dimissioni

La Direzione nazionale di Sinistra Italiana ha respinto le dimissioni presentate dal segretario Nicola Fratoianni, a seguito del risultato elettorale alle politiche 2018. Lo ha reso noto Si al termine della riunione della direzione. Nelle prossime settimane, si apprende dal comunicato, “si riunira’ l’Assemblea nazionale di Si che proseguira’ il confronto e l’analisi sulla situazione politica venutasi a creare, mantenendo il proprio impegno nel contribuire alla costruzione del progetto politico di Liberi e Uguali”

Milena Gabanelli, ex conduttrice di Report un’intervista all’Agi parla, dopo le sue dimissioni, della Rai e del servizio pubblico: “I partiti sono molto presenti sia nel Consiglio di amministrazione che nella Commissione di Vigilanza Rai, ma non ci sarebbe nulla di scandaloso se almeno tutti i componenti avessero competenze sia televisive che nella gestione di un’azienda con 12.000 dipendenti – osserva – Purtroppo non e’ cosi’, e questo genera danni, ritardi, e il perenne sospetto che dietro a scelte che coinvolgono un conduttore o un giornalista, ci sia sempre una manovra politica, anche quando si tratta di legittime scelte editoriali, giuste o sbagliate che siano”. La giornalista, dopo le dimissioni da vice direttore Rai, dopo la chiamata a lavorare al progetto di un portale news unico per il servizio pubblico replica: “Penso di fare in buonafede il meglio che posso, nell’interesse di chi mi paga lo stipendio, ovvero il cittadino”.

Il presidente del Senato Pietro Grasso ha rassegnato le dimissioni dal Gruppo del Partito Democratico al quale era iscritto dall’inizio della legislatura. La comunicazione in una nota di Palazzo Madama. Secondo il regolamento, sarà iscritto d’ufficio al Gruppo Misto del Senato.

“Pur stando all’opposizione, abbiamo sempre votato ogni provvedimento riguardante l’emergenza terremoto. Ma con l’avvicinarsi della ricorrenza del primo anno dal grave sisma che ha colpito varie regioni del Centro Italia, non possiamo non rilevare l’assoluto fallimento delle politiche dei governi Renzi-Gentiloni. Le dimissioni di Errani dimostrano quanto sia nulla l’opera di ricostruzione e di rimozione delle macerie”. Lo dichiara Maurizio Gasparri (FI), aggiungendo “Errani era stato nominato soltanto per ragioni politiche da Renzi, perche’ doveva trovare una collocazione dopo la sua assoluzione. Ora che ha scelto le scissioni, se ne va perche’ preferisce la politica ad altre mansioni. In realta’ ha completamente fallito nella sua missione. Si e’ rivelato incapace. Ed anche purtroppo lo stesso Curcio, che si e’ recentemente dimesso, non si e’ dimostrato all’altezza dei suoi predecessori che con ben altri risultati guidarono la Protezione civile. Il raffronto tra la ricostruzione avviata in altre zone da altri governi in occasioni analoghe e il fallimento attuale e’ impietoso e vergognoso”. Gasparri dice inoltre “Non abbiamo mai speculato su questa vicenda ma sempre garantito sostegno in Parlamento ad ogni iniziativa. Ma non possiamo a un anno di distanza non dire come stanno esattamente le cose. Errani e’ uno dei simboli di questo disastro ma non e’ l’unico responsabile. Fugge dalle proprie colpe ma chiederemo conto a lui e ad altri, nelle sedi politiche e giudiziarie, dei disastri che si sono aggiunti alle tragedie naturali”.

“Io ho scelto Campo Dall’Orto e sinceramente mi dispiace che si sia dimesso”. Così Matteo Renzi in un’intervista al Messaggero commentando l’addio del dg della Rai. “Seguire la Rai non è mai stata la mia priorità, come del resto in tanti mi hanno contestato – ha spiegato l’ex premier – Il nuovo dg lo sceglierà il governo. A quelli che dicono che noi abbiamo cacciato il dg ricordo che la persona che conosco meglio nel cda, Guelfo Guelfi, è l’unico ad aver votato a favore del piano di Campo Dall’Orto. Mi spiace per la decisione di Antonio. Diciamo – ha osservato Renzi – che alla Rai è andata malaccio, peccato, mentre le nomine in Eni, Enel, Poste, Ferrovie e tante altre realtà aziendali e istituzionali sono andate decisamente meglio”.

Alla Rai “Antonio Campo Dall’Orto non è l’unico responsabile del fallimento di questi 2 anni di mandato. Pertanto dopo le sue dimissioni, dovrebbero arrivare quelle della Presidente e del Consiglio di Amministrazione”. Lo sostengono in una nota congiunta Fnsi e Usigrai auspicando che “ora l’azionista agisca con rapidità per restituire con urgenza alla Rai Servizio Pubblico una guida autorevole, sicura e stabile in grado di assicurare presto la necessaria riforma editoriale”. Il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, nel pomeriggio di ieri si e’ recato al ministero dell’Economia e ha rimesso il mandato.
Per il sindacato “quanto accaduto in queste settimane dimostra ancora una volta che governo e parlamento sono chiamati a intervenire per modificare le norme sulla goverance per garantire alla Rai Servizio Pubblico autonomia e indipendenza dai partiti. Senza un chiaro percorso di riforma, che parta dalla necessaria separazione dei poteri di indirizzo dai poteri di gestione, l’indecoroso spettacolo degli ultimi mesi non potrà che riproporsi”, sostengono. Il direttore generale ora dovra’ scrivere – come ha fatto il consigliere Paolo Messa – una lettera al presidente Monica Maggioni, e per conoscenza al cda. Una comunicazione di preannuncio di dimissioni da ratificare al primo consiglio utile.

Augusto Minzolini conferma la decisione di presentare le dimissioni da senatore, nonostante il voto di ieri dell’Aula di Palazzo Madama e nonostante “non sia un atto dovuto. E’ evidente – spiega l’esponente di Forza Italia – che ieri e’ stato riaffermato che in ultima istanza e’ il Senato, un organo politico eletto, a valutare se in una inchiesta che riguarda un suo membro ci sia ‘fumus persecutionis’ che, di fatto, non rende giustizia e non da’ la possibilita’ a questo suo componente di essere giudicato come tutti i cittadini, secondo la regola che ‘la legge e’ uguale per tutti'”. Ieri, durante l’intervento in Aula, ricorda, “ho solo riportato la storia di quel che mi e’ accaduto, prima come privato cittadino, assolto in una vicenda giudiziaria e addirittura risarcito dei soldi che dovevo dare alla Rai, e poi da uomo politico” quando “mi sono ritrovato ad avere a che fare con un magistrato, che aveva avuto una lunga esperienza politica, che ha ribaltato completamente la sentenza portandola da assoluzione a condanna”, senza che venisse “riaperta una istruttoria e senza nuove prove o testimonianze. Tutto questo mi ha lasciato perplesso”, perche’, sostiene ancora, “il nostro ordinamento si basa sul tema che un imputato e’ colpevole al di la’ di ogni ragionevole dubbio”. “Puo’ lasciare perplessi – ribadisce infine Minzolini – il fatto che ci siano stati due giudici che mi hanno assolto e che poi un giudice con un passato politico non solo mi ha condannato ma ha anche aumentato la pena rispetto a quanto chiedeva la pubblica accusa”.

“La polizza? Non ne sapevo nulla, queste polizze possono essere fatte senza informare il beneficiario, non devono essere controfirmate”. Cosi’ il sindaco di Roma Virginia Raggi ha risposto, a chi le chiedeva della polizza a “sua insaputa”, uscendo di casa il giorno dopo l’interrogatorio nell’ambito dell’inchiesta sulla nomina del fratello di Raffaele Marra, ex capo del personale del Campidoglio, che la vede indagata per falso e abuso. “Mi sento ancora nel Movimento e non penso affatto alle dimissioni”, ha aggiunto.

“Una pressione corporativa violentissima, da parte del sindacato, del Cda e della commissione di Vigilanza, perché ci consideravano intrusi, e hanno fatto di tutto perché ci dimettessimo”. Così Francesco Merlo, editorialista di Repubblica, che si è dimesso a inizio dicembre da collaboratore della direzione editoriale per l’offerta informativa della Rai, racconta la sua vicenda a ‘In mezz’ora’, la trasmissione di Rai3 con Lucia Annunziata e si riferisce anche a Carlo Verdelli, dimessosi nei giorni scorsi. Per Merlo “Il piano editoriale di Verdelli voleva riformare la Rai rimettendo la politica nella giusta dimensione”, ma “Il rapporto malato tra informazione e politica in Rai ha la sua sintesi”, ha aggiunto. L’Usigrai replicando alle dichiarazioni dell’ex collaboratore Rai ha dichiarato: “Francesco Merlo non conosce vergogna. E’ venuto in Rai, ha contrattato uno stipendio da 240 mila euro e clausole uniche nella storia del Servizio Pubblico, come il peggiore dei marinai ha abbandonato la nave un attimo prima del naufragio. E ora utilizza la cortesia di un invito a “In Mezz’ora” per sparare a zero sulla Rai. Atteggiamento tipico di chi non e’ in grado di ammettere il proprio fallimento”.

“La proposta di Piano per l’informazione redatta dal direttore Verdelli e dalla sua struttura resterà come una preziosa base da cui far proseguire il confronto necessario al varo del piano finale per l’Informazione su cui tutto il consiglio di amministrazione e il direttore generale sono da mesi impegnati”. E’ quanto si legge in una nota di viale Mazzini in cui si sottolinea che la Rai “ha preso atto questa sera della volontà espressa dal direttore editoriale per l’offerta informativa Carlo Verdelli di rassegnare le sue dimissioni irrevocabili”. “Rai si rammarica della scelta – prosegue la nota – e ringrazia sentitamente Verdelli per la preziosa attività svolta in questo anno di lavoro nel quale ha coordinato l’attività informativa del Servizio pubblico. Il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, in particolare, lo ringrazia per aver saputo gestire con grande capacità, scrupolo e professionalità i numerosi momenti di emergenza informativa in cui la Rai, i suoi canali e i suoi giornalisti sono sempre riusciti a offrire agli italiani un’informazione puntuale, coordinata e pluralista”.