Papa Francesco

E’ uno degli eventi principali, sia per numero di pellegrini, sia dal punto di vista dei contenuti spirituali, del Giubileo straordinario della Misericordia voluto da papa Francesco. Con la messa del Pontefice alle 10.30, la canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta radunerà in Piazza San Pietro i centomila fedeli con i biglietti già distribuiti, mentre altre centinaia di migliaia seguiranno la cerimonia da Via della Conciliazione e dagli spazi circostanti. Una cerimonia, tra l’altro, trasmessa in Mondovisione nei cinque continenti, con oltre 120 enti televisivi collegati. E mentre l’arazzo con l’immagine della “santa dei poveri” già campeggia sulla facciata della basilica vaticana, i preparativi fervono per gli ultimi ritocchi logistici e organizzativi, l’accoglienza delle diverse delegazioni ufficiali, i dispositivi della sicurezza. Domani sarà inoltre celebrata per la prima volta la festa di Santa Teresa di Calcutta, e sarà il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ad officiare la messa in Piazza San Pietro alle 10.00. Madre Teresa “è la santa perfetta per l’Anno della Misericordia”, ha detto in una conferenza stampa in vaticano il postulatore della causa dio canonizzazione, padre Brian Kolodiejchuk.

Il saluto e gli auguri di papa Francesco agli atleti che prenderanno parte alle Paralimpiadi di Rio 2016. Momento emozionante, ieri, mercoledi’ 24, in piazza San Pietro, per quattro atleti, due italiani e due brasiliani, che in rappresentanza degli oltre quattromila atleti che prenderanno parte ai Giochi di Rio hanno incontrato il Pontefice per un saluto. Al termine dell’udienza generale, caratterizzata dall’emozione e dalla preghiera per le vittime del terremoto che poche ore prima aveva colpito l’Italia centrale, il papa ha salutato Jovane Guissone, Sergio Olivia, Oxana Corso e Monica Contrafatto, insieme ai rappresentanti dei comitati paralimpici italiano e brasiliano. “E ‘stato un grande momento che non dimentichero’ mai”, dice Jovane Guissone, medaglia d’oro nella scherma a Londra 2012 nella spada B. “Il papa ci ha dato la sua benedizione, ci ha augurato buona fortuna ai Giochi Paralimpici e ci ha chiesto di pregare per le vittime del terremoto in Italia. Io gli ho dato una giacca della delegazione brasiliana. Quando e’ venuto nella nostra direzione non riuscivo a credere che fossi davvero li'”. Il papa ha parlato anche con Sergio Olivia, che a Rio difendera’ i colori brasiliani nelle gare di equitazione, e con le azzurre Oxana Corso e Monica Contrafatto (le quali hanno chiesto, e ottenuto, dal papa una foto con il telefonino). A salutare il pontefice anche Ivaldo Brandão, vice presidente del Comitato Paralimpico brasiliano (CPB) e il direttore generale Luiz Garcia, oltre a Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico e a Noretta Fioraso, che sara’ il capo villaggio a Rio per la delegazione italiana. In breve, hanno raccontato al papa di come le gare delle Paralimpiadi contribuiranno a cambiare l’atteggiamento nei confronti delle persone con una disabilita’.

All’Angelus dell’Assunta il Papa ha rivolto il suo pensiero “alle donne sopraffatte dal peso della vita e dal dramma della violenza, alle donne schiave della prepotenza dei potenti, alle bambine costrette a lavori disumani, alle donne obbligate ad arrendersi nel corpo e nello spirito alla cupidigia degli uomini. “Possa giungere quanto prima per loro l’inizio di una vita di pace, di giustizia, di amore” finché “si sentiranno afferrate da mani che non le umiliano, ma con tenerezza le sollevano e le conducono sulla strada della vita, fino al cielo”, ha detto Bergoglio.

Un milione seicentomila persone hanno partecipato alla veglia di preghiera ieri sera a Cracovia, per la Giornata mondiale della gioventù. Lo hanno detto gli organizzatori. “Niente giustifica la guerra, sparge il sangue del fratello”, ha detto il Pontefice nel suo discorso ai giovani. “Preghiamo per la Siria, e contro ogni guerra”. Nel campus Misericordiae si è pregato tenendosi per mano. Così i giovani hanno risposto alla sollecitazione di Francesco. Un ponte umano e fraterno che “possano imparare a farlo anche i grandi di questo mondo, non per fotografia, ma per costruire ponti sempre piu’ grandi”, ha chiesto il Papa che ha denunciato la “felicita’ del divano”, ovvero l’idea che per essere felici bisogna star comodi su “un divano contro ogni tipo di dolore e timore”, che rende ” imbambolati, “mentre altri, forse piu’ vivi, ma non piu’ buoni, decidono il nostro futuro”. Ha detto Francesco: “Se tu giovane ci metti il meglio di te il mondo sara’ diverso. Gesu’ ti proietta all’orizzonte, mai nel museo, questa e’ la sfida”. La veglia ha concluso una giornata di incontri di giovani nelle confessioni, nel santuario della Divina Misericordia e nell’arcivescovado di Cracovia. Oggi messa finale e appuntamento dei volontari con il Santo Padre.

Fermiamoci un attimo e pensiamo alle autorità morali e spirituali, credibili e forti che in questo mondo di oggi – attraversato da tensioni epocali e da violente lacerazioni sociali – possono alzare la propria voce nel rispetto generale. Quante sono? Papa Francesco oggi, in perfetta solitudine, indica una via che è quella del dialogo e della collaborazione tra i popoli e le fedi. ‘Abbattete i muri e ascoltate chi temete’, queste le sue parole che esplodono forse in modo ancora piu’ micidiale contro i fanatismi e le ottusità di quanti lavorano per instaurare, nel pianeta, paura, odio e diffidenza. Non è un caso che da una istituzione come la Chiesa, appesantita da 2000 anni di storia e da cambiamenti che l’hanno trasformata senza farle perdere identita’ e ruolo, giungano questi messaggi che fanno bene a tutti gli uomini di pace che lavorano per una speranza di futuro. ‘Signore, spingici all’ascolto di coloro che non comprendiamo – invoca Bergoglio – di quelli che vengono da altre culture, altri popoli, anche di quelli che temiamo perché crediamo che possono farci del male’. Duemila anni e non sentirli, quelli della Chiesa. Pensiamo per un attimo, noi tutti, cristiani e non cristiani, a cosa sarebbe il mondo oggi senza la presenza e l’azione della Chiesa. E, nonostante le sue contraddizioni e alcune sue brutture, manifestiamole gratitudine.

Papa Francesco è arrivato a Cracovia in Polonia per la giornata mondiale della gioventù a cui partecipano i giovani di 178 paesi. Durante il volo, parlando con i giornalisti sui fatti di sangue che sono accaduti in Europa ha detto: che quella in corso con i terroristi “non è una guerra di religione”, ma è una “guerra di interessi, per i soldi, per le risorse naturali, per il dominio dei popoli. Tutte le religioni vogliono la pace, capito?”. Sull’assassinio di ieri di padre Hamal a Rouen, ha affermato: “Questo santo sacerdote è morto proprio nel momento in cui offriva la preghiera per la chiesa, ma quanti, quanti cristiani, quanti di questi innocenti, quanti bambini vengono uccisi. Pensiamo alla Nigeria”. E ha aggiunto: “quella è l’Africa’, ma è guerra, non abbiamo paura di dire questa verità: il mondo è in guerra perché ha perso la pace”. E pensando ai giovani prima dell’incontro: “la gioventù sempre ci dice di sperare, speriamo che i giovani ci diano speranza”

“Nei nostri cuori e’ vivo il dolore per la strage che, la sera di giovedi’ scorso, a Nizza, ha falciato tante vite innocenti, persino tanti bambini”. Cosi’ papa Francesco all’Angelus. “Sono vicino ad ogni famiglia e all’intera nazione francese in lutto. Dio, Padre buono, accolga tutte le vittime nella sua pace, sostenga i feriti e conforti i familiari. Egli disperda ogni progetto di terrore e di morte, perche’ nessun uomo osi piu’ versare il sangue del fratello”.

Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, è stato in udienza dal Papa per un colloquio privato. E’ giunta al Vaticano accompagnata dal suo staff, dai genitori e dal figlio Matteo. “Una grande emozione. Colpita dalla sua profonda umanità. Grazie”, ha scritto il neo sindaco in un tweet al termine dell’incontro. La Raggi ha consegnato a Francesco una raccolta di messaggi e testimonianze di chi vive quotidianamente mille difficoltà nelle periferie romane.

‘Se si accoglie l’invito di Gesu’ a farsi carico ciascuno della propria croce bisogna sapere che “non si tratta di una croce ornamentale, o di una croce ideologica, ma e’ la croce della vita, la croce del proprio dovere, del sacrificarsi per gli altri con amore, per i figli, per i genitori, per gli amici, e anche per i nemici, la croce della disponibilita’ ad essere solidali con i poveri, a impegnarsi per la giustizia e la pace”. Così Papa Francesco all’Angelus.

Il Santo Padre ha accolto a San Pietro il Grande Imam egiziano di Al Azhar Ahmed al Tayeeb, accompagnato da una delegazione di otto persone. L’incontro rappresenta un fatto storico fondamentale per il dialogo. Unanime la condanna del terrorismo. L’incontro tra il Papa e l’Imam di Al Azhar Amhed al Tayyeb è stato «molto cordiale», secondo quanto ha riferito il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi: «Hanno rilevato il grande significato di questo nuovo incontro nel quadro del dialogo fra la Chiesa cattolica e l’Islam. Poi si sono intrattenuti sul tema del comune impegno delle autorità e dei fedeli delle grandi religioni per la pace nel mondo, il rifiuto della violenza e del terrorismo, la situazione dei cristiani nel contesto dei conflitti e delle tensioni nel Medio Oriente e la loro protezione».