Bari

Occorre “vedere gli altri come persone e non come cose”. Lo ha ribadito il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nell’omelia della messa celebrata nella cattedrale di Bari con i vescovi del Mediterraneo arrivati nel capoluogo pugliese per l’incontro di riflessione e spiritualità. Prendendo spunto dall’episodio evangelico della guarigione del cieco, il card. Bassetti ha ricordato che “si guarisce realmente quando si vede l’altro, quando si vede in ogni altro l’immagine di Dio”. “È difficile raggiungere questo traguardo, ma – ha chiarito – ogni altro sguardo non e’ sufficiente”. Spesso, ha ammesso, “gli altri rimangono un’immagine sfocata e allora Gesù impone le mani perché noi, almeno noi pastori, vediamo chiaramente”. Secondo il card. Bassetti “c’e’ bisogno di vedere con gli occhi di Cristo, di uno sguardo di misericordia e di compassione, quello con cui Gesù guardava le folle e si commuoveva fino alle lacrime”. “Aprici gli occhi – é stata l’invocazione finale – perché possiamo vederti e riconoscerti nostro fratello e prenderci cura di tutti i fratelli che ci poni accanto”.

“Il Mezzogiorno è stato il grande assente nell’azione politica degli ultimi anni. Fra tanti slogan e roboanti promesse, la maggioranza s’ è persa per strada proprio l’area del Paese che avrebbe dovuto curare con maggiore attenzione. Per noi sarà una priorità assoluta con un piano di investimenti seri su progetti mirati ed effettivi. Una visione strutturale, insomma, non elargizioni episodiche. Bisogna resuscitare quel tessuto sociale che qualcuno ha messo in ibernazione”. Lo afferma il deputato Francesco Paolo Sisto, coordinatore di Forza Italia per Bari Città Metropolitana, in un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno. Quanto alle prossime elezioni, Sisto spiega: “Abbiamo avviato un profondo percorso di rinnovamento coinvolgendo giovani, donne, professionisti. Gente che vuole avvicinarsi alla politica per passione. Berlusconi ha parlato di 30% e noi ci muoviamo nel medesimo solco ben consapevoli che qui al Sud, dove la Lega è agli esordi, saremo la colonna su cui poggerà il centrodestra”, conclude.

“Non sembrano bastare i numeri, a dir poco eclatanti, di una recente elaborazione ISTAT, per sensibilizzare il governo nazionale su quella che è divenuta nel corso degli anni una vera e propria emergenza, il progressivo abbandono del Sud da parte dei giovani. Uno spopolamento culturale e di energie, che i giornalisti chiamano ‘fuga di cervelli’, che è in primo luogo sinonimo di impoverimento. Napoli, Messina, Taranto, quindi Reggio-Calabria, Palermo, Bari, e non va meglio nei piccoli centri, se dal 2008 ad oggi oltre 20 mila under 30 hanno abbandonato la loro terra. Un risultato negativo devastante anche per la Puglia, con tredici città tra le prime cinquanta, regione nella quale le occasioni sono sempre di meno. Di fronte a tutto questo Palazzo Chigi si muove tiepidamente, quando addirittura non sta immobile. Il tanto acclamato decreto Sud è del tutto inefficace, non stimola, non sostiene, non riporta a casa nessuno. Renzi e Gentiloni? Nessuna svolta, nessuna rivoluzione, non equità sociale. Siamo ad un punto fermo. A crescere è solamente il numero dei tavoli di crisi presso il ministero dello Sviluppo economico, insieme ad un lavoro nero spesso legato alla malavita. Abbiamo atteso quattro anni per avere un ministro del Mezzogiorno, che ora sta con le mani in mano. Forza Italia è convinta che il Sud debba essere sostenuto con investimenti che creino Pil e occupazione, con infrastrutture che consentano all’impresa di produrre in loco, con sgravi importanti rivolti a chi produce. Il tutto nel segno di una legalità non garantita”, lo dice l’onorevole Vincenza Labriola di Forza Italia. “Bisogna ripartire contemporaneamente dal lavoro e dal welfare a sostegno delle popolazioni più disagiate – prosegue la parlamentare tarantina -, contrastando seriamente le mafie, rendendo decorose, attrattive e sicure le nostre città. Nel mezzogiorno c’è tanto da fare, con il presidente Berlusconi stiamo lavorando ad un percorso politico di riforme ad hoc, affinché l’Italia possa ripartire proprio dal suo anello più debole”.

“Molto in questi settant’anni trascorsi dall’introduzione del suffragio universale, e’ stato fatto in tema di parita’. Ma molto c’e’ ancora da fare per rimuovere gli stereotipi di genere. I Comuni possono contribuire intitolando alle donne scuole, piazze, giardini, strade. Non si tratta di un’operazione di immagine: i toponimi contribuiscono a veicolare la storia e a formare la cultura dei cittadini. Alla fine a creare modelli”. Il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, risponde cosi’ alla sollecitazione della presidente della Camera Laura Boldrini a promuovere il riequilibrio di genere nella toponomastica dei Comuni. “L’associazione- scrive Decaro a Boldrini- ha invitato i Comuni associati ad adottare uno specifico ordine del giorno appositamente predisposto e finalizzato a una politica di genere nella toponomastica, attraverso l’attribuzione dei nomi di donne protagoniste dell’attivita’ politica, culturale, sociale ed economica del territorio alle vie, piazze, giardini, scuole e biblioteche”. L’ordine del giorno predisposto e inviato agli amministratori locali italiani perche’ l’adottino, riepiloga brevemente la battaglia delle donne per il diritto di voto, il contributo delle prime elette, fin dalle 21 che sedevano nell’assemblea Costituente, preceduto dal ruolo nella Resistenza e seguito dall’esperienza di cittadinanza attiva nella Repubblica. Quindi impegna il Consiglio comunale a “promuovere iniziative, confronti e approfondimenti circa il significato della piena partecipazione di uomini e donne allo sviluppo della comunita’ e del Paese a 70 anni dal primo voto libero, democratico, a suffragio universale”. Infine sollecita la giunta “ad adottare una politica di genere nella toponomastica attraverso l’attribuzione dei nomi delle 21 donne dell’assemblea costituente nonche’ di donne protagoniste” nei diversi campi. Se contano i nomi delle strade, conta anche la declinazione al femminile dei nomi: sindaca, ministra entrati nel linguaggio comune non sono ancora adottati nel linguaggio amministrativo. Decaro annuncia a Boldrini di aver preso contatti con il presidente dell’Accademia della Crusca per “approfondire congiuntamente il tema della differenza di genere e linguaggio amministrativo”. L’Anci per il 7 marzo (sala polifunzionale della presidenza del Consiglio dei ministri) ha organizzato la seconda edizione degli Stati generali delle amministratrici: un appuntamento per presentare le piu’ innovative e fruttuose esperienze in atto nei Comuni per promuovere processi di cambiamento dal basso. “Un modo concreto – conclude Decaro – per dare valore a quel lavoro delle donne in ambito amministrativo che molto ha contribuito a innovare le politiche pubbliche e migliorare la qualita’ della vita delle comunita’ locali”.

“Solo con una vittoria del No, che elimini questa finta riforma, ci sara’ spazio per lavorare ad una riforma vera. E naturalmente il Presidente del Consiglio, per sua stessa ammissione, dovra’ trarre le conseguenze del fallimento di un progetto al quale ha legato la sua intera azione politica”. E’ quanto si legge nel messaggio del presidente Silvio Berlusconi, inviato agli organizzatori e ai partecipanti alla ‘Festa Azzurra di Forza Italia a Corato (Bari). “Noi non diciamo No alla riforma per ostilita’ preconcetta a Renzi e al Pd- aggiunge Berlusconi- Se la riforma fosse utile agli italiani la appoggeremmo anche se siamo profondamente contrari a questo governo e alle sue politiche. Pero’ e’ innegabile che il voto del 4 dicembre sara’ anche un voto sul governo e sul Presidente del Consiglio”. Dunque, conclude il leader di Fi, “ci sono tutte le condizioni per una svolta, sul piano istituzionale e politico. Una svolta non verso la confusione e l’ingovernabilita’, come dice Renzi, ma al contrario verso governi che siano finalmente espressione vera degli elettori”.

Dopo l’ultima seduta di  Coverciano, la Nazionale è arrivata a Bari, dove allo Stadio ‘San Nicola’ affronterà in amichevole i vice campioni d’Europa della Francia. Una gara dal sapore particolare per Gian Piero Ventura, che farà il suo esordio da Commissario tecnico in una città che conosce bene e che ha imparato ad amarlo quando era subentrato proprio ad Antonio Conte alla guida del club pugliese: “C’è un filo conduttore fra me e Conte – ammette il Ct nella conferenza stampa della vigilia allo Stadio ‘San Nicola’ – ho preso il suo posto a Bari, ora ho preso il suo posto in Nazionale e come lui giocherò la mia prima partita a Bari. Mi auguro di proseguire quello che ha fatto Conte e possibilmente migliorarlo. Parto da un presupposto positivo, perché il grosso lavoro fatto da Antonio me lo ritrovo e mi aiuta avendo pochissimo tempo a disposizione”.