Trump

La Russia e’ pronta “ad andare avanti per sviluppare e ricostruire” i rapporti con gli Usa “tanto quanto vi sono pronti” gli americani: lo ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, rispondendo a una domanda dei giornalisti su un possibile rilancio delle relazioni tra Mosca e Washington dopo le elezioni americane. Quando gli e’ stato chiesto se devono essere gli Usa a compiere il primo passo in questa direzione, Peskov ha risposto che “piuttosto e’ piu’ importante che vi sia la volonta’ politica”. Si é molto discusso in queste settimane delle ripercussioni in politica estera a seconda della vittoria di Hillary Clinton o di Donald Trump. E’ notorio che Mosca ha un filo diretto e una grande ‘simpatia’ politica nei confronti del magnate Trump. Ora il Cremlino, a poche ore dal responso elettorale, sottolinea che in ogni caso, cercherà di sviluppare un dialogo con il futuro successore di Obama alla Casa Bianca.

Non accennano a placarsi le polemiche per il mailgate. Hillary Clinton, nonostante il vantaggio accumulato, perde punti nei sondaggi su Donald Trump che loda Comey: “ha avuto coraggio”. Barack Obama esclude che stia segretamente cercando di condizionare le elezioni del prossimo otto novembre prossimo. Ma James Comey resta al centro della bufera politica esplosa venerdì scorso, quando ha scritto una lettera al Congresso annunciando a sorpresa il ritrovamento di email che potrebbero essere rilevanti nell’indagine – chiusa lo scorso luglio senza alcuna incriminazione – sull’uso di un account di posta elettronica e di server privati da parte di Hillary Clinton quando era segretario di Stato. La diretta interessata intanto tiene duro. Emana fiducia e si dice certa che l’analisi in corso di quella mole enorme di email porterà gli inquirenti “alla stessa conclusione che hanno raggiunto quando hanno analizzato le mie email nell’ultimo anno”. Nessuna incriminazione, appunto. I 650.000 messaggi di posta elettronica appartengono a Huma Abedin, l’assistente più fidata della candidata democratica e da lei definita la sua seconda figlia. Abedin però sembra non avere la minima idea di come quelle email (trovate nel corso di un’inchiesta separata, quella relativa all’invio di sms a sfondo sessuale da parte dell’ex marito Anthony Weiner a una minorenne) siano finite sul pc dell’ex coniuge; non sa nemmeno quanto il loro contenuto sia importante.

Ultimo confronto televisivo tra Hillary Clinton e Donald Trump, candidati alla presidenza degli Stati Uniti. Rainews24 trasmetterà integralmente il dibattito nella notte tra mercoledì 19 e giovedì 20 ottobre. Lo speciale di Rainews24 inizierà alle 2.30 del mattino di giovedì 20 ottobre con ospite in studio Giampiero Gramaglia e, in collegamento da New York, Gianni Riotta, oltre alla corrispondente Rai Giovanna Botteri. Tanti gli spazi di approfondimento previsti dalla serata del 19 fino a tutta la giornata del 20 ottobre.

Tasse, sanità, rapporti con la Russia e scandali sessuali sono stati al centro del secondo dibattito televisivo tra i candidati alla presidenza Usa, Hillary Clinton e Donald Trump. Clinton ha prevalso, secondo il 57% degli interpellati in un sondaggio a caldo condotto dalla Cnn tra gli spettatori. La sfida per il 34% e’ stata invece vinta da Donald Trump. Erano presenti alcune donne, comparse con Donald Trump, accusatrici di Bill Clinton per molestie. “Non c’e’ mai stato nessuno nella storia della politica che abbia abusato cosi’ delle donne come Bill Clinton”, ha detto Trump davanti a Hillary che ha risposto commentando il video scandalo di Trump sulla sua considerazione del mondo femminile: “il video dimostra esattamente chi e'”, “cosa pensa delle donne, cosa fa alle donne”. Per Hillary gli Usa non sono mai stati in una situazione in cui un avversario come la Russia sta lavorando cosi’ duro per influenzare l’esito delle elezioni a favore di Trump. E sulla ‘Emailgate’ la Clinton ha dichiarato: “Ho sbagliato, mi sono scusata, non lo rifarei”. Trump ha continuato: “Se fossi presidente nominerei un procuratore speciale per indagare l’uso del server privato” (quando era segretario di stato), e “tu saresti in galera”. Sui temi politici, soprattutto esteri, si è assistito alla maggiore competenza della Clinton. Al termine del dibattito la stretta di mano. Il terzo incontro tv è previsto il 19 ottobre.

Prosegue il racconto Rai delle elezioni presidenziali negli Usa. Nella notte tra domenica 9 e lunedì 10 ottobre RaiNews24 trasmetterà in diretta dalle 3.00 alle 4.30 ora italiana anche il nuovo faccia a faccia tra Hillary Clinton e Donald Trump. Il confronto – il secondo tra i candidati presidenziali dopo il duello del 27 settembre, seguito sempre in diretta dalla rete all-news della Rai – si svolgerà alla Washington University di St.Louis in Missouri con il format del ”town hall meeting”. A commentarlo da New York la corrispondente Giovanna Botteri e l’editorialista della Stampa Gianni Riotta.

E vabbe’ viviamo nell’epoca dei video e delle immagini che corrono sul web e attraversano il pianeta in tempo reale ma a tutto c’e’ un limite.  Alcuni politici provinciali non la smettono e si imbarcano, volano da un continente all’altro pur di farsi scattare una foto col potente-star internazionale di turno con il quale non avranno nulla da dirsi. politicoChissa’ cosa c’e’ dietro, la fatica, la questua per entrare in contatto con il potente, sfidando security e controlli, cercando di spiegare la propria sconosciuta identita’. Perche’ Clinton e Trump non sanno neanche chi siano rispettivamente Fabrizio Ferrandelli e Matteo Salvini, ma tant’e’. Una foto non si rifiuta a nessuno. E cosi via al sorriso di circostanza, all’abbraccio di plastica: clic, scatto. Urra’. Missione compiuta. Perche’ la mission del viaggio e’ proprio quella, e solo quella: la fotografia, in modo da poter millantare un’amicizia, uno scambio di opinioni con il famoso politico, per accreditarsi, per far crescere le proprie quotazioni agli occhi degli elettori piu’ sprovveduti che a queste cose ci fanno caso. Per quelli piu’ avveduti e’ solo pochezza politica, provincialismo, tristezza.

Un nuovo sondaggio dimostra come la corsa verso la conquista per la Casa Bianca sia particolarmente dura per i due candidati: Hillary Clinton e Donald Trump sono praticamente testa a testa. A meno di otto settimane dalle elezioni presidenziali, la candidata democratica vanta il 46% delle dichiarate preferenze, solo il 2% in più rispetto al rivale repubblicano. Questo, se si prendono in considerazione le persone che dicono che probabilmente voteranno. Se si includono tutti gli elettori registrati, Clinton ha 5 punti percentuali di vantaggio, al 46%. E’ quanto emerge da un sondaggio condotto da New York Times e CBS News. Se tuttavia la rilevazione viene allargata agli altri due candidati in campo, il libertario Gary Johnson e la rappresentante dei Verdi Jill Stein, tra l’ex segretario di Stato e il miliardario di New York c’è un pareggio al 42% ciascuno. Johnson, reduce da una gaffe portentosa (non sapeva dell’esistenza della città siriana Aleppo), raccoglie l’8% dei voti e Stein il 4%. L’insoddisfazione per i due candidati principali è ampiamente diffusa: tra chi dice di volere votare per Clinton o Trump, poco più della metà li sostiene con convinzione. Gli altri hanno dubbi o spiegano di votare semplicemente per uno dei due con l’intento di fare fuori l’altro. In generale solo il 43% dei probabili elettori si descrive molto entusiasta di votare l’8 novembre.

I due personaggi hanno molte analogie: una sostanziale diffidenza nei confronti delle procedure democratiche e un decisionismo che mal si concilia con il pluralismo e la cultura dei diritti. Oggi altro episodio di quello che può essere chiamato un vero e proprio ‘flirt’ Trump-Putin: il candidato presidenziale repubblicano ha detto che se verrà eletto alla Casa Bianca avrà relazioni “molto buone” col presidente russo. Il tycoon ha poi apprezzato il leader del Cremlino definendolo un “leader” e sostenendo che ha un “gran controllo sul suo Paese”, in contrapposizione a Obama. Trump si e’ detto poi felice di ricevere complimenti dal presidente russo. Se Putin “dice grandi cose su di me diro’ grandi cose su di lui”, ha proseguito, assicurando pero’ che i complimenti del leader del Cremlino non influenzeranno le sue decisioni come presidente.

I populisti di destra come Donald Trump sono “tossici” per l’economia e la politica. E’ il duro giudizio del ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, che in un convegno con un gruppo di imprenditori è tornato a criticare il candidato repubblicano alla Casa Bianca. “Ci sono persone che hanno sempre pronta una risposta semplice per i problemi di un mondo sempre più complesso e compatto, ha detto il capo della diplomazia tedesca in riferimento a Trump e ai populisti europei. Queste persone, ha aggiunto, “agiscono in base al motto: l’isolamento è la soluzione migliore”. Ma la resistenza dei populisti ad un mondo più aperto, ha proseguito, “è tossica per la politica ed è tossica per l’economia, che dipende dall’apertura e dalla capacità di creare connessioni”.

Più della metà dei cittadini americani pensano di votare per Hillary Clinton alle prossime elezioni di novembre. Per la prima volta la candidata democratica ha superato questa soglia secondo un ultimo sondaggio condotto dalla Quinnipiac University. Clinton arriva a toccare il 51% dei consensi contro il 41% del suo avversario, il repubblicano Donald Trump. Se all’interno delle scelte viene inserito anche il candidato del partito libertario, Gary Johnson, e quello dei verdi, Jill Stein, le preferenze per la politica democratica scendono al 45%, contro il 38% di Trump. Johnson riesce a raggiungere il 10% mentre Stein si ferma al 4%. La cattiva performance di Trump è legata alla serie di gaffe messe in fila nelle ultime settimane: dopo aver raccolto un grande numero di voti con uscite imbarazzanti e al limite della correttezza adesso i cittadini americani si interrogano sulle sue reali capacità di guida del Paese. A tenere a freno Clinton invece continua a essere lo scandalo delle mail che nei prossimi mesi potrebbe rallentare ancora una volta la sua corsa verso la presidenza. E ancora a preoccupare ci sono i rapporti poco chiari tra la politica e la sua Fondazione quando è stata segretario di Stato.