Farnesina

Secondo fonti della Farnesina “Non c’e’ alcun accordo con l’Italia nell’ambito del patto bilaterale tra Israele e l’Unhcr per la ricollocazione, in cinque anni, dei migranti che vanno in Israele dall’Africa e che Israele si è impegnata a non respingere”. La risposta giunge dopo che Benjamin Netanyahu ha annunciato la sospensione dell’intesa con l’Alto commissariato dell’Onu per il ricollocamento in Paesi occidentali di migliaia di migranti africani che sono in Israele. In nottata il premier aveva reso noto su Facebook di essere sensibile alle critiche mosse dagli abitanti dei rioni poveri di Tel Aviv che vedono la concentrazione di migranti. Ma pressionin, secondo i media, sono giunte anche da esponenti del Likud, il partito di Netanyahu, e dal partito nazionalista Focolare ebraico. L’accordo riguarda complessivamente 16.250 migranti eritrei e sudanesi, di cui 6.000 nel primo anno. Italia, Germania, Canada sono alcune delle destinazioni che indicate dal premier israeliano per la ricollocazione dei migranti.

“Alcuni hacker sono entrati nella rete informatica della Farnesina e della rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Ue. Dal 2013 al 2016, cyber criminali russi e cinesi si sono impadroniti di importanti informazioni che riguardavano questioni di politica estera e dati sui vertici militari. Un’incursione inquietante che dimostra come il nostro sistema informatico difensivo sia debole, con le posizioni riservate dell’Italia sui maggiori dossier internazionali alla mercé di pirati informatici stranieri. La notizia è di una gravità inaudita e getta un’ombra sinistra sulla permeabilità dei nostri dati sensibili. Invece di girare l’Italia per pubblicizzare il suo libro, l’ex premier Renzi spieghi agli italiani quali notizie riservate sono state rubate. Un dovere che riguarda anche il mite Gentiloni, che non sembra mai responsabile di nulla ma dal 2014 al 2016 è stato a capo proprio della Farnesina”. Lo scrive Lucio Malan, di Forza Italia.

Un osservatorio con il compito di studiare, analizzare e monitorare le condizioni delle minoranze religiose nel
mondo, nell’ottica di rafforzarne la tutela. Con queste parole il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha annunciato, nel corso della Conferenza Internazionale ‘La Tutela delle Comunità Religiose – Investire sui giovani quali protagonisti di una nuova stagione di incontro, dialogo e convivenza pacifica tra i popoli’, la nascita dell’Osservatorio sulle minoranze religiose nel mondo e sul rispetto della libertà religiosa. “Ci occupiamo di qualcosa di profondo, considerato un diritto naturale, ossia il diritto alla preghiera che precede il diritto che nasce dall’organizzazione sociale. Ogni uomo, cioè, prega da ben prima di appartenere a uno Stato” ha sottolineato il titolare della Farnesina, per il quale la “tutela della libertà religiosa svolge un ruolo centrale nella politica estera italiana nell’ambito del più ampio campo della tutela dei diritti umani”.

La sconfitta militare dello Stato islamico non garantira’ la sconfitta della sua ideologia. Lo ha detto il segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli stati, Paul Gallagher, intervenendo nel corso della conferenza internazionale “La tutela delle comunita’ religiose – Investire sui giovani quali protagonisti di una nuova stagione di incontro, dialogo e convivenza pacifica tra i popoli”, organizzata dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, in collaborazione con l’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi). Le minacce alle comunita’ religiose “non sono limitate a una sola regione nel mondo, ma per alcuni tali minacce sono una questione di vita o di morte”, ha detto Gallagher, sottolineando l’urgenza di “difendere i diritti umani di tutti, indifferentemente da religione e appartenere etnica”.

I migranti sbarcati in Italia nel 2017 sono 70.950, il 26% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo indicano i dati del Viminale. I nigeriani sono i più numerosi tra coloro che sono giunti quest’anno (10.504), seguiti dai bengalesi (7.326), guineani (6.284) e ivoriani (6.075). I minorenni non accompagnati al 31 maggio sono sono 8.312. I richiedenti asilo trasferiti in altri Paesi europei secondo il principio della relocation sono 6.505. Tra le regioni italiane la maggiore quota di stranieri è ospitata dalla Lombardia (13%), seguita da Campania e Lazio (9%), Emilia Romagna, Veneto e Piemonte (8%).

A seguito del gradimento del governo belga, la Farnesina rende nota la nomina recentemente deliberata dal Consiglio dei Ministri di Elena Basile ad ambasciatore d’Italia a Bruxelles. Elena Basile è nata a Napoli il 26 dicembre 1959 e si è laureata in Scienze Politiche presso l’Istituto Universitario Orientale nel 1982. Nel 1985 entra in carriera diplomatica e presta servizio presso la Direzione Generale Relazioni Culturali. Successivamente è primo segretario commerciale a Tananarive e console aggiunto a Toronto. Rientrata a Roma alla Direzione Generale Affari Economici, dove si occupa di tematiche ambientali. Nel 1998 è vice responsabile dell’Unità per l’Autorizzazione alle esportazioni dei Materiali d’Armamento. Dal 1999 è primo consigliere presso l’Ambasciata d’Italia a Budapest e dal 2003 ricopre lo stesso ruolo presso l’Ambasciata a Lisbona. Nel 2008 è capo della Sezione per l’Osce della Direzione Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza. Nel 2010 è capo dell’Unità per i Paesi dell’America Settentrionale della stessa Direzione Generale. In questi anni, si occupa di diversi dossier delle Nazioni Unite. Nel 2013 è nominata ambasciatore d’Italia a Stoccolma. Autrice di numerosi articoli pubblicati su riviste di politica internazionale, ma anche di racconti e di un romanzo, è stata insignita nel 2005 del titolo di Cavaliere Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana

La Farnesina ha appreso “con grande preoccupazione la notizia del lancio di un missile balistico effettuato dalla Repubblica Democratica Popolare di Corea nella notte scorsa”. Così in una nota il ministero degli Esteri. “I ripetuti test di missili, unitamente allo sviluppo di un arsenale nucleare da parte della Repubblica Democratica Popolare di Corea, costituiscono una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale”, si legge nel comunicato. “La Repubblica Democratica Popolare di Corea – prosegue  – è tornata a violare apertamente le Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. La Repubblica Democratica Popolare di Corea deve abbandonare lo sviluppo di un arsenale missilistico e nucleare ed interrompere il cammino intrapreso di sfida della comunità internazionale e di auto-isolamento”.

I 200 milioni che l’Italia stanzia oggi per l’Africa non sono un messaggio di sfiducia all’Europa, bensi’ un invito: “intanto partiamo noi”. Dopo che per mesi Roma ha incoraggiato Bruxelles ad accettare la politica dei Compact, stamani il ministro degli Esteri Angelino Alfano alla Farnesina ha presentato il decreto ‘Fondo Africa’ col chiaro obiettivo di cooperare coi paesi di origine e transito dei migranti al fine di rafforzare il controllo delle frontiere eserne e quindi bloccare le partenze. I paesi in questione sono Libia, Tunisia e Niger: “quelli che riteniamo di importanza cruciale per i migranti che attraversano il Mediterraneo centrale”, spiega il ministro. Cio’ non toglie, sottolinea, “che ce ne siano altri molto importanti da includere, come Nigeria, Senegal, Egitto ed Etiopia, a cui stiamo gia’ lavorando”. Poi si guardera’ anche a quelli del corno d’Africa. Tali fondi serviranno a finanziare iniziative che saranno coordinate direttamente coi paesi beneficiari: “i governi- dice Angelino Alfano- ci indicheranno di cosa hanno bisogno per rafforzare la loro capacita’ di ontrollo del territorio e riduzione delle partenze e noi lo finanzieremo. Il principio e’: ‘ti diamo una mano, ti chiediamo una mano’. Infatti- tiene a chiarire- chiediamo grande lealta’ all’Italia che salva vite e mette dei soldi”. “Quello di oggi e’ un decreto che sancisce il passo in una direzione nuova: il Fondo Africa da 200 milioni di euro- tiene a sottolineare il titolare della Farnesina- e’ stabilito attraverso una legge specifica, che per la prima volta mira al rafforzamento della frontiera esterna”. Ma non si tratta di fondi distinti da quelli destinati alla Cooperazione allo sviluppo: “un conto sono i 430 milioni della Cooperazione, altro sono questi 200 milioni”. L’obiettivo del governo “e’ incrementare i fondi alla Cooperazione: resta fondamentale infatti per noi il suo ruolo, che e’ quello di realizzare le condizioni che impediscano le partenze”, dice Angelino Alfano. Questo ‘lavoro di squadra’ – che vuole coinvolgere naturalmente anche l’Unione europea nonche’ le agenzie Onu come Oim e Unhcr, ma anche ong e associazioni- sottolinea il fatto che “non esiste una soluzione tutta italiana. Serve il contributo di tutti”, non si stanca di ribadire il capo della Diplomazia. Col Fondo Africa si doteranno i paesi terzi “degli equipaggiamenti, degli strumenti tecnici e dei programmi per la formazione del personale affinche’ siano in grado di gestire e quindi interrompere le partenze”. Ma, ammonisce, “noi non costruiamo muri. Intendiamo rafforzare il matrimonio tra solidarieta’ e sicurezza. Solo cosi’ si toglie ‘clientela’ ai trafficanti e si evitano violenze sui migranti, di cui spesso sono oggetto nell’attesa di partire per l’Europa”.

“So parlare inglese”. Dopo le polemiche successive alla sua nomina alla Farnesina e dopo l’intervento in inglese alla riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, il ministro degli Esteri Angelino Alfano rivendica le sue capacità linguistiche. “Certo che all’Onu ho parlato in inglese”, ha detto Alfano durante il programma ‘In ½ ora’ di Rai Tre. “So parlare un inglese che mi è valso per decine di bilaterali e interventi pubblici che ho fatto”, ha aggiunto, liquidando come “provincialismo italiano” le accuse di scarsa familiarità con la lingua che gli erano state rivolte nelle scorse settimane.

“E’ fitta la corrispondenza tra il Comitato per il No e l’Ufficio centrale per i Servizi agli italiani all’estero della Farnesina. Come promesso nel corso dell’incontro che si e’ svolto alcuni giorni fa, il ministro degli Affari esteri Paolo Gentiloni ha fornito un indirizzo mail al quale inviare segnalazioni di anomalie e irregolarita’ nello svolgimento delle procedure di voto da parte dei connazionali residenti fuori dall’Italia”. Lo si legge in una nota del comitato per il No. Il Comitato per il No “non si e’ fatto pregare, iniziando subito a segnalare casi di elettori che hanno ricevuto due plichi e altri nessuno, di cittadini privi di nazionalita’ italiana che pero’ hanno ricevuto le schede per votare, o di cittadini che hanno scoperto di non essere iscritti nelle liste elettorali. Rilievi ai quali l’Ufficio centrale ha risposto con la dovuta sollecitudine, andando a verificare caso per caso. Tranne che per quello che appare come il caso piu’ grave: quello degli elettori che hanno fotografato e postato sui loro profili social la scheda con il voto espresso, rendendo cosi’ evidente la loro scelta e facendo quindi venir meno la segretezza del voto. La Farnesina si e’ limitata a girare la questione al Viminale, secondo il quale ‘la riservatezza del voto deve essere preservata, salvo non sia l’elettore stesso a dichiarare spontaneamente il suo voto’ non intravedendo quindi ‘un reato nel fatto che un elettore dichiari pubblicamente il proprio voto’. Peccato che un conto e’ dichiarare il proprio voto, un altro e’ fotografare la scheda, cosa che e’ espressamente vietata dalla legge italiana perche’ potrebbe prefigurare il voto di scambio”. Benche’ “autorevole, il parere del Viminale non puo’ considerarsi esaustivo su una questione di carattere costituzionale e dunque il Comitato per il No insiste a chiedere approfondimenti e verifiche, anche utilizzando le denunce piu’ circostanziate e corredate da foto che saranno presto inviate. Riservandosi comunque di presentare esposti penali alla magistratura per garantire a tutti la certezza che un voto cosi’ importante, quello sulla Costituzione, si sia svolto in modo regolare e senza indebite pressioni”.