ricostruzione

Francesco Storace, presidente del Movimento nazionale, scrive in una nota: “Poi dice che Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, non ha ragione. Ci fosse stato uno solo tra mille parlamentari che abbia preso carta e penna o si sia infuriato su una tastiera per chiedere conto di una denuncia gravissima. Pirozzi ha detto chiaro e tondo – come e’ abituato a fare – che dei tanti milioni di euro versati dagli italiani con gli sms della ricostruzione nulla e’ arrivato al suo paese, ne’ agli altri devastati dal terremoto di un anno fa. Ci sarebbe materia per una rivoluzione, per sfasciare i banchi di Montecitorio; niente, non una dichiarazione, un’interrogazione, un onorevole urlo di rabbia per una notizia che campeggia su diversi giornali, anche in prima pagina. Dove stanno mille deputati e senatori; che fine hanno fatto? Sono gelosi della popolarita’ di un sindaco che fa della sobrieta’ e della fermezza la sua cifra istituzionale e forse proprio per questo comincia ad essere amato non solo nel Lazio ma in tante parti d’Italia? Vergogna, per questa classe politica fuori della realta’”.

“Rinviare non paga mai. Neanche in politica, perche’ il tempo e’ una variabile decisiva. La ricostruzione, al contrario, e’ vera quando evita frasi fatte – ‘ricostruiremo com’era, dov’era’ – e chiarisce che ricostruire e’ possibile. Ma non l’identico, bensi’ l’autentico. L’identita’ di un borgo storico e’ sempre dinamica e la storia non torna mai indietro”. Lo ha detto il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, nel corso dell’omelia della messa celebrata ad Amatrice, nella ricorrenza del primo anniversario del terremoto nel Centro Italia. Presenti, tra gli altri, il premier Paolo Gentiloni ed il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti. “Amatrice rinascera’ – ha aggiunto -, ma e’ bene che conservi perfino le ferite, perche’ da quelle le future generazioni apprenderanno che la citta’, piu’ che dalle sue mura e dalle sue vie, e’ fatta dall’ingegno e dalla passione di chi la edifica”. “Qui non si tratta di attribuire colpe a qualcuno – ha sottolineato – o distribuire medaglie a qualcun altro, ma di fare quello che ci spetta”. “Non basta nascere – ha sottolineato – bisogna imparare a rinascere. Questa e’ la fede. Ma anche la ricostruzione che verra’, se verra’”.

“Sarà il modo in cui ricostruiremo le zone colpite dal sisma nel Centro Italia a dirci che idea di Paese abbiamo. Il terremoto, al di là di tragedie ed emergenza, può essere anche opportunità di cambiamento per il territorio, ma serve progettualità e visione”. Lo ha detto Ermete Realacci, presidente di Symbola, Fondazione per le qualità italiane, a conclusione della tavola rotonda “Il senso dell’Italia per il futuro” nella giornata di chiusura del seminario di Treia . “L’area colpita è una zona particolarmente ricca di beni culturali, il loro ripristino può essere un volano per far ripartire l’economia di queste comunità con uno sguardo rivolto al futuro. È di grande importanza che, per 10 anni, la quota dei beni culturali dell’8 per mille dello Stato sarà destinata al ripristino del patrimonio storico artistico danneggiato dal sisma; una misura per cui mi sono battuto a lungo”, ha dichiarato Realacci. Per il presidente du Symbola: “Un contributo importante può arrivare, per tutto il Paese, anche dal sismabonus che prevede fino all’85% di credito di imposta per i lavori di messa in sicurezza degli edifici. Una misura che si affianca a credito d’imposta per ristrutturazioni ed ecobonus che nel 2016, secondo un recente rapporto di Symbola e Cremse, hanno generato 28,2 miliardi di investimenti e 419mila posti di lavoro tra diretti e indotto, contribuendo a una nuova edilizia di qualità”.

“Il centrodestra deve essere unito”. Lo ha detto Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato e senatore di Forza Italia, a margine di un evento tenutosi nella sede dell’Ugl a Roma. “Gli elettori ci cercano e poi magari votano la lista civica, Forza Italia o la Lega – ha spiegato – pero’ cercano una rappresentanza che sia unita: questo e’ il messaggio che ci arriva dagli elettori che sono sempre piu’ avanti degli eletti o aspiranti tali”. Ed ha aggiunto: Oggi ci ripropongono il cammino verso l’unita’ con tutte le forze alternative alla sinistra e sta a noi cogliere questo messaggio”.

“Stiamo lavorando per creare un’alterativa. Il nostro e’ un impegno per ricostruire un centro sinistra per cambiare il Paese”. Così Massimo D’Alema a Foggia durante un incontro politico promosso dal Gruppo Parlamentare di Articolo Uno – Movimento Democratico e Progressista. “Il Paese ne ha bisogno – ha aggiunto D’Alema – perche’ il livello di disoccupazione, di disagio sociale, di difficolta’ del mezzogiorno e’ una condizione molto pesante. L’Italia ha bisogno di un cambiamento e l’attuale governo, l’attuale politica non e’ in grado di garantire il cambiamento di cui il Paese necessita e non vedo in campo alternative credibili. Il rischio e’ di andare alle elezioni avendo da un parte Grillo e Salvini e dall’altra Renzi e Berlusconi. Noi vorremmo proporre agli italiani qualcosa di diverso rispetto a queste opzioni che sono negative”.

“Abbiamo completato l’impianto sostanziale della ricostruzione, credo che oggi sia una giornata importante”. E’ il commento di Vasco Errani, commissario straordinario del Governo per la ricostruzione nei territori dei comuni colpiti dal terremoto, al termine dell’incontro avuto a Palazzo Chigi insieme al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e ai presidenti delle Regioni colpite dal sisma. “Ringrazio Gentiloni – ha continuato Errani – perche’ ha preso degli impegni molto significativi su correzione e crescita con la scelta di sostenere le imprese e le economie di questi territori”. Il premier Paolo Gentiloni ha illustrato il decreto previsto a meta’ aprile. “Decreto correttivo, ma anche per la crescita. ‘Dec’, se volete”, ha detto Gentiloni. “Nel decreto – ha spiegato in conferenza stampa – inseriremo un fondo alla ricostruzione che sara’ un fondo rilevante dell’ammontare di oltre un miliardo l’anno per i prossimi tre anni. Il fondo servira’ a fare tre cose: misure per la ricostruzione nel cratere del terremoto, misure di sostegno al reddito, adottare misure per la sicurezza degli edifici anche oltre il cratere”.

“La Commissione europea ha già proposto di coprire il 100% del lavoro di ricostruzione del post terremoto in centro-Italia con i finanziamenti del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale”. Lo ha detto la commissaria europea per la politica regionale, Corinna Cretu, a ‘Manuale d’Europa’ su Rai Radio1. “Ora la questione si trova nelle mani del Parlamento e del Consiglio europeo”, ha dichiarato Cretu, prima della sua visita a Norcia. “Mi recherò al Parlamento europeo giovedì per difendere questa proposta e per insistere con il Parlamento europeo che questa legge deve essere approvata non soltanto per l’Italia, ma per tutti i disastri naturali che possono colpire tutti i paesi dell’Unione europea”, ha concluso

Le spese dell’Italia per i danni del terremoto “non entrano nella discussione in corso”, e anche se la Commissione Ue e’ “pronta ad esaminarle” e’ “un’altra cosa quella che ci aspettiamo nella risposta” alla lettera con la quale viene chiesto un intervento di finanza pubblica. Così ai giornalisti il commissario agli affari economici Pierre Moscovici, entrando all’Eurogruppo. La richiesta è quella di una manovra aggiuntiva strutturale nel 2017 pari allo 0,2% del Pil. Moscovici ha detto di essere ottimista sul dialogo in corso con il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan.

“Siamo bravissimi, sulle emergenze. Ma la vera sfida, temeraria, è sui tempi lunghi. Bisogna imparare a difendere il nostro patrimonio edilizio, storico e culturale giorno dopo giorno, anno dopo anno. Lavorandoci per mezzo secolo”. Così in una intervista al Corriere della Sera, l’architetto e senatore a vita Renzo Piano, che collabora a “Casa Italia”, il piano sul contrasto del rischio sismico e idrogeologico che ha in dote 75 miliardi di euro da spendere in 15 anni. Osserva Piano: “La natura non è buona o cattiva: se ne infischia di noi”. E continua: “C’è bisogno di verità e questa verità deve entrare nella testa della gente. Che deve accettare la realtà come in Giappone. Lì se tu chiedi a un bambino cosa deve fare lui lo sa. Perché sono decenni che glielo spiegano a scuola”. Aggiunge: “E’ necessaria una rivoluzione culturale”. Il senatore a vita annuncia che si stanno individuando “comuni-tipo e dentro questi comuni una decina di edifici-tipo” per fare dei “prototipi che possano poi servire da modello a tutti”.

Riguardo alle azioni da compiere dopo il terremoto che ha colpito le regioni Marche e Umbria, “Le risorse sono gia’ stanziate in legge di stabilita’, se ci sara’ bisogno metteremo ulteriori risorse”. Lo ha detto ieri il premier Matteo Renzi, al termine del Consiglio dei ministri, precisando che si parla di una “vicenda di 36 ore fa”, e che “non abbiamo ancora chiaro il computo dei danni e il numero definitivo degli sfollati”. Il Consiglio dei ministri ha assunto una delibera che integra per la seconda volta la dichiarazione di stato d’emergenza del 25 agosto scorso per tener conto degli effetti dell’ultimo sisma e che consente al Capo del Dipartimento della protezione civile di operare con la massima tempestività ed efficacia. La delibera autorizza inoltre uno stanziamento aggiuntivo di 40 milioni di euro, che si sommano alle risorse già stanziate per le stesse aree in occasione dei precedenti terremoti. Ha spiegato il premier: “Nell’arco delle prossime settimane e mesi vedremo quali saranno le risorse necessarie. I primi 40 milioni ci sono, le risorse ci sono, ma e’ un lavoro lungo da fare. Da qui a venerdi’ ci sara’ il nuovo decreto legge”. Il Cdm ha ascoltato il Capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e il Commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani che, anche a nome dei Governatori, hanno svolto una relazione sulla drammatica situazione che Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo stanno vivendo dal terremoto del 24 agosto alle forti scosse di ottobre. Per la sistemazione degli sfollati il Cdm ha definito che l’intenzione è quella di “portare i container nel tempo più breve possibile, per consentire alle persone di affrontare i 7 mesi di tempo necessari alle casette. Possiamo immaginare di aver container entro Natale, ma vorremmo riuscirci anche prima, per permettere ai cittadini di rientrare nei loro territori”. Così Renzi, che poi ha spiegato le 4 fasi della gestione dell’emergenza: “la prima, per l’immediata emergenza: chiederemo, a chi può, di lasciare territorio per tempi limitati – ha affermato il premier – la seconda è quella del container perchè mettere le tende in quei luoghi, in inverno è impensabile, poi terza fase, in primavera-estate le casette di legno e infine, a seguire, la ricostruzione”.