L’intenzione di papa Francesco di scomunicare mafiosi e corrotti “e’ un fatto rivoluzionario che ha un significato politico, non solo religioso e giuridico”: lo ha sottolineato il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, che in un’intervista a Repubblica ha sottolineato che “da oggi in poi, sara’ difficile fare finta di niente per quelli che, pur professandosi cattolici, continuano a muoversi con disinvoltura all’interno di meccanismi corruttivi”. Per Cantone “e’ chiaro che si tratta essenzialmente di una questione religiosa, pero’ l’iniziativa del Papa ha il grande pregio di rappresentare un’indicazione morale fortissima per chi e’ cattolico”. L’iniziativa quindi “puo’ avere anche effetti pratici” perche’ “non solo nel mondo della politica, ma anche in quello dell’economia e della finanza ci sono persone che si professano cattoliche eppure non sono estranee ai circuiti di corruzione”, ha osservato Cantone, “ora non potranno piu’ ignorare la linea tracciata dal Papa”. Il numero uno dell’Anac ha ricordato che “questo Papa ha sempre battuto con forza sul tasto della corruzione, ne ha parlato in tutte le occasioni possibili, spingendosi ad un’affermazione ancor piu’ eclatante della celebre “la corruzione spuzza” di Scampia: una volta ha detto che il peccato si puo’ perdonare, la corruzione no”.