Pino Pisicchio

“Si sta addensando un’enfasi eccessiva sul referendum consultivo di domenica. Forse è il caso di ricordare un po’ a tutti che non siamo di fronte ad un nuovo caso Catalogna, ma ad un efficace momento di comunicazione politica che sta funzionando con la collaborazione attiva dei media e anche delle forze politiche che non hanno sostenuto il referendum. Era scontato l’esito perché il quesito politico conteneva già la risposta: “volete che le risorse provenienti dalle vostre tasse restino a casa vostra o accettate che ne possano disporre anche al sud?”. Il rapporto Regioni/Stato va ridiscusso, certo, così come non va sottovalutato il ‘sentiment’ del popolo veneto e lombardo. Ma senza dimenticare che la regola del gioco è fissata dalla Costituzione che impone principi come la solidarietà e la progressività del sistema tributario. Dunque un po’ di sobrietà da parte di tutti non guasterebbe”. Lo afferma il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio.

“Ci sara’ un motivo per cui la Costituzione, all’art. 75 che detta i principi sul referendum esclude le leggi tributarie: e’ evidente che, se un cittadino viene chiamato ad esprimersi sulle tasse, dichiarera’ che non le vuole. Era scontato che sarebbe andato cosi’ col referendum consultivo Lombardo-Veneto, un magnifico spottone elettorale che ha visto protagonisti i due testimonial piu’ “istituzionali”, Maroni e Zaia, di cui poteva disporre la Lega. Il quesito politico era equivalente: “volete che le risorse provenienti dalle vostre tasse restino a casa vostra o accettate che ne possano disporre anche al sud?”. Il rapporto Regioni/Stato centrale va ridiscusso, certo, cosi’ come non va sottovalutato il “sentiment” del popolo veneto e lombardo. Ma senza dimenticare che la regola del gioco e’ fissata dalla Costituzione che impone principi come la solidarieta’ e la progressivita’ del sistema tributario. Il che vuol dire che chi piu’ ha piu’ paga per sovvenire anche chi non ha”. Lo afferma il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio.

“C’e’ un clima politico sospeso: le elezioni sono a pochi mesi ma gli attori principali si comportano come se l’evento fosse a loro estraneo. Eppure sul fronte dell’offerta politica sarebbe necessario chiarire quali sono le proposte e le culture che le sostengono. Abbiamo un gran bisogno, per esempio, della proposta di un centro riformista capace di interloquire fecondamente con il Pd. Il sentiment profondo del paese e’ centrista: non rendersene conto e’ un errore”. Lo afferma il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio.

“Capisco che in questa stagione politica che misura con i tweet la sua profondita’ di pensiero e’ difficile guardare oltre gli obiettivi immediati, ma non occorre essere degli statisti per capire che, se andassimo a votare con una legge elettorale raffazzonata o, peggio ancora, senza riforma, non solo avremmo la certezza dell’ingovernabilita’, ma anche quella di un nuovo parlamento cosi’ frammentato e conflittuale da non essere piu’ capace di fare un nuovo sistema elettorale. Dunque o adesso o mai piu’: se il parlamento perde questa occasione per fare la sua legge, prepariamoci ad una deriva di tipo weimariano”. Lo afferma il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio.

“Il Parlamento ha il dovere, il tempo, la determinazione politica per disegnare una legge elettorale capace di garantire rappresentanza e governabilità. Se rinunciasse a farlo devolvendo al governo un intervento di piccolo maquillage delle due sentenze della Corte, dichiarerebbe il suo fallimento. Sarebbe un corto circuito istituzionale intollerabile”. Lo afferma il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio. “Sono convinto che, al di là del chiacchiericcio molesto che circonda da mesi la questione della riforma elettorale, spesso alimentato ad arte da chi ha interesse a non cambiare niente, esista ancora la possibilità di scrivere una legge elettorale decente in tempo utile”, conclude il parlamentare.

“Le forze politiche, i gruppi sociali, il mondo dell’associazionismo e tutti i soggetti che si ritrovano nella sensibilità centrista e riformista, rischiano l’irrilevanza e la marginalità se non riprendono a ragionare insieme. Occorre farlo da subito, nel Parlamento e nella società italiana, nella consapevolezza che solo un nuovo protagonismo delle forze del riformismo centrista può evitare la balcanizzazione del paese che si può intravedere per il prossimo futuro se resteranno in piedi blocchi contrapposti in collisione perpetua”. Lo afferma il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio.

“L’ agenda politica di inizio anno è densa e vede al primo posto le difficoltà delle famiglie e le emergenze legate al terrorismo. Sarebbe un buon segnale per la politica riuscire a condividere azioni positive per far fronte ai drammi sociali che coinvolgono strati sempre più vasti di popolazione, come ricordano mestamente i dati dall’Istat sulla povertà in Italia. Così come sarebbe necessario concordare le misure necessarie ad affrontare i flussi migratori, rispondendo a criteri di rigore senza dimenticare la solidarietà umana. È troppo chiedere alla politica di alzare il livello del dibattito, mettendo da parte il pregiudiziale antagonismo, agitato quasi fossimo già in campagna elettorale?”. Lo afferma il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio.

“Paolo Gentiloni dara’ vita a un governo vero”. Pino Pisicchio, capogruppo del gruppo Misto alla Camera, al termine delle consultazioni del presidente del Consiglio incaricato, ha affermato che “l’attivita’ del governo non puo’ essere contemplata in una dimensione che tolleri aggettivi: non esiste un governo a termine o di scopo. Secondo la nostra costituzione esiste solo il governo”. Pisicchio, accompagnato da Massimo Artini, ha a apprezzato le parole “di grande responsabilita’ e di grande attenzione”, del premier incaricato, che “ha mostrato sensibilita’ per i diversi temi anche sociali che abbiamo rappresentato, in particolare per quanto riguarda il Sud”. “Noi – ha detto Pisicchio – abbiamo ribadito la necessita’ di ristabilire un clima di civilta’ politica. Ed abbiamo ricordato la necessita’ di porre mano a due leggi elettorali, ma anche al conflitto di interessi, che ha fatto meta’ strada, e ora rimane da fare il lavoro al Senato. C’e’ la necessita’ di porre mano alla questione sociale e da risolvere il problema delle banche”. Artini, rappresentante di Alternativa libera e possibile ha confermato il suo No alla fiducia al governo, ma si e’ detto confortato dalle parole di Gentiloni sulla possibilita’ di riaprire a temi che dovevano diventare oggetto di emendamenti alla legge di bilancio e che la crisi ha di fatto congelato.

Operazione verita’ sui conti della Rai e soprattutto sui compensi, degli interni e degli esterni. I tempi sono maturi perche’ a viale Mazzini si imponga la trasparenza. “Bene la disclosure degli stipendi Rai. Ma leggiamo solo degli interni. Vorremmo sapere qualcosa di più di tutti i contratti con gli esterni, ben più elevati dei dipendenti Rai”. Lo afferma il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio.

“La Rai predisponga un contenitore in cui esperti di diritto costituzionale spieghino alla pubblica opinione le ragioni del si e le ragioni del no. Gli italiani hanno bisogno di comprendere quale sia la posta in gioco: i politici tendono a introdurre elementi di conflitto pregiudiziale. Diventa necessario, dunque, togliere le sovrastrutture della propaganda politica e far si’ che l’opinione si formi liberamente sul merito. Il servizio pubblico puo’ aiutare a raggiungere questo fondamentale obiettivo”. Lo ha detto il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio intervenendo in commissione di vigilanza.