Amatrice

“Rinviare non paga mai. Neanche in politica, perche’ il tempo e’ una variabile decisiva. La ricostruzione, al contrario, e’ vera quando evita frasi fatte – ‘ricostruiremo com’era, dov’era’ – e chiarisce che ricostruire e’ possibile. Ma non l’identico, bensi’ l’autentico. L’identita’ di un borgo storico e’ sempre dinamica e la storia non torna mai indietro”. Lo ha detto il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, nel corso dell’omelia della messa celebrata ad Amatrice, nella ricorrenza del primo anniversario del terremoto nel Centro Italia. Presenti, tra gli altri, il premier Paolo Gentiloni ed il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti. “Amatrice rinascera’ – ha aggiunto -, ma e’ bene che conservi perfino le ferite, perche’ da quelle le future generazioni apprenderanno che la citta’, piu’ che dalle sue mura e dalle sue vie, e’ fatta dall’ingegno e dalla passione di chi la edifica”. “Qui non si tratta di attribuire colpe a qualcuno – ha sottolineato – o distribuire medaglie a qualcun altro, ma di fare quello che ci spetta”. “Non basta nascere – ha sottolineato – bisogna imparare a rinascere. Questa e’ la fede. Ma anche la ricostruzione che verra’, se verra’”.

La polemica delle vignette di Charlie Hebdo sul sisma non accennano a placarsi. I vignettisti francesi hanno alluso alla mafia per le opere di ricostruzione, dopo avere accostato Amatrice e i suoi morti ai vari tipi di pasta italiana. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano non ha celato il suo disappunto “Noi abbiamo pianto i loro morti, loro hanno riso dei nostri”:  “Usando la loro satira – ha aggiunto – avrei un suggerimento su dove devono infilare la loro matita”. Il dibattito sui limiti della satira, sulla libertà dell’espressione del pensiero e sul rispetto dei morti non é di certo un capitolo chiuso

“Il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell’uomo.”, così monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, nell’omelia della messa funebre che si è svolta ad Amatrice per le vittime del terremoto del centro Italia. La ricostruzione non dev’essere “una ‘querelle politica’ o una forma di sciacallaggio di varia natura, ma quel che deve: far rivivere una bellezza di cui siamo custodi”, ha detto. Il crocifisso ligneo, salvato dal crollo di una delle chiese di Amatrice, è stato fissato dai volontari sull’altare della tensostruttura dove si sono svolte le esequie sotto una pioggia battente. Sul sagrato improvvisato tanti fiori e palloncini bianchi come tante bare. Al termine dei funerali ha dichiarato il sindaco Sergio Pirozzi: “Questa gente è morta perché amava questa terra e noi vogliamo restare qui”, riferendosi ai discorsi di questi giorni riguardo alla ricostruzione nei luoghi del sisma o altrove. “I soldi che servono per la ricostruzione ci sono, c’è la solidarietà di tante persone, ora non bisogna perdere tempo”, così il premier Matteo Renzi parlando con alcuni abitanti di Amatrice al termine dei funerali. Sono 292 finora le vittime accertate. Il bilancio dal capo della Protezione civile: i morti sono 231 ad Amatrice, 11 ad Accumoli e 50 ad Arcuata. Gli assistiti nelle tende sono circa 2900, i dispersi una decina, come comunicato dal sindaco di Amatrice.

La grande maratona del jazz per L’Aquila, diventa “Il Jazz Italiano per Amatrice e per gli altri territori colpiti dal sisma”. Quest’anno si dividera’ fra Roma e altre citta’ italiane, per concludersi con un concerto serale nel capoluogo abruzzese, davanti alla Basilica di Collemaggio. La data scelta per l’iniziativa sostenuta dal Ministero dei beni e delle attivita’ culturali e del turismo è domenica 4 settembre. L’evento è realizzato dall’Associazione I-Jazz con MIDJ Musicisti italiani di Jazz e Casa del Jazz. I 20 palchi originariamente previsti a L’Aquila saranno allestiti a Milano, Torino, Napoli, Novara, Parma, Catania, Courmayeur, Pisa, Cantalupo in Sabina, Barga, Empoli, Fano, Lecce, Nuoro e S. Anna Arresi, Lampedusa. In queste ore altre città si stano aggiungendo alla manifestazione. “Se lo scorso anno siamo stati nel capoluogo abruzzese per porre l’attenzione sulla ricostruzione e animarne il centro storico (vi ritorneremo nel 2017 e 2018), questa volta saremo in tutta Italia, affinche’ la nostra solidarieta’ vada a ricostruire e ripristinare i territori colpiti dal sisma. Sempre piu’ convinti che questa debba passare attraverso le nuove generazioni e nella speranza che le stesse non debbano vivere altre catastrofi come queste”, ha detto Paolo Fresu, musicista e direttore artistico.

Oggi giornata di lutto nazionale e bandiere a mezz’asta sugli uffici pubblici per i funerali delle vittime del sisma che ha colpito il centro Italia. Le esequie saranno celebrate dal vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili alle 18 ad Amatrice, all’istituto ‘Don Minozzi’ alla presenza delle alte cariche dello Stato. La celebrazione ad Amatrice chiude una polemica scoppiata nei giorni scorsi sul luogo delle esequie. Il prefetto aveva deciso di spostare i funerali a Rieti per ragioni di sicurezza, ma la proposta è stata bocciata dal premier Renzi dopo la rivolta degli sfollati che hanno chiesto la celebrazione religiosa vicino alle loro tende.

Il bel borgo appenninico di Amatrice e’ stato ammesso nel Club de “I borghi piu’ belli d’Italia” lo scorso anno. Un riconoscimento che Amatrice aveva meritato per il magnifico ambiente naturale da cui e’ circondata ai piedi dei monti della Laga, il paese reatino infatti e’ all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso Monti della Laga nel versante laziale. E per la bellezza del borgo con il suo patrimonio storico architettonico che comprende monumenti romani, barocchi e rinascimentali, tra cui vanno ricordate: la Torre civica risalente al XIII secolo e le severe torri campanarie risalenti al quattrocento della chiesa Sant’Emidio e della chiesa di Sant’Agostino, caratterizzata anche da un bellissimo portale tardo gotico e dalla presenza di pregevoli affreschi quali l’Annunciazione e la Madonna con Bambino e Angeli. Degne di nota pure la chiesa di San Francesco della seconda meta’ del Trecento con un portale gotico di marmo e contenente nell’abside affreschi del XV secolo, e quella di Santa Maria di Porta Ferrata. Queste bellezze artistiche e naturali sono valse il riconoscimento del prestigioso club, ma i parametri, in tutto 70, che Amatrice aveva superato a pieni voti sono anche altri: Avere una popolazione che nel Borgo antico del Comune non superi i duemila abitanti, possedere un patrimonio architettonico e/o naturale certificato, edifici storici che devono prevalere sull’insieme della massa costruita e dar luogo ad un complesso esteticamente omogeneo, offrire un patrimonio che si faccia apprezzare per la qualita’ urbanistica, la qualita’ architettonica, l’attivita’ di promozione, l’informazione turistica, l’animazione culturale e una politica di valorizzazione e sviluppo del territorio da un punto di vista turistico e non solo. L’associazione “I borghi piu’ belli d’Italia”, nata nel 2001 su impulso della Consulta del turismo e dell’Associazione dei comuni italiani, comprende oggi 244 borghi descritti nel sito e dalla prestigiosa guida che il club ogni anno pubblica e distribuisce in 100 mila copie ed e’ da tempo un riconosciuto marchio di qualita’ molto importante per lo sviluppo turistico. Un borgo che il terremoto di questa notte sembra aver cancellato.

Un forte terremoto ha colpito il centro Italia, in provincia di Rieti e tra Umbria e Marche. Al momento le vittime sono oltre 30. Si scava sotto le macerie. Diversi i morti a Pescara del Tronto (Ascoli Piceno), centro devastato dal sisma. Gravissimi danni ad Amatrice, dove il corso principale è devastato. Tre le scosse più forti. Alle 3.30 una forte scossa di terremoto di magnitudo 6.0 si è registrata a 4 chilometri dalla superficie e con epicentro ad Accumoli, in provincia di Rieti nel Lazio, a pochi chilometri, equidistante, tra Norcia e Amatrice. “Il paese non c’è più”, ha detto il sindaco di Amatrice Sergio Perozzi. Si scava per cercare persone sotto le macerie. La seconda e terza scossa sono state registrate alle 4:32 e 4:33. Hanno avuto epicentro in prossimità di Norcia (Perugia), Castelsantangelo sul Nera (Macerata) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno). Oltre 50 fino al mattino le scosse registrate.