Salvini

Il caso della professoressa di Italiano Rosa Maria Dell’Aria, dell’istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo, sospesa per due settimane dall’Ufficio scolastico provinciale per un video in cui si confrontavano le leggi razziali al decreto sicurezza voluto da Salvini è emblematico dello spirito del tempo in questa nostra Italia, della strategia e della filosofia dell’autoritarismo che serpeggiano e che vogliono imbavagliare il libero pensiero, la pubblica opinione che contrasta con i dogmi del potere, la stampa non di regime, il respiro stesso dell’opposizione e delle minoranze di tutti i generi. Se da un lato è inquietante constatare lo strisciante conformismo al quale ci si dovrebbe conformare, dall’altro è consolatorio assistere a fenomeni vari di resistenza a tutte queste forme di abusi e di violenze che vengono perpetrati ai danni di chi non ha voce e strumenti per farla sentire. I professori e i giornalisti liberi sono custodi della civiltà e della democrazia, del confronto e del dialogo, del diritto di critica e di parola. Sono formatori ed educatori. A loro ma non soltanto a loro, il compito di difendere tutto ciò che abbiamo faticosamente conquistato e che oggi è a rischio.

Il M5S e la Lega devono gran parte della propria crescita elettorale alla disinformazione organizzata, al meccanismo delle fake news alimentato ad arte da una schiera di addetti al settore che si incaricano di veicolarle nei social media, da Facebook, a Twitter a Instagram ai siti web. Esiste una forte domanda di false verità, comode e pret à porter, di conferme ai propri pregiudizi. Il Movimento di Grillo e Di Maio e quello di Salvini, offrono una risposta a questa esigenza. Si tratta, ovviamente, di bufale, di propaganda utile ai programmi politici dell’uno e dell’altro schieramento. Parallelamente a questa impostazione, ve ne é un’altra, che attiene alla spettacolarizzazione di eventi politici, di iniziative più o meno istituzionali, che favoriscono l’affermarsi del culto della personalità del Di Maio o del Salvini di turno. Si registra nel Paese la voglia di un uomo forte, che semplifichi problemi che sono per loro natura complessi e che dia l’illusione, la percezione, di poterli risolvere. Tutto questo in dispregio e a danno delle istituzioni, e del sistema di regole e garanzie poste per evitare derive autoritarie. L’accoglienza show dei due ministri della Giustizia e dell’Interno, Bonafede e Salvini, al terrorista Cesare Battisti, con tanto di palchetto a favore di fotografi e telecamere, é un omaggio a questa visione fascistoide e grottesca della democrazia repubblicana che non ha alcun bisogno di esibizioni muscolari e di minacce ai malfattori, di slogan stupidi e arroganti, di promesse fantastiche. Tutto questo é Sudamerica. Noi siamo Europa.

“Il vicepremier e ministro dell’ Interno Matteo Salvini, a differenza di qualche suo predecessore, non dimentica mai di rendere onore ai Vigili del Fuoco impegnati nelle numerose calamita’ ed emergenze e cosi’ anche per il terremoto che ha colpito la provincia di Catania. I Vigili del Fuoco sono pero’ stanchi di medaglie e pacche sulle spalle. Pretendono dalla politica fatti concreti poiche’ meritano lo stesso trattamento retributivo e pensionistico della Polizia di Stato che dipende dal medesimo ministero. Salvini e’ a capo dei due corpi, come può onorare i Vigili del Fuoco se nei fatti siamo un corpo di serie B rispetto alla Polizia ? Non può continuare a pagare i pompieri trecento euro in meno al mese rispetto ai poliziotti. Nel contratto di governo c’e’ l’ impegno a risolvere la questione ma nella manovra finanziaria che sta per essere approvata non c’e’ un centesimo per recuperare il divario con gli altri corpi. Chiedo che si passi velocemente dalle parole ai fatti, o almeno alle certezze. Noi Vigili del Fuoco ci siamo sempre per gli italiani, la politica faccia altrettanto con noi !”. Lo ha dichiarato Antonio Brizzi, segretario generale del sindacato Conapo, in riferimento ai ringraziamenti ai Vigili del Fuoco che il ministro Salvini ha postato su twitter. “Analoga attenzione la chiedo al vicepremier Luigi di Maio, che oggi sara’ a Catania per l’emergenza terremoto” ha aggiunto Brizzi.

Non c’è tempo da perdere: al M5S il reddito di cittadinanza o qualcosa che ci assomigli, serve prima delle Europee. I sondaggi confermano che il bluff interpretato dai seguaci di Grillo e di Casaleggio è stato ormai ampiamente smascherato. L’incompetenza e l’improvvisazione che hanno sin qui dimostrato molti dei suoi ministri, l’evanescenza e l’inconsistenza politica del premier Giuseppe Conte, l’arroganza del capo politico nonché vicepremier in coabitazione, Luigi Di Maio sono sotto gli occhi di tutte le persone dotate di buonsenso e decenza. Ciò che occorre, per non vedersi doppiati dalla Lega di Salvini è portare in dote il reddito di cittadinanza. Poco importa se nel frattempo il nostro Paese andrà a rotoli e se rimarrà isolato dall’Unione europea. La vita politica, la sopravvivenza del personale politico pentastellato, altrimenti destinato ai giardinetti, dipende dalla elargizione di un sussidio ai disperati del Mezzogiorno, che potranno prontamente ricambiare con il loro voto per il rinnovo del Parlamento europeo, sbarrando il simbolo del M5S.

Meglio di così al governo di Salvini e Di Maio non poteva andare. L’assenza di una opposizione in grado di smascherarne le contraddizioni favorisce infatti questo Esecutivo che si distingue per incompetenza e improvvisazione. I numeri dell’economia e dell’occupazione sono ancora più drammatici. Non è stato ancora adottato alcun provvedimento in grado di incidere sui meccanismi vitali del Paese. In compenso vengono agitati gli spettri dell’ondata migratoria, della conseguente invasione dei ‘neri’ e della pericolosità dei vaccini. Armi di distrazione di massa che servono per tirare a campare e per nascondere il fallimento di una esperienza governativa che rimarrà alla storia per somma inconcludenza. Della flat tax e del reddito di cittadinanza non vi sono tracce. Ma dov’è l’opposizione del Pd, di Forza Italia e delle altre forze politiche di sinistra e comunque antagoniste a questo governo? Che fine hanno fatto? Come trascorrono le giornate i loro esponenti?

Il nostro Paese sta scivolando rovinosamente in una tipologia di fascismo ignorante, stupido e razzista. Le regole democratiche e costituzionali che ci siamo dati fanno fatica a contenere l’entusiasmo beota e arrogante di un governo leghista-pentastellato che non ha alcuna cognizione o competenza persino per l’ordinaria amministrazione. Un Esecutivo che ha come armamentario solo slogan, selfie, fake news, minacce, ultimatum, social media, paure, invidie sociali, complotti, stupidità e strafalcioni. Un governo che si contraddice più volte al giorno, unito solo nell’occupazione del potere. E tutto questo avviene nella incredibile assenza di qualsivoglia forma di opposizione: Forza Italia e Berlusconi sono stati avvistati nei pressi del loro ombelico, il Pd persiste nel meschino regolamento di conti interno per la spartizione delle vettovaglie e dei vestiti logori di una sinistra in stato comatoso che ha smarrito se stessa, i suoi valori, il suo respiro, la dignità. Tutto il resto è routine, arte di arrangiarsi, sopravvivenza spicciola, decadenza piena. Qualche parola di buon senso arriva da Sergio Mattarella, più solo che mai e da Papa Francesco che non ha però trovato ancora la forza e il tempo per spiegare che Gesù Cristo è incompatibile con il verbo fariseo di Salvini e con i verbi sbagliati e ipocriti di Di Maio e dei somari grillini. Scivoliamo verso l’abisso. Inesorabilmente. I nuovi barbari, nuovissimi, sono al potere e distruggeranno tutto ciò che potranno. Povera Italia. Poveri noi, democraticamente governati dai nuovi fascisti ignoranti e stupidi.

“E’ opportuno che tutte le istituzioni di garanzia e di controllo, cosi’ come le organizzazioni internazionali, vigilino affinché l’autonomia e l’indipendenza dell’informazione pagata dal canone di tutti gli italiani non finiscano sotto il controllo del Governo, altrimenti si verificherebbe un abuso senza precedenti che lede diritto al pluralismo e garanzie costituzionali. E’ quanto scrive il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, in una lettera inviata al presidente Agcom, Angelo Cardani, al presidente Ebu, Jean-Paul Philippot, alla vicepresidente Ebu, Monica Maggioni, al presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna e all’organizzazione Reporters sans frontieres, insieme ad un dossier con gli articoli sulle nomine Rai usciti sui giornali italiani.Le notizie diffuse dalla stampa – prosegue Anzaldi nella lettera – in merito alle procedure di rinnovo dei vertici del servizio pubblico radiotelevisivo italiano sono molto preoccupanti. I quotidiani danno notizia di un vertice tenutosi a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Conte, i vicepremier Salvini e Di Maio, il ministro Tria, durante il quale sarebbero avvenute trattative per la scelta dei direttori dei telegiornali Rai. La legge italiana, sostenuta dalle sentenze della Corte Costituzionale, impedisce al Governo di influire sulle scelte editoriale del servizio pubblico, men che meno affida ai ministri la scelta dei direttori delle testate giornalistiche. Affinchè abbiate gli elementi per le opportune valutazioni, nell’allegato vi invio una sintetica rassegna stampa degli articoli usciti sui quotidiani italiani che confermano la spartizione avvenuta nella sede del Governo italiano, spartizione peraltro annunciata ufficialmente addirittura dal presidente Conte’

L’Europa e Mattarella non sono altro che un nemico e un alibi per il M5S e per la Lega. Perché il populismo di governo, costretto a passare dalla protesta alla proposta, dagli slogan ai provvedimenti legislativi, dalla semplificazione alla complessità, si scontra con le vere difficoltà nella gestione del potere che richiede mediazione, riflessione, equilibrio. Tutte doti che i populisti non possono permettersi perché perderebbero la propria identità. L’Europa – non esente da colpe e responsabilita’ – e’ per il duo populista un nemico sul quale scaricare tutto il male possibile. Sergio Mattarella, la Costituzione che tutela e le sue prerogative, rappresentano un alibi: ‘non siamo riusciti a formare un governo o a governare – potranno sempre dire – perché il Quirinale ce lo ha impedito e perché siamo ostili a questa Unione europea’. In questo modo viene mascherata l’incompetenza e l’inefficacia, oltre alla propria pochezza politica

“Resto convinto che il Presidente Mattarella, a cui rinnovo stima e rispetto, pur non essendo emersa una maggioranza chiara dalle urne, avrebbe dovuto tentare la via politica, affidando l’incarico a Salvini, in quanto più votato di una coalizione che ha il 40% dei seggi in parlamento, per cercare una maggioranza su un programma di governo. Ora invece, dopo aver visto per anni i leader di partito chiedere il voto in prima persona per essere investiti della carica di Presidente del Consiglio, da Berlusconi fino agli stessi Di Maio e Salvini, due partiti eterogenei sommano i propri numeri in Parlamento e propongono come Presidente uno sconosciuto. Del quale, più che qualche punto del suo curriculum ci preoccupa la totale inesperienza. Forza Italia è orientata non solo a non votare la fiducia ma ad esprimere il proprio convinto no a questo governo, giudicando poi i fatti di volta in volta. C’è un programma comune di centrodestra, se Salvini e la lega lo rispetteranno bene, se invece su fisco, lavoro, e sul blocco di opere pubbliche si dovesse soggiacere ai diktat grillini, allora ribadiremo convintamente il nostro no”. Lo dichiara il senatore Maurizio Gasparri (FI)

E alla fine la montagna ha partorito il topolino. Un tecnico, Giuseppe Conte, dal curriculum di fantasia chiamato da Di Maio e Salvini alla guida del prossimo governo, con il solo argine rappresentato dal Quirinale. L’opposizione a questa diarchia é in condizioni pessime. Berlusconi comincia a realizzare di essere stato abbandonato da Salvini che pensa di avere già in tasca non solo la leadership del centrodestra, ma anche quella del Paese, forte di un successo su tutto il territorio nazionale e di un confronto con Di Maio che lo vede prevalere sotto ogni aspetto. ‘Il mondo – dice Giuliano Ferrara – già ride di noi’ e non si capisce perché non dovrebbe. Le premesse sono le peggiori, sia sul fronte dei conti, sia su quello del rispetto e della considerazione dell’Unione europea. La realtà ci dice che il Paese oggi é nelle mani della demagogia e della sostanziale incompetenza. Sergio Mattarella é solo e rappresenta il buon senso, il rispetto delle istituzioni e la buona politica. Lunga vita a Sergio Mattarella. Ne abbiamo davvero bisogno