Pd

“Parisi? Un giorno e’ ‘milanese’ e l’altro e’ romano. I candidati del centrodestra sono un passe-partout. Da nord a sud, passando per il centro, vanno bene ovunque”. E’ quanto afferma Stefano Pedica del PD. “La verita’ e’ che Berlusconi, Salvini e Meloni barattano il Lazio per un pugno di voti in piu’ alle elezioni politiche – sottolinea Pedica -. E’ questo il rispetto che hanno per il territorio. Ma non c’e’ nessun problema. Nel Lazio c’e’ gia’ chi ha dimostrato di conoscere e saper amministrare bene il nostro territorio e si chiama Nicola Zingaretti. Gli elettori anche questa volta non avranno dubbi su chi scegliere per la guida della Regione”.

“Non possiamo pensare di cambiare l’Italia se non coinvolgiamo la popolazione delle periferie. Se li lasciamo in un limbo. Qualcosa, in passato, non ha funzionato in alcune realtà periferiche dove abbiamo perso capacità di consenso e indirizzo”. Così il ministro dell’Interno Marco Minniti da Bologna. “Dobbiamo partire da coloro che vivono in periferia perché sono il popolo italiano – sottolinea – e un partito che si chiama democratico, se non si occupa del popolo e dei più deboli, non si capisce cosa ci sta a fare. Dobbiamo occuparcene con la forza di un progetto politico”. “Rispetto a una persona che ha paura, un sentimento molto intimo e profondo – ha spiegato Minniti – quale dev’essere l’atteggiamento di una grande forza si sinistra? Stare accanto a chi ha paura, ascoltarlo. Poi è qui la differenza radicale tra noi e i populisti, la sinistra riformista cerca di liberare le persone dalle loro paure mentre i populisti fanno finta di ascoltare per tenere la gente incatenata alle loro paure”.

“Il tema non e’ distruggere quello che abbiamo fatto ma definire in maniera stabile la decontribuzione, come abbiamo fatto con la legge di stabilita’ ultima, appena approvata dal primo di gennaio 2018”. Cosi’ il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina (vicesegretario del Partito Democratico), ad Agora’ su Rai Tre, interviene sulla possibilita’ di introdurre delle modifiche al jobs act. “Abbiamo attivato una serie di misure che abbattono il costo del lavoro, in particolare per chi assume giovani stabilmente. Ecco – prosegue -, continuare a lavorare ad esempio su questione generazionale, giovanile in primis e di genere, in particolare affrontando il tema del lavoro femminile. Noi per primi ci poniamo il grande tema della lotta alla precarieta’, quindi del superamento di tutte quelle forme troppo precarie di lavoro che si sono generate negli anni”.

“C’e’ un buco nella legge elettorale pero’ al di la’ delle regole, c’e’ la politica. Pd e +Europa sono due forze europeiste per cui l’alleanza e’ una tendenza naturale. Ci impegneremo affinche’ i candidati per la quota uninominale vengano scelti in maniera tempestiva e poi, per quanto riguarda la raccolta firme, ci impegneremo per raccogliere le firme necessarie a favore di +Europa entro i tempi indicati. Spero che oggi non ci chiudano la porta. I candidati una volta che li hai scelti non li cambi. Abbiamo davanti una campagna elettorale di 5 settimane una delle piu’ corte di sempre”. Cosi’ Piero Fassino, tessitore per il PD della coalizione del centrosinistra intervenendo a Rai Radio 1 a Radio anch’io sul tema delle elezioni politiche.

“Dei radicali ho condiviso e sostenuto più di una battaglia, sapendo di avere con me il sentire di tantissimi cittadini, certo non solo del Pd. Per questo spero e chiedo che si trovi soluzione a un’impasse che la gente non riesce a capire”. Lo afferma la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani. Per Serracchiani “questa è un’occasione storica per far scoccare la scintilla tra la carica rivoluzionaria, liberale e libertaria, che è nel Dna dei radicali, con il percorso sulla strada dei diritti compiuto dal Pd al governo del Paese. E in più abbiamo il collante di una comune e ragionevole fiducia nel destino europeo dell’Italia, mentre tutti gli altri predicano e praticano sfascismo, scetticismo e sciovinismo”. “Per i partiti che pure sono alle radici del Pd – ricorda Serracchiani – in passato non è stato semplice dialogare con i radicali e pochi singoli hanno tenuto aperto un canale prezioso di comunicazione tra i partiti di tradizione popolare e gli eredi dell’azionismo. Ora è venuto il momento che l’esperienza culturale, politica e di governo incarnata da personalità come Emma Bonino e Benedetto Della Vedova, smetta di essere un contributo occasionale o individuale e – ha concluso la presidente – trovi la sua piena agibilità politica nell’ambito del centrosinistra”.

“Il caso Cassimatis smentisce, se mai ve ne fosse bisogno, le millanterie di Di Maio. Anche quando i cittadini decidono una cosa, nella segrete stanze della Casaleggio se ne fa un’altra. Nessuna democrazia ma solo un controllo assoluto sui parlamentari per lucrosi click. Come spiegano i 5 stelle il fatto che la piattaforma gestita da un privato usi i soldi pubblici dei parlamentari? Vi e’ una commistione tra politica e interessi commerciali sempre piu’ evidente. Gli iscritti politici vengono usati per fini commerciali? Servono come massa contrattuale per avere pubblicita’? E i ricavi a chi vanno? Al movimento? All’azienda milanese? Un intreccio laocoontico poco chiaro e che fa molto male alla democrazia”. Cosi’, in una nota, Stefano Esposito, senatore Pd.

Non condivido nulla di quello che ha detto quando ha giustificato la sua uscita dal Pd, credo che debba molto al Partito Democratico e credo anche che avrebbe dovuto rispettare di piu’, non tanto me o altri dirigenti, facciamo politica e a volte facciamo confronti anche aspri, ma i tanti militanti del Partito Democratico”. Lo afferma Debora Serracchiani, Presidente Friuli Venezia Giulia, da Luca Telese e Oscar Giannino ai microfoni di 24Mattino su Radio 24. Sono in particolare le parole con cui il Presidente Grasso avrebbe giustificato la sua uscita dal Pd ad aver infastidito Serracchiani: “Dire ‘Non c’e’ piu’ il partito democratico. Il partito democratico e’ un’altra cosa’, io avrei utilizzato parole diverse, ma siamo diversi”.

Il Partito democratico “ha tante carte da giocare, abbiamo messo in campo serie di competenza dimostrando che l’Italia ce la può fare”. Così il ministro per le Infrastrutture, Graziano Delrio, intervistato a Circo Massimo su Radio Capital. “Gli italiani capiranno e spero che lo faccia quella maggioranza di italiani disillusa che non va a votare”. Renzi ce la può fare? “Sì, il Pd fa una proposta più seria”, ha aggiunto Delrio.

In un post su facebook il sottosegretario alla Salute, Davide Faraone, annuncia la ‘Leopolda sicula’, giunta alla sua terza edizione, per il 20 gennaio 2018. “La chiameremo ‘Open’, come uno straordinario libro biografia di Andre Agassi, l’elogio del coraggio e della determinazione. ‘Open’ come la necessita’ di un partito – aggiunge – che sia aperto ed inclusivo. Sara’ una iniziativa ‘costituente’, insieme a tanti esponenti della societa’ civile, di sindaci, amministratori, ragazze e ragazzi, esponenti che hanno dato vita ad esperienze politiche civiche in tutti i territori. Costruiremo le condizioni per essere competitivi alle elezioni politiche di marzo e pronti a batterci e vincere in tutti i collegi uninominali della Sicilia”. Faraone scrive anche che “dalla prossima settimana riprenderemo il tour #casaXcasa, il nostro viaggio che si concludera’ a meta’ gennaio con Open”.

“Il M5S diventa il primo partito italiano con il 27,9% e il Pd scende poco sotto la soglia del 24%”. E’ una delle conclusioni dello studio commissionato da Rai Radio 1 a Roberto Weber, sondaggista, presidente dell’Istituto Ixe’, ospite questa mattina del Gr 1 e di Radio anch’io. “Secondo gli ultimi sondaggi il Pd e’ sceso dal 27 al 24% nelle ultime settimane. Un valore simile a quello del 2013 quando alla guida del partito c’era Bersani. Il dato del M5S invece e’ il piu’ alto negli ultimi 5 mesi. In particolare al sud sembra che gli elettori di centro-sinistra si stiano spostando verso il partito di Grillo perche’ considerata l’unica forza politica in grado di tenere testa al centro-destra. L’altro dato che emerge infine e’ che il centro-destra unito stia continuando progressivamente a crescere”, ha spiegato Weber. Infine, per quanto riguarda la partecipazione al voto, poco meno del 55% degli intervistati ha dichiarato che andra’ sicuramente a votare.