primarie

Si può essere favorevoli o contrari allo strumento delle primarie per l’indicazione del leader di un partito. Si può essere di uno schieramento antitetico a quello della sinistra. E Nicola Zingaretti può anche suscitare le dovute perplessità o antipatie, ma l’affluenza di quasi due milioni di cittadini alle primarie del Pd é una notizia bellissima per la politica che non si riconosce nella demagogia populista e nella ostentazione della incompetenza e della improvvisazione al potere. ll governo gialloverde e, soprattutto il Paese, da oggi possono contare su una opposizione organizzata e che si è scelta un leader. E Zingaretti ha proprio detto di voler essere un leader e non un capo. Non sono sfumature. La cultura dell’uomo solo al comando appartiene ad altre logiche e ad altre visioni. La politica deve ritornare alle forme e ai contenuti. Le une e gli altri sono essenziali. C’é bisogno di moderazione, di rispetto, di pace sociale, di concordia e di unità del Paese. Tutte cose che la Lega da una parte e la setta del M5S dall’altra, ignorano.

“Le Politiche saranno le nostre primarie: chi prende un voto in piu’ esprime il leader. Se lo prendiamo noi io sono pronto”. Matteo Salvini, che sabato prossimo sara’ a Cagliari, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano locale L’Unione Sarda nella quale tocca diversi punti sia di politica regionale che nazionale. Il leader della Lega si dice anche pronto per un confronto tv con Matteo Renzi (“Lo chiedo da anni senza risposta”) , torna sull’Agenzia del farmaco negata a Milano (“Chi ha governato non si e’ fatto valere”) e dice la sua anche sul ‘caso Tavecchio’ (“Spero solo che la politica non ci metta il becco. Sento i nomi di Veltroni, Carraro… Ci manca solo che Renzi scelga il ct della nazionale). Sul versante sardo, in caso di vittoria del centrodestra alle prossime regionali del 2019, Salvini promette la zona franca integrale e si dice “pienamente d’accordo” sul riconoscimento nella Costituzione del principio di insularita’ come svantaggio strutturale della Sardegna con conseguenti interventi di riequilibrio. “Sono disposto ad affrontare tutti i temi che stanno a cuore ai sardi, anche quelli scomodi”, taglia corto il leader della Lega.

“Il Movimento Cinque Stelle rivendica di essere la prima forza politica, ambisce a guidare il Paese e abbiamo visto che il loro candidato premier e capo politico e’ stato eletto da 30.936 persone che hanno cliccato un tasto sul computer, in una competizione elettorale virtuale, senza alcun controllo e assolutamente opaca, a cui avrebbero partecipato 37.000 persone. Abbiamo, quindi, motivo di essere orgogliosi. Certamente la dialettica interna del PD e’ alta, a volte forse litighiamo un po’ troppo, pero’, abbiamo eletto il nostro Segretario nell’ultimo congresso con oltre 1.800.000 persone che sono uscite di casa per andare a votare e hanno dato il loro contributo, dimostrando cos’e’ la partecipazione democratica e cosa vuol dire scegliere consapevolmente dopo una discussione seria e di merito sulle mozioni”. Lo scrive su Facebook il senatore PD Franco Mirabelli.

E se i grillini la facessero finita con questo mito della loro ‘diversita”, di una loro purezza che li rende invulnerabili? Spaccatura in correnti, un leader politico, gia’ condannato, che fa e disfa i candidati del suo partito, finte primarie spacciate per primato mondiale con il vincitore precotto. Penso ce ne sia abbastanza per dire che la novita’ della politica italiana e’ invecchiata assai presto, e neanche troppo bene. Il Pd non sara’ la perfezione, ma ha affermato in questo Paese modalita’ democratiche di scelta dei candidati che sono ancora non eguagliate. Certo non da Rousseau”. Lo scrive su facebook Debora Serracchiani (Pd), presidente regione Friuli Venezia Giulia.

Si torna a parlare di primarie per la guida del centrosinistra in vista delle politiche. “Fosse per me le farei”, afferma Pier Luigi Bersani, leader di Mdp, in un colloquio con la Stampa in cui apre a una possibile alleanza con il Pd alle prossime politiche. Pisapia, secondo l’ex segretario del Pd, potrebbe sfidare Renzi “ma con il Mattarellum, che prevede vere coalizioni, non con questa legge che stanno discutendo. E con un’intesa su un programma in discontinuita’ con i governi di questi anni”.
Aggiunge Bersani: “Noi non siamo la sinistra settaria, non siamo la Cosa rossa. Se c’e’ un centrosinistra pulito, senza Alfano, come nel Lazio e in Lombardia, noi ci sediamo al tavolo. Ma non credo che Renzi vorra’ allearsi con noi. Non ci ha neppure invitato alle feste dell’Unita’”. Riguardo alla legge elettorale e al Rosatellum, Bersani osserva: “A me pare un Verdinellum. Ci saranno ancora piu’ parlamentari nominati rispetto a quelli previsti dalla legge attuale. A me pare un regalo alla destra, una promessa di inciucio”. Se il Pd vuole fare sul serio una coalizione serve il Mattarellum che ci hanno bocciato in commissione. Ma noi siamo disposti a votare domani mattina anche una seria legge di tipo tedesco”.

La legge elettorale “e’ una questione che il Parlamento affrontera’, speriamo che ci siano i numeri e decideranno i parlamentari. Pero’ quello che per me e’ fondamentale oggi, e’ discutere di questioni concrete”. Lo ha detto il segretario del partito democratico, Matteo Renzi, intervenuto a Trani per la presentazione del suo libro Avanti. “Si votera’ alla fine di questa legislatura, quando il presidente della Repubblica sciogliera’ le Camere – ha aggiunto – e si tornera’ a votare nel 2018”. Il segretario dem, ai giornalisti che gli chiedevano se si ricandida alla guida del Paese, ha risposto: “Il Partito democratico ha fatto le primarie per scegliere il proprio candidato premier, il punto pero’, il senso di questo viaggio, non e’ buttarla sulle persone ma di ragionare delle idee, dei risultati concreti”. Renzi alla presentazione del libro ha osservato che “nessuno in questo viaggio ha posto il problema della legge elettorale perche’ qui, quando sei in mezzo alla gente, ti parlano di chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, delle problematiche delle famiglie che hanno un malato di Alzheimer in casa, sulla non autosufficienza. Ti parlano di come deve funzionare il sistema sanitario: ti parlano di cose vere, dei problemi veri”.

“Do un consiglio a Renzi: facciamo le primarie in Sicilia. Sta sostenendo un candidato che non conosce, non ha scelto e ci porterà a perdere se imposto dall’alto”. Lo afferma Michele Emiliano, il governatore della Puglia, uno dei leader della minoranza dem, in una intervista a Repubblica. “Ma non spero in un flop di Renzi in Sicilia – aggiunge – perché in questo modo perdiamo tutti”. “Non capisco – sottolinea Emiliano – perché non facciamo le primarie in Sicilia, visto che non abbiamo un candidato così prevalente. Mandiamo in giro i militanti, coinvolgiamo i simpatizzanti. A Renzi do questo suggerimento: organizzi le primarie, e salvi anche se stesso. Perché imporre un candidato che divide il centrosinistra, dal momento che pezzi di sinistra non lo votano? Dobbiamo tenere insieme tutti invece, dalla sinistra al centro e provare a vincere”. Quanto a Giuliano Pisapia, Emiliano osserva: “Pisapia deve decidere se stare con Renzi o con D’Alema. Io penso che una sinistra che si dibatte su questo dilemma è messa male”.

“Il Pd ha legittimato Renzi con le primarie, anche noi abbiamo bisogno di un confronto popolare con la nostra gente, superiamo il nostro complesso di inferiorita’ di centristi”. L’ ex ministro Gianpiero D’Alia, leader dei Centristi per l’Europa, intervistato dal Messaggero, lancia le primarie centriste: “Il tema non sono i nomi ma il metodo, Parisi fa il suo percorso, da De Mita non ho ricevuto alcun invito. Poi dico: il centro costruito attraverso piu’ sigle o accordi di palazzo non funziona”. “Con la discussione in corso della legge elettorale bisogna essere semplicemente consapevoli che si sta aprendo una fase nuova, noi guardiamo al futuro e vogliamo aprire un processo democratico con la nostra gente”, afferma, “noi ci presenteremo con quello che abbiamo fatto”. Quanto ad Angelino Alfano, D’Alia ritiene che “e’ stato un ottimo ministro e le critiche nei suoi confronti mi sembrano ingenerose. Bisogna, pero’, prendere atto della situazione e andare avanti”. Potremo vedervi a fianco del Pd? “Stiamo costruendo un’offerta politica ora, vogliamo ancorarci a un consenso popolare per poi presentarci in modo chiaro e univoco. Tutto il resto fa parte delle varie ed eventuali che non sono all’ordine del giorno oggi”, risponde.

”Il Centro non può essere una federazione di cespugli. Fare politica sul serio vuol dire scegliere il leader e il programma elettorale con lo strumento delle primarie. Riunioni di sigle fatte a tavolino non portano da nessuna parte”. Lo afferma il deputato Gianpiero D’Alia, coordinatore nazionale dei Centristi per l’Europa.

“E’ positivo e promettente il riconoscimento da parte di Campo Progressita dell’impraticabilita’ del rapporto con il Pd. Sono benvenuti tra quanti da anni sono impegnati alla costruzione di una proposta politica per la democrazia costituzionale, la dignita’ del lavoro, la giustizia sociale e la sostenibilita’ ambientale”. Cosi’ Stefano Fassina, deputato Sinistra Italiana, ospite questa mattina a Rainews24. “E’ evidente che un progetto politico unitario si definisce insieme. Insieme ai Comitati per il No alla revisione costituzionale, insieme alla Rete delle liste unitarie e di alternativa attive in centinaia di citta’, insieme a tante energie del volontariato e della societa’ civile. Invece, se ciascuno lancia il proprio appuntamento e invita gli altri non si va lontano. In ogni caso, per dare credibilita’ al percorso politico, e’ necessaria la partecipazione democratica piena, quindi primarie per il programma, la leadership nazionale e primarie per le candidature”, ha continuato Fassina. “Giuliano Pisapia deve essere protagonista del progetto da costruire, ma e’ complicato riconoscere sulla carta la leadership a chi e’ stato dalla parte del Si al referendum costituzionale e consenziente o evasivo su decisivi nodi di programma come il Jobs Act, la cosiddetta Buona scuola, le trivellazioni e, da ultimo, la reintroduzione dei voucher”, ha concluso il deputato di Sinistra Italiana.