Matteo Renzi

Matteo Renzi non é tipo da recitare ruoli secondari. Sarà perché ha fatto il premier o perchè il suo Pd ha raggiunto, in una congiuntura politica particolarmente felice, il 40% dei consensi, ma oggi l’ex sindaco di Firenze non vuole più sostenere un governo, come quello di Giuseppe Conte, che non ha anima e respiro e che non sembra tagliato per il raggiungimento di traguardi importanti, né sul piano delle riforme né su quello di un rilancio dell’azione di governo. Le minacce che Italia Viva ha pronunciato all’indirizzo del governo non appaiono solo un tentativo di alzare il tiro per ottenere maggiori spazi. Hanno piuttosto tutta l’aria di essere una manovra per smarcarsi fuori tempo massimo dalle responsabilità di una coalizione di governo che non ha mai volato alto e che registra al proprio interno contraddizioni insanabili. Del resto, la convivenza di Renzi con il M5S era ed é qualcosa di innaturale. Certo, la formazione politica Italia Viva é data tra il 3 e il 4%, ma siamo sicuri che una sua permanenza in questo governo non la indebolirebbe ulteriormente?

E alla fine Renzi prese il coraggio a due mani – cosa che non gli è mai risultata difficile – e ha annunciato la sua fuoriuscita dal Pd che lo ha visto segretario e che gli ha consentito di ricoprire la carica di Premier. Ma si può parlare di un gesto di profonda ingratitudine? A nostro avviso, no. Renzi é un leader politico europeista, moderno, capace, naturalmente proiettato nel futuro, dalle grandi capacità comunicative. Cosa ci stava a fare il fiorentino Matteo nel partito di Zingaretti e di Zanda? Nulla di significativo. Non c’era alcuna prospettiva per lui che di sinistra e di ideologico non ha mai avuto nulla. L’augurio che in molti si fanno è che possa dare vita ad una formazione di Centro, di ispirazione liberale e riformista, che dia voce e rappresentanza a tutto quell’elettorato che non vuole morire leghista o grillino e che confida nelle istituzioni democratiche, che crede nella Costituzione e nell’Unione europea, nelle eccellenze che l’Italia rappresenta, nella possibilità per il nostro Paese di ritornare sulla ribalta internazionale con il rispetto e la considerazione che merita. Saprà Renzi offrire una opportunità a questo elettorato moderato, stanco degli insulti e delle smargiassate sui social media, delle incompetenze esibite come medaglie al merito? Saprà Renzi costruire un partito plurale e libero da oligarchie di corto respiro? Riuscirà a dare al Mezzogiorno una reale possibilità di crescita e di sviluppo in un contesto di responsabilizzazione delle sue energie migliori? Potranno, i sostenitori di questa formazione politica, riconoscersi nel programma e nei valori costitutivi? Se davvero Renzi riuscirà in questa operazione che non è solo politica ma culturale e di rifondazione democratica, allora avrà successo. In caso contrario, si tratterà dell’ennesimo partitino che vuole dire la propria sulle nomine e sugli equilibri di Palazzo anziché volare alto per restituire autorevolezza e credibilità alla politica nazionale.

 

“Oggi nel Pd siamo fermi. Non c’è né strategia né tattica. L’unica cosa che la direzione ha deciso è di stare all’opposizione ed è diventato il Vangelo. In tanti anni di politica non avevo mai visto nulla di simile. Il Partito Comunista era democratico, c’era una discussione. Renzi sa ripetere continuamente come un mantra ‘stare all’opposizione’ ma non è un ragionamento politico”. Lo ha dichiarato l’ex senatore del Pd, Ugo Sposetti, ai microfoni di ‘6 su Radio 1’. “Io – ha aggiunto – farei iniziative politiche, perché è un suicidio che il secondo partito politico non abbia rappresentanza adeguata nei ruoli istituzionali. Ma ho fiducia nella saggezza e nella volontà di dare un governo al Paese da parte di forze sociali, economiche”. Sposetti ha qualcosa da dire anche sul criterio adottato per la scelta delle candidature: “Contesto come sono state decise le candidature, non c’è stato un metodo. Ha deciso Renzi e qualche suo amichetto o amichetta. La questione delle donne è scandalosa, non c’è stata alcuna ribellione delle nostre donne. Se candido in 6 posti diversi 5 o 6 donne, significa che candido 30 donne in meno. Non se ne è discusso nemmeno dopo il voto”.

“Renzi è stato straordinario nel resuscitare politicamente Berlusconi. Penso che ormai neanche più il leader di Forza Italia credeva di doversi ricandidare, poi è arrivato questo genio della politica che si chiama Matteo Renzi che è stato capace di far tornare in pista Berlusconi, con il rischio che il centrodestra arrivi a sfiorare la maggioranza assoluta”. Questo il commento ironico del sindaco di Napoli Luigi de Magistris nel corso di un’intervista a Mattina 9, in onda sull’emittente Canale 9 – 7 Gold.“Il dato che emerge già oggi – ha concluso il Sindaco – è che il Rosatellum non funziona e che il 4 marzo non avremo una maggioranza stabile”. (immagine trasmissione televisiva Ballarò, nella foto Luigi De Magistris)

“Ha vinto la destra. Come accade sempre, da decenni, in Sicilia”. Lo scrive il segretario del Pd Matteo Renzi nell’enews. E continua: “E come molti immaginavano da mesi. Ha vinto Musumeci che per questa campagna elettorale ha fatto pace col suo avversario storico, Micciche’. La volta scorsa i due stavano in liste contrapposte e hanno fatto il 44%. Oggi stavano insieme e hanno fatto il 40%. Hanno vinto loro, tanto di cappello. Punto. Buon lavoro al nuovo Presidente Nello Musumeci. Non condivido una virgola della sua storia e del suo curriculum. Ma ha vinto, ha vinto nettamente e gli faccio i migliori auguri perche’ riesca a governare bene la Sicilia”.

“Avevo chiesto il confronto con Renzi qualche giorno fa quando lui era il candidato premier di quella parte politica. Il terremoto del voto in Sicilia ha completamente cambiato questa prospettiva. Mi confronterò con la persona che sarà indicata come candidato premier da quel partito o quella coalizione”. E’ quanto scrive il candidato premier del M5s Luigi Di Maio sul blog di Beppe Grillo.
“Sono ancora in Sicilia, qui anche oggi splende il sole e vorrei fare alcune considerazioni sulle due votazioni di ieri – continua il vicepresidente della Camera – Ad Ostia ci siamo confermati la prima forza politica con il 30%. In Sicilia abbiamo quasi triplicato il Pd e doppiato Forza Italia. Sono insieme a Giancarlo e stiamo seguendo lo spoglio: il risultato sarà incerto fino all’ultimo seggio scrutinato. Possiamo farcela, ma lo sapremo solo alla chiusura dei seggi”.
In ogni caso, sottolinea Di Maio, “da domani sono al lavoro per portare il Movimento 5 Stelle tra quattro mesi davanti al presidente della Repubblica per ricevere l’incarico di governo. Questo fine settimana vado a Washington per incontri al Congresso e al Dipartimento di Stato. Siate orgogliosi di quello che abbiamo fatto. Siamo il primo Movimento d’Europa e se alle regionali e alle comunali abbiamo oltre il 30% possiamo arrivare ben oltre alle politiche”.

“Sembrava che Renzi fosse un leader che ci potesse accompagnare a fare un passo in più” Deluso? “Mah, non lo so, stiamo a vedere cosa farà”. Lo ha detto Gianni Morandi durante il faccia a faccia di Giovanni Minoli su La7. “L’italia ha perso molte di quelle speranze che avevamo negli anni ’60. Oggi è molto disordinata , non è compatta e non conosciamo più il senso del collettivo: ognuno ha sempre la propria squadra, ognuno ha sempre la propria idea di politica e ognuno vuol fare un partito”, ha aggiunto il cantante emiliano.

“Sto rientrando da una bellissima iniziativa a Chicago, voluta da Barack Obama per coinvolgere e motivare una nuova generazione di donne e uomini che si impegnino nella cosa pubblica. Contro l’egoismo, contro la superficialita’, contro la solitudine del cittadino globale la Fondazione Obama lavora per creare una rete mondiale di ragazze e ragazzi che si impegnino, che si mettano in gioco. Ricordate? Obama ne parlo’ a Milano. Mi sembra un progetto bellissimo per umanizzare la globalizzazione e per essere cittadini, non solo numeri o carne per algoritmi”. Lo scrive il leader del Pd Matteo Renzi nella sua e-News. “A Chicago abbiamo affrontato molti temi, dall’ambiente, alle fake news; dalla forza di quello che in Italia chiamiamo terzo settore fino alla ricerca e alla scienza. Ho approfittato del primo summit della Fondazione Obama per incontrare, insieme alla bravissima Anna Grassellino, giovane scienziata siciliana che oggi lavora al FermiLab ed e’ responsabile del dipartimento Italiani all’estero del PD, i ricercatori italiani e per parlare in una delle piu’ prestigiose scuole di Business al mondo, la Kellogg della Nortwestern University – prosegue -. Tanto per cambiare sono stato criticato dai nostri oppositori storici, Salvini e Cinque Stelle. La morale e’ semplice: nessun Paese puo’ farcela da solo. Dobbiamo costruire una classe dirigente capace di affrontare insieme le sfide globali. Partecipare a questi eventi costa fatica e tempo, ma non e’ tempo perso: stiamo seminando per la prossima generazione di leader. E un politico serio deve pensare anche alle prossime generazioni, non solo alle prossime elezioni”.

“Ora che la polemica sul rinnovo del Governatore si e’ placata, spero sia finalmente chiaro a tutti il senso della posizione del Pd sulle banche. Perche’ noi su questa partita facciamo sul serio, senza incertezze, fino in fondo. Non accetteremo che la verita’ su questa pagina sia scritta dalle fake news”. Così su Facebook Matteo Renzi, segretario del partito democratico.
“Noi diciamo che troppe cose non hanno funzionato, e gia’ ieri, nell’audizione di Banca d’Italia e Consob a proposito delle banche popolari venete, e’ emerso con chiarezza – almeno nella parte della discussione pubblica – che il sistema tecnico di vigilanza e controlli non sempre e’ stato all’altezza”, aggiunge. “Il nostro Pd non ha scheletri nell’armadio: siamo talmente liberi che vogliamo la verita’. Solo la verita’. E la vogliamo per rispetto di chi ha perso il lavoro per la mancanza di credito”. Continua il segretario dem in uno dei passaggi del suo post: “Chi ha sbagliato, paghi: non e’ populismo, e’ giustizia. Sono certo che i lavori di questa Commissione di Inchiesta saranno molto utili. Per il passato e per il futuro”.

Piazza Pulita su La 7 e Porta a Porta su La Rai. Dopo la richiesta di confronto tv da parte del candidato leader M5s, Luigi Di Maio, con il segretario del Pd, Matteo Renzi, le due redazioni si sono gia’ fatte avanti per ospitare il possibile faccia a faccia tra i due leader.