autonomia

“Noi abbiamo voluto il referendum sull’autonomia del Veneto, ed è stata approvata la nostra legge regionale per poterlo celebrare. Quello vinto è il nostro referendum, che vuol dire applicazione dell’articolo 116 della Costituzione”. Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, durante una conferenza stampa a Belluno per presentare il coordinamento provinciale azzurro. “Siamo così convinti della bontà del regionalismo a geometria variabile che vogliamo proporre referendum in tutta Italia – ha aggiunto – Perché questo si traduce in più autonomia e sussidiarietà, ma vuol dire anche più Stato efficiente al Sud e meno Stato invadente al Nord”.
Ha continuato il presidente dei forzisti a Montecitorio: “Al nostro Paese una nuova stagione di federalismo e noi lavoreremo su questa strada quando saremo al governo”. E ha concluso: “Bisogna ricollocare il principio dell’autonomia nel nostro Paese, ma senza privilegi. Perché l’autonomia non può essere la foglia di fico che copre privilegi ormai anacronistici. L’impegno che prendo io e che prenderà il centrodestra unito e di governo è di riformare il federalismo e le autonomie nel nostro Paese”.

“Non contano le competenze, non e’ quello il punto o non solo quello. Con le competenze ci fai nulla se non hai i soldi. Lombardia e Veneto devono chiedere che i soldi che producono col loro lavoro restino li’, devono ottenere il federalismo fiscale. Solo questo conta”. Cosi’ il fondatore della Lega Umberto Bossi in un’intervista al Corriere della Sera in cui avverte: “Adesso devono fare sul serio, e’ l’ultimo ballo. O danno a Lombardia e Veneto quello che chiedono, o le conseguenze della crisi economica e sociale travolgeranno tutti”. “Quello che andra’ fatto e chiesto lo decidera’ la Lega, sicuramente il nodo e’ quello dei soldi, quante tasse restano nelle regioni dove vengono pagate, al di la’ delle formule tecniche. La battaglia popolare per l’autonomia e’ vinta oggi, ma servono risposte concrete e subito”, rimarca il Senatur. Subito ma non in questa legislatura, precisa. “Non c’e’ piu’ tempo, si va ad elezioni tra poco con un governo debole, tutti i partiti si scateneranno sul piano della campagna elettorale”. “Il tema sara’ della prossima legislatura, vedremo anche che fara’ la sinistra, che si e’ sempre dichiarata autonomista a parole”. Salvini? “E’ un po’ distratto… Vuol diventare premier e per esserlo deve prendere i voti al Sud, un po’come Berlusconi, e quindi ha giocato abbastanza a nascondino. Invece bisogna fare una cosa per volta, se ne fai due in antitesi diventa difficile. La Lega non puo’ permettersi di rivoltarsi contro se stessa, il vento del referendum l’ha riportata alle sue idee originarie. E se davvero si cambiasse il nome alla Lega togliendo il ‘Nord’ la gente non capirebbe. Bisogna essere coerenti in politica”. Berlusconi? “Non lo giudico, mi auguro che possa fare una campagna elettorale redditizia e possa mettere in piedi un governo per affrontare una situazione catastrofica”.

“Non e’ piu’ Regione Lombardia contro lo Stato ma sono le Regioni”, riferendosi al Veneto, all’Emilia Romagna e, molto probabilmente, alla Puglia, “che chiedono maggiore attenzione, specialita’ e la definizione di un nuovo sistema di competenze e risorse con l’obiettivo di dare servizi piu’ efficienti per i cittadini e meno costosi per le finanze pubbliche”. Lo dichiara il governatore lombardo Roberto Maroni, durante il suo intervento, in Consiglio regionale, sul referendum per l’autonomia. Il premier Paolo “Gentiloni, insieme al sottosegretario delegato Giancaludio Bressa, ha dato la sua disponibilita’ a discutere, in modo serio, con Regione Lombardia e le altre Regioni interessate”, continua. “Ho sentito Bonaccini”, il suo omologo dell’Emilia Romagna che ha gia’ avviato l’iter per la trattativa con il governo, “e gli ho chiesto di fare la trattativa insieme, ognuno nelle sue specificita’ regionali, perche’ abbiamo di fronte una pagina bianca da scrivere insieme. Si e’ reso disponibile e ne parlera’, oggi, con Bressa”, assicura. “Da oggi in poi, alziamo da parte le appartenenze politiche, legittime fino a domenica”, conclude.

“Ci sara’ un motivo per cui la Costituzione, all’art. 75 che detta i principi sul referendum esclude le leggi tributarie: e’ evidente che, se un cittadino viene chiamato ad esprimersi sulle tasse, dichiarera’ che non le vuole. Era scontato che sarebbe andato cosi’ col referendum consultivo Lombardo-Veneto, un magnifico spottone elettorale che ha visto protagonisti i due testimonial piu’ “istituzionali”, Maroni e Zaia, di cui poteva disporre la Lega. Il quesito politico era equivalente: “volete che le risorse provenienti dalle vostre tasse restino a casa vostra o accettate che ne possano disporre anche al sud?”. Il rapporto Regioni/Stato centrale va ridiscusso, certo, cosi’ come non va sottovalutato il “sentiment” del popolo veneto e lombardo. Ma senza dimenticare che la regola del gioco e’ fissata dalla Costituzione che impone principi come la solidarieta’ e la progressivita’ del sistema tributario. Il che vuol dire che chi piu’ ha piu’ paga per sovvenire anche chi non ha”. Lo afferma il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio.

“La nostra posizione e’ chiarissima: vogliamo la verita’, tutta la verita’, solo la verita’. Ma non ci prestiamo alle manovre diversive di Renzi – inappropriate, indecenti, mai viste – che rappresentano un vulnus all`autonomia di Bankitalia e un modo per nascondere i conflitti di interesse del suo governo e per scaricare gli errori su un capro espiatorio”. Cosi’ Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un’intervista sul “Corriere della Sera”. “Io e il mio partito – con il Pd che frenava – siamo stati i primi a chiedere una Commissione di inchiesta per accertare tutte le responsabilita’ degli amministratori delle agenzie di vigilanza. E’ necessario capire quello che e’ successo nel nostro sistema bancario, come sono potuti accadere fatti gravi mentre Padoan andava dicendo che le banche erano solide, rivelandosi del tutto inadeguato”. “Visco e’ venuto ad illustrarci la banca dati di Bankitalia: io pragmaticamente dico che, quando l`avremo esaminata, vedremo e giudicheremo. Peraltro sarebbe interessante avere anche i dati di altre banche europee, e della Bce”. “Noi non faremo sconti a nessuno, questo deve essere chiaro. Ma mai ci muoveremo nella maniera totalmente inconsulta con cui si e’ mosso Renzi, che non vuole accertare la verita’, ma nascondere le inadeguatezze e gli errori del suo governo”. E’ un`accusa forte “Diciamo che il mio ‘cattivo pensiero’ e’ condiviso da tutti gli osservatori dentro e fuori la politica, nonche’ da gran parte del Pd, come si e’ visto. Per questo in Parlamento abbiamo tenuto un atteggiamento molto diverso da quello di Renzi: noi rispettiamo l`autonomia della Banca d`Italia, rispettiamo il presidente del Consiglio Gentiloni al quale spettera’ la proposta sul nome del Governatore e rispettiamo il capo dello Stato Mattarella che e’ preposto alla nomina. Siamo l`opposizione, giudicheremo le scelte quando verranno fatte”. “Noi non siamo populisti, ne’ con la foglia di fico ne’ senza. Siamo per la difesa dell`istituzione Banca d`Italia, all`esatto contrario di Renzi. Berlusconi si spese per Draghi e indico’ Visco, banchieri certo non vicini a noi. Questo e’ il nostro stile. E’ troppo facile lucrare con il populismo sulla pelle delle istituzioni: noi non saremo mai per il tanto peggio tanto meglio. Ma da una parte sola: quella dei risparmiatori

“Non sto facendo campagna elettorale, ma informazione. Rispettiamo le idee di tutti. C’e’ una sentenza della corte costituzionale che autorizza il Veneto a fare il referendum e che dice che e’ giusto sentire i cittadini e che nella trattativa bisognera’ tener conto dell’esito del referendum”. A dirlo il governatore del Veneto Luca Zaia a Circo Massimo, su Radio Capital, sul referendum per l’autonomia in programma domenica. Zaia ha spiegato che il referendum veneto non c’entra nulla con quello catalano, “li’ – ha ricordato – si chiedeva l’indipendenza, in Veneto si chiede l’autonomia e ci muoviamo nei confini della costituzione”. Il governatore ha indicato che il girono dopo la consultazione “il Veneto non sara’ piu’ quello di prima. Tutta la politica veneta si e’ schierata a favore: essere leghisti o del Pd o grillini e’ la stessa cosa” e che no ce’ alcun gioco di potere: “questo referendum arriva dopo due anni di battaglie legali”. Riguardo al percorso seguito dall’Emilia Romagna, Zaia ha detto di tifare “perche’ l’Emilia Romagna porti a casa le 23 competenze, ma il 16 anni le uniche due regioni che hanno presentato un progetto per il negoziato sono state il Veneto e la Lombardia: Emilia Romagna non pervenuta”. E la richiesta del ministero dell’Interno di versare due milioni di euro per le spese per l’ordine pubblico? “Dei soldi – ha risposto – parliamo dopo, abbiamo firmato la convenzione che dice che ci sara’ un rimborso spese. Ci siamo ritrovati questa doccia fredda perche’ per la prima volta nella Repubblica Italiana ci vengono chiesti 2 milioni per pagare gli straordinari a 4.000 agenti quando non e’ mai accaduto nulla nella storia: nel 2015 abbiamo fatto le regionali e il pagamento del rimborso spese al ministero e’ stato di 151mila euro. Se non glieli diamo? Ne parliamo lunedi’”. “Non dico cifre e non metto asticelle – ha infine detto Zaia a una domanda sull’affluenza -, il mio ruolo finisce venerdi’ alle 24: saranno i veneti a decidere il proprio destino, il proprio futuro”.

Il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, ha chiesto a Silvio Berlusconi “l’impegno per mettere l’autonomia come tema centrale del programma di governo del centrodestra”. Il governatore lo ha detto all’apertura di una conferenza stampa con il leader di Forza Italia sul referendum per l’autonomia previsto domenica prossima. “Voglio ringraziarti in particolare per l’impegno che tu e Forza Italia state mostrando sul referendum con tante tante iniziative – ha detto Maroni a Berlusconi – Ribadisco che non e’ il referendum di Maroni o di una parte politica, ma e’ dei cittadini, e’ un referendum che favorisce il mondo delle imprese e puo’ portare maggiori competenze e risorse, nell’ambito dell’unita’ nazionale”.

“Se c’e’ impegno e voglia di far , si può concludere tutto in 6 mesi, ovviamente dipende dalla trattativa e dall’impegno di tutti. Confido anche nel governo Gentiloni, confido nella totale e piena collaborazione perche’ e’ un fatto istituzionale non una discussione politica e ci sono i tempi per affrontarlo con agilità anche in questa legislatura’. Cosi’ il governatore del Veneto Luca Zaia parlando oggi del referendum per l’autonomia del Veneto in programma per domenica prossima, sull’iter istituzionale che seguira’ dopo una eventuale vittoria del “si'”. Concluso il voto e certificato il risultato da parte della Corte d’Appello l’iter prevede l’approvazione della proposta di negoziato (che indica cosa trattare e come sarà la trattativa con il governo ), da parte della giunta e del consiglio regionale. Poi si aprira’ il tavolo a Roma, composto da due delegazioni tecniche, arrivando alla firma dell’intesa e all’approvazione del Parlamento con maggioranza assoluta nelle due camere. “Sia chiaro – ha poi sottolineato – la proposta che presentiamo non e’ variabile, vale per tutti, per chi governa oggi e chi governerà domani’.

“Non facciamo un referendum per fare politica, e mi piace che l’Anci si sia espressa favorevolmente perche’ mostra proprio questo. E’ il referendum di tutti i veneti ed e’ un referendum che oggi possiamo celebrare in virtu’ di una sentenza della Corte Costituzionale che dice che e’ un buon modo per ascoltare i cittadini e un buon modo per dare delle indicazioni a chi poi dovra’ decidere”. Cosi’ il presidente della Regione Veneto Luca Zaia dal palco dell’assemblea annuale dell’Anci rivolgendosi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella presente in sala. “E’ un grande atto di coraggio, un grande atto di coerenza – ha continuato – dovremo lavorare sull’autonomia, partendo dall’articolo numero 5 della Costituzione, ovvero partendo dalla geometria variabile con piu’ Stato dove serve e meno Stato dove non serve. L’autonomia e’ una vera assunzione di responsabilita’. Non chiediamo altro che poterci assumersi la responsabilita’ con il conseguente aspetto finanziario restando nell’alveo della Costituzione”.

Grazie al M5S la sperimentazione sul voto elettronico per il referendum del 22 ottobre è una realtà e rappresenta una grande vittoria per la democrazia, per i cittadini e per la Lombardia. Per l’immediato futuro la possibilità che i cittadini si esprimano con il voto elettronico va ampliata fino alla realizzazione della democrazia diretta; un obiettivo che terrorizza tutti i partiti che hanno dimostrato ampiamente di essere allergici alle urne. Continuano poi le mistificazioni di Maroni sul referendum e dopo le balle sui miliardi di euro arrivano quelle sul M5S. Se dal 22 ottobre si farà qualche passo in avanti in Lombardia sull’autonomia è solo grazie al M5S che, oltre a proporre il quesito e a portare a casa il voto elettronico, sta facendo un lavoro capillare sui territori per smontare le fake news indipendentiste della Lega”. Lo dichiara Andrea Fiasconaro, capogruppo del M5S Lombardia.