Brexit

Era questa l’Europa che sognavano Altiero Spinelli, Jean Monnet, Konrad Adenauer, Robert Schuman, Alcide De Gasperi?
Oggi la Gran Bretagna si pronuncia sulla Brexit, la sua uscita dalla Unione Europea.
E già questo è il segnale di un fallimento politico. Cosa e’ diventata oggi l’Unione? Forse una unità politica, riconosciuta e condivisa? O piuttosto una entità fredda e distante in cui le esigenze della moneta prevalgono su tutto il resto? E ancora, noi cittadini italiani, francesi, tedeschi, spagnoli… ci sentiamo parte di qualcosa, abbiamo una forte e riconoscibile identità europea? Da questo punto di vista il progetto europeo così come lo abbiamo vissuto in questi anni si è rivelato un flop. Serviva una visione culturale, una rappresentanza più diretta, politiche comuni, una uniformita’ di indirizzo e di azione? Sicuramente si. Anche perché se le ragioni di una alleanza sono quelle del calcolo e della convenienza, una volta venute meno condizioni favorevoli, sarà la stessa legge della convenienza a far sì che chi vi era entrato decida di uscire. Tira una brutta aria in Europa: quella dell’egoismo e del populismo. Se l’Unione non ripensa se stessa sara’ inevitabile il suo sgretolamento, con ripercussioni fatali su ognuno di noi. Cosa occorrerebbe? Una vera unione politica, una strategia unica in politica estera, provvedimenti lungimiranti sulla emergenza dei migranti e lotta vera alla povertà e alla esclusione sociale. Buona fortuna cara, vecchia Europa.

Non ci saranno nuovi negoziati con Londra dopo la conclusione del referendum di Brexit. “Fuori significa fuori”. E’ questo l’ennesimo avvertimento del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker al Regno Unito espresso in un incontro rapido con la stampa dopo un colloquio con il cancelliere austriaco Christian Kern. C’e’ un massimo che il Regno Unico ha potuto ottenere e noi abbiamo dato il massimo, per cui non ci sara’ alcuna nuova trattativa ne’ sull’accordo concluso a febbraio ne’ su una modifica del Trattato”, ha aggiunto Juncker. A febbraio i 27 capi di stato e di governo avevano concordato con David Cameron una serie di concessioni che limitano gli aiuti sociali ai cittadini Ue che risiedono nel Regno Unito.

Una posizione che rassicura i mercati e i gabinetti di governo quella espressa dal presidente della Bce sulla eventualità della Brexit ‘siamo pronti a tutte le urgenze che dovessero derivare dal pronunciamento dei britannici sul referendum, ma non c’é nessun piano o impegno concordato con la Bank of England’. E poi ancora sull’andamento dell’economia nell’eurozona ‘la ripresa é moderata ma costante, inflazione bassa: l’economia dell’eurozona ha guadagnato slancio all’inizio dell’anno, ci si attende che proceda a passo moderato ma costante, sostenuta da solida domanda interna e dal’efficace trasmissione della nostra politica all’economia reale: le dinamiche dell’inflazione restano piuttosto sommesse e il livello resterà basso nei prossimi mesi.

 

L’omicidio della deputata laburista Jo Cox  ha avuto un effetto diretto sui sondaggi sulla Brexit. Secondo la prima indagine effettuata dopo la morte della giovane politica britannica dall’Istituto Survation, venerdì e sabato, il fronte della permanenza nell’Ue è avanti con il 45% delle preferenze. Il fronte pro-Brexit ottiene il 42%. La media dei sondaggi, che fino alla settimana scorsa davano in vantaggio l’uscita dall’Ue propongono adesso un serrata testa a testa.

Pesante il giudizio del Nyt sulla politica economica della Ue ‘la Brexit riflette credibilita’danneggiata della Ue che deve cambiare la politica economica, sino ad ora dominata dalla Germania’ ‘Il voto sulla Brexit riflette la credibilità danneggiata dell’Unione europea: a prescindere dall’esito la Ue deve ripensare lo status quo’. Lo afferma il New York Times, sottolineando che se la Gran Bretagna lascia, l’Ue dovrebbe prendersela anche con il suo modo di gestire le crisi nell’ultimo decennio con soluzioni di breve termine che hanno infiammato i nazionalismi che ora dilagano nel continente e in Gran Bretagna. Un decennio di crisi che ha lasciato l’Ue ferita e la sua reputazione danneggiata. Le implicazioni economiche di una Brexit sono potenzialmente sconcertanti, ma gli esperti al di là dell’esito del voto ritengono che la politica in Europa debba cambiare. ”La struttura dell’area euro é ancora fragile. La politica economica dominata dalla Germania si e’ tradotta in un decennio perso per il sud Europa, che ancora deve riprendersi dalla crisi’

Il Fondo monetario lancia l’allarme ‘un eventuale addio all’Ue avra’ un effetto negativo sull’economia inglese. La Gran Bretagna potrebbe scivolare in recessione nel 2017 nel caso in cui decidesse di uscire dall’Ue. Il Pil inglese, nello scenario in cui la Gb resta nell’Ue, e’ previsto salire del 2,2%, continuando la traiettoria in corso da anni. Nel caso di addio, il Fondo tratteggia due possibili scenari: il primo, dalle conseguenze più contenute, stima una crescita all’1,4%. Il secondo una contrazione dello 0,8%. Rispetto allo scenario di base delineato dal Fmi, in caso di addio il pil inglese rischia un duro colpo: 5,6% inferiore al 2019.
L’Italia, insieme a Francia, Germania e Spagna, risentirà dell’eventuale uscita della Gran Bretagna dall’Ue, ma in modo minore ”rispetto alla media europea”. E’ comunque probabile che nessuna delle economie europee avrà vantaggi dall’uscita della Gb”.
Un addio all’Ue avra’ un effetto negativo sull’economia inglese, un effetto ”negativo e sostanziale nel lungo termine”. E questo perche’ la ”Gran Bretagna e’ molto importante per alcune economie europee, ma in termini generale l’Ue e’ piu’ importante per la Gran Bretagna di quanto la Gran Bretagna non lo sia per l’Ue”. Così il Fmi, sottolineando che un’uscita dall’Ue della Gran Bretagna e’ associata a una ”considerevole incertezza”, con ”potenziali implicazioni per il commercio e gli investimenti, la produttivita’, il mercato del lavoro e le finanze pubbliche”.

Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha chiesto agli “amici britannici” di non abbandonare l’Unione europea perché altrimenti “si aprirà un periodo di incertezza nell’Ue e nel mondo”. Ma se la Brexit dovesse materializzarsi, “l’Ue non sarebbe in pericolo di vita e il percorso di integrazione continuerebbe, anzi verrebbe aumentato”. Junker ha concluso: “abbiamo affrontato molte crisi non ne abbiamo bisogno di un’altra”. Intanto é allarme sui rischi della Brexit: ad essere messa a repentaglio sarebbe la crescita dell’Eurozona. Per la Bce “i rischi al ribasso sono ancora connessi all’andamento dell’economia mondiale, all’imminente referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione europea e ad altri rischi geopolitici”. La stessa crescita inglese “è potenzialmente limitata dall’incertezza circa il referendum”. Le ultime stime della Bce danno una crescita dell’1,6% nel 2016 e dell’1,7% nel 2017 e nel 2018. Il quantitative easing della Bce sta aiutando l’economia e un “ulteriore stimolo” dovrebbe provenire dalle misure ancora da attuare. Tuttavia il consiglio direttivo “seguirà con attenzione l’evoluzione delle prospettive per la stabilità dei prezzi e, se necessario per il conseguimento del suo obiettivo, agirà ricorrendo a tutti gli strumenti disponibili nell’ambito del suo mandato”.

Un’onda di indignazione quella che travolge la Gran Bretagna e il mondo intero per la crudele esecuzione della deputata inglese. Cosi il primo ministro Davi Cameron: ‘Jo Cox, 41 anni, lascia il marito e i due figli piccoli. La sua morte è una tragedia. Era una parlamentare impegnata e attenta, il mio pensiero va a suo marito Brendan e ai suoi due figli piccoli”. Il premier britannico David Cameron ha commentato su Twitter la morte della deputata laburista Jo Cox, 41 anni, assalita oggi per strada a Birstall, nello Yorkshire da un uomo che le ha sparato e l’ha accoltellata. La donna, trasportata all’ospedale di Leeds, non è sopravvissuta alle ferite riportate. L’uomo, 52 anni, è stato arrestato. La campagna per il referendum sulla Brexit di giovedì prossimo è stata interrotta.

E’ morta Jo Cox, la deputata britannica laburista colpita da un aggressore oggi a Birstall, vicino a Leeds. Era stata colpita, come riferito dalla Bbc, da un uomo con un coltello e colpi d’arma da fuoco che, secondo testimomi, avrebbe gridato “Britain first” (la Gran Bretagna prima di tutto). Fermato un uomo di 52 anni. La deputata era a favore dell’immigrazione e schierata contro la Brexit in vista del referendum britannico sull’Ue del 23 giugno.  Cox, 41 anni, sposata e 2 figli, si trovava nella sua circoscrizione per il consueto incontro con gli elettori. La deputata aveva lottato con l’aggressore prima di crollare sanguinante per strada fra due automobili parcheggiate. Messaggi di cordoglio stanno arrivando da tutto il mondo. Il premier Matteo Renzi ha espresso il proprio dolore e a nome del governo e del partito democratico. La politica britannica è sgomenta. “Una tragedia”, ha detto il premier David Cameron.

La paura dell’uscita della Gran Bretagna dalla Unione europea colpisce ancora. E’ il rischio Brexit: Europa cede ancora, Parigi -2,2%. Milano chiude ancora in forte calo, -2,11%. Debole anche Londra che ha perso due punti percentuali. Un’altra giornata nera per tutte le Borse europee: l’indice Stoxx 600, che fotografa l’andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, ha ceduto l’1,92%, che equivale a 172 miliardi di euro bruciati in una seduta. Non si placa la corrente di vendite sulle Borse europee spaventate dall’ipotesi della ‘Brexit’: la peggiore della giornata tra le principali è stata quella di Parigi, che ha perso il 2,2% finale. Male anche Madrid e Londra che hanno ceduto entrambe il 2%, mentre Francoforte ha provato a contenere il calo con un ribasso finale dell’1,4%. Chiusura nuovamente in forte calo per la Borsa di Milano: l’indice Ftse Mib ha ceduto il 2,11% finale a 16.271 punti, l’Ftse All share ha perso il 2,23% a quota 17.885. In scia alla debolezza dei mercati europei che temono la ‘Brexit’, nelle ultime tre sedute Piazza Affari ha perso un totale dell’8%.