E’ terminata la lunga fase di stallo della politica spagnola. Dopo l’investitura concessa dal Parlamento, il leader del Partito popolare (Pp) Mariano Rajoy si appresta a giurare come presidente del governo. Giovedi’ presentera’ al Re Filippo VI la lista dei ministri e per venerdi’ e’ atteso il primo consiglio dei ministri. Il voto con cui Rajoy ha ottenuto il secondo mandato ponendo fine a una vacatio di oltre trecento giorni ha aperto diversi scenari politici nel paese. Il piu’ sensibile riguarda il destino del Partito socialista spagnolo (Psoe): l’astensione della maggioranza dei suoi parlamentari ha garantito a Rajoy la maggioranza semplice, utile a diventare capo del governo per la seconda volta – una costante da quando la Spagna e’ tornata alla democrazia – ma ha creato una frattura nelle stesse file socialiste. Il voto contrario espresso dai socialisti catalani (Partit dels Socialistes de Catalunya, Psc) sara’ oggetto di un confronto con la dirigenza centrale che potrebbe anche portare a rivedere il patto che da decenni lega le due entita’. Polemica anche la decisione dell’ex segretario Pedro Sa’nchez di non presentarsi al voto e di dimettersi da deputato. Contrario a un nuovo mandato di Rajoy, Sa’nchez ha detto di volersi ricandidare alla guida del partito disegnando una strategia piu’ vicina alle politiche del partito emergente Podemos. “E’ stato un errore definirli semplicemente populisti”, ha detto Sa’nchez in una dichiarazione rilanciata dai media locali. Per il quotidiano conservatore “El Mundo”, il nuovo esecutivo costretto a governare in minoranza, dovra’ essere molto piu’ attento alle questioni politiche rispetto al profilo economico che lo ha contraddistinto, garantendogli – unico tra i leader del Sud Europa – la conferma al potere dal dopo elezioni europee del 2014. Al tempo stesso si osserva che il partito di governo e’ tutto sommato uscito indenne dalla tempesta politica nata con l’avanzata dei nuovi partiti: Podemos a sinistra, e i riformisti di Ciudadans. Molte le segnalazioni inoltre per la decisione di Rajoy di non discutere con nessuno la formazione dell’esecutivo e tenere blindati i nomi della squadra fino a giovedi’: un impegno che sara’ mantenuto, assicurano i media locali, e che per questo agita le fila di un partito comunque alla ricerca di un cambio.