Iraq

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha effettuato ieri una visita a sorpresa al contingente militare Usa di stanza in Iraq. La visita – la prima del presidente Usa a un contingente di stanza in una regione militarmente sensibile del Globo – giunge nel pieno delle polemiche per la decisione di Trump di ritirare le forze statunitensi dalla Siria. Nei giorni scorsi l’annuncio ha suscitato critiche da parte di ufficiali del Pentagono e alleati degli Usa, ed ha portato alle dimissioni del segretario della Difesa, Jim Mattis. Trump ha difeso la propria decisione durante la visita in Iraq di ieri, affermando che la decisione di lasciare la Siria evidenzia la nuova statura degli Usa sul palcoscenico globale e incarna la politica del “primato americano”. “Siamo di nuovo rispettati come paese”, ha dichiarato l’inquilino della Casa Bianca durante un discorso presso la base aerea di al Asad, circa 60 chilometri a ovest di Baghdad. L’Iraq ha proclamato la sconfitta dell’Isis all’interno del territorio nazionale nel dicembre 2017, ma la visita di Trump e’ stata tenuta segreta sino all’ultimo, come da pratica consolidata in occasione dei viaggi di presidenti Usa in aree di guerra o ad alto rischio. L’ex presidente George W Bush ha visitato l’Iraq in quattro occasioni durante la sua presidenza, e Barack Obama una.

La presenza di basi militari statunitensi in Iraq e’ soggetta alla sovranita’ del paese. A dichiararlo è stato il ministro degli Esteri iracheno, Ibrahim al Jaafari, aggiungendo che il governo di Baghdad non giungera’ a compromessi sulla questione. Il ministro lo ha reso noto durante la conferenza stampa che ha concluso la sua visita a Mosca il 28 febbraio scorso. Al Jaafari ha sottolineato che la sovranita’ dell’Iraq è una “linea rossa che non puo’ essere superata e su cui non si puo’ giungere a compromessi”. E quindi la presenza di basi militari degli Usa in Iraq e’ soggetta alla sovranita’ del paese. E sulla possibilità di una mediazione in caso di conflitto tra Usa e Iran, Al Jaafari ha dichiarato che “se i due Stati si scontrassero, e l’Iraq si trovasse in condizione di essere d’aiuto”, Baghdad “non risparmiera’ alcuno sforzo”.

E’ salito a oltre 200 morti e 2mila feriti il bilancio provvisorio del terremoto di magnitudo 7.2 della scala Richter che ha colpito ieri pomeriggio l’Iraq, vicino al confine con l’Iran. L’epicentro e’ stato localizzato a 32 chilometri da Halabjah, nel Kurdistan iracheno.
La cittadina più colpita è quella di Sarpol-e Zahab. La Guida suprema iraniana Seyyed Ali Khamenei, citato dall’Irna, ha detto in un messaggio al Paese: “L’obiettivo ora è quello di accelerare gli aiuti e di soccorrere le persone rimaste intrappolate sotto le macerie”.

Nelle prossime settimane partira’ per l’Iraq una missione civile dell’Ue che, per la prima volta, portera’ con se’ un esperto culturale. Lo ha annunciato l’alto rappresentante della politica estera europea Federica Mogherini intervenendo al convegno intervenendo al convegno ‘Le relazioni culturali internazionali: il ruolo dell’Italia nella nuova strategia dell’Ue’. “E’ un’idea partita dall’Italia e che l’Ue ha adottato: d’ora in avanti tutte le missioni di pace europee avranno anche il compito di proteggere e preservare il patrimonio culturale”, ha spiegato Mogherini precisando che “il know-how italiano in questo settore e’ da valorizzare”. Nella difesa del patrimonio culturale “c’e’ in ballo anche la sicurezza”, ha aggiunto l’alto rappresentante sottolineando che la “politica estera non puo’ prescindere da un lavoro sulla cultura”.

La cancelliera tedesca Angela Merkel ha affermato che e’ interesse del suo Paese avere buone relazioni con gli Usa malgrado le divergenze con il presidente Donald Trump su importanti questioni. In un’intervista con un media locale, Funke, Merkel ha aggiunto che i colloqui avuti con il presidente Usa durante la sua visita a Washington e successivamente in un telefonata con il tycoon sono stati “buoni”, ma “questo non esclude che noi abbiamo opinioni diverse su alcuni punti, tra cui importanti questioni”. Merkel ha riconosciuto che l’azione militare contro l’Isis il gruppo Stato islamico era necessaria, ma ha precisato che per la Siria e l’Iraq e’ necessaria una soluzione politica e che un aumento dell’impegno della Germania nella lotta contro i gruppi estremisti “non e’ in discussione”.

Il presidente della regione autonoma del Kurdistan iracheno, Massoud Barzani, ha ricevuto oggi il rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite in Iraq, Jan Kubis, per colloqui inerenti alla lotta contro lo Stato islamico e il futuro assetto politico dell’Iraq. Secondo un comunicato della presidenza curda, Kubis si e’ congratulato con le forze Peshmerga, il popolo curdo e il presidente Barzani per le vittorie ottenute contro lo Stato islamico (Is), facendo inoltre gli auguri per la festa di Nowruz, il capodanno persiano che cade il 21 marzo. Le due parti “hanno parlato delle operazioni militari per liberare Mosul e hanno avuto uno scambio di opinioni sui futuri assetti post-Daesh (acronimo arabo di Stato islamico dell’Iraq e del Levante) e le sfide da affrontare in questa fase”. Il diplomatico delle Nazioni Unite ha evidenziato il ruolo cruciale delle autorita’ federali a Baghdad e regionali a Erbil, nonche’ delle varie componenti religiose ed etniche del paese arabo, nel garantire la sicurezza e la stabilita’ della provincia di Ninive, ancora parzialmente sotto il controllo dell’Is, e di tutto il territorio iracheno. L’esponente delle Nazioni Unite, secondo il comunicato della presidenza curda, ha elogiato “la collaborazione e il coordinamento tra i Peshmerga e l’Esercito iracheno nella battaglia per la liberazione di Mosul”, l’ultima roccaforte dell’Is nella provincia di Ninive. Tale coordinamento, ha detto ancora Kubis, “e’ stato un fattore chiave per conseguire importanti vittorie sul fronte militare”, auspicando “la prosecuzione del coordinamento tra le due parti”. I colloqui con il presidente Barzani hanno affrontato anche le questioni del rapporto tra Erbil e Baghdad e la situazione politica e di sicurezza nella regione.

I leader europei e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama nell’incontro a Berlino hanno discusso della situazione in Siria, Libia e Iraq e della lotta contro i gruppi militanti islamici. A riferirlo è stata la cancelliera tedesca Angela Merkel. “Abbiamo parlato intensamente di sviluppo della cooperazione con i paesi africani sulle questioni migratorie e sul fatto che dobbiamo fare tutto il possibile per ottenere un governo stabile in Libia – ha detto Merkel in conferenza stampa con il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy – Abbiamo discusso questi problemi nel corso della riunione bilaterale, cosi’ come nei colloqui con i nostri colleghi e Barack Obama”.

Nuovo massacro dell’Isis in Iraq: 232 civili, tra ex membri della polizia o delle forze di sicurezza di Baghdad sono stati trucidati negli ultimi tre giorni. A riferirlo è stato il presidente della Commissione diritti umani del Parlamento iracheno, Abdulrahim Shamari, citato dai media curdi. La strage è avvenuta nel villaggio di Hammam al-Alil, sobborgo 9 chilometri a sudest di Mosul, dove sono stati condotti i civili per essere uccisi. Non si hanno notizie dei familiari. Intanto le forze curdo-irachene hanno completato l’assalto alle roccaforti dell’Isis attorno alla citta’. L’Organizzazione mondiale della sanita’ ha comunicato di aver addestrato circa 90 medici iracheni per eventuali azioni di bonifica di aree soggette ad attacchi chimici. Dall’inizio dell’offensiva delle forze irachene per riconquistare Mosul sono stati uccisi tra gli 800 e i 900 militanti dell’Isis, come riferito alla Bbc dal generale Joseph Votel, responsabile del Comando centrale americano, il quale ha però sottolineato che il dato preciso è difficile poiché i jihadisti si muovono intorno alla città mescolandosi agli abitanti.

In Iraq continua la battaglia per liberare Mosul dall’Isis. L’attacco e’ supportato dai raid della coalizione internazionale. L’avanzata delle forze curdo-irachene però segna il passo nel timore di sanguinosi assalti a sorpresa dell’Isis. Per monitorare l’avanzata da vicino e’ arrivato a Baghdad anche il capo del Pentagono, Ash Carter. Intanto, secondo fonti dalla città, si apprende che ci sarebbero trincee riempite di petrolio e sostanze chimiche velenose, bambini e donne usati come ‘scudi umani’ sui tetti della case contro i raid aerei. Queste sarebbero le difese dei seguaci del ‘califfo nero’ al Baghdadi per la battaglia per Mosul, non appena le forze curdo-irachene si dovessero avvicinare alla linee difensive dell’Isis. Una fonte irachena ha riferito alla Cnn che ieri l’Isis ha massacrato almeno 284 civili, tra i quali anche donne e bambini, e dato alle fiamme un impianto chimico a sudest che ha sprigionato una nube tossica che ha intossicato migliaia di persone, uccidendone almeno due.

L’avanzata dell’esercito iracheno verso la citta’ di Mosul, capitale di fatto dello Stato islamico in Iraq, ha subito un rallentamento. Secondo l’emittente “Al Jazeera”, la nona brigata armata dell’esercito iracheno si sarebbe ritirata da Qaraqosh, citta’ cristiana a meta’ strada tra Mosul ed Erbil, mentre fonti di Baghdad sostengono che i militari siano ancora intorno alla cittadina. Intanto il premier iracheno, Haider al Abadi, ha annunciato di aver dato l’ordine all’esercito di aprire dei corridoio umanitari per lasciar fuggire gli sfollati da Mosul. “A due giorni dall’inizio dell’offensiva – ha spiegato il primo ministro iracheno durante una conferenza stampa – stiamo ancora avanzando seppur lentamente per evitare di colpire i civili. Invitiamo comunque la popolazione civile a non lasciare le proprie case a Mosul”. Abadi ha negato che l’esercito stia bombardando indiscriminatamente la citta’ del nord dell’Iraq con i colpi di mortaio aggiungendo che “i caccia stanno effettuando raid aerei mirati su obiettivi ben precisi”