“Ciò che hanno fatto i 5 Stelle è disdicevole: hanno violato la privacy di una persona e potrebbe anche profilarsi il reato di stalking. L’accaduto è già stato condannato da tutti in Vigilanza. Secondo me dovrebbe intervenire l’Ordine dei giornalisti, visto che uno dei due si è qualificato come cronista. Dovrebbe prendere provvedimenti anche la Questura, non escludo che per Orfeo sia necessaria una scorta, perché rilanciare sul web certe cose è pericoloso, in Rete ci sta di tutto”. E’ quanto dichiara il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, in un’intervista al quotidiano “Il Dubbio”. “Fico è stato zitto – prosegue Anzaldi – invece, l’altro esponente dei 5 stelle, il senatore Alberto Airola, non si è dissociato ma almeno non ha rivendicato l’azione. Non capisco però su che base i grillini abbiano organizzato questo ‘assalto’, proprio loro che esprimono il presidente della Commissione di Vigilanza. Se i 5 Stelle ritengono, sulla base di dati concreti, che il Tg1 non sia stato imparziale, possono fare una denuncia: presentano un esposto, interviene l’Agcom e vengono comminate eventuali sanzioni se hanno ragione”. “Le scalette non le fa la politica – dichiara ancora il deputato dem – ma il direttore che è lautamente pagato per questo. Ma poi, sostenere proprio oggi che si è parlato troppo poco di Consip mi sembra fuori luogo. Alla luce delle novità sul caso, con lo scandalo delle intercettazioni false, se fosse vero ciò che sostengono i grillini significherebbe che Orfeo è l’unico vero giornalista in circolazione: accorto e lungimirante. Anzi, ci sarebbe da riflettere su quei giornali e trasmissioni televisive che si sono buttate a capofitto sulla vicenda Consip, distruggendo la vita di molte persone”. Sul caso Consip, Anzaldi ha detto: “A me il caso Consip, da italiano, mette paura. Perché se è stata possibile l’alterazione dei documenti di un’inchiesta che riguarda persone vicine a una personalità così tutelata, come il presidente del Consiglio e nello stesso tempo segretario del più grande partito di maggioranza, a un semplice funzionario cosa fanno? E a un direttore di giornale?”. Su Report: “A me stupisce il pezzo in sé, perché si fonda sulle dichiarazioni di un signore di cui non si sa nemmeno il nome ma sostiene di conoscere alcuni dettagli dell’operazione per sentito dire. Non mi pare una notizia. Mi sembra che Report abbia costruito un castello di carta. Tra l’altro, a guardare il servizio, si scopre che la famiglia Pessina operava in Kazakistan già nel 2014, quando l’Unità apparteneva a un altro proprietario. Che c’entra, dunque, lo scambio di favori per salvare il giornale?”. “Ora spiego come sono andate le cose. Ricevo una telefonata da una redattrice di Report che mi dice: ‘Stiamo facendo un servizio su l’Unità, vorremmo intervistare Renzi’. Io pensavo si trattasse di un pezzo sulla crisi economica del quotidiano e le chiedo di rinviare l’intervista a dopo le primarie. Poco dopo ricevo un’email da Report con un allegato in cui si spiega che la trasmissione è in possesso della testimonianza di una fonte anonima che racconta le cose che poi abbiamo visto in Tv. Giro la lettera ai miei colleghi del Pd che hanno seguito il salvataggio dell’Unità e loro decidono di rivolgersi ad un avvocato, alla luce delle dichiarazioni anonime palesemente diffamatorie. Ma come la facevamo l’intervista? Noi non conoscevamo nel dettaglio le accuse che venivano mosse. Non potevamo rispondere al buio, né il format della trasmissione prevede una presenza dell’interessato in diretta. E poi, lo dico da addetto stampa, perché il numero uno del partito dovrebbe concedere un’intervista su un tema di cui non si è mai occupato in prima persona? Abitualmente replica il più competente in materia. Report non ha fatto un buon lavoro”. “Roberto Fico in Vigilanza non apre bocca, anzi, è eccessivamente silenzioso. Fuori dalle istituzioni parla tanto e dice di tutto, dentro appare spesso accondiscendente”. Sugli attacchi al suo ruolo in Vigilanza: “I poteri della Commissione di Vigilanza sono ben precisi e regolati dalla legge, non vedo quale possa essere il conflitto. Non capisco di che parliamo, mi sembra solo un modo strumentale di accusarmi. Sono l’unico che muove critiche al servizio pubblico fondate su elementi fattuali e concreti, fin dall’inizio del mio mandato, nonostante sia un esponente del partito di maggioranza. I 5 Stelle non sono mai arrivati prima del Pd, anzi’