Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, incontrera’ per la prima volta il suo omologo russo Vladimir Putin venerdi’ prossimo, a margine del summit G20 ad Amburgo. Trump, ricorda il quotidiano “Washington Post”, ha trascorso l’intera campagna presidenziale dello scorso anno promettendo agli elettori un riavvicinamento alla Russia, e dopo la sua elezione, lo scorso novembre, ha piu’ volte definito “un falso” le interferenze nel processo elettorale statunitense imputate a Mosca dalla comunita’ d’intelligence Usa. Sei mesi di indagini e incessante campagna mediatica ai danni della sua amministrazione, pero’, hanno legato le mani al presidente, nonostante nelle ultime settimane le accuse di “collusione” col Cremlino mosse alla sua amministrazione si siano in gran parte sgonfiate. Trump e’ anzitutto limitato dalla profonda ostilita’ del Congresso federale Usa nei confronti della Russia, sottolinea l’analisi di “Washington Post”: se il presidente tentasse di allentare il regime sanzionatorio imposto a Mosca dopo la crisi ucraina, e rafforzato alla fine dello scorso anno da Barack Obama, il Congresso reagirebbe con misure legislative disegno opposto; inoltre, evitare di rinfacciare con forza a Putin le presunte intromissioni russe nelle elezioni dello scorso anno esporrebbero il presidente a una nuova intensificazione del fuoco di fila mediatico da parte dei suoi detrattori.