Tunisia

“Italia è prima al mondo per le eccellenze dell’Agroalimentare con il sostegno decisivo della Sicilia che contribuisce con le specialità alimentari della dieta mediterranea e con l’alberello di Pantelleria, la particolare forma di coltivazione dei vigneti sull’isola pantesca. Il merito é quello di aver saputo coniugare innovazione e tradizione con una forte presenza nel commercio on line e sui social”. È così infatti che va all’Italia, scrive Il Giornale di Sicilia (citando i dati del rapporto su cibo e cultura presentato in occasione della conferenza a New York sul futuro della dieta mediterranea promossa dalla rappresentanza d’Italia presso le Nazioni Unite), il primato mondiale dei riconoscimenti Unesco nel settore dell’agroalimentare: con 5 sui 68 totali assegnati a livello globale, il nostro Paese si posiziona al primo posto nella classifica. A seguire il Marocco con 4 riconoscimenti Unesco, 3 a Turchia e Azerbaigian, 2 a Belgio, Francia, Spagna, Tunisia, Giappone, Corea e Messico. I rimanenti sono 1 a testa nei vari altri Paesi.

“La stabilita’ della Libia e’ di grandissimo interesse per la Tunisia e l’Italia, cosi’ come la cooperazione nella lotta al terrorismo e nei fenomeni migratori”. Così il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al termine dell’incontro con il primo ministro tunisino Youssef Chahed in cui si è discusso di crisi libica e di impegno comune nella lotta al terrorismo.
“Abbiamo registrato positivamente i risultati dell’accordo che ci lega da sei anni per la gestione dei flussi migratori irregolari, prendendo l’impegno a migliorarlo ancora se possibile – ha dichiarato il premier italiano. Dopo alcuni problemi nell’estate, nelle ultime settimane l’accordo ha ripreso a funzionare in modo molto efficace”.

“Sapete chi sta sbarcando in Sicilia in queste settimane? Sono 5 mila tunisini che il governo tunisino ha fatto uscire dalle patrie galere per il sovraffollamento delle carceri. Questa non e’ piu’ accoglienza ma invasione. L’unione Europea ci costringe ad importare olio, pesce ed ora anche delinquenti tunisini. Io non mi sento razzista, ma voglio piu’ sicuro il mio Paese”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini in un comizio a Vittoria.

“Gli ultimi sbarchi sulle coste siciliane testimoniano come sia ripreso il flusso migratorio incontrollato dalla Tunisia. Gli scafisti stanno facendo nuovamente affari con gli ‘sbarchi fantasma’ e non si capisce come intenda muoversi il Governo dal momento che la Tunisia e’ un Paese democratico con cui abbiamo gia’ un accordo bilaterale. Per questo motivo ho presentato un’interrogazione al ministro Minniti, per sapere quali iniziative intenda adottare per porre fine a questo fenomeno. Lo scorso anno, e fino ad ottobre, dalla Tunisia sono giunti meno di 600 migranti. Oggi siamo gia’ ad oltre 2.700 arrivi e gli sbarchi non accennano a fermarsi”. Lo afferma Gabriella Giammanco, deputato e portavoce in Sicilia di Forza Italia.

Un gruppo di agricoltori ha manifestato oggi nel centro di Tunisi per denunciare il deterioramento delle loro condizioni di lavoro e protestare contro la politica economica del governo. Gli agricoltori accusano l’esecutivo di aver marginalizzato il settore, adottando politiche che hanno provocato un calo dei loro redditi. La manifestazione e’ stata organizzata dal Sindacato degli agricoltori tunisino. L’agricoltura e la pesca rappresentano circa il 10 per cento del Pil della Tunisia.

La Procura di Palermo ha firmato il provvedimento dei quindici fermi, senza aspettare il vaglio del gip, per evitare “che gli indagati potessero fuggire” e per “fermare il traffico di esseri umani dalla Tunisia”. Lo spiega il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, incontrando la stampa sui quindici fermi per il traffico dalla Tunisia alla Sicilia. Alcuni degli arrestati sono stati fermati “con modalità non semplicissimi”, dice Lo Voi, perché qualcuno “ha provato a fuggire dai tetti”.

La Tunisia ha intrapreso “un convinto e coraggioso cammino per portare a compimento la transizione democratica e porre a fondamento della sua vita istituzionale lo stato di diritto, la tutela delle liberta’ individuali e una costruttiva dialettica politica”. Lo scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio alla Fondazione Craxi, che ha organizzato a Roma un convegno sulla ‘Tunisia speranza nel Mediterraneo’. “Questo processo – prosegue Mattarella – caratterizzato da partecipazione popolare e dal netto rifiuto a ogni forma di violenza, costituisce un esempio virtuoso per tutta la regione. E’ importante, oggi piu’ che mai, che la comunita’ internazionale sia al fianco della Tunisia a cordiale sostegno del suo ruolo di baluardo della stabilita’ e pacificazione nel Mediterraneo. Si tratta di un ruolo che da sempre l’Italia apprezza e che valorizza un rapporto bilaterale fondato sulla sincera amicizia tra i due Paesi e la comune ambizione a costruire societa’ piu’ libere, piu’ prospere e piu’ ricche di opportunita’ per le giovani generazioni. L’attenzione al consolidamento delle istituzioni democratiche tunisine – continua Mattarella – non deve affievolirsi e va salutato positivamente l’appello firmato da diverse personalita’ internazionali a favore della transizione democratica”.

Dieci vittime del passato regime tunisino di Habib Bourghiba hanno testimoniato ieri sera, davanti all’Istanza verita’ e dignita’ (Ivd), l’organo incaricato di esaminare le violazioni dei diritti fondamentali commesse durante la presidenza di Bourghiba e di Zine el Abidine Ben Ali. Le testimonianze sono state trasmesse in diretta televisiva e riguardano fatti commessi durante il periodo dell’indipendenza tunisina ottenuta nel 1956, dopo 75 anni di protettorato francese. Si tratta, in particolare, di sostenitori del politico indipendentista Salah Ben Youssef, principale avversario del presidente Bourghiba. Entrambi erano sostenitori del partito nazionalista neo-Destour nel 1934, ma Ben Youssef era stato escluso dalla formazione politica nel 1955, prima di essere condannato a morte e all’esilio. Fu misteriosamente assassinato nel 1961 in Germania.

La societa’ civile tunisina ha sfilato all’Avenue Bourguiba della capitale per dire no al ritorno in patria dei jihadisti tunisini impegnati nelle zone di conflitto di Siria, Iraq e Libia. Nessuna bandiera di partito ma molte bandiere della Tunisia e qualche cartello con l’immagine del leader dell’opposizione di sinistra Chokri Belaid, prima vittima politica del terrorismo in Tunisia, ucciso nel febbraio del 2013. Tra gli slogan urlati dai manifestanti anche qualche voce ostile a Rached Ghannouchi, leader del partito islamico Ennhadha. In Tunisia da mesi e’ acceso un dibattito – con varie posizioni a seconda dei diversi schieramenti politici – sul trattamento da riservare ai ‘foreign fighter’ di ritorno. Netta invece la posizione del governo che tramite il premier Youssef Chahed ha dichiarato che i jihadisti che decideranno di fare ritorno in Tunisia verranno arrestati e giudicati secondo la legge antiterrorismo. Una manifestazione analoga della societa’ civile contro il ritorno dei terroristi si era tenuta il 24 dicembre scorso.

I deputati del partito Nidaa Tounes, leader della maggioranza di governo e rappresentante del fronte laico nazionale in Tunisia, presenteranno un’iniziativa legislativa per impedire il rimpatrio dei terroristi tunisini. Lo ha detto alla stampa locale il deputato Hassan Amari. “Tutti i partiti e i gruppi parlamentari democratici sono contro il ritorno di questi terroristi. Il loro posto naturale non e’ la Tunisia. Costoro rappresentano un grande pericolo per il paese e per la societa’”. Il parlamentare tunisino ha spiegato che, a suo giudizio, l’articolo 49 della Costituzione consente di limitare l’esercizio dei diritti e delle liberta’ in caso di sicurezza nazionale, difesa, salute pubblica o etica generale. D’altra parte l’articolo 25 della Carta fondamentale tunisina del 2014 prevede che a nessun cittadino tunisino possa essere impedito il rimpatrio, ne’ possa essere revocata la nazionalita’. La sessione plenaria dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo (Arp, parlamento monocamerale tunisino) dedicata al bilancio suppletivo per il 2017 e’ stata monopolizzata dalla polemica sul rimpatrio dei terroristi. I deputati del partito Nidaa Tounes hanno esposto dei cartelli con scritto “No al ritorno di terroristi in Tunisia”, in riferimento al dibattito sul diritto al rimpatrio sancito nella Costituzione del 2014 e applicabile anche ai terroristi. nche il partito Afek Tounes si e’ dichiarato categoricamente contrario al rimpatrio dei terroristi tunisini dalle zone di conflitto. La formazione politica di centro-destra, partner del governo di accordo nazionale guidato dal premier Youssef Chahed, “si oppone a qualsiasi normalizzazione del terrorismo”, si legge in una dichiarazione rilasciata dell’ufficio politico del partito il 26 dicembre. Per Afek Tounes la questione del ritorno dei “foreign fighter” tunisini dalle zone di conflitto rappresenta “una linea rossa non negoziabile”, che va a toccare direttamente la sicurezza nazionale della Tunisia. Il partito ha proposto di inviare i terroristi tunisini davanti alla Corte internazionale di giustizia. Afek Tunes ha richiesto poi di perseguire, in conformita’ con la legge anti-terrorismo, i reclutatori dei giovani tunisini inviati a combattere nelle aree di conflitto. La formazione politica tunisina ha proposto tra le altre cose di mobilitare risorse materiali, logistiche e umane per proteggere i confini del paese rivierasco e contrastare ogni tentativo d’infiltrazione terroristica. La cosiddetta legge del pentimento, che consente ai tunisini coinvolti in atti di terrorismo all’estero di rientrare comunque nel paese, dove verrebbero comunque perseguiti e incarcerati, ha generato notevoli controversie tra la societa’ civile del paese nordafricano. L’opinione pubblica, in particolare, e’ divisa tra chi difende il diritto costituzionale di tutti i tunisini a rientrare nel paese e chi si oppone al rimpatrio dei terroristi. Sabato scorso, 24 dicembre, un gruppo di manifestanti ha inscenato una protesta davanti all’Arp per opporsi al rientro dei tunisini dalle zone di conflitto.