“Nella prima parte della Carta Costituzionale sono sanciti principi che sono ancora una straordinaria e pura fonte di ispirazione: lavoro, giustizia, uguaglianza, libertà, rispetto. Sono principi che contengono una bellezza e una forza alla quale dobbiamo sempre riferirci, alla quale dobbiamo tornare tutte le volte che dobbiamo compiere delle scelte”. Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso dal palco in piazza Duomo, nelle celebrazioni del 25 aprile. “Tra i principi fondamentali della nostra Costituzione – ha detto – c’è scritto che chi nel suo Paese non gode delle libertà democratiche ha diritto di asilo in Italia. L’amore per la libertà che avevano i Costituenti, avendo provato cosa significava vivere sotto una dittatura, e il riconoscimento dell’importanza della dignità umana li spinse a prendere un impegno per tutti noi: quello di accogliere chi fugge da guerre e dittature. Su questi principi non esistono confini. E’ una lezione che dobbiamo tenere a mente soprattutto nei momenti difficili, come quello attuale, in cui siamo chiamati ad onorare quell’impegno. Non possiamo negare di aver vissuto momenti di grande sconforto, momenti nei quali era forse legittimo dubitare della nostra capacità di tener fede alle speranze e alle ambizioni iscritte nella Costituzione. Nel corso dei decenni il popolo italiano ha dimostrato di saperla amare e difendere. Abbiamo continuato a camminare. Lo abbiamo fatto insieme, anche quando sembrava molto difficile, anche quando, almeno ad uno sguardo superficiale, le ragioni che ci dividevano sembravano più forti di quelle che ci tennero uniti: ogni volta che la nostra comunità è stata minacciata nel profondo abbiamo saputo riscoprire le nostre radici, ben salde nei valori e nei principi che hanno ispirato la Resistenza. La nostra Costituzione è una realtà, ma in parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno da completare. Quanto lavoro ancora avranno da compiere le istituzioni! Quanto lavoro dovremo compiere tutti, tutti noi. E bisogna metterci dentro l’etica, l’impegno, la responsabilità, la volontà di realizzare questi programmi, questi ideali. Per questo una delle maggiori offese che si può fare oggi, in una ricorrenza come questa, è l’antipolitica, o ancora peggio l’indifferenza alla politica. Fa male sentire dire soprattutto a tanti giovani: “La politica è una brutta cosa”, “che me ne importa della politica, è così bello, è così comodo: la libertà c’è”. Attenzione, però, la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di soffocamento, di angoscia, di dolore, che le precedenti generazioni hanno sentito per vent’anni, e che io auguro a tutti di non sentire mai più. Ma bisogna contribuire a creare le condizioni perché ciò non avvenga, ricordando che sulla libertà bisogna vigilare ogni giorno, dando il proprio contributo alla vita politica, attraverso la partecipazione e la solidarietà. Stiamo tutti insieme sulla stessa barca, se affonda affondiamo tutti. Anche oggi ci sono tanti problemi: il lavoro, la corruzione, l’illegalità diffusa, l’impossibilità per molti dei nostri ragazzi di realizzare qui i propri sogni. Il partigiano Carlo Azeglio Ciampi amava ripetere ai giovani che “l’Italia sarà ciò che voi saprete essere. Sta a voi far diventare questa nostra Patria più forte e più bella, quella Patria per la quale tanti dei miei compagni di gioventù hanno dato la vita. Nutrite speranze e progetti. Date libera espressione a quanto di nobile, di generoso, anima le vostre menti, i vostri cuori. Soprattutto, abbiate sempre dignità di voi stessi”. Mi sembrano le migliori parole per poter augurare a tutti noi di trovare sempre il coraggio di fare le scelte giuste. Ma quanto sangue e quanto dolore per arrivare alla liberazione dal nazifascismo, a questa Repubblica democratica! Voliamo indietro col pensiero: quanti partigiani caduti nelle montagne combattendo, quanti di loro e quanti civili imprigionati nelle carceri, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti per le strade di Milano, lo ricordo ancora, città medaglia d’oro della Resistenza. Ricordatelo, sempre, ciascuno di loro ha sofferto e sacrificato la vita affinché noi oggi potessimo godere della libertà e dei diritti riconosciuti, conquistati con la Costituzione, che si erge a testimone di tante sofferenze di vivi e della memoria di centinaia di migliaia di morti. Viva Milano, Viva i partigiani, Viva l’Italia!”