Landini

Se non vi saranno colpi di scena, Maurizio Landini sarà il prossimo segretario della Cgil. Si prospetta un accordo tra le due anime del sindacato, con la guida a Maurizio Landini e la vicesegreteria a Vincenzo Colla. L’ex segretario della Fiom, ne siamo sicuri, farà una vera opposizione di sinistra a questo governo gialloverde – soprattutto a causa dello spazio lasciato dal Pd e dagli altri partiti – cosa che non ha fatto Susanna Camusso se non in alcuni casi e solo per alcune vertenze. Landini, che riscuote un consenso politico non indifferente nel Paese e che non solo dice cose di sinistra ma lo fa in modo convincente e incisivo, sarà una autentica spina nel fianco di questo governo che veleggia verso un populismo sempre più spinto. Maledetto il Paese nel quale ad un governo democraticamente eletto non corrisponda una vera opposizione. Oggi in Italia non esiste una alternativa politica a questo Esecutivo e di questo il governo ne approfitta grandemente. Landini svolgerà un ruolo decisivo, ma lo farà da sinistra, portando avanti le priorità e la sensibilità che alla sinistra appartengono, contro i programmi e i provvedimenti di Lega e M5S. I moderati del centrodestra si dovranno attrezzare per fare altrettanto, ma su questo fronte il processo di riorganizzazione é più difficile.

 

“A nome di tutta la Fiom esprimo pieno sostegno e solidarieta’ allo sciopero generale proclamato per il 28 aprile dai sindacati brasiliani contro le nuove misure legislative che peggiorano drasticamente i diritti del lavoro, per respingere le proposte di riforma del sistema pensionistico e per denunciare la corruzione diffusa nella nuova maggioranza parlamentare, protagonista del golpe istituzionale che ha portato alla destituzione della presidente Dilma”. Cosi’ Maurizio Landini, segretario generale Fiom-Cgil. “La possibilita’ offerta ai datori di lavoro di derogare dalle norme di legge sul lavoro e di limitare i diritti di rappresentanza e tutela dei sindacati, cosi’ come le proposte di peggioramento del sistema pensionistico- sottolinea Landini- sono misure odiose e inaccettabili che esprimono una volonta’ e una politica antisindacale oggi purtroppo ampiamente diffuse anche in Europa e nel mondo. Per questo motivo siamo a fianco dei lavoratori brasiliani non solo per solidarieta’ ma perche’ ci sentiamo parte di una stessa lotta, per difendere diritti e migliori condizioni di lavoro e per contrastare le politiche liberiste, che anche nel nostro paese hanno fatto crescere precarieta’ e diseguaglianze e allargato l’area della poverta’ anche fra i lavoratori. Siamo e saremo a fianco dei lavoratori brasiliani in lotta per difendere conquiste sociali, diritti del lavoro e per la democrazia. ‘A luta continu’a’”.

“Faccio il sindacalista, in tasca ho la tessera della Cgil e dell’Anpi. Sono molto rispettoso del dibattito politico ma penso che in questo momento c’e’ il problema di unire il Paese e non di dividerlo e per fare questo occorre mettere al centro il lavoro, i diritti delle persone che lavorano”. Cosi’ il segretario della Fiom, Maurizio Landini, a Cagliari per illustrare il contratto nazionale dei metalmeccanici, ha risposto alle domande dei giornalisti che gli chiedevano come giudicasse la scissione all’interno del Pd. “Non faccio parte di nessuna forza politica”, ha ribadito. “Il problema di questo Paese non e’ cosa succede al Pd, ma cosa succede al Paese, ai lavoratori” ha sottolineato il leader della Fiom nel mettere in evidenza che “questa crisi nasce dalla prima volta che i cittadini hanno potuto votare, il 4 dicembre”. Landini ha rimarcato come quel voto non sia stato solo “un no alla riforma del governo, ma una richiesta di cambiare le politiche sociali ed economiche del Paese”. Incalzato sulle domande relative alla scissione all’interno del Partito democratico, il segretario della Fiom ha detto di “essere rispettoso della discussione che c’e'” e di “limitarsi ad osservare che nel partito al governo del nostro Paese si e’ aperta addirittura una discussione perche’ si sta discutendo troppo poco”.

“Al governo diciamo di fissare la data per il referendum, farla coincidere con le elezioni amministrative e di mettere i cittadini nelle condizioni di esprimersi”. Lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Fiom-Cgil a Cosenza. “Se invece – ha aggiunto Landini – vuoi evitare il voto, fai nuove leggi sul lavoro, che prevedano innanzitutto l’eliminazione dei voucher, e apri una costruttiva discussione con il sindacato. La Cgil lancia questa battaglia contro i voucher e per la responsabilita’ solidale negli appalti. Ai cittadini diciamo: andate a votare al referendum e cancellate queste leggi sbagliate. Al governo, invece – ha concluso il leader della Fiom – chiediamo di aprire un confronto vero sulle pensioni, sugli ammortizzatori sociali e sulla nuova politica industriale”.

Confronto ieri tra Renzi e Landini sul referendum costituzionale del 4 dicembre nella trasmissione di Lucia Annunziata su Rai3. Toni pacati, ma parole pesanti, è il giudizio dei media. Per il capo della Fiom, “questa riforma è malfatta”. Sul linguaggio usato nella campagna referendaria dal presidente del Consiglio, il numero uno dei metalmeccanici ha dichiarato che “non è da premier”. Renzi, in particolare, si è scusato per la parola “accozzaglia” utilizzata in riferimento ai sostenitori del No e alle loro diverse origini politiche. E sulla riforma ha risposto a Landini che “bisogna cambiare le cose e non difendere la casta, come fate voi”.

Landini,votare no oggi per poter dire si’ domani leader Fiom, Renzi lascia? Su 60 mln non c’e’ un solo genio. “Votare no oggi significa poter dire di si’ domani al cambiamento della societa’” e significa rafforzare la possibilità di “poter continuare a far si’ che le persone si associno tra di loro e discutano”: cosi’ il leader della Fiom Maurizio Landini oggi a Firenze al convegno promosso da ‘Liberta’ e giustizia’ per sostenere le ragioni del no al referendum sulla riforma costituzionale. In alcuni passaggi del suo intervento Landini si e’ riferito anche all’annuncio di Renzi circa il suo abbandono della politica se dovesse prevalere il no: “Mi chiedo – ha detto fra l’altro – se in questo Paese dove siamo 60 milioni ci sia solo un genio e nessun altro che sia in grado di impegnarsi’