Sandro Gozi

“Abbiamo apprezzato le risposte positive alle principali preoccupazioni che le associazioni italiane mi avevano esposto nell’incontro, organizzato in settembre a Londra dall’ambasciatore Terracciano, sulla questione dei diritti dei nostri connazionali residenti nel Regno Unito”. Lo ha detto il sottosegretario alle Politiche e Affari Ue, Sandro Gozi, al termine dell’incontro a Roma con David Davis, Segretario di Stato britannico per l’uscita dall’Unione europea. “Avevo sollevato il tema col Ministro David Davis nella mia visita a Downing Street – ha continuato – e le risposte che abbiamo ricevuto sono state rapide e concrete. Questo è molto importante per la comunità italiana nel Regno Unito”. Per Gozi “quello di oggi è stato in generale un incontro costruttivo che conferma il buon rapporto che lega i nostri due paesi, anche alla luce del recente discorso del Primo Ministro Theresa May a Firenze”.

“Non esiste un’Europa digitale se non è accompagnata da tutela e giustizia sociale per tutti i lavoratori e i contribuenti. Sappiamo bene che la tassazione dell’economia digitale è un tema che richiede ancora molto impegno e lavoro nell’Eu e nell’Ocse, ma l’Unione Europea deve procedere anticipando e incoraggiando anche i lavori Ocse. Noi Democratici e Socialisti europei sosteniamo da sempre la tassazione dei profitti dove questi sono creati. Difenderemo questo principio e ci assicureremo che ogni azienda, sia digitale che tradizionale, paghi la sua equa quota di tasse”. Così Sandro Gozi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari e Politiche europee, al summit Consiglio Affari Generali Pes a Strasburgo, per preparare la discussione del Consiglio europeo di giovedì. Tra i temi oggi sul tavolo anche quello della complessa gestione dei flussi migratori. “Finalmente l’Ue – prosegue Gozi – sostiene in modo più concreto i paesi più esposti ai flussi e riconosce il ruolo decisivo dell’Italia, anche rifinanziando il fondo per la Libia. Dobbiamo proseguire su questa via e cominciare a costruire una vera politica condivisa europea anche sull’immigrazione economica. Preservare e potenziare l’area Schengen, inoltre, è e resta una nostra priorità”.

“Serve un’Europa attrezzata per competere sullo scenario globale, si devono ripensare le politiche in campo economico. Politicamente questa e’ una fase di ripartenza, sono convinto che si possa aprire una nuova fase politica”. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei, Sandro Gozi, intervenendo al convegno di Confindustria “La ripresa globale si consolida. Italia a ruota. Europa: integrazione o disaffezione”. “Anche sulla concorrenza penso si debba fare un lavoro congiunto” ha aggiunto Gozi ” dobbiamo aprire una nuova fase, spesso, sulle politiche della concorrenza, la Commissione Europea applica e impone queste norme ragionando come mercato unico europeo, questo ci indebolisce, noi dobbiamo capire che oggi parliamo di mercato globale. Usciamo dalla dittatura del trimestre, da verifiche che diventano fastidiose e poco utili sullo stato delle riforme, ogni tre mesi, dobbiamo aver un ‘Europa che incoraggia e accompagni le riforme”.

Il Consiglio ha dato il via libera definitivo al bilancio Ue per il 2017. Con il via formale del Parlamento europeo previsto il 1 dicembre il bilancio potrà considerarsi adottato. Il budget prevede 157,9mld in impegni e 134,5mld in pagamenti, pari rispettivamente a un aumento dell’1,7% e a una riduzione dell’1,6% rispetto al 2016. Aumentate le risorse a favore di migranti e giovani: 5,91 i miliardi per affrontare la crisi dei rifugiati e la sicurezza (+11,3%). Per crescita e occupazione i fondi saranno 21,3 miliardi (+12%). L’Italia ha confermato la sua astensione sul bilancio Ue 2017. Ad annunciarlo è stato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei Sandro Gozi. “Vogliamo valutare l’intero pacchetto, che include anche la revisione multiannuale”, ha detto Gozi.

L’Italia ha annunciato il veto alla revisione del bilancio pluriennale 2014-2020 dell’Unione Europea. Lo ha detto a Bruxelles il sottosegretario agli Affari Europei Sandro Gozi, sostenendo che ”mancano le risorse per le priorità italiane: immigrazione, sicurezza, disoccupazione giovanile e ricerca”. E da Catania ieri il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha dichiarato: “Non accettiamo muri con i nostri soldi”. Al momento, più che un veto, quello italiano è un annuncio. “L’Italia – ha detto Gozi – si oppone alla revisione del bilancio pluriennale. Il veto si pone quando c’è una votazione formale, che oggi non è prevista, quindi il termine giusto per il momento è ‘riserva’, e noi abbiamo posto la nostra riserva”. A margine del Consiglio Affari Generali a Bruxelles ha spiegato Gozi: “In questi mesi l’Europa ha parlato di sicurezza, di immigrazione, di fare di più per la disoccupazione giovanile, di diventare meno tecnocratica e capace di rispondere meglio alle esigenze dei cittadini: parlare delle priorità politiche senza metterci le risorse adeguate è un esercizio che non siamo più disposti ad accettare”. Nonostante la “riserva” arrivata dall’Italia, la presidenza slovacca di turno pur “rispettando” la posizione di Roma, presenterà l’accordo al Parlamento europeo. Lo ha detto il sottosegretario slovacco per gli Affari europei Ivan Korcok.

Sull’immigrazione “noi abbiamo indicato l’unica strada possibile: agire all’origine, coinvolgere i Paesi africani, avviare negoziati con i singoli Stati come indicato nel Migration compact, da tutti molto apprezzato. Ma poi nei fatti l’Europa balbetta, addirittura l’Africa non viene citata alla fine del vertice di Bratislava”. Lo ha detto il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, in una intervista ad Avvenire, parlando della possibilità che l’Italia debba muoversi autonomamente per affrontare l’emergenza: “Renzi sin dal primo giorno ha puntato sull’Africa. Sia lui sia Mattarella sono tornati dopo lunghi anni di assenza italiana nei Paesi sub-sahariani. Insomma, noi abbiamo posto le condizioni per avviare, come governo nazionale, strategie bilaterali efficaci ed immediate. Ma è chiaro: la nostra speranza è che l’Europa torni sé stessa e faccia quel che deve fare”. “Le risorse comunitarie – ha aggiunto – ci sono. Ci sono i fondi per la cooperazione allo sviluppo da legare molto di più a nuovi impegni sull’immigrazione, c’è ora il nuovo piano Juncker che dovrebbe muovere 30-40 miliardi di investimenti pubblici e privati. Non è un problema di soldi, almeno per iniziare una nuova strategia. Ci vuole solo determinazione e fermezza politica”

La Sicilia oggi è stata protagonista con i suoi prodotti agroalimentari alla prima giornata inaugurale del Macfrut di Rimini, uno degli eventi internazionali più importanti sull’ortofrutta. Per l’occasione la regione ha mostrato il suo biglietto da visita schierando le sue eccellenze con 14 aziende in uno stand da 250 mq.
Accanto al ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina, presente per inaugurare la 33sima edizione di Macfrut, l’assessore  all’agricoltura della Regione siciliana Antonello Cracolici. Dopo il tagli del nastro le autorità si sono spostate al padiglione Sicilia per un brindisi con del succo di fico d’India.
Al Macfrut la Regione siciliana mette in vetrina l’uva Italia Igp di Mazzarrone e Canicattì, il fico d’India Igp di San Cono e dell’Etna, l’arancia rossa Igp oltre a diverse tipologie agrumi, pesche ed altri prodotti simbolo dell’agricoltura siciliana. Tra i prodotti da orto, il pomodorino Igp di Pachino, affiancato da altre varietà di pomodoro, basilico e prodotti trasformati, come sughi, conserve e succhi.
“Con un valore di produzione pari a 3,1 miliardi di euro e un volume di crescita del 43% negli ultimi otto anni che ha registrato valori positivi anche nell’ultimo anno, la Sicilia è  la prima regione in Italia per produzione agricola complessiva – ha dichiarato l’assessore Cracolici – I dati positivi della nostra produzione agroalimentare dimostrano che l’agricoltura rappresenta sempre di più un asset strategico della nostra economia. Al Macfrut stiamo dando spazio alle nostre eccellenze, come il biologico, che ci vede al primo posto in Europa per estensione di coltivazione. I nostri punti di forza sono prodotto e territorio. La Sicilia rappresenta anche una storia e una tradizione millenaria che rivive nelle nostre eccellenze. Siamo la terra dei sapori e della bellezza. Il made in Sicily diventa sempre di più sinonimo di qualità e sicurezza alimentare.  E’ questo il patrimonio che la Regione siciliana offre ai 1.000 buyers internazionali presenti oggi alla fiera.” La Regione siciliana è stata premiata come regione partner di Macfrut. (Nella foto: Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza del consiglio consegnail premio all’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici).

 

“La situazione e’ piu’ negativa del previsto non solo per l’Italia, ma per tutta l’Unione. Anche in Francia i numeri sono peggiorati per cui non si puo’ parlare di eccezione italiana e d’altra parte l’Italia non chiede eccezioni”. Lo dice a La Repubblica il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, confermando che l’Italia chiedera’ maggiore flessibilita’ a Bruxelles per impostare una manovra espansiva in risposta al calo del Pil. I fattori che l’Italia cerchera’ di far valere nelle trattative con la Ue saranno “la Brexit, il terrorismo e la crisi dei migranti. Inoltre c’e’ un nuovo contesto geopolitico che ha determinato un peggioramento della situazione a livello globale”, sottolinea. Sul fronte interno “si confermano le nostre priorita’, lavorare sulle riforme e sugli investimenti per recuperare produttivita’, riduzione della pressione fiscale e lotta alla disoccupazione”. “Secondo noi la riforma del bilancio varata a luglio, la revisione della spesa, la responsabilizzazione delle amministrazioni e le privatizzazioni ci aiuteranno a raggiungere gli obiettivi prefissati e mantenere gli impegni”, precisa Gozi. In Europa, in vista del summit di Bratislava, le priorita’ italiane sono “rafforzare la politica degli investimenti allungando fino al 2019 il piano Juncker e dandogli una dimensione transfrontaliera in modo da incidere davvero sulla crescita con grandi progetti legati digitale o infrastrutture. Quindi rafforzare la lotta alla disoccupazione giovanile. Poi Erasmus e il servizio civile Ue”. “E’ poi vitale che a Bratislava e nei successivi vertici di ottobre e dicembre i leader diano una risposta concreta alla Brexit proprio su crescita, giovani, sicurezza, migranti e nuova politica dello Stato di diritto e delle liberta’ fondamentali”.