Augusto Minzolini conferma la decisione di presentare le dimissioni da senatore, nonostante il voto di ieri dell’Aula di Palazzo Madama e nonostante “non sia un atto dovuto. E’ evidente – spiega l’esponente di Forza Italia – che ieri e’ stato riaffermato che in ultima istanza e’ il Senato, un organo politico eletto, a valutare se in una inchiesta che riguarda un suo membro ci sia ‘fumus persecutionis’ che, di fatto, non rende giustizia e non da’ la possibilita’ a questo suo componente di essere giudicato come tutti i cittadini, secondo la regola che ‘la legge e’ uguale per tutti'”. Ieri, durante l’intervento in Aula, ricorda, “ho solo riportato la storia di quel che mi e’ accaduto, prima come privato cittadino, assolto in una vicenda giudiziaria e addirittura risarcito dei soldi che dovevo dare alla Rai, e poi da uomo politico” quando “mi sono ritrovato ad avere a che fare con un magistrato, che aveva avuto una lunga esperienza politica, che ha ribaltato completamente la sentenza portandola da assoluzione a condanna”, senza che venisse “riaperta una istruttoria e senza nuove prove o testimonianze. Tutto questo mi ha lasciato perplesso”, perche’, sostiene ancora, “il nostro ordinamento si basa sul tema che un imputato e’ colpevole al di la’ di ogni ragionevole dubbio”. “Puo’ lasciare perplessi – ribadisce infine Minzolini – il fatto che ci siano stati due giudici che mi hanno assolto e che poi un giudice con un passato politico non solo mi ha condannato ma ha anche aumentato la pena rispetto a quanto chiedeva la pubblica accusa”.