razzismo

Gli ultimi episodi di violenza e di razzismo verificatisi in occasione della partita di calcio di serie A Inter-Napoli, con l’uccisione di un tifoso della squadra milanese, investito da un Suv a poca distanza dallo stadio, e con i cori razzisti all’indirizzo del giocatore di colore del Napoli, Kalidou Koulibaly, ci dicono, in modo chiaro e netto, che il problema annoso della violenza dentro e fuori gli stadi non é stato mai risolto, nonostante i provvedimenti adottati dalla Federazione italiana gioco calcio e gli interventi legislativi, unitamente all’attività di repressione da parte delle forze dell’ordine. Nonostante tutti questi sforzi, si continua ad assistere a scene di guerra tra gruppi antagonisti di tifosi, all’uso di armi di ogni genere, al lancio di molotov, sassi, e al sequestro di coltelli. La celebrazione di una partita di calcio é ormai sempre più spesso equiparata, dalle frange più violente del tifo, come un appuntamento bellico durante il quale vendicare torti e oltraggi subiti, conquistare prede e bottini dei supporters avversari, far scorrere sangue nemico. Risulta evidente che all’inasprimento delle pene e all’impiego di maggiori unità di polizia e carabinieri serve anche una netta recisione di ogni legame tra le società calcistiche e il tifo organizzato, dentro il quale agiscono, indisturbate, squadre di delinquenti di ogni genere, legittimati nel ruolo di tifoserie e con una copertura alla realizzazione di ogni genere di reato. Sul fronte della lotta al razzismo si registra qualche segnale positivo, grazie alla posizione assunta dai giocatori e dalle società di calcio e i casi di cori contro giocatori di colore sono calati. I presidenti delle società di calcio prendano le distanze dagli ultras delle loro squadre e la smettano di foraggiare, a vario titolo, capi e capetti delle curve. Non ve ne é alcun bisogno.

“Nel mondo e nel calcio ci vorrebbero sempre educazione e rispetto. No al razzismo e a qualunque offesa e discriminazione”. Sono le parole affidate ai social da Cristiano Ronaldo in favore del difensore del Napoli Kalidou Koulibaly vittima ieri di cori razzisti a San Siro in occasione di Inter-Napoli. L’attaccante portoghese della Juventus ha postato una foto che lo ritrae in una azione di gioco al fianco del francese. Sulla vicenda é intervenuto anche il leader della Lega “Non sono il presidente della Lega Calcio, nè faccio l’arbitro e quella era una scelta che spettava all’arbitro. Nella prossima vita farò l’arbitro, se avrò voglia. Ho detto che non si può morire per una partita di calcio, ma lascio al mondo del calcio nella sua totale autonomia la valutazione di come agire e reagire”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, commentando, nel corso della conferenza stampa a Pesaro – dove ha presieduto il comitato per la Sicurezza, dopo l’omicidio del fratello di un pentito di ‘ndrangheta – la mancata sospensione di Inter-Napoli, dopo i cori razzisti contro il difensore napoletano Kalidou Koulibaly e la morte del tifoso nerazzurro, investito da un auto ieri nei disordini che si sono verificati al termine della partita.

“Quella di sabato è una tentata strage, frutto di una lunga campagna di odio, che alimenta la violenza, l’intolleranza e il razzismo. Non è il gesto di un pazzo isolato, come lo ha definito gran parte della politica italiana. Con quanto avvenuto a Macerata, cambia qualcosa per il Paese, irrompe il terrorismo di matrice fascista e razzista”. Lo afferma il segretario nazionale di SI, Nicola Fratoianni, esponente di Liberi e Uguali in un’intervista su Repubblica. “Le parole delle teste rasate – prosegue il capolista di Leu – sono tanto semplici quanti pericolose, perché alimentano il razzismo e giocano sulla paura. Ed è per questo che sono gravi le parole di Salvini e di altri politici che condannano con il ‘ma’ rendendo evidente il vero giudizio”. “Come sono indecenti le parole di chi, come Di Maio, chiede ai partiti il silenzio, come se questo non fosse un argomento su cui è necessario che la politica intervenga con tono deciso e parole nette. E questo atteggiamento – conclude Fratoianni – dimostra l’incertezza del Movimento 5 Stelle sull’antifascismo”.

“La diffusione dell’odio sta mettendo a repentaglio l’assetto democratico”. Lo dice la presidente della Camera, Laura Boldrini, che presiede anche la Commissione Cox sui fenomeni di odio che ha presentato oggi la sua relazione finale. “Tante persone non si sentono libere di parlare, di dire la propria, perche’ hanno paura dell’assalto dell’odio. E se non c’e’ liberta’ di espressione perche’ si teme di essere vittima di odio e di intimidazione, e’ la democrazia stessa che ne risente. Non possiamo piu’ derubricare offese sanguinose, razziste, sessiste e omofobe a semplici battute, a episodi di goliardia o di esuberanza. Cosi’ come non si puo’ piu’ ritenere che il linguaggio violento sia una forma di efficace linguaggio politico” rileva Boldrini che mette in guardia: “Questo e’ qualcosa che impoverisce il dibattito politico, abbassa terribilmente il livello della discussione. Il disprezzo verbale che ascoltiamo spesso nelle nostre aule, in tv, nei talk show, ha ripercussioni nella societa’: perche’ se i politici lo utilizzano, anche i cittadini si sentono autorizzati a fare altrettanto. Ci sono delle responsabilita’ in questo. E chi e’ eletto non puo’ ignorare la propria responsabilita’ nella comunicazione politica”. Per la Presidente della Camera e’ arrivato il momento di smetterla di minimizzare, “perche’ questo fa male al nostro Paese. Siamo di fronte ad un problema serio, che deve essere trattato seriamente. Ci deve essere una strategia di contenimento, di contrasto” anche con l’aiuto dei media che invita a “fare una riflessione su questo” e a “contrastare gli stereotipi, non assecondarli”. Boldrini, infine, si augura che alla ripresa dei lavori a settembre, si possa arrivare alla presentazione di una mozione che riprenda i contenuti delle raccomandazioni contenute nella relazione della Commissione, sul modello della Dichiarazione dei diritti e dei doveri in Internet. “Tutto questo diventera’ una mozione? Non lo so, mi auguro di si’. Con la Dichiarazione dei diritti in Internet ci siamo riusciti, e’ diventata una mozione approvata all’unanimita’ in questa Camera. Mi auguro che anche su questo importante tema si possa raggiungere non dico l’unanimita’, ma un’ampia maggioranza sulla mozione che presenteremo – mi auguro – a settembre”.

“Di Maio, che idiozia! Ma come puo’ la terza carica dello Stato, un esponente di spicco del M5S lasciarsi andare a idiozie del genere sul conto di un intero popolo, quello rumeno, che tanto ha dato in termini umani, sociali ed economici all’Italia. Non si tratta di razzismo ma ahime’ di becera ignoranza. Torna a studiare Di Maio. Risparmiaci il tuo quotidiano festival delle idiozie”. Lo dichiara Gianni Pittella, presidente del Gruppo Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, dopo che alcuni giorni fa l’esponente M5s aveva pubblicato su Facebook un post in cui si affermava: “L’Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro criminali. Mentre la Romania sta importando dall’Italia le nostre imprese e i nostri capitali. Che affare questa UE!”. “Siccome in Italia la politica non ha mai voluto far funzionare la giustizia, anzi molto spesso l’ha sabotata volutamente – proseguiva Di Maio -, noi stiamo attraendo delinquenti, mentre le nostre imprese scappano dove i sistemi giudiziari sono piu’ efficienti: come in Romania! Vi chiedo di ascoltare questi due minuti del Procuratore aggiunto di Messina Sebastiano Ardita per capire cosa hanno creato in Italia 20 anni di partitocrazia degli amici degli amici. Basta non votarli piu’ per far cambiare le cose”.