Libertà di espressione e regola dell’opportunità

Non passa giorno che non si verifichino gaffe, smentite, asserzioni strampalate, incidenti diplomatici a causa di affermazioni fuori luogo e lesive dell’onore o della dignità delle persone quando non anche del buon senso e della decenza. Nell’epoca della comunicazione globale e in tempo reale, proliferano i casi di sproloqui e di offese gratuite causate dalla smania di una moltitudine di persone che aprono bocca non curandosi minimamente di riflettere per un attimo alle conseguenze e alle possibili ripercussioni delle parole proferite. Non si salva quasi nessuno: né chi ha studiato né chi non ha avuto questa fortuna. Non si salvano i politici né alcuni opinionisti e magistrati, professori universitari, presentatori televisivi, attori, artisti, stilisti, giornalisti, docenti e discenti, uomini e donne. Una vera e propria epidemia. Basterebbe – diranno i più – pensare anche solo un minuto a ciò che si sta per dire, se sia offensivo nei confronti di qualcuno, se sia opportuno dire sempre ciò che si pensa quando sarebbe sufficiente pensare a ciò che si sta per dire. Niente. Non si salvano che in pochi. E si appellano alla libertà di espressione come se ci fosse qualcuno che volesse scippargliela. Incuranti del fatto che anche stare in silenzio é libertà di esprimersi.

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