Hannah Arendt

Era il 28 maggio del 1975 e il senatore americano Joseph R. Biden scrisse ad Hannah Arendt, filosofa e politologa di rango, autrice de La banalità del male, per complimentarsi di un articolo in cui la donna disquisiva della menzogna in politica. Biden é l’attuale presidente Usa, e ha prevalso sul rivale, Donald Trump, che delle menzogne in politica, delle fake news, ha fatto una regola del suo mandato e del suo impegno politico. E’ davvero stupefacente che ben 45 anni prima un esponente politico importante degli States sentisse il bisogno di approfondire un tema cosi importante che lo avrebbe diviso in modo netto dall’altro pretendente, portandolo alla vittoria e segnando non solo per gli Stati Uniti ma per tutto il mondo un segnale di speranza, di dialogo e di buona politica.

“I ministri dell’interno Minniti e della difesa Pinotti ci somministrano l’ultimo atto di una sequela di provvedimenti contra migrantes che confermano una linea politica precisa sui diritti umani: la loro mercificazione e relativizzazione. Sulla missione in Niger dicono che e’ di mero supporto e addestramento dei militari nigerini e allora perche’ inviamo ben 130 mezzi terrestri? Per militarizzare il confine con la Libia e bloccare le rotte dei migranti”. Lo afferma il deputato di Possibile, Andrea Maestri, esponente di Liberi e Uguali. “Ma al di la’ delle illusioni elettorali – aggiunge Maestri – i migranti troveranno altre strade per fuggire da guerre, persecuzioni e miseria, di cui l’Occidente ricco porta enormi responsabilita’. Saranno strade piu’ insicure e respingimenti verso paesi insicuri come il Sudan di Al Bashir. Dopo il Mediterraneo, cimitero d’acqua, avremo il deserto come nuovo cimitero di sabbia. E perche’ tutto questo? Per aumentare l’influenza strategica italiana in Africa, assecondare i desiderata dei partners moderati europei, usare il contenimento dei flussi migratori a costo di violare, direttamente o indirettamente, i fondamentali diritti umani in chiave elettorale”. “Sullo sfondo – conclude il deputato di Possibile – rimangono i campi di prigionia che l’Italia ha contribuito a riempire di esseri umani finanziando il lavoro sporco in mare della guardia costiera libica, gli accordi con gli presunti ex trafficanti, la guerra alle Ong. Minniti e Pinotti occupano la scena ma non fanno ne’ ridere ne’ piangere: rappresentano quella che Hannah Arendt chiamerebbe la banalita’ del male”