In ricordo di Marchionne, le sue frasi. Contro gli sciacalli e gli odiatori

Sergio Marchionne é stato un grande manager, e un italiano di successo. Non era un benefattore ma di certo non meritava lo sciacallaggio che si é sviluppato sui social media. Viviamo purtroppo nel nostro Paese un clima di odio, di paura, di violenza verbale e di invidia sociale, alimentato da formazioni politiche che su questi elementi, oltre che sulle fake news, hanno costruito il loro consenso. Questa é l’aria che si respira e in questo contesto vi é chi ha gioito per la morte di Marchionne di cui vogliamo ricordare alcune sue frasi. Un modo per ricordarlo. Un uomo lo si giudica dalle sue azioni e dalle sue parole. Il suo operato lo conosciamo. Ecco le sue parole. Per farci una ulteriore idea della persona.
La leadership non è anarchia. In una grande azienda chi comanda è solo. La collective guilt, la responsabilità condivisa, non esiste. Io mi sento molte volte solo
Il carisma non é tutto. Come la bellezza nelle donne: alla lunga non basta
Se continuiamo a vivere di soli diritti, di diritti moriremo
La lingua italiana è troppo complessa e lenta: per un concetto che in inglese si spiega in due parole, in italiano ne occorrono almeno sei
Dopo la prima laurea in filosofia mio padre aveva già scelto il colore del taxi che voleva farmi guidare perché diceva che non sarebbe servita a nulla
Io in politica? Scherziamo? Faccio il metalmeccanico, produco auto, camion e trattori
Io non sono nato in una casta privilegiata, mi ricordo da dove vengo, so perfettamente che mio padre era un maresciallo dei carabinieri
Voglio che la Fiat diventi la Apple dell’auto. E la 500 sarà il nostro iPod
Dobbiamo evitare di essere arroganti. Il successo non è mai permanente, ma deve essere guadagnato giorno per giorno
Noi italiani siamo da sempre il Paese dei Gattopardi. A parole vogliamo che tutto cambi, ma solo perché tutto rimanga com’è
L’Italia è un Paese con una delle più grandi ma inespresse potenzialità che io conosca, è un Paese che non si vuole bene. Sulle prime quattro o cinque pagine dei giornali si legge solo di litigi e di discussioni che non hanno impatto sull’Italia e sul futuro dei giovani. Se non smettiamo di portare avanti questi dibattiti, non faremo molta strada
Qualche emiro che compra una Ferrari lo troverò sempre. Ma se il ceto medio finisce in miseria, chi mi comprerà le Panda?
Ho grande rispetto per gli operai e ho sempre pensato che le tute blu quasi sempre scontino, senza avere responsabilità, le conseguenze degli errori compiuti dai colletti bianchi.

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