Renzi

Pisapia, Bersani e D’Alema ci riprovano: non contenti della sconfitta maturata dentro il Pd, provano, adesso che ne sono fuori in seguito al successo di Matteo Renzi, riconfermato segretario, a trovare spazio per la loro idea di sinistra con un nuovo progetto denominato ‘Insieme’. Si, certo, le anime della sinistra sono tante ed é giusto dare voce e rappresentanza ad ognuna di esse. L’unità della sinistra, del resto, é sempre stata una chimera e le divisioni, invece, una costante storica. Separazioni, diaspore, aventini e fuoriuscite appartengono storicamente alla sinistra. L’obiettivo di Pisapia & company é quello di riunificare gli scontenti del Pd – che ci sono e che sono tanti – e che negli anni di imperio di Renzi hanno preferito starsene a casa, o votare M5S o altri partiti. Renzi, é vero, ha spostato l’asse della sua politica al Centro. Rimane scoperto uno spazio a sinistra e in politica c’é sempre qualcuno pronto a occupare spazi lasciati liberi. Di queste divisioni a sinistra beneficia, al momento, Grillo e il tandem Berlusconi-Salvini che di unirsi non vogliono neanche sentire parlare, per un motivo molto semplice: ognuno di loro vuole la guida del centrodestra.

“L’Italia dal dopoguerra ad oggi è sempre stata governata da coalizioni. E così sarà anche nella prossima legislatura”. Il ‘non dialogo’ tra Renzi e Pisapia? “I segnali arriveranno. Come dice il presidente Mattarella ci sono ancora 8-9 mesi per il voto, c’è tempo”. Lo afferma il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda in una intervista a Repubblica. “L’idiosincrasia di Renzi per i caminetti risale al momento in cui ha cominciato a far politica, non li sopporta perchè sono il simbolo della vecchia politica. Ma lui conosce bene il valore dei rapporti politici…”, osserva Zanda. E’ possibile dunque un’alleanza con quelli di piazza Ss.Apostoli? “Bisogna sapere chi sono, dove vanno, che politica hanno, con chi si vogliono alleare, solo dopo si porrà il tema del rapporto con il Pd” conclude Zanda.

Quel pezzo di sinistra che non si riconosce nel Pd di Matteo Renzi prova ad organizzarsi e a dare voce ad una fetta di elettorato che non si sente rappresentata. Il leader di questo progetto politico é Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano. Queste le sue parole ‘come diceva Don Milani, la politica è trovare insieme una soluzione. Uscire dai problemi da soli è avarizia, assieme è politica. Da soli non si va da nessuna parte”. Lo afferma, nel suo intervento da Piazza SS Apostoli, Giuliano Pisapia, il quale aggiunge: “Non c’è altra strada, insieme. L’altra strada della divisione, di non essere ancorati ai principi rischia di dare il nostro Paese alla destra, al populismo, alla demagogia”. “Oggi nasce la nuova casa comune del centrosinistra – afferma ancora -. Senza dimenticare il passato, ma radicalmente innovativo”. A fargli da sponda Pierluigi Bersani ‘”Da questa piazza vogliamo rivolgerci a tutto quel popolo di centrosinistra che se ne sta testardamente a casa, disilluso, sfiduciato, spaesato, che sente in tv anche Renzi, ma gli passa come acqua sul marmo. Vogliamo reagire o no? E possiamo accettare che la destra prenda in mano il Paese?. Facciamo partire un viaggio in radicale discontinuità con quello che si è visto in questi anni. E non lo facciamo per rancore, nostalgia, antipatia, perché non abbiamo fatto il vaccino obbligatorio contro l’antirenzismo. Un po’ di misura! Il mondo non gira intorno alla Leopolda, veniamo giù!”. Pisapia e Bersani, dunque, hanno tenuto il battesimo, a Roma, a Piazza SS. Apostoli, di ‘Insieme’: la sinistra alternativa al Pd.

“Gli italiani hanno diritto al lavoro, l’articolo 1 della Costituzione non e’ un esercizio stilistico ma il piu’ grande programma politico per tutti i partiti. La Repubblica e’ fondata sul lavoro, non sul sussidio o il reddito di cittadinanza. Abbiamo messo in campo un’iniziativa straordinaria, ma non e’ sufficiente. Il lavoro deve essere la priorita’ numero uno, soprattutto nel Mezzogiorno”. Lo dice Matteo Renzi all’assemblea nazionale dei circoli Pd. “Ma gli italiani hanno anche diritto al sogno. Non puoi dare solo il lavoro, se non hai un sogno non si va da nessuna parte. Si e’ voluto credere dopo le primarie che la politica e’ solo sistemazione di persone, inseguire il proprio scranno personale. Recuperiamo la dimensione bella, ideale e nobile del sogno per gli italiani”, sottolinea.

La domanda e’ se Renzi ha “una linea in grado di evitare una sconfitta storica. Il mio cruccio e’ non consegnare l’Italia alla destra. In questo senso la sorte di un leader non puo’ dipendere dalle chances di tornare a Palazzo Chigi”. Lo dice alla Stampa Gianni Cuperlo, che vuole battersi perche’ “questo Pd cambi radicalmente”. “Questa storia deve ritrovare il senso che ha smarrito. Io non mi chiedo perche’ il Pd potrebbe finire, mi chiedo perche’ e’ nato. La risposta era dare all’Italia quella forza popolare e di sinistra che gli eventi avevano sempre impedito. Ma se dopo dieci anni il popolo che volevi unire si divide e si allontana allora devi chiederti cosa succede e come si raddrizza la barca”. “Renzi e’ forte dentro il Pd ma il Pd oggi e’ debole nella societa’. Prima le sconfitte in Veneto, Roma, Torino. Poi la sfida sulla Costituzione con esito catastrofico. Ora si torna a perdere mentre Prodi sposta la sua tenda piu’ lontano. Davanti a una scena simile spiegare che le politiche saranno un’altra storia e’ come lanciarsi senza paracadute”. “Prima del nome conta la missione. Poi un programma di traguardi partecipati a cominciare dalla lotta a diseguaglianze immorali. E solo a quel punto alleanze e un leader”. “Ci sono luoghi dove non mettiamo piede da anni e legami sociali letteralmente spezzati. Somigliamo sempre piu’ al ceto politico che dovremmo combattere. Appendevamo al muro Che Guevara e ora rischiamo la parte dei proci a Itaca. Il centrosinistra rinascera’ da un viaggio nel Paese vero. Poi a settembre facciamo incontrare i percorsi diversi che credono in una nuova alleanza sociale e politica”.

Pd: Prodi, sposterò tenda più lontano senza difficoltà – “Leggo che il segretario del Partito democratico mi invita a spostare un po’ più lontano la tenda. Lo farò senza difficoltà: la mia tenda è molto leggera. Intanto l’ho messa nello zaino”. Lo afferma Romano Prodi in una nota. A quanto si apprende, la dichiarazione di Romano Prodi è un commento all’opinione espressa a più riprese, dopo il voto per i ballottaggi, dal segretario del Pd Matteo Renzi sulle coalizioni. In un colloquio con Qn Renzi tra l’altro afferma: “Si conferma la tesi che i migliori amici del Berlusca sono i suoi nemici. È stato infatti ancora una volta dimostrato che quelli che invocano una coalizione di centrosinistra larga il più possibile fanno il gioco del centrodestra, e non del Pd”

“Ovviamente i commenti per una settimana saranno i soliti, consueti, apocalittici. Qualcuno dira’ che ci voleva la coalizione, ignorando che c’era la coalizione sia dove si e’ vinto, sia dove si e’ perso. Qualcuno dira’ che questo risultato e’ un campanello d’allarme, non si capisce per cosa e perche’ visto che in un comune perdi, in quello accanto vinci. Gente che non ha mai preso un voto commentera’ con enfasi dimenticando che i candidati contano piu’ del dibattito nazionale nello scegliere un sindaco. Poi il chiacchiericcio si spostera’ altrove. Come sempre, piu’ di sempre. Perche’ le elezioni amministrative sono un’altra cosa rispetto alle elezioni politiche”. E’ una delle considerazioni sui ballottaggi che Matteo Renzi affida ai social. “I risultati delle amministrative 2017 – dice allora il segretario Pd – sono a macchia di leopardo. Come accade quasi sempre per le amministrative. Nel numero totale di sindaci vittoriosi siamo avanti noi del PD, ma – annota – poteva andare meglio: il risultato complessivo non e’ granche’. Ci fanno male alcune sconfitte, a cominciare da Genova e l’Aquila ma siamo felici delle affermazioni di Sergio a Padova, di Rinaldo a Taranto, di Carlo a Lecce. Ma piu’ in generale da Ermanno a Cernusco sul Naviglio fino a Francesca a Sciacca, da Marco a Mira fino a Tommaso a Molfetta tutta Italia vede risultati belli e sorprendenti di alcuni dei nostri. Menzione speciale per Veneto e Puglia, regioni dove andiamo meglio del previsto. Peggio del solito Liguria e Emilia Romagna. Luci e ombre in tutte le altre zone”. “Questi – chiarisce Renzi – sono i dati veri. E chi come me ha vestito la fascia tricolore sa benissimo che cosa significhi fare il sindaco: occuparsi dei sogni e dei bisogni dei cittadini, non inseguire le polemiche della politica politicante. Andando a letto – era l’invito nel commento a caldo dei risultati – allora, un pensiero ai sindaci eletti, a quelli del mio partito ma anche agli altri. Da stasera rappresentate la vostra comunita’. Lasciate stare le chiacchiere. Da oggi voi avete addosso tutte le responsabilita’ della vostra gente. Siate forti, all’altezza delle speranze che vi sono state consegnate. Conosco il sentimento di vertigine che prendera’ il vostro cuore nelle prossime ore: lasciate che vi attraversi. E ricordatevi che non siete i primi cittadini, ma gli ultimi cittadini: quelli che si prendono cura di chi non ce la fa. Buona notte di cuore. Avete cinque anni per dare il meglio di voi stessi. Da italiano mi auguro che ce la facciate per il bene del nostro Paese e delle vostre citta’. Viva l’Italia!”.

“I dati di tutti gli indicatori economici dicono che l’Italia cresce piu’ delle previsioni. Cresce ancora meno dei nostri progetti e sogni. Ma cresce molto piu’ degli incubi dei commentatori che per mesi ci hanno fatto la morale. Lo abbiamo visto plasticamente ieri durante l’Assemblea di Confindustria a Napoli, con dati finalmente interessanti sulla Campania e lo abbiamo visto toccando con mano come Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna siano ripartite e abbiano una qualita’ dell’impresa superiore o uguale alle migliori realta’ europee, Germania inclusa. Tutto questo e’ frutto di un lavoro certosino degli imprenditori e dei lavoratori, cui va il nostro grazie. Senza la fatica delle persone, non si va da nessuna parte. Altro che assistenzialismo e sussidi, altro che redditi di cittadinanza”. Lo dice Matteo Renzi, su facebook. “Ma tutto questo forse- aggiunge- e’ anche merito delle misure di questi anni, delle misure dei Mille Giorni: il JobsAct, il superammortamento prima e l’iperammortamento poi, la riduzione delle Tasse Irap-Ires-Iri-Imu-Tasi, Industria 4.0 e i PIR. Abbiamo scommesso sull’Italia quando in tanti dicevano che era finita: oggi la realta’ dimostra che quella scommessa era giusta e doverosa. Perche’ se si lavora duro i risultati arrivano. Bisogna avere pazienza e resistenza. Sopportare gli insulti e le accuse. Ma poi la vita smentisce i profeti del catastrofismo”. Renzi conclude: “L’Italia non e’ un Paese finito. Certo, questa e’ la tesi dei populisti. Di quelli che inseguono le scie chimiche e si fanno spiegare da soggetti esterni in chat come governare le citta’. Noi invece pensiamo che con un progetto chiaro e la forza di non cedere alla cultura dello sfascio l’Italia abbia un grande futuro. Per questo noi non molliamo. Per questo i dati economici confermano che tutti insieme dobbiamo andare avanti. Avanti, insieme”.

“Non credete ai Renzi e ai Cinque Stelle” perche’ “sono gia’ cadaveri”. Questo l’invito rivolto da Andrea Camilleri a un gruppo di studenti del Liceo classico Empedocle di Agrigento, lo stesso frequentato da ragazzo dallo scrittore. Intervistato nella sua casa di Roma dai ragazzi, Camilleri ha parlato dei suoi romanzi, della lingua inventata per il Commissario Montalbano, di letteratura e di politica. Ne e’ venuto fuori un video proposto ieri ad Agrigento nel corso di una affollata “Serata Camilleri” organizzata nell’ambito del Festival della Strada degli Scrittori. Un video destinato a suscitare polemiche nel mondo politico. Camilleri dispensa infatti consigli affilati come lame, invitando i ragazzi “a non credere ai Renzi o ai CinqueStelle” perche’ “sono gia’ cadaveri, gia’ fuori dalla vostra storia e dal vostro avvenire. Teneteli lontani dal vostro avvenire. Fatevelo voi…”. Dichiarazioni anticipate in parte stamane dal Corriere della Sera. Alla prima domanda dei ragazzi Camilleri racconta il suo rapporto con i vecchi partiti: “Mai votata la Democrazia cristiana. Io ho sempre votato Partito comunista che, bene o male, aveva il rispetto delle istituzioni”. E oggi? “Oggi la politica e’ rappresentata da gente che ha degradato il lavoro. Nel lavoro consiste buona parte della dignita’ dell’uomo… E ci si domanda che valore abbia l’articolo 1 della Costituzione. La verita’ e’ che i primi a non considerarla sono i partiti della sinistra, del cosiddetto centrosinistra”. Prevale un certo pessimismo nelle parole consegnate agli studenti dell’Empedocle da Andrea Camilleri che, per la prima volta, parla della sua vista, sempre piu’ spenta. Ma a turbarlo e’ la condizione della politica: “Sono scoraggiato. Alle ultime elezioni romane non sono andato a votare. Sono invece andato al referendum. Anche se per andarci mi sono dovuto sottoporre a tre visite mediche per accertare la mia cecita’ e potere andare in cabina elettorale accompagnato”. Ed ancora: “Voglio darvi un consiglio: rifate la politica che e’ diventata quasi sinonimo di disonesta’. Ricordatevi Pericle, il discorso che fa sulla democrazia. Applicatelo. Voi giovani siete in condizioni di farlo”. Infine una riflessione sui vecchi e i giovani, sulle responsabilita’ degli adulti: “Anch’io mi sento responsabile… Ho vissuto l’entusiasmo del 1945, del 1947 per rifare l’Italia. E poi? Poi io consegno a mia pronipote e a voi un futuro incerto. Questo e’ un fallimento che mi porto nella tomba”. Ma non e’ un invito ad estraniarsi dalla vita pubblica, come conclude Camilleri: “E’ facile cadere nell’antipolitica, ma il populismo e’ la fiammata di un mattino. Appunto, non crediate ai Renzi o ai CinqueStelle…”. (ansa)

“Dai tempo al tempo e vedremo se quelli che ci facevano la predica urlando “Onesta’, onesta’” fuori dai palazzi riusciranno a provare la loro innocenza nelle aule di tribunale: cosa che ci auguriamo di cuore, per loro e per l’Italia. Perche’ noi siamo per la giustizia non per il giustizialismo. Perche’ noi siamo garantisti sempre, non a giorni alterni. Tempo al tempo, amici. Senza fretta. Saranno mesi interessanti”. Lo dice Matteo Renzi, nella enews.