Senato

Era il 28 maggio del 1975 e il senatore americano Joseph R. Biden scrisse ad Hannah Arendt, filosofa e politologa di rango, autrice de La banalità del male, per complimentarsi di un articolo in cui la donna disquisiva della menzogna in politica. Biden é l’attuale presidente Usa, e ha prevalso sul rivale, Donald Trump, che delle menzogne in politica, delle fake news, ha fatto una regola del suo mandato e del suo impegno politico. E’ davvero stupefacente che ben 45 anni prima un esponente politico importante degli States sentisse il bisogno di approfondire un tema cosi importante che lo avrebbe diviso in modo netto dall’altro pretendente, portandolo alla vittoria e segnando non solo per gli Stati Uniti ma per tutto il mondo un segnale di speranza, di dialogo e di buona politica.

“In questi giorni ci vedete impegnati in un dialogo non semplice per proporre i presidenti del Senato e della Camera. La scelta delle persone che ricopriranno questi incarichi e’ cruciale. Stiamo parlando della seconda e della terza carica dello Stato, e soprattutto stiamo parlando degli arbitri che dovranno dirigere la partita dell’approvazione di buone leggi”. Cosi’ Luigi Di Maio in un post sul blog delle Stelle. “Come sapete, al M5S non interessa il gioco della poltrona: quello che ci preme e’ che il Parlamento funzioni al meglio, perche’ e’ li’ che si decidono le leggi che possono migliorare o peggiorare la qualita’ della vita di tutti, e’ li’ che le forze politiche devono dimostrare il proprio valore e la propria coerenza. Per questo agiamo nella massima trasparenza e anche in queste ore vi stiamo raccontando passo passo come ci muoviamo. E’ la prima volta nella storia della Repubblica – aggiunge – che la forza politica con la maggioranza relativa di seggi nelle due Camere condivide con i suoi elettori e con tutti i cittadini questo percorso. Non abbiamo nulla da nascondere, e nulla che non possa essere detto. Il nostro primo obiettivo e’ che Camera e Senato lavorino nelle migliori condizioni possibili: maggiore e’ la qualita’ del lavoro del Parlamento, migliori saranno le leggi. Al Senato non si contano le volte in cui sono stati letteralmente cancellati con un colpo di spugna (la cosiddetta ‘tagliola’) emendamenti che avrebbero potuto migliorare un provvedimento”.

Ho incontrato ieri una delegazione del movimento cinque Stelle che rispettosamente mi ha proposto la propria linea di accordo istituzionale: una presidenza per loro ed una al centrodestra. “Pur riconoscendo che il loro partito e’ il primo gruppo in Parlamento e noi la compagine che ha piu’ parlamentari, ho rilevato che non si puo’ marginalizzare un partito come il Pd che comunque e’ il secondo piu’ votato alla Camera”, cosi’ Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un’intervista a “Il Mattino”. Quanto al Pd Brunetta aggiunge: “Lasciamogli il tempo di elaborare la sconfitta, in questo momento non voglio essere feroce rigirando il coltello nella piaga. Auspico invece – conclude – che il Pd sia un attore fondamentale di questa fase politica e credo che non possano tirarsi fuori. Questo atteggiamento non servirebbe ne’ al paese ne’ a loro”.

“Mi sono reso conto che tantissimi elettori di quel centrosinistra che ha saputo unire i riformisti se ne sono andati. L’unita’ del centrosinistra e’ un progetto e cammina sulle gambe, sul cuore e sulla testa delle persone, bisogna dare una casa, un riferimento a chi non si e’ ritrovato piu’ e non per rancori personali”. Cosi’ Vasco Errani, candidato al Senato per Liberi e Uguali, ha commentato il suo impegno con la nuova formazione nata alla sinistra del Pd. “Da riformista e uomo di sinistra di governo non potrei essere altrove – ha detto – vorrei tenere accesa un’idea, un punto di vista, una diversa idea di politica”.

“Alla conferenza programmatica ho chiesto ai senatori di votare subito la legge Richetti sui vitalizi. E di votarla come è uscita dalla Camera per permetterne l’approvazione immediata”. Lo ha scritto Matteo Renzi, segretario del Pd nella sua eNews del lunedì. “Sono stato accusato, anche da alcuni amici, di cedere così al populismo grillino – ha aggiunto – Per essere chiari: la proposta sui vitalizi noi l’abbiamo fatto nel 2011 alla Leopolda e Richetti è stato il primo politico a proporre il superamento dei vitalizi quando era ancora in consiglio regionale”.
Continua l’ex premier: “Dal 2013 è in parlamento una legge che porta il suo nome e su cui alla Camera persino i grillini hanno votato a favore. Manca la seconda lettura ed è fatta.
Non siamo noi a rincorrere Beppe Grillo, ma è Grillo che rincorre Richetti. E sia detto da uno che non solo non ha il vitalizio, ma nemmeno indennità e immunità. Avvicinare le pensioni dei politici a quelli degli altri cittadini non è populismo: per me è buona politica. O no?”

“I vitalizi al Senato sono in uscita dalla commissione. Non appena si chiude la sessione di Bilancio c’e’ il tempo di chiudere sui vitalizi”. Lo ha detto Matteo Richetti, portavoce Pd e firmatario della legge sui vitalizi, parlando con i giornalisti a bordo del treno dem che viaggia da Pietrarsa a Roma al termine della conferenza programmatica.

Sullo Ius soli “Noi non ci stiamo e ribadiamo che i ministri AP non voteremo la fiducia e chiediamo modifiche importanti al Senato, affinché si arrivi a uno Ius culturae che e’ cosa ben diversa dallo Ius soli”. Lo ha detto Maurizio Lupi, capogruppo di Alternativa popolare alla Camera, durante la trasmissione Agora’, di Rai3.“Su una legge così importante – ha osservato Lupi – non si puo’ fare una forzatura inutile come l’introduzione della fiducia, a meno di non voler trasformare, a fine legislatura, il Senato in un’arena facendo di un importante provvedimento una bandierina politica che le varie tifoserie possono sventolare in campagna elettorale.

“Occorre ristabilire la connessione della politica con il futuro. Il suo piu’ alto compito, infatti, e’ quello di disegnare il domani della collettivita’ e definire l’orizzonte dello stare insieme, non tentare di guadagnare a tutti i costi la prima pagina dei quotidiani o la classifica dei trending topic su Twitter”. Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso partecipando a Camogli al Festival della Comunicazione. “Per farlo e’ necessario riannodare i fili che connettono la politica alla societa’ civile -spiega Grasso -: e’ un lavoro che necessita di pazienza, di passione, di attenzione e che lo sappiamo non garantisce risultati immediati”. “Guardare ai problemi con la sola ottica dell’immediatezza, rincorrendo un effimero quanto aleatorio consenso, significa ipotecare il futuro delle prossime generazioni, consegnando loro una nazione piu’ debole e fragile nei diritti, nelle responsabilita’, nelle opportunita’ di crescita. “L’estate appena finita e’ stata dominata dalla cronaca: migranti, sgomberi, proteste dei sindaci e dei cittadini all’idea di accogliere anche solo minori non accompagnati -osserva Grasso -. Anche su questi temi, purtroppo, la contesa politica e la rappresentazione mediatica e’ spesso fatta di allarmismi, generalizzazioni, provocazioni, e raramente guarda al fenomeno nel suo insieme, alimentando una paura sproporzionata rispetto ai dati”. Prosegue il presidente del Senato: “Riconnettere la politica, e la sua rappresentazione mediatica, alla realta’ e’ fondamentale, soprattutto in un’epoca segnata da quella che viene definita ‘post-verita”, ovvero l’arretramento dei fatti e dei dati reali a favore di sensazionalismo e falsi slogan. Soffiare sull’insicurezza e la paura, diffondere odio e cavalcare il disagio espone la nostra comunita’ a un progressivo indebolimento. La paura e’ un sentimento legittimo, cui la politica deve prestare ascolto e attenzione: i partiti, i movimenti e i loro leader devono riappropriarsi del compito di accompagnare i cittadini, ascoltandone gli umori senza subirli, e di mostrare loro una visione complessiva dei problemi”.
Sottolinea Grasso: “Non e’ accettabile scardinare il sentimento di condivisione che ci rende una comunita’, plurale nelle sue diversita’ ma unita, e disperderla in una lotta di rivalita’ tra categorie di cittadini sempre piu’ in difficolta’, mettendo gli uni contro gli altri nella speranza di lucrare voti. La tentazione dell’uomo solo al comando, del super-eroe che nel breve spazio di un tweet ha pronta la soluzione a problemi difficili e stratificati, e’ destinata a scontrarsi con la realta’: non esistono soluzioni semplici a problemi complessi, e il prometterle senza poterle mantenere non fara’ che aumentare la frustrazione dell’elettorato”. Per cui, prosegue il presidente del Senato, “dobbiamo riconnettere la politica con la complessita’, avere il coraggio di affrontarla, passare dalla sua negazione al cercare di comprenderla, definirla e governarla, procedendo per tentativi, errori, e nuove soluzioni. Nel mondo globalizzato e interconnesso e’ uno sforzo enorme, anche perche’ minori sono le leve che i singoli Stati possono utilizzare, ma e’ l’unico -conclude Grasso -che possa farci sollevare lo sguardo dalle beghe di corrente o dalle liti sulle leadership e rivolgerlo al futuro del nostro Paese”.

“Il capo dello Stato ha perfettamente ragione. Ora il richiamo di Sergio Mattarella deve essere fatto proprio dalla politica. La Commissione d’inchiesta sugli Infortuni sul lavoro da tempo si batte con l’obiettivo di porre fine alle tante tragedie che coinvolgono tanti lavoratori e le loro famiglie, ma purtroppo lo spazio che questo tema fondamentale trova nell’opinione pubblica non e’ ancora sufficiente. Al presidente della Repubblica un ringraziamento per aver dato con la sua forte voce un grande contributo in questo senso”. Lo dichiara la senatrice del Pd Camilla Fabbri, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sugli Infortuni sul lavoro.

“Forza Italia non fornirà alcun sostegno alla maggioranza” sul voto alla nota di aggiornamento del Def. Lo ha detto il presidente dei senatori azzurri, Paolo Romani, intervistato dal Sole 24 Ore. La necessità di avere la maggioranza assoluta di 161 voti è questione che “riguarda il governo e i partiti che lo sostengono”, ha aggiunto. “La nostra – ha spiegato Romani – è sempre stata e sarà la linea della responsabilità. Ma è evidente che provvedimenti come il Def o la manovra sono i cardini dell’azione di governo e della maggioranza, che peraltro ha i numeri, visto che oscilla tra 159 e 161 e in ogni caso con i ‘flussi migratori’ che abbiamo visto al Senato non credo sarà difficile raggiungerla”, ha concluso.