Messico

Durante i saluti ai fedeli di lingua spagnola, nell’udienza del mercoledi’, in piazza San Pietro, il Papa ha citato il “terribile terremoto” del Messico, che “ha provocato numerose vittime e danni”. “In questo momento di dolore – ha proseguito Francesco durante l’udienza di stamani – voglio esprimere la mia vicinanza e preghiera a tutta la cara popolazione messicana”. Il Papa si e’ poi associato al dolore dei familiari delle vittime e ha espresso il suo ringraziamento “ai soccorritori” e a quanti sono vicini ai feriti e a chi ha subito dei danni. Infine, Francesco ha affidato alla protezione della Madonna di Guadalupe “la carissima nazione messicana”.

La costruzione dei muri “non risolve il problema della migrazione illegale”: lo ha sottolineato la cancelliere tedesca Angela Merkel, in visita in Messico. “Bisogna combattere le cause che motivano le persone a lasciare il proprio Paese, e’ necessario aiutare, dare prospettive di una vita migliore, parlare con i governi” che affrontano il tema delle migrazioni, ha detto la cancelliera durante una visita in un museo, dopo aver incontrato il presidente Enrique Pena Nieto, con il quale ha firmato una serie di accordi. Merkel ha inoltre sottolineato l’importanza della “lotta al crimine organizzato e al narcotraffico”. Cosi’ come ha fatto anche in Argentina riferendosi alle trattative tra l’Ue e il Mercosur, Merkel ha detto che punta ad un aggiornamento dell’accordo tra Bruxelles e il Messico.

Detto, fatto. Non pecca certo di coerenza il magnate presidente Usa. Donald Trump ha minacciato il presidente messicano Enrique Pena Nieto di inviare le truppe americane se il suo governo non fermerà quelli che ha definito i ‘bad hombres’. E’ quanto emerge da una trascrizione – ottenuta dalla Associated Press – della telefonata tra i due leader venerdi’ scorso, all’indomani del decreto della Casa Bianca per la costruzione del muro tra gli Usa e il Messico. “Avete un sacco di ‘bad hombres’ (persone cattive) laggiù”, avrebbe detto Trump, aggiungendo: “Non state facendo abbastanza per fermarli. Penso che i vostri soldati abbiano paura. I nostri no, potrei inviarli laggiu'”. Dalla Casa Bianca nessun commento. Il ministero degli Esteri messicano ha smentito il contenuto della telefonata: “Assoluta falsità”, Trump e Pena Nieto “sono giunti all’accordo di continuare a lavorare e che gli staff dei due paesi continueranno ad incontrarsi per giungere ad un’intesa positiva”.  Non solo il presidente messicano Enrique Pena Nieto. Donald Trump – secondo quanto il Washington Post – ha ‘strapazzato’ al telefono anche l’alleato australiano Malcolm Turnbull, accusandolo di voler esportare negli Stati Uniti terroristi, come gli attentatori della maratona di Boston. Secondo il racconto fatto al Post da una fonte dell’amministrazione, Trump ha reagito alla posizione di Turnbull che ha chiesto alla Casa Bianca di rispettare l’accordo secondo cui gli Usa dovrebbero accogliere 1.250 rifugiati al momento nelle carceri australiane. “E’ la peggiore intesa di sempre”, avrebbe tagliato corto Trump, definendo la telefonata col premier australiano “di gran lunga la peggiore della giornata”, e troncandola bruscamente dopo 25 minuti sui 60 previsti.

Joaquin ‘El Chapo’ Guzman, ex signore della droga messicano, è stato estradato verso gli Usa dove deve rispondere di accuse legate al narcotraffico. Il boss della droga è arrivato a New York. L’aereo con a bordo El Chapo è atterrato in un aeroporto di periferia, dove lo aspettava una colonna di suv per portarlo via. Passerà la notte in una prigione di New York, prima della comparizione in un tribunale federale di Brooklyn. L’ex boss dei narcos si è reso protagonista di due arresti e altrettante fughe avventurose, fino a quando non è stato preso per la terza volta.

General Motors costruisca i suoi veicoli negli Stati Uniti altrimenti dovra’ pagare tariffe doganali molto pesanti. Questa la minaccia del presidente eletto Usa, Donald Trump, al colosso statunitense dell’auto. “General Motors sta inviando il modello Chevy Cruze prodotto in Messico ai concessionari Usa senza pagare tariffe – scrive Trump su Twitter – Produca negli Stati Uniti o paghi una forte tassa doganale!”, aggiunge. Dopo il tweet del futuro inquilino della Casa Bianca, Gm ha diffuso una nota in cui si legge che solo un “piccolo numero di auto” modello Chevy Cruze e’ prodotto in Messico e venduto negli Stati Uniti. “Tutte le Chevrolet Cruze vendute negli Usa sono costruite nell’impianto di assemblaggio di Lordtown, Ohio”, sostiene Gm. In passato Trump aveva accusato anche Ford di produrre auto in Messico per il mercato americano e di aver licenziato migliaia di lavoratori statunitensi per delocalizzare la sua produzione in Messico.
La Ford intanto informa di avere cancellato un investimento da 1.600 milioni di dollari destinati alla località messicana di San Luis de Potosí, dove aveva previsto di costruire un nuovo stabilimento per l’assemblaggio dei veicoli. In una nota la compagnia automobilistica statunitense ha fatto anche sapere che produrrà la nuova generazione del modello Focus nello stabilimento messicano di Hermosillo “per migliorare la redditività della compagnia” e che investirà 700 milioni di dollari nella fabbrica statunitense di Flat Rock, in Michigan, dichiarando di non avere subito pressioni dalla Casa Bianca in tal senso.

Il presidente messicano Enrique Pena Nieto ha detto di voler “promuovere il dialogo” intorno ad una “nuova agenda” con il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, che ha promesso un inasprimento delle misure protezionistiche per proteggere i posti di lavoro negli Stati Uniti. “Di fronte alle dichiarazioni del presidente eletto Trump, quello che è certo è che siamo in una fase in cui vogliamo favorire il dialogo per costruire un nuovo ordine del giorno”, ha detto Pena Nieto al vertice annuale della cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec).