Meloni

Il centrodestra riparte da Arcore. Con Silvio Berlusconi, in oltre quattro ore di riunione, Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno trovato un accordo sulle priorità del programma, in attesa di discutere dei collegi nei prossimi giorni: flat tax, meno vincoli europei, controllo dell’immigrazione e cancellazione della legge Fornero sulle pensioni. E hanno dato il via libera alla quarta gamba della coalizione, pur vincolando le candidature a nomi graditi a tutti e tre i leader di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia.
Ma sul tavolo di Arcore si è aperto anche il caso di Roberto Maroni, che sembra pronto ad annunciare la rinuncia alla ricandidatura come presidente della Regione Lombardia, per “motivi personali”. Motivi non spiegati finora, anche se nelle scorse ore erano circolate ipotesi su un suo futuro ruolo a Roma, magari premier di mediazione in un governo di centrodestra. Voci che non sono piaciute a Salvini, che si considera l’unico leghista in corsa per Palazzo Chigi.
Maroni chiarirà oggi se intende proseguire in Lombardia, tornare a Roma (lo ha sempre escluso) o fare addirittura una scelta di vita diversa. Magari per tenersi libere le mani in un secondo momento.
Intanto gli alleati si preparano a un’alternativa per il 4 marzo, visto che finora la Lombardia era l’ultimo dei problemi. La Lega punta sull’ex sindaco di Varese, Attilio Fontana, dato per favorito.
In Forza Italia si è fatto il nome di bandiera dell’ex ministro Mariastella Gelmini.
Quando Berlusconi, sulla soglia di Villa San Martino, ha salutato con ampi gesti della mano i due giovani alleati, i contorni dell’alleanza che si presenterà alle elezioni Politiche del 4 marzo erano già comunque più chiari, dopo settimane di messaggi a distanza. Fra gli impegni messi nero su bianco in un comunicato congiunto, i tre leader di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia hanno anche elencato: meno tasse, meno burocrazia, più sicurezza per tutti, riforma della giustizia e giusto processo, realizzazione della flat tax, difesa delle aziende italiane e del Made in Italy, imponente piano di sostegno alla natalità, adeguamento delle pensioni minime a mille euro, codice di difesa dei diritti delle donne e revisione del sistema istituzionale in senso federale e presidenzialista. Prima del vertice, a dispetto della sintonia mostrata alla fine, Berlusconi e Salvini si erano sfidati a colpi di simbolo. Ok alla cosiddetta quarta gamba, ossia l’asse Noi con l’Italia e UDC.

“Il numero delle candidature di ciascun partito della coalizione, anche quelle del nord, verra’ stabilito sulla base dei sondaggi prima della fondazione delle liste e per quanto riguarda il candidato del singolo collegio si scegliera’ il candidato migliore”. Cosi’ Silvio Berlusconi nel nuovo libro di Bruno Vespa ‘Soli al comando’ in uscita venerdi’ 3 novembre da Mondadori Rai Eri. Salvini e’ un goleador, insinua Vespa, ma vuole fare l’allenatore al suo posto: “Per sua natura Salvini e’ un goleador, come la Meloni che vedo bene giocare all’ala. Berlusconi e’ il regista se sta in campo e l’allenatore se sta fuori. Chi prendera’ piu’ voti sara’ l’allenatore”.

“C’è un problema, perché queste dichiarazioni sono negative, sbagliate e molto pesanti. E siccome il referendum è una cosa importante sia sul piano politico sia sul piano istituzionale mi riservo di valutare queste dichiarazioni sul piano della lealtà dell’alleanza di governo. Non posso far finta di niente”. Così a margine di un incontro sul referendum per l’autonomia il presidente della Regione Roberto Maroni ha commentato le dichiarazioni della leader di FdI Giorgia Meloni che ha affermato che se fosse in Lombardia o Veneto non andrebbe a votare per le consultazione del 22 ottobre nelle due Regioni, definendole “propagandistiche”. “Fdi ha sostenuto lealmente e sostiene il referendum in Lombardia -ha aggiunto il governatore – devo valutare se c’è qualcosa da fare, come penso, sul piano delle alleanze anche in Regione Lombardia”.

“Voglio rispondere all’appello all’unità con Alfano che Berlusconi mi lancia dalle pagine de ‘il Mattino’. Sono d’accordo sul fatto che occorra costruire un centrodestra capace di rappresentare lo scontento e il cambiamento. Ma considero impossibile farlo insieme a chi governa la Sicilia insieme a Crocetta e l’Italia insieme a Renzi. Per come la vedo io, è questo il teatrino della politica che nausea gli elettori, non certo chi chiede serietà e coerenza”. Lo dichiara Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia.

“Siamo stati imprescindibili per il centrodestra”. Giorgia Meloni, dal Corriere della Sera, manda un messaggio preciso a Silvio Berlusconi: “E’ finita la ricreazione”. “Hanno avuto ragione quelli, come me e Toti, che invece di fare polemiche hanno lavorato per l’unione del centrodestra”, rivendica la leader di Fratelli d’Italia. “Con candidati credibili e idee chiare non c’e’ partita”, assicura. “Non si fanno piu’ inciuci. Ora basta ammiccare a Renzi o a Grillo, che sono due facce della stessa sinistra. Gli italiani hanno punito chi ha inciuciato con Renzi – avverte ancora Meloni – anche Tosi, che pure da sindaco di Verona era molto amato”.

La vittoria di Emmanuel Macron alle presidenziali francesi è stata salutata con grande speranza da Gentiloni, Alfano e Renzi, tra i primi a commentare il voto francese sui social network. Salvini e Meloni hanno ringraziato Marine Le Pen. “Evviva Macron presidente. Una speranza si aggira per l’Europa”, ha scritto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni su Twitter. “Emmnuael Macron ha vinto. Brinda la Francia e chi crede nell’Europa, nel libero mercato, nella solidarietà. Lo aspettiamo a Taormina al #G7”, questo il commento del ministro degli esteri Angelino Alfano. “La vittoria di Macron scrive una straordinaria pagina di speranza per la Francia e per l’Europa”, ha scritto su Twitter il del segretario del Pd Matteo Renzi. “Grazie Marine Le Pen, chi lotta non perde mai”, così su Facebook il segretario della Lega, Matteo Salvini. Per Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, “ha vinto la paura” ma “il 36% di Marine Le Pen resta un dato straordinario, e sarà la base sulla quale nascerà il nuovo movimento sovranista francese”.

“Stiamo lavorando per presentarci alle prossime elezioni politiche con una proposta di governo fatta negli interessi degli italiani. Una proposta che dica che l’interesse nazionale italiano, i diritti degli italiani, il Made in Italy e la nostra identita’ vengono prima di tutto e che c’e’ una politica che vuole rappresentare tutto questo. Chiaramente si puo’ fare con contenuti e posizioni chiare su temi come la difesa dei confini, dei lavoratori, della famiglia e la lotta alla poverta’. Si puo’ fare con quella che io ho chiamato una ‘clausola anti inciucio’ con cui chiediamo a chi sta in questa meta’ campo di impegnarsi a non fare mai accordi con l’altra parte cosi’ da non dover piu’ vedere governi tenuti in piedi dai voti dei voltagabbana. E si puo’ selezionando il porta bandiera e la classe dirigente con elezioni primarie per dare agli italiani la possibilita’ di decidere: se si vuole presentare una proposta politica fondata sulla sovranita’ bisogna partire delle sovranita’ delle cose semplici”. E’ quanto ha detto nel corso del Tg1 mattina il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “Fratelli d’Italia ha presentato una proposta di modifica della legge elettorale nella quale ci sono le primarie per legge, ovvero quello che ha chiesto Berlusconi: ha spesso detto che che le primarie normate per legge vanno bene per evitare i rischi dei brogli e io sono d’accordo. Per questo abbiamo fatto una proposta che prevede anche le primarie e adesso spero che gli altri partiti del centrodestra dicano quello che vogliono fare e magari ci diano una mano ad approvare una norma di questo tipo”, ha spiegato Meloni.

“La sinistra italiana è scandalizzata dall’ipotesi di Trump di ‘utilizzare 100 mila soldati contro l’immigrazione clandestina’. Beh certo, da noi credono sia normale utilizzare la Marina militare per favorire gli scafisti e lo sbarco dei clandestini. ‘Che vergogna utilizzare l’esercito per controllare i propri confini e contrastare l’immigrazione illegale’! Cari signori della sinistra, sappiate che se andremo al governo della Nazione è esattamente quello che faremo”. Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

Sale di un punto, in una settimana, la fiducia in Matteo Renzi (32%), e nel governo (30%). Lo dice l’Istituto Ixe’, che ha fatto un sondaggio illustrato oggi ad Agora’ (Raitre). Tra i leader politici, al comando c’e’ sempre il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ottiene piena fiducia dal 53% degli italiani. – FIDUCIA NEI LEADER: MATTARELLA 53% (+3%) RENZI 32% (+1%) MELONI 22% (+1%) GRILLO 21% (+1%) DI MAIO 18% (+1%) SALVINI 17% PARISI 13%  (-1%) BERLUSCONI 13% ALFANO 10% (+1%) ZANETTI 10% (+1%). Per quanto riguarda i partiti, il Pd in testa. Guadagna il Pd e perde (lievemente) il M5S nelle intenzioni di voto dell’Istituto Ixe’. Il partito guidato da Matteo Renzi, in una settimana, passa dal 33,1% al 33,4% (+0,3%), mentre il M5S scende dello 0,2%, fermandosi al 29,1%. La Lega Nord cala di mezzo punto (13,4%). Scende anche Forza Italia, che passa dal 9,6% al 9,5%. INTENZIONI DI VOTO 4 novembre: PD 33,4%, M5S 29,1%, LEGA 13,4%, FI 9,5%  SIN.IT. 3,7% , FDI 3,2% , AP(NCD+UDC) 2,4% VERDI 0,9% 1,0% -0,1% PRC 0,6%, SC 0,3%. Referendum,affluenza al 58%.”No” in vantaggio. Sale al 58% (+2%) l’ipotesi di affluenza alle urne, in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre, mentre si riduce a un punto la forbice tra “Si'” e “No”, a vantaggio di chi e’ contro la riforma voluta dal governo (39% a 38%. Una settimana fa la situazione era 40% a 37% per il “No”). Gli elettori del Pd rimangono fortemente propensi a votare “Si'” (73%), quelli M5S e Lega Nord a votare “No” (69% e 60%). – ANDRA’ A VOTARE AL REFERENDUM COSTITUZIONALE? SI’ 58%, NO 30%, NON SA 12% COME VOTERA’ AL REFERENDUM COSTITUZIONALE? (tra chi andra’ a votare) SI’ 38%, NO 39%, NON SA 23% 23%

Il centrodestra pensa al rilancio politico. Il percorso lo spiega Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia in una intervista a Libero dopo aver partecipato al vertice di Arcore con Silvio Berlusconi per Forza Italia e Matteo Salvini, leader della Lega. “Ci siamo nuovamente seduti al tavolo insieme – dice Meloni – Ma ciò non significa che ci pentiamo delle scelte prese negli ultimi mesi. Anzi le rivendichiamo”. E aggiunge: “Noi siamo rimasti fedeli alla nostra linea. Anche alle ultime elezioni amministrative. Il risultato di Roma ha dimostrato che questo è il modello di centrodestra che ha più successo tra i cittadini”. E sull’atteggiamento nei confronti del governo Renzi: “Noi non abbiamo mai avuto dubbi”, mentre “Forza Italia, invece, negli anni, è stata più ondivaga. E anche recentemente ho letto dichiarazioni, come quelle di Stefano Parisi, che sembravano alimentare dubbi su cosa fare il giorno dopo, nel caso in cui Renzi perdesse il referendum”. Sulla consultazione popolare riguardo alla riforma costituzionale spiega la leader di Fratelli d’Italia: “Inutile negare che il referendum può essere anche un’occasione per liberarci di questo governo di burattini. Dobbiamo dare messaggi chiari al nostro elettorato se vogliamo motivarlo ad andare a votare no. E su questo punto, il vertice di mercoledì ha fatto chiarezza”. Le priorità del programma da scrivere dopo l’incontro di Arcore sono: “Tasse, sicurezza, immigrazione, famiglia”. Meloni rivendica “di aver ottenuto l’inserimento di alcune nostre battaglie storiche, come il tetto alle tasse in Costituzione e il diritto per i cittadini di esprimersi sulla ratifica dei trattati internazionali, compresi quelli sulla nostra presenza nell’Ue”. E poi sull’Italicum: “Avremo una linea comune sulla legge elettorale, fissando un punto: nessuno si presterà a governi di inciucio che non siano frutto del consenso popolare quando Renzi perderà il referendum”. (immagine Fabio Cimaglia/LaPresse)