Leoluca Orlando

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, in occasione del trentesimo anniversario della scomparsa di Leonardo Sciascia, avvenuta il 20 novembre 1989, ha disposto con propria determina (numero 201 del 31 ottobre 2019), l’intitolazione della Biblioteca Comunale, in piazzetta Lucrezia Brunaccini, allo scrittore siciliano. “E’ la conferma della straordinaria importanza di Leonardo Sciascia nella storia culturale della Sicilia e nella letteratura europea” ha dichiarato il sindaco di Palermo, in condivisione di impegno con l’assessore alle Culture, Adham Darawsha, e con il presidente del Consiglio Comunale, Salvatore Orlando. La cerimonia di intitolazione e’ prevista per il 20 novembre prossimo, data della ricorrenza.

“Voglio comunicare a tutti una mia scelta personale. Resto sempre convinto che il mio partito si chiama Palermo pero’ ho deciso di comunicare la scelta di votare per il Partito Democratico e di aderire al Pd”. Cosi’ il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, a pochi giorni dalla chiusura delle liste per le Politiche, nel corso di una conferenza stampa, a Palazzo delle Aquile. “Il Pd – sottolinea Orlando – e’ un partito contro i populismi, al contrario ovviamente del M5S e di Berlusconi. Chiedo a tutta la squadra di dare un seguito agli impegni presi a giugno”. “Si apre un dibattito sul programma – aggiunge il sindaco -. Puo’ anche essere che qualcuno non si senta attrezzato per questa sfida politica e quindi da’ un contributo da cittadino, da tecnico. Se la domanda e’ se ci puo’ essere una rimodulazione della giunta la risposta e’ si’, ma non lo faremo stasera – precisa il primo cittadino di Palermo – abbiamo tempo per lavorare serenamente e bene”. Assieme a Leoluca Orlando c’e’ Fabio Giambrone, il presidente di Gesap conferma la sua scelta di aderire al Pd: “La scelta l’ho fatta anch’io – dice Giambrone – sono a disposizione per fare tutto cio’ che serve. Io aderisco oggi al Partito democratico. Il resto non lo decido io ma altri”.

La morte di Salvatore Riina richiama l’urgenza e la necessità di fare luce, insieme a verità e giustizia su tanti episodi oscuri della storia italiana e siciliana che lo hanno visto coinvolto.
Lo ha detto Leoluca Orlando, sindaco di Palermo. “La scomparsa di questo capo della mafia, non consente certamente di abbassare la guardia nei confronti di un fenomeno criminale che pur
modificandosi ha tentato e tenterà sempre di riorganizzarsi e di rilanciarsi.”

“Sono soddisfatto ed orgoglioso di aver sostenuto un candidato come Micari. Io tifo per un cambiamento forte del sistema. Ma ancora una volta queste elezioni dimostrano che se ci si presenta uniti si vince”. Lo ha dichiarato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, ai microfoni di Rai Radio 1, nello speciale dedicato alle elezioni siciliane.

“Penso che sia una richiesta fatta da chi ormai e’ passato alla storia per la non regolarita’ di elezioni primarie interne. Credo che sia una richiesta che merita ascolto perche’ viene da un soggetto politico che purtroppo in materia di regionarie e comunarie ha una negativa esperienza”. Cosi’ il sindaco di Palermo Leoluca Orlando commentando la richiesta del leader del M5s Luigi Di Maio.

“Il mio candidato e’ e rimane Fabrizio Micari, siamo stati con lui a lungo. Stiamo facendo insieme la lista del presidente. Sto dando il mio contributo a questa lista per cercare di dare una svolta alla Regione. Credo che Fabrizio Micari sia per il suo stile di vita, per quello che e’, la vera discontinuita’ rispetto agli altri candidati”. Lo ha detto all’Italpress il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, a margine di No smog mobility. “Possiamo chiamarlo subito, in diretta, per averne conferma – ha aggiunto Orlando -. L’indicazione di Micari mi trova convinto piu’ che mai. Stasera peraltro avremo una cena elettorale. Non l’avrei organizzata se non fossi piu’ che convinto. Ci sono i nervosismi di chi e’ in lista e di chi non lo e’. Fibrillazioni fisiologiche che dobbiamo evitare che diventino patologiche”. Colpa della legge elettorale? “Conoscete una sola formazione politica e una sola competizione elettorale senza nervosismi prima della formazione delle liste? Ci sono anche nel movimento Cinquestelle, e vogliamo parlare di quelle del centrodestra?”, conclude Orlando.

Sembra quasi una barzelletta, una fake news. E invece no. E’ tutto vero. Leoluca Orlando Cascio dice di essere uno statista e che la Sicilia non e’ ancora pronta per un governatore del suo calibro. Sembra quasi di sentirle le pernacchie provenienti da ogni angolo della citta’ ricoperto di montagne di immondizia, dalle strade sventrate da lavori di cui non si ricorda la posa della prima pietra e dei quali nessuno osa chiedere la chiusura, dalle periferie-repubbliche autonome del degrado, dell’incuria e dell’abbandono. Palermo e’ una citta’ senza presente. Il futuro e’ stato offuscato dal fumo degli slogan vuoti e insignificanti di Leoluca, uno che non ha saputo neanche fare il sindaco, figuriamoci lo statista. Ma Palermo e’ disperata: chi non l’ha gia’ lasciata alla ricerca di un lavoro, si barcamena in lavori precari per ritardare la partenza e per questo non fa piu’ caso a chi la spara piu’ grossa. Una citta’ sostanzialmente indaffarata a sfamarsi non puo’ fare caso all’ennesima boutade di uno che ha costruito la propria carriera politica sul nulla, sull’effetto annuncio, sul culto di se stesso e sulla legittimazione di una corte dei miracoli e di un cerchio magico a dir poco raccapricciante.. Del resto, Leoluca Orlando e’ uno abituato a parlare a vanvera: non fu lui, professionista antimafia ante litteram, ad accusare Giovanni Falcone di non contrastare in modo adeguato la mafia? Perche’ Palermo e’ cosi: non ha memoria. Dimentica e continua a votare Leoluca Orlando. Continua a votare Leoluca Orlando e dimentica, senza piu’ neanche la forza e la verve per seppellire cotanto statista con una lunghissima, ispirata, meritata, melodiosa e liberatoria pernacchia. Alfonso Lo Sardo

Totò Cuffaro al neo sindaco Orlando ‘che continua ad accusarmi – come fece con Falcone – e a mistificare la realtà, dimostrando l’arroganza del vincitore’

‘Mi ero ripromesso di non polemizzare con Leoluca Orlando. Non l’ho fatto durante tutta la campagna elettorale nonostante le sue pesanti e cattive insinuazioni.
Oggi però, finita la competizione elettorale, il sindaco continua con le sue mistificanti esternazioni nei miei confronti, dimostrando l’arroganza di chi non sa vincere, e mi vedo costretto a fare qualche precisazione.
Nel cuore di ogni uomo c’è il desiderio del rispetto da parte dei suoi simili ed è proprio questo desiderio che rende l’uomo solidale, sincero e leale.
Nell’animo di tanti siciliani questo desiderio e’ ben presente e io mi auguro che di questo desiderio possa riempirsi l’animo di Leoluca Orlando. Constato oggi però, e mi dispiace, astio, ipocrisia e mistificazione. Pensavo infatti che Leoluca Orlando utilizzasse la bugia e la cultura del sospetto solo per scopi elettorali, per averne un vantaggio; non lo giustificavo, certo, ma mi sforzavo di capirlo.
Adesso che la campagna elettorale è finita e che ha vinto, fatico a comprendere perché utilizzi  ancora la bugia, gli insulti e le accuse infamanti. La virtù più grande di un leader è saper essere umile nella vittoria. Non e’ il caso di Orlando, leader nella mistificazione.
Nel 1991, partecipando alla famosa trasmissione su Libero Grassi nel corso della quale – lo ammetto – fui oltremodo focoso, difesi il mio partito e la mia storia di democristiano ma certamente non ho polemizzato nè tanto meno attaccai il giudice Giovanni Falcone che invece fu proprio Orlando ad accusare come e’ ormai notorio. Ma lui e i suoi fidi compagni del tempo mistificarono, facendo credere che fossi stato io ad attaccare Falcone. Ci sono volute alcune sentenze di tribunali, ai quali mi sono rivolto, per ristabilire la verita’. (Con una di queste e’ stato condannato per diffamazione l’onorevole Antonio Di Pietro). Oggi, con la desecretazione dei verbali della Commissione Antimafia, sono le stesse dichiarazioni di Giovanni Falcone che fanno chiarezza su chi già sin da allora aveva portato dentro il Comune gli interessi politici, economici e mafiosi di Ciancimino e dei suoi amici. Con Orlando sindaco, Ciancimino continuava a imperare nel sistema degli appalti. Però lui, Leoluca Orlando, ancora adesso, dopo venticinque anni continua a mistificare e a distorcere i fatti, strumentalizzando il mio nome e la mia storia per ‘mascariare’ Fabrizio e i tanti giovani che con le sue liste, con quelle di Forza Italia e di Cantiere popolare lo hanno sostenuto. Ma non c’è nulla da fare: ancora oggi Orlando urla e mistifica: ha forse qualche altra cosa da nascondere? Sono molto preoccupato della sua preoccupazione.
Può un sindaco e politico così onnipotente preoccuparsi di un insignificante ex detenuto e dei suoi pochi amici rimasti, lui che ha tra le sue liste la stragrande maggioranza dei “Cuffariani”, molti dei quali in posti di potere? Non serve che io ne ricordi i nomi, Orlando li sa bene e li sanno anche i tanti cittadini di Palermo che li hanno votati. E’ falso che io in questa tornata elettorale sia stato un regista occulto e uno stratega: ho soltanto ritenuto Fabrizio Ferrandelli l’uomo giusto per amministrare e rappresentare Palermo, con il suo entusiasmo, la sua voglia di fare, le sue idee, la sua umanità. Tutto qui. Mi sono limitato a indicarlo a qualche amico come un potenziale primo cittadino in grado di riscattare Palermo. Auguro al sindaco buon lavoro: pensi finalmente ad amministrare, cercando di superare i suoi trionfalismi vuoti e il suo stesso modo di essere e di apparire; lavori per portare serenità in questa città che gli ha ridato fiducia, e che ha bisogno di amore e non di odio. Palermo ha la gioia di sapere e la forza di sperare, ha voglia di sorridere ed ha il senso della vita, sa che le voci sono sospiri, sa stringere le mani e cogliere gli sguardi e sa volgere lo sguardo verso il cielo. Palermo vuole che nell’aria ci sia una dolcezza nuova.
Di cosa sono reo secondo Orlando? Di cosa, esattamente? Forse di non essermi schierato politicamente con lui? Forse di aver dato fiato alla mia passione per la politica? La smetta di considerarsi il bene assoluto e di rilasciare patenti di moralita’. Rispetti anche i palermitani che non la pensano come lui, a maggior ragione se si considera che e’ stato votato da una minoranza di cittadini. Ebbene,
la passione per la politica, quella feconda e non sterile, quella sincera e tra la gente mi ha indotto in quest’ultima competizione elettorale a prendere posizione, a viso aperto come ho sempre fatto, e nel contempo a dare una mano di aiuto agli amici candidati impegnati nella competizione elettorale, con tutti i limiti che mi sono imposti. Non so se ho fatto bene o male, non so quanta gente mi vuol bene. So che voglio bene alle persone: molti di loro hanno scelto di votare per Orlando, e io rispetto questa loro scelta. I deludenti risultati elettorali mi fanno capire che una cosa è essere voluto bene e un’altra è il consenso elettorale. Per quanto mi riguarda, mi dedico al mio nuovo e gratificante lavoro di agricoltore: saro’ lieto di inviarle alcune bottiglie del mio vino. Buon lavoro Signor Sindaco: lei è anche il mio sindaco e la rispetto. Anche io sono un cittadino di Palermo’. Rispetti anche me: ci provi, almeno. Gliene saro’ grato’. Toto’ Cuffaro

‘Le immagini diffuse con tanto clamore su un cittadino, palesemente un cittadino-bene piuttosto alticcio, che spara in aria quelli che sembrano colpi a salve, mostrano il comportamento stupido di un singolo fra 120 mila palermitani e turisti che hanno festeggiato in piazza e nelle strade della città’. Cosi ha commentano il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, la vicenda del giovane barista denunciato per procurato allarme la notte di Capodanno e ripreso mentre spara dei colpi con una pistola. ‘Alimentare paure – ha proseguito il primo cittadino – e fomentare diffidenza  sul lavoro svolto dalle forze dell’ordine non serve a nessuno, soprattutto quando gli agenti di quelle forze dell’ordine hanno permesso che ben tre piazze cittadine fossero vissute ed animate da una festa gioiosa e sicura. Agli agenti e a chi ne ha coordinato il lavoro, non posso che ribadire il mio ringraziamento e il mio apprezzamento’

L’elenco e’ cresciuto d’ora in ora: sono 254 i sindaci contrari alla riconferma degli attuali rappresentanti nell’ufficio di presidenza dell’Anci Sicilia, guidato da Leoluca Orlando. Tra questi c’e’ il primo cittadino di Catania, Enzo Bianco. Al presidente e al direttore dell’associazione dei comuni siciliani, i sindaci chiedono il rinvio dell’assemblea dell’Anci, in programma domani, con all’ordine del giorno la riconferma degli attuali organismi fino alle prossime amministrative, come proposto dal consiglio direttivo. Per i 254 firmatari “la proposta non e’ condivisibile ritenendo necessario procedere all’elezione dei nuovi organismi di rappresentanza degli enti locali siciliani”, per questo motivo “si ritiene opportuno fissare una nuova data dell’Assemblea per garantire la piu’ ampia partecipazione dei sindaci al voto”. La data indicata dai sindaci e’ quella del 16 settembre. Tra i firmatari, oltre a Bianco, ci sono i sindaci di Acireale, Balestrate, Bivona, Bronte, Caccamo, Campobello di Licata, Canicatti’, Campofranco, Capo d’Orlando, Carini. E ancora: Castelbuono, Castellammare del Golfo, Cefalu’, Comiso, Favignana, Galati Mamertino, Gangi, Giardini Naxos, Godrano, Letojanni, Marsala, Mazara del Vallo, Misilmeri, Misterbiano, Nicosia, Noto, Pantelleria, Patti, Petralia Soprana e Sottana, Pollina, Pozzallo, Ribera, Salemi, Siculiana, Taormina, Terrasini, Ustica, Valderice, Vittoria.