Le persone estremamente generose, guarda caso, hanno una concezione altissima e assoluta dell’amore. Pensano, infatti, che tutto possa svanire nel Nulla da cui forse proveniamo, nell’oblio che cancella ogni differenza e ogni particolare umano, ad eccezione dell’Amore che a tutto invece resiste e che tutto può guarire, dall’inesorabilità del tempo sino alla delusione del non essere corrisposti nel modo che meriteremmo. E’ questa la sensazione che prevale sulle altre, dopo aver letto con estremo interesse e colpevole ritardo l’ultima pagina de ‘L’ultimo ricordo’ di Daniela Tornatore, persona estremamente generosa, narratrice di talento, giornalista attenta e soprattutto sensibile, dato non scontato per chi questa professione esercita. Che siamo essenzialmente memoria, ovvero il nostro passato, l’Autrice ce lo ricorda in mille modi: siamo i nostri amori, anche e soprattutto quelli ‘sbagliati’, ma anche ciò che abbiamo pensato in quel particolare momento, le nostre reazioni, i nostri incontri, le nostre sensazioni, le pulsioni, la passione, le speranze mai sopite, le frustrazioni tra ciò che poteva essere e non potrà più accadere e non per colpa nostra. Di tutto questo siamo fatti, e la pelle più o meno levigata del nostro corpo potrebbe raccontarlo con dovizia di particolari, con cicatrici che percorrono la pista dei rimpianti e degli errori irreparabili più che la mappa dei rimorsi. Anna e Angela, le due donne del libro, declinano la femminilità in tutta la ricchezza delle possibili sfumature. Paolo, Carlo e il Dottor Donato ci ricordano invece quanto sia difficile essere uomini e quanto sia molto più comodo e vigliacco fermarsi ad una mascolinità compiaciuta e egoista. Su tutto domina la paura di una delle malattie più crudeli, l’Alzheimer, un mistero, ma è bello credere che ‘la memoria se ne va, l’amore resta’ e che ci voglia cuore per ricordare. Non so se sono riuscito a trasmettervi il desiderio di leggerlo, questo libro. Lo spero. Ma una sola cosa voglio aggiungere: questa storia d’amore che neanche la malattia è riuscita a derubricare ci insegna che vi sono donne per le quali esiste un solo amore e che non si accontenteranno di nessun altro fac simile. E’ questo per me l’ultimo ricordo di Anna. Grazie Daniela.