Francesco Storace

Francesco Storace, presidente del Movimento nazionale, scrive in una nota: “Poi dice che Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, non ha ragione. Ci fosse stato uno solo tra mille parlamentari che abbia preso carta e penna o si sia infuriato su una tastiera per chiedere conto di una denuncia gravissima. Pirozzi ha detto chiaro e tondo – come e’ abituato a fare – che dei tanti milioni di euro versati dagli italiani con gli sms della ricostruzione nulla e’ arrivato al suo paese, ne’ agli altri devastati dal terremoto di un anno fa. Ci sarebbe materia per una rivoluzione, per sfasciare i banchi di Montecitorio; niente, non una dichiarazione, un’interrogazione, un onorevole urlo di rabbia per una notizia che campeggia su diversi giornali, anche in prima pagina. Dove stanno mille deputati e senatori; che fine hanno fatto? Sono gelosi della popolarita’ di un sindaco che fa della sobrieta’ e della fermezza la sua cifra istituzionale e forse proprio per questo comincia ad essere amato non solo nel Lazio ma in tante parti d’Italia? Vergogna, per questa classe politica fuori della realta’”.

“Non ho capito la posizione del centrodestra. Non ho capito se si fanno le primarie il 5 marzo. Non ho capito se saranno tutti all’opposizione di qualunque tentativo di governo che puntasse solo ad allungare il brodo di questa legislatura morente. Non ho capito se vogliono finalmente chiamare il popolo sovrano in piazza per rivendicare il diritto a decidere chi deve governare. Non ho capito se hanno compreso che tre capi autoreferenziali non fanno una vittoria alle elezioni. Non ho capito se si rendono conto che bisogna fare una discussione seria sul programma. Non ho capito se sono tutti d’accordo nel dire basta ad un modello europeo che produce solo danni all’Italia. Non ho capito se sono finalmente consapevoli che un Paese sovrano stampa moneta propria. Non ho capito se c’è unità vera nel contrasto senza se e senza ma all’immigrazione clandestina. Non ho capito se c’è la disponibilità a creare finalmente in Italia il partito sovranista nel quale far confluire tutte le famiglie politiche che non intendono sottostare ai diktat internazionali (e non solo europei). Non ho capito se si è tutti indisponibili ad accogliere di nuovo a destra chi ha militato e manovrato al fianco del governo della sinistra. Ho capito invece che sono ricominciate le trame di potere per impedire l’affermazione della sovranità popolare. Ho capito che si consuma uno scontro di palazzo tra chi, a sinistra, medita solo vendette e chi – tenaglia postdemocristiana – punta ai tempi lunghi per rifarsi una credibilità dopo aver servito capo e servitù del renzismo. Ho capito che per liberarsi di Renzi non bastava il voto di 32 milioni di italiani tornati alle urne, ma serviva licenziare in un minuto una legge di stabilità scritta con vocazione spietata al solito clientelismo che giuravano di aver abbandonato. Ho capito che questo paese ha troppe cambiali in sospeso con i poteri forti. Ho capito che questa politica e’ sempre più debole perché si pretende che a comandare siano sempre e solo i mercati finanziari e non chi detiene il potere solo se glielo conferisce il popolo con il suo voto. Ho capito che non possiamo più stare fermi se non basta neppure il 60 per cento popolare per imporre la resa a chi pretende di continuare a dare le carte senza titolo. Ho capito che bisogna organizzare qualcosa di ancora più importante rispetto a tutti i nostri progetti e che bisogna fare di tutto per spingere il centrodestra intero ad abbracciare con serietà la causa sovranista, anche dotandoci di un’unica organizzazione politica, con un modello profondamente diverso rispetto al disegno che portò alla nascita del Pdl. Ho capito – e non da oggi – che anche nel versante più a destra bisogna muoversi rapidamente per rappresentare un’alternativa seria alle logiche da orticello, sapendo che se tutto resta come prima la partita se la giocano Grillo e Pd. È più facile capire quello che si deve fare perché è quello che serve al nostro popolo; e non si può capire affatto la logica che muove solo gli interessi di Palazzo. Noi sappiamo da che parte stare”. Lo scrive su Il Giornale d’Italia Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra e vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, come riferisce una nota.

“Domenica prossima l’appuntamento dell’Adriano, indetto assieme ad Alemanno ed Azione Nazionale, sara’ l’occasione per rivedere tantissime bandiere che sventoleranno per le nostre idee”. Lo scrive Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra. “Nella societa’ del diritto relativista, occorre proclamare con nettezza che non esiste la creazione del figlio a proprio piacimento e che la tecnica e’ funzionale alla vita e non viceversa. In uno Stato condizionato dal folle convincimento che le tasse che paghiamo servano solo a pagare debiti – prosegue Storace – occorre pretendere una autentica svolta sociale. In una Nazione invasa da un’immigrazione senza precedenti, si deve avere il coraggio di negare che rappresenti una tendenza xenofoba il rifiuto di facili integrazioni estranee alla cultura dei doveri. Viviamo il tempo del pensiero debole, ma Donald Trump dimostra che nella piu’ grande democrazia del mondo si puo’ scardinare l’obbligo del politicamente corretto. Occorre capire chi puo’ rappresentarlo al meglio – aggiunge Storace su Il Giornale d’Italia – per recuperare dall’oceano dell’astensione milioni di italiani di destra che oggi non saprebbero per chi votare senza una presenza attiva e organizzata. Non sono le diatribe fra Renzi e Junker ma il modello di societa’ quello che segna le differenze fra destra e sinistra. Da destra occorrono risposte nette, che non esauriscono il loro fascino in un accordo ad Arcore. Sicuramente occorre il partito unico, ma non quello che costruirono Berlusconi e Fini negli anni del loro successo come Pdl che fu un modello senz’anima, costruito nel nome della mistica di una unita’ che dura solo fino a che sta al potere perche’ e’ senza valori. Serve il partito unico delle destre e occorrera’ vincere ogni resistenza. Se ne renda conto anche Fratelli d’Italia, che alle prossime elezioni politiche – conclude Storace – rischiera’ di pagare duramente la propaganda contro i piccoli partiti, che sara’ sempre piu’ spietata qualunque sia la legge elettorale. Guardiamo un po’ piu’ in la’ dell’orto di famiglia”.

“Giorgia Meloni chiede a Virginia Raggi una diretta streaming sui lavori della giunta comunale. Nei quattro anni in cui è stata ministro non l’hai mai proposta a Berlusconi per le riunioni di governo. A me sarebbe sufficiente un confronto anche in diretta Facebook sui motivi veri del suo veto a ricostruire una grande destra inclusiva di tutte le anime. Ora che è presente solo a Roma, pure la Meloni dovrebbe riflettere sul mancato successo della sua formazione politica”. Lo scrive in una nota sulla sua pagina Facebook Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio. “Noi, ad esempio, proprio per questo abbiamo messo in discussione la nostra, manifestando la volontà di confluire in un altro contenitore politico attraverso la via del congresso nazionale de ‘La Destra’ che abbiamo indetto ieri. Sabato cominceremo a parlarne seriamente e pubblicamente alla manifestazione promossa a Napoli da Azione Nazionale e alla quale parteciperanno anche i nostri militanti. L’obiettivo resta quello della grande destra unitaria. E se ci stesse anche Fdi noi non metteremmo veti. Che vengono solo da loro. A Roma siamo andati male noi, a Napoli siete andati male voi – conclude Storace – Insieme avremmo rappresentato una forza: ma non avete voluto voi. Noi andiamo avanti”.