Zanda

E alla fine Renzi prese il coraggio a due mani – cosa che non gli è mai risultata difficile – e ha annunciato la sua fuoriuscita dal Pd che lo ha visto segretario e che gli ha consentito di ricoprire la carica di Premier. Ma si può parlare di un gesto di profonda ingratitudine? A nostro avviso, no. Renzi é un leader politico europeista, moderno, capace, naturalmente proiettato nel futuro, dalle grandi capacità comunicative. Cosa ci stava a fare il fiorentino Matteo nel partito di Zingaretti e di Zanda? Nulla di significativo. Non c’era alcuna prospettiva per lui che di sinistra e di ideologico non ha mai avuto nulla. L’augurio che in molti si fanno è che possa dare vita ad una formazione di Centro, di ispirazione liberale e riformista, che dia voce e rappresentanza a tutto quell’elettorato che non vuole morire leghista o grillino e che confida nelle istituzioni democratiche, che crede nella Costituzione e nell’Unione europea, nelle eccellenze che l’Italia rappresenta, nella possibilità per il nostro Paese di ritornare sulla ribalta internazionale con il rispetto e la considerazione che merita. Saprà Renzi offrire una opportunità a questo elettorato moderato, stanco degli insulti e delle smargiassate sui social media, delle incompetenze esibite come medaglie al merito? Saprà Renzi costruire un partito plurale e libero da oligarchie di corto respiro? Riuscirà a dare al Mezzogiorno una reale possibilità di crescita e di sviluppo in un contesto di responsabilizzazione delle sue energie migliori? Potranno, i sostenitori di questa formazione politica, riconoscersi nel programma e nei valori costitutivi? Se davvero Renzi riuscirà in questa operazione che non è solo politica ma culturale e di rifondazione democratica, allora avrà successo. In caso contrario, si tratterà dell’ennesimo partitino che vuole dire la propria sulle nomine e sugli equilibri di Palazzo anziché volare alto per restituire autorevolezza e credibilità alla politica nazionale.

 

L’Italia ha bisogno di una legge elettorale. Lo hanno sottolineato il ministro per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, e il presidente del gruppo Pd del Senato, Luigi Zanda, durante la riunione dei senatori, che si e’ svolta stamattina. Fare la legge e’ responsabilita’ della politica, ha sottolineato Zanda, senza mancare di osservare che sul Rosatellum c’e’ la convergenza della maggior parte delle forze politiche. Il capogruppo avrebbe risposto anche al senatore Walter Tocci che avrebbe insistito sulla necessita’ di coinvolgere il Senato anche prima che la riforma arrivasse a Palazzo Madama, dopo l’ok della Camera: nessuna espropriazione del secondo ramo del Parlamento, tant’e’ che se ne sta discutendo. Finocchiaro avrebbe insistito sul fatto che senza una riforma si andrebbe a votare con due ‘monconi’ di leggi diverse

“La scissione indebolisce oggettivamente il governo. Non tanto per i voti di fiducia: penso che gli scissionisti la voteranno. Pero’ accentueranno le prese di distanza su provvedimenti ed emendamenti per marcare la propria identita’. E crescera’ di conseguenza la possibilita’ di incidenti parlamentari”. Cosi’ il presidente dei senatori Pd, Luigi Zanda, in un’intervista al Messaggero. “Vedo il pericolo dell’incidente parlamentare. Non basta auto-proclamarsi forza di governo. Bisogna esserlo nella realta’”, afferma Zanda, secondo cui “dipende moltissimo dalle forze parlamentari. Abbiamo davanti un programma ancora ambizioso e la coesione sara’ essenziale. Questa legislatura puo’ essere la piu’ importante, dal Dopoguerra ad oggi, in materia di normativa a carattere sociale”. Sulle colpe della scissione, “per come concepisco la politica, la responsabilita’ e’ sempre di chi se ne va via. Soprattutto se lo fa in modo organizzato: un conto e’ uscire da un partito, un altro e’ uscirne e formare subito un altro soggetto politico, affollando un’area dove gia’ sono presenti quattro partiti di sinistra come giustamente ha osservato Veltroni”, dichiara Zanda. Quanto alla possibilita’ di alleanze, “e’ difficile immaginare che si possa uscire da un partito per poi cercare di allearsi con esso”.