accordo

“Definita l’intesa per unire le forze e dar vita a una lista liberale e popolare. Nel 2018 nascerà un movimento politico e si terrà il primo congresso. Noi con l’Italia e l’Udc rafforzano in modo decisivo il percorso di aggregazione di movimenti, storie, culture e personalità. Le componenti liberali e popolari, con pari dignità e forza, intendono offrire un contributo fondamentale per vincere, collegio per collegio, regione per regione. E soprattutto un contributo determinante per rivolgersi a milioni di italiani astenuti, delusi, indecisi, che non hanno ancora scelto. La decisione è dunque di convergere con il centrodestra, e di partecipare in sede locale e nazionale, ad ogni livello, all’alleanza”. E’ quanto si legge in una nota congiunta di Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc e Raffaele Fitto presidente di Noi con l’Italia. “Costruendo – prosegue il comunicato – una forza per rappresentare il ceto medio, le famiglie, il risparmio, la proprietà, le piccole e piccolissime imprese, gli artigiani, i commercianti, le partite Iva, i professionisti. Nei prossimi giorni proporremo alcuni obiettivi programmatici come fondamento della nostra azione e della nostra alleanza con il centrodestra. E’ un errore cercare la polemica e lo scontro con noi, con una formazione politica che sarà decisiva per la vittoria del centrodestra. Noi giochiamo per vincere e siamo convinti che tutte le componenti del Centrodestra abbiano lo stesso obiettivo sia per le elezioni politiche che per le elezioni regionali in Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Molise. Le risposte concrete ai problemi del Paese saranno le nostre priorità. Lo scontro sulle candidature è l’ultima cosa alla quale gli elettori vogliono assistere. Noi attaccheremo i nostri avversari, non gli alleati. C’è un elettorato più liberale e moderato che va rispettato e convinto ed al quale noi vogliamo dare una rappresentanza. Cesa e Fitto avranno il compito di coordinare il nuovo soggetto politico e di avviare una fase di consultazione con tutte le forze politiche ed i movimenti interessati al nostro progetto”

“La stabilita’ della Libia e’ di grandissimo interesse per la Tunisia e l’Italia, cosi’ come la cooperazione nella lotta al terrorismo e nei fenomeni migratori”. Così il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al termine dell’incontro con il primo ministro tunisino Youssef Chahed in cui si è discusso di crisi libica e di impegno comune nella lotta al terrorismo.
“Abbiamo registrato positivamente i risultati dell’accordo che ci lega da sei anni per la gestione dei flussi migratori irregolari, prendendo l’impegno a migliorarlo ancora se possibile – ha dichiarato il premier italiano. Dopo alcuni problemi nell’estate, nelle ultime settimane l’accordo ha ripreso a funzionare in modo molto efficace”.

Il Regno Unito e l’Unione Europea potrebbero raggiungere entro le prossime tre settimane un accordo di massima sulla Brexit che metterebbe da parte le questioni piu’ controverse: lo anticipa il quotidiano “The Financial Times”, secondo cui avrebbe dato nuovo slancio alle trattative la disponibilita’ mostrata dalla premier britannica Theresa May ad aumentare l’offerta finanziaria per far fronte ai costi del divorzio; i rappresentanti delle due parti starebbero lavorando ad una “road map politica” che potrebbe essere pronta gia’ nella prima settimana di dicembre e permetterebbe di rompere lo stallo. Alti diplomatici europei citati dal giornale ammettono che in questo momento ci sono le migliori chance perche’ il vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue, che si terra’ a Bruxelles a meta’ dicembre, riconosca che si sono fatti “progressi sufficienti” e dia il via libera ad una “seconda fase” di negoziati commerciali.

La Germania e l’Egitto hanno firmato un accordo per bloccare il flusso di migranti. L’intesa e’ stata raggiunta ieri durante un incontro tra il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, e l’omologo tedesco Sigmer Gabriel. Lo ha riferito il portavoce del cancelliere tedesco Angela Merkel, Steffen Seibert, parlando di un accordo che “contrastera’ l’immigrazione illegale e il traffico di esseri umani”. In conferenza stampa Seibert ha dichiarato che in base all’intesa: “Ci sono una serie di misure per il sostegno politico ed economico per raggiungere un miglior clima e migliori condizioni di vita per i rifugiati in Egitto. Insieme, creeremo un centro di lavoro, migrazione e reintegrazione”. Il centro dovrebbe sorgere in Egitto.

“L’Italia dal dopoguerra ad oggi è sempre stata governata da coalizioni. E così sarà anche nella prossima legislatura”. Il ‘non dialogo’ tra Renzi e Pisapia? “I segnali arriveranno. Come dice il presidente Mattarella ci sono ancora 8-9 mesi per il voto, c’è tempo”. Lo afferma il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda in una intervista a Repubblica. “L’idiosincrasia di Renzi per i caminetti risale al momento in cui ha cominciato a far politica, non li sopporta perchè sono il simbolo della vecchia politica. Ma lui conosce bene il valore dei rapporti politici…”, osserva Zanda. E’ possibile dunque un’alleanza con quelli di piazza Ss.Apostoli? “Bisogna sapere chi sono, dove vanno, che politica hanno, con chi si vogliono alleare, solo dopo si porrà il tema del rapporto con il Pd” conclude Zanda.

La legge elettorale fa un passo in avanti. “L’intesa è stata raggiunta grazie al lavoro serio che quattro forze politiche stanno facendo insieme e io credo che sia ingeneroso non sottolineare come sia un caso unico che le regole della democrazia siano scritte da quattro forze politiche – le più grandi – senza far prevalere gli interessi di parte di uno sull’altro ma cercando punti di mediazione”. Lo ha detto il capogruppo del Pd Ettore Rosato a margine della commissione Affari costituzionali in merito all’accordo con Fi-M5S-Lega sul testo. Via libera anche dalla minoranza dem di Andrea Orlando e Gianni Cuperlo al nuovo accordo. Pd, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega, hanno trovato l’intesa sui punti principali del modello tedesco, adattato alle esigenze italiane. Addio ai capilista bloccati, alle candidature plurime e obbligo di parita’ di genere con il 60-40% a favore del proporzionale. Con questo accorgimento diventano 28 le circoscrizioni proporzionali, mentre il numero dei collegi uninominali si riduce a 225, a cui devono essere aggiunto gli 8 del Trentino e l’unico della Valle d’Aosta, che saranno assegnati con il sistema maggioritario, come al Senato con il ‘Mattarellum’. Le critiche non sono mancate: Per Arturo Scotto (MdP): “Il nuovo testo presenta incongruenze clamorose. Chiamarlo tedesco come fanno i Cinque stelle serve solo a lavarsi la coscienza. I capilista sono bloccati, checche’ ne dicano loro. Le persone non potranno esprimere alcuna preferenza. I nominati restano, la propaganda pure”. Per Dore Misuraca, capogruppo di AP:”Sulla definizione dei collegi uninominali si rischia l’imbroglio”, poiché “la proposta del relatore prende come modello quanto previsto dal Mattarellum del 1993, i cui collegi furono definiti sulla base del censimento del 1991. Ovvero ventisei anni fa. Nel frattempo si sono svolti due nuovi censimenti, nel 2001 e nel 2011, che hanno determinato forti cambiamenti demografici, soprattutto in alcuni territori”. Per Misuraca “rischia di essere falsata tutta la competizione elettorale”

Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, punta all’unità nel centrodestra. “Forza Italia punta, con Berlusconi, al centrodestra unito di governo. Come governiamo in Lombardia, nel Veneto, in Liguria, come abbiamo governato dieci anni su venti in Italia”, ha detto il capogruppo azzurro a Montecitorio al Giornale Radio Rai. “La prospettiva è unica: centrodestra unito di governo. Dopodiché, il centrodestra è plurale in Italia, come in Francia, come in Germania. Ma con quello che sta succedendo a sinistra, con il caos, con l’autodistruzione del Pd, sarebbe veramente criminale non fare un accordo all’interno del centrodestra. L’accordo nel centrodestra è obbligatorio. Lo faremo, lo vogliamo fare in tutti i modi”.

Le consultazioni tra Usa e Russia su un cessate il fuoco in Siria “potrebbero portare a un accordo già entro 24 ore”. E’ quanto ha dichiarato il ministro degli Esteri saudita, Adel al-Jubeir, che oggi si trova a Londra per partecipare ai colloqui del nucleo ristretto dei Paesi del gruppo degli ‘Amici della Siria’. “Ci auguriamo di riuscire a raggiungere un’intesa e un accordo che porti all’applicazione della dichiarazione di Ginevra 1 e della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu 2254 per dare il via a una fase di transizione che conduca la Siria verso un nuovo futuro in cui (il presidente siriano, ndr) Bashar al-Assad non abbia posto”, ha aggiunto Jubeir, sottolineando che l’unica opzione del regime di Damasco è quella di andarsene, che sia con una soluzione politica o militare, come si legge sul sito della tv araba ‘Al-Arabiya’. Ai colloqui di oggi a Londra parteciperà anche l’Alto comitato per i negoziati che rappresenta l’opposizione siriana a Ginevra, il quale presenterà la sua visione sulla fase di transizione in Siria.