I deputati del partito Nidaa Tounes, leader della maggioranza di governo e rappresentante del fronte laico nazionale in Tunisia, presenteranno un’iniziativa legislativa per impedire il rimpatrio dei terroristi tunisini. Lo ha detto alla stampa locale il deputato Hassan Amari. “Tutti i partiti e i gruppi parlamentari democratici sono contro il ritorno di questi terroristi. Il loro posto naturale non e’ la Tunisia. Costoro rappresentano un grande pericolo per il paese e per la societa’”. Il parlamentare tunisino ha spiegato che, a suo giudizio, l’articolo 49 della Costituzione consente di limitare l’esercizio dei diritti e delle liberta’ in caso di sicurezza nazionale, difesa, salute pubblica o etica generale. D’altra parte l’articolo 25 della Carta fondamentale tunisina del 2014 prevede che a nessun cittadino tunisino possa essere impedito il rimpatrio, ne’ possa essere revocata la nazionalita’. La sessione plenaria dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo (Arp, parlamento monocamerale tunisino) dedicata al bilancio suppletivo per il 2017 e’ stata monopolizzata dalla polemica sul rimpatrio dei terroristi. I deputati del partito Nidaa Tounes hanno esposto dei cartelli con scritto “No al ritorno di terroristi in Tunisia”, in riferimento al dibattito sul diritto al rimpatrio sancito nella Costituzione del 2014 e applicabile anche ai terroristi. nche il partito Afek Tounes si e’ dichiarato categoricamente contrario al rimpatrio dei terroristi tunisini dalle zone di conflitto. La formazione politica di centro-destra, partner del governo di accordo nazionale guidato dal premier Youssef Chahed, “si oppone a qualsiasi normalizzazione del terrorismo”, si legge in una dichiarazione rilasciata dell’ufficio politico del partito il 26 dicembre. Per Afek Tounes la questione del ritorno dei “foreign fighter” tunisini dalle zone di conflitto rappresenta “una linea rossa non negoziabile”, che va a toccare direttamente la sicurezza nazionale della Tunisia. Il partito ha proposto di inviare i terroristi tunisini davanti alla Corte internazionale di giustizia. Afek Tunes ha richiesto poi di perseguire, in conformita’ con la legge anti-terrorismo, i reclutatori dei giovani tunisini inviati a combattere nelle aree di conflitto. La formazione politica tunisina ha proposto tra le altre cose di mobilitare risorse materiali, logistiche e umane per proteggere i confini del paese rivierasco e contrastare ogni tentativo d’infiltrazione terroristica. La cosiddetta legge del pentimento, che consente ai tunisini coinvolti in atti di terrorismo all’estero di rientrare comunque nel paese, dove verrebbero comunque perseguiti e incarcerati, ha generato notevoli controversie tra la societa’ civile del paese nordafricano. L’opinione pubblica, in particolare, e’ divisa tra chi difende il diritto costituzionale di tutti i tunisini a rientrare nel paese e chi si oppone al rimpatrio dei terroristi. Sabato scorso, 24 dicembre, un gruppo di manifestanti ha inscenato una protesta davanti all’Arp per opporsi al rientro dei tunisini dalle zone di conflitto.