla Rai. Che invece è tutta impegnata a dare spazio alla minoranza Pd”.
Aggiunge il deputato dem: “Rai renziana? Non lo è mai stata . La minoranza Pd ha sempre avuto lo stesso spazio della maggioranza, mentre dovrebbe averne meno visto che è minoranza. Un ospite loro e due noi. Ma se lei vede gli ospiti della Berlinguer nelle ultime due settimane, nel pieno del dibattito congressuale tra direzione e assemblea, su sette ospiti totali del Pd ben 5 sono stati della minoranza”. Berlinguer sarebbe schierata con la sinistra Pd? “Sì, e non è mai stata smentita la voce che lei potrebbe candidarsi alla segreteria Pd. Ci potrebbe essere anche un conflitto di interessi. Quello che stupisce è l’assenza totale del direttore generale della Rai e del direttore di RaiTre”, conclude Anzaldi

L’aula di Palazzo Madama ha eletto Mario Morcellini come commissario dell’Autorità di garanzia per le Comunicazioni (Agcom). Morcellini, professore di sociologia dei processi culturali e comunicativi alla Sapienza, ha ottenuto 118 voti.

Il segretario Pd della commissione di Vigilanza sulla Rai Michele Anzaldi ha rinnovato la richiesta di intervento dell’Agcom a seguito della pubblicazione di messaggi contro il premier Paolo Gentiloni e denunciati ieri dal sito del quotidiano “il Messaggero” sul cui profilo Facebook sono apparsi. “Ma quando si muove l’Agcom?”, ha scritto su Twitter Anzaldi.

“Il regime mediatico non e’ riuscito a persuadere per il Si’ e questo e’ il dato piu’ forte perche’ la TV  non e’ piu’ cosi’ forte come si credeva”. Lo ha detto il deputato M5S Roberto Fico, presidente della Commissione di vigilanza Rai, commentando i risultati del referendum costituzionale. “In questa campagna referendaria – ha affermato – su tutte le TV il Governo ha avuto un tempo di esposizione che violava ogni norma di par condicio. Da solo il Governo ha avuto il 50% del tempo, senza considerare gli altri che sostenevano il No”. “Ho fatto esposti giorno dopo giorno all’Agcom – ha aggiunto – che o non e’ intervenuta o ha fatto dei semplici richiami”. “Questo significa che il controllore non controlla il controllato – ha concluso – che l’Agcom e’ schierato perche’ i componenti sono tutti indicati dal Parlamento”.

Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni “ha ordinato alla Rai di far pervenire entro 24 ore la lista dei prossimi ospiti” della trasmissione ‘Che tempo che fa’ condotta da Fabio Fazio “per poter valutare il rispetto delle condizioni di parità di trattamento ai sensi dell’art.8 del regolamento della commissione di vigilanza in materia di par condicio referendaria, riservandosi la facoltà di adottare misure d’urgenza”. Lo spiega una nota dell’Agcom dopo alcuni esposti sulla presenza del presidente del Consiglio Matteo Reni nella puntata e a seguito del monitoraggio al periodo di campagna referendaria dal 31 ottobre al 13 novembre. Richiamato anche “il Tg4 a riequilibrare entro la settimana in corso il tempo di parola a favore delle ragioni del No”. I dati di monitoraggio, spiega l’Authority, hanno rilevato la necessità “di aumentare i tempi dedicati alla trattazione dell’argomento referendario sia nei notiziari, sia nei programmi di approfondimento, rivolgendo altresì un invito di analogo contenuto a Mediaset e a Sky”.

“Renzi e’ spudorato. Domenica a ‘Che tempo che fa’ ha usato il traino di un gruppo musicale come i Coldplay per andare in tv a fare propaganda. È indecente”. Cosi’ Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un’intervista al ‘Fatto Quotidiano’. “I Coldplay erano in programma a ‘Che tempo che fa’, Renzi no. Ma il presidente del Consiglio li ha usati per fare un blitz, per andare in video subito dopo la loro esibizione e sfruttare il loro picco d`ascolto. È roba da Paese sudamericano. Certo che l`ho denunciato all`Agcom, l`Autorita’ sulle comunicazioni, e anche alla Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai. Il comportamento del direttore generale Rai, Antonio Campo Dall`Orto, e del conduttore del programma Fabio Fazio, e’ indecente”, conclude.

“L’Agcom, rispondendo al mio esposto, ha ufficialmente richiamato la tv pubblica, con particolare riferimento al programma ‘Politics’, ricondotto alla testata del Tg3, perché assicuri la parità di trattamento tra i soggetti favorevoli e contrari al quesito referendario”. Ad affermarlo in una nota, è il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta. “La Rai – sostiene – è quindi formalmente ‘diffidata’ dall’Agcom e caldamente invitata, per così dire, a rispettare l’equa rappresentazione di tutte le opinioni politiche, le pari opportunità e il contraddittorio, così da garantire la completezza e l’imparzialità dell’informazione, su tutti i temi dell’attualità e dell’agenda politica, oltreché, ovviamente del referendum del prossimo 4 dicembre”.