grillini

”Il M5S è arrivato secondo alle elezioni, dietro alla coalizione di centrodestra, e non ha i numeri per governare da solo. È difficile quindi che possa essere Di Maio il premier. Sicuramente non lo sarà fintanto che avallerà questo bullismo politico del ‘o io o niente’, un metodo fondato sulla sopraffazione di un partito sugli altri”. Così Mara Carfagna, vicepresidente della Camera dei deputati di Forza Italia, in un’intervista a Qn. ”Non accettiamo veti, da parte di nessuno – mette in chiaro l’azzurrra – Il concetto di ‘veto’ non si addice alla politica, oltre che al buon senso. Visto che ciascun politico è tale perché scelto dagli elettori, in democrazia non esistono elettori di serie A ed elettori di serie B. Forza Italia – prosegue- è il cuore del centrodestra, un partito forte e vitale guidato da Silvio Berlusconi e che sarà centrale nel quadro politico attuale e in quello delle prossime settimane”. Quanto alle consultazioni al Colle, i forzisti chiederanno ”che si tenga conto del risultato elettorale che ha visto la coalizione di centrodestra arrivare prima. La seconda richiesta è che si arrivi presto ad un governo che possa affrontare e risolvere i problemi del Paese”.

Come siamo potuti giungere a questa deriva qualunquistica? Come ha potuto l’aria del nostro Paese farsi contaminare dal veleno di una demagogia spicciola e profondamente ignorante? Perche’ e’ su queste basi che poggia il programma di pancia del M5S. Un ‘partito da bar’. ‘Rubano tutti questi politici, mandiamoli via e con noi al potere tornera’ l’onesta’ e una sana amministrazione’. Questo il loro refrain. Al di la’ di questo i grillini non hanno nulla da dire e da proporre. Perche’ non capiscono la complessita’ di una societa’, i suoi meccanismi, i suoi pesi e contrappesi, i suoi equilibri per la tenuta democratica. Incitano all’odio e si esaltano, come una setta di fanatici. Certa politica – non tutta- ha le sue brave colpe, con la sua autoreferenzialita’ e distanza dalla realta’, ma anche la cosiddetta societa’ civile ha le proprie. Ci sono due questioni urgenti da affrontare nel nostro Paese: la questione meridionale e quella morale. Il Movimento 5 Stelle non ha la cultura e la sensibilita’ politica ne’ le competenze ne’ il desiderio di occuparsene. Vive di rancori, di emergenze e di nemici immaginari da cui distinguersi. 

“I grillini sono i veri professionisti della politica, che vivono di politica, dell’indennita’ parlamentare, non avendo mai lavorato nella loro vita, non avendo mai fatto nulla prima di essere eletti in Parlamento”. Lo ha sottolineato Silvio Berlusconi, intervistato dai Rai1 nel programma “Sette Giorni”. “I loro programmi sono pieni di nuove tasse, noi faremo esattamente il contrario con il meglio della società civile, faremo un governo per una rivoluzione in difesa degli italiani”, ha aggiunto.

”In politica estera i grillini danno fiato alle trombe delle fesserie. Dopo la figuraccia al parlamento europeo, oggi alcuni giornali affermano che i 5 Stelle sono pronti a lanciare un referendum per uscire dalla Nato. Capisco che Grillo debba distrarre il suo elettorato dai litigi interni al Movimento, ma ora si comincia ad esagerare”. Lo afferma il segretario e europarlamentare dell’Udc, Lorenzo Cesa. Critiche all’indirizzo del M5S da parte di altre forze politiche, che sottolineano il carattere ondivago del Movimento sulla materia Bruxelles.

“Gia’ e’ barbarica l’opzione teorica del M5S secondo cui chi e’ indagato deve dimettersi perche’ e’ addirittura in contrasto con la Costituzione, ma la cosa diventa addirittura paradossale quando su questo principio generale si adotta la prassi dei due pesi e delle due misure. Tutto cio’ vuol dire l’arbitrio piu’ generale di un nuovissimo ceto politico formato con procedure paradossali che e’ gia’ diventato casta e che si divide anche in correnti per spartirsi un potere che per colpa di tutti gli errori fatti dal centrodestra e dal centrosinistra gli e’ piovuto nelle mani”. Lo dice Fabrizio Cicchitto, di Ncd.

E’ davvero curioso oltre che poco edificante, osservare la furia iconoclasta di cui si fanno interpreti dirigenti della cosiddetta ‘vecchia politica’, ossia quella dei partiti come li abbiamo conosciuti e frequentati, simpatizzanti e addetti ai lavori, habitués di segreterie e membri di apparato, fornitori sistematici di curricula, incluso il proprio, uomini degli enti locali, Comuni, Province…- terze e quarte file sia chiaro, ma che aspirano a quel po’ di ribalta che il M5S promette in teoria a tutti i cittadini – e che ora sono stati folgorati sulla via di Damasco dagli slogan dei grillini per una palingenesi dell’umanita’. Tutti schierati a gridare allo scandalo contro il malaffare e il malcostume, soprattutto in Sicilia, con l’indice puntato sugli ex sodali, e mai che incontrino uno specchio o che si facciano un selfie, per ricordare le proprie biografie, i loro incarichi, la loro questua. E pensare che, per ricordare loro chi sono stati, basterebbe un semplice clic su google. Chissa’ che questa semplice ricerca sul web non la faccia prima o poi anche qualche giovanotto grillino, sempre che i suoi capi non gli dicano di soprassedere, perche’ le elezioni incombono….

Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e uno dei componenti del direttorio del M5S, prova a ridare una verniciatura al Movimento, come se non avessimo memoria e occhi e orecchie per giudicarli. Si, perché ha usato la locuzione ‘rivoluzione gentile’ per definire l’ondata di successi elettorali che avrebbero raccolto nel Paese. Il tentativo è maldestro e l’obiettivo difficile da raggiungere. La realtà è che i grillini e il loro Movimento, di gentile hanno poco o nulla. Di istituzionale ancora meno. Il popolo dei vaffanculo e dell’arroganza verbale, degli attacchi ad personam agli avversari politici, delle smargiassate sui social media, degli insulti e delle grida, non lo cambi con un tocco di penna o con uno slogan. Per apparire gentili occorre esserlo, nei modi, nei comportamenti, nel linguaggio, nel rispetto verso gli altri. Non basta indossare il vestito buono e la cravatta giusta per essere accolti nel consesso della politica rispettabile. Serve altro: ad esempio il rispetto delle regole e delle procedure democratiche. È sin troppo facile contestare il sistema e l’establishment e volerne al contempo farne parte quando ci conviene. È la stessa contraddizione di chi vuol essere partito di lotta e di governo, partito della protesta e della proposta politica. La trasformazione eventuale richiede tempo, ammesso che la  si voglia davvero. Anche perché come diceva Toto’, ‘cca nisciuno è fesso’