Pd

Roberto Speranza, rivale interno del premier dentro il partito, é molto chiaro: “Ora impegno su ballottaggi, poi dibattito interno. Il Pd ha bisogno di un segretario a tempo pieno. Lo ha detto Roberto Speranza, leader della minoranza Dem, a RaiNews24. “Non c’era bisogno del risultato di oggi – ha spiegato – questo lo diciamo da mesi, è una richiesta che abbiamo fatto perchè ci rendiamo conto che fare il premier e il segretario non è cosa facile”. Sui dati delle amministrative, ha sottolineato, “bisognerà riflettere bene ma vogliamo dare un segnale di grande unità, il Pd deve essere unito per i ballottaggi. Il dibattito lo faremo dopo i ballottaggi”. Quindi per due settimane va accantonato il tema referendum costituzionale: “Un partito che vuol governare il Paese – ha rilevato – non può dire che la sfida è tra qualche mese, la sfida è quella che arriva tra due settimane”. Stesso discorso vale per il congresso: “Non c’è nessun congresso permanente, ci sarà dopo il referendum e dovrà sciogliere alcuni dati di fondo. Ora non è il momento di discutere di referendum e di congresso, tutto il Pd deve impegnarsi per vincere queste elezioni”.

Parole dure quelle pronunciate da Stefano Fassina, ex Pd, contro il premier. “E’ fantastico che Renzi cavalchi l’antipolitica. E’ uno che ha vissuto di politica, ha avuto credito dalla politica e non ha mai lavorato in vita sua, a 14 anni si e’ fatto assumere dall’azienda del padre facendo pagare i contributi alla Provincia di Firenze e cavalca l’antipolitica. Finche’ lo fa Grillo ha un senso, anche se non lo condivido, ma che lo faccia uno che ha sempre campato di politica e’ davvero inaccettabile e mi dispiace che sia nel partito dove sono stato io per tanto tempo, perche’ con quell’approccio li’ vince la destra, e questo deve essere chiaro”. Così il candidato sindaco di Roma di Si-Sel, Stefano Fassina. “C’e’ un popolo di sinistra che non vota piu’ Pd e non lo voterebbe neanche se io tornassi nel partito e mi genuflettessi a Renzi. Un pezzo di popolo che non si riconosce piu’ nel Pd di Marchionne, delle trivelle, di questa revisione costituzionale. E’ un’illusione, quel popolo li’ o non va a votare oppure vota qualcun altro. Noi rispondiamo a una domanda che esiste, non a una domanda che creiamo noi: chi pensa questo si illude”.

Il Premier sempre piu’ deluso dalla La minoranza del Pd che non perde occasione per contrastarlo nella sua azione politica. Sempre piu’ tesi i rapporti e il referendum costituzionale di ottobre appare ormai come una resa dei conti finale. Dentro o fuori. Cosi Renzi “Sono deluso. Inutile girarci intorno: avevo chiesto un minimo sforzo per le amministrative. Una tregua nella polemica. Ogni giorno invece leader anche autorevoli cannoneggiano sul quartier generale con linguaggio che non usano nemmeno le opposizioni più dure’. Alle porte anche la partita delle amministrative, sulle quali il Premier non ha scommesso tutte le sue fiches, consapevole che alcune sconfitte arriveranno, probabilmente a Roma e Napoli. E la conseguenza diretta sarà quella di una lotta sempre piu’ dura per il controllo del partito. La minoranza, si sa, ha la pretesa di diventare maggioranza.