“Oltre 250 militari” sono intervenuti nel centro Italia colpito dal sisma per fronteggiare le emergenze e alleviare i disagi causati dal maltempo. Uomini che si vanno a sommare ai “1.800 che gia’ stavano operando nelle aree colpite dai vari eventi sismici susseguitisi a partire dallo scorso agosto”. A riferirlo ai microfoni di Rai News 24 è il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano. “I militari – ha detto il generale Graziano – sono prevalentemente dell’Esercito ma non dobbiamo dimenticare che sono impiegati o in prontezza anche assetti della Marina e dell’Aeronautica, oltre che dei Carabinieri”. Ha spiegato il capo di Stato Maggiore della Difesa: “In questo momento, l’impegno essenziale dei nostri militari, che stanno lavorando senza sosta, e’ finalizzato soprattutto al ripristino della viabilita’, per permettere di raggiungere i luoghi colpiti, consentendo cosi’ il flusso degli aiuti e lo sgombero delle persone isolate. A tal fine, stiamo impiegando soprattutto mezzi speciali del genio – apripista, spazzaneve, turbine da neve, cingolati – che sono duali: nati per scopi prettamente militari, hanno caratteristiche tali da poter essere proficuamente impiegati in ogni situazione di emergenza”. La Protezione Civile comunica sul proprio sito istituzionale che “Per far fronte alle situazioni più difficili, soprattutto sulla viabilità, dovute alle abbondanti nevicate nei territori dell’Italia centrale colpiti dai terremoti di agosto, di ottobre e di quelli odierni – dove il Sistema di protezione civile è presente da mesi -, è stato implementato lo sforzo di uomini e mezzi di tutte le strutture operative, dai vigili del fuoco alle forze armate a quelle di polizia, oltre al volontariato di protezione civile”. Continua il comunicato: “In particolare, sono già arrivati o stanno per arrivare nei territori abruzzesi e marchigiani più coinvolti uomini e mezzi specializzati e attrezzati delle colonne mobili delle Regioni Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Valle D’Aosta e Veneto, dalle Province autonome di Bolzano e Trento, oltre che risorse di numerose organizzazioni nazionali di volontariato”.