Brexit

Con Brexit gli anziani hanno deciso il futuro dei giovani. E forse c’è già qualche pentito, visto che sui social dopo #Brexit oggi impazza #Regrexit. Come si è arrivati a isolare da una globalità – prima che economica, culturale e sociale – una generazione di studenti, lavoratori e nativi digitali, i cosiddetti Millennials, abituati all’integrazione e al movimento, lo spiega Beppe Severgnini sul Corriere della Sera a poche ore dall’uscita della Gran Bretagna dall’Ue.

MillennialsAl referendum del 23 giugno: “Tra gli inglesi con più di 65 anni solo il 40% ha votato per restare nell’Unione europea – scrive l’editorialista del Corsera – tra i votanti fino ai 34 anni la percentuale sale al 62%. Tra ragazzi tra 18 e 24 anni, quelli favorevoli all’Europa sono il 73%. I nonni hanno deciso il futuro dei nipoti”, scrive il giornalista profondo conoscitore del Regno Unito, anche per le esperienze giovanili oltre che professionali. E adesso: “La città più internazionale d’Europa costretta a cambiare rotta. La nuova destinazione l’ha decisa la Decrepita Alleanza. E nessuno sa bene qual è”.
Cosa potrebbe accadere? “I ragazzi inglesi – continua Severgnini – per capire le proprie possibilità di studio e movimento dovranno capire quali condizioni verranno imposte al Regno Unito dall’Unione Europea”. Questa la fotografia: “In questo Paese i giovani sono abituati a viaggiare, vivere e lavorare dovunque: grazie all’inglese, ai percorsi accademici, ad una lodevole predisposizione all’esplorazione. Per loro tutto diventerà più difficile, se non impossibile (pensate al programma Erasmus).
E l’ansia in queste ore attraversa anche i ragazzi italiani e di altri Paesi che a Londra vanno per studio o per lavoro. Intanto dall’Italia è Stefania Giannini che su Twitter prova ad alleggerire il timore per il futuro: “L’#Europa dell’#Erasmus e della conoscenza non si ferma con la #Brexit. Ora più Europa, quella dei giovani”, annuncia il ministro dell’Istruzione.
Ma il tema del dopo Brexit è anche il pentimento. Che si materializza attraverso i social, con i cittadini britannici che già fanno ammenda sul voto. Media e soprattutto Twitter e Facebook sono invasi dall’hashtag #Regrexit (ovvero pentiti Brexit). Alla Bbc ha detto di essere “scioccato”, un uomo dentificato come Adam, spiegando di avere votato per lasciare l’Ue soltanto perché “non credevo che il mio voto avrebbe contato così tanto, pensavo che saremmo rimasti”. C’è intanto una petizione lanciata per chiedere un nuovo referendum sulla Brexit, che ha già raccolto oltre 866mila sottoscrizioni, come riporta l’agenzia Askanews. “Ne bastano 100mila per ottenere un dibattito parlamentare”.
Giovanna Naccari  @gionaccari

Il dopo Brexit è al centro degli appuntamenti economico finanziari della prossima settimana. Lunedì Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea partecipera’ al forum Bce “The future of the international monetary and financial architecture” che si svolge a Sintra, in Portogallo. La Bce intanto “è pronta a iniettare liquidità in euro e in altre valute” per far fronte al post-Brexit. Lo comunica l’Istituto centrale europeo in una nota cui si afferma, tra l’altro, che la Bce è in contatto con le banche e gli organi di controllo e che sta “monitorando con molta attenzione” i mercati. La Banca d’Inghilterra è pronta ad iniettare altri 250 miliardi di sterline di liquidità per affrontare le turbolenze dei mercati. E c’è massima attenzione anche dal Fondo monetario internazionale. “Ho accolto positivamente le misure annunciate dalla Banca d’Inghilterra e dalla Bce per sostenere il sistema bancario – ha detto la presidente Christine Lagarde – Il Fondo monetario, dal canto suo, monitorerà gli sviluppi da vicino. Lavoreremo per assicurare la tenuta dell’economia globale nel futuro prossimo”. Nel giorno della Brexit panico sulle Borse europee: a Milano Piazza Affari chiude con l’indice Ftse Mib in caduta del 12,48%, Londra con l’indice Ftse 100 in calo del 3,15%, Parigi con l’indice Cac in calo dell’8,04%, a Francoforte l’indice Dax cala del 6,82 per cento, a Madrid (indice Ibex) la perdita della seduta è del 12,35%.

Il presidente del consiglio Matteo Renzi vedrà oggi a Parigi il presidente francese Francoise Hollande. L’incontro precede quello di Berlino che si svolgerà lunedì tra il premier italiano, Hollande e la cancelliera Merkel. Il tema del giorno sarà il futuro dell’Europa dopo la vittoria al referendum di Brexit e dell’uscita della Gran Bretagna dall’Ue.

“Ora è il momento per tornare a chiedere un referendum anche in Francia. I francesi devono poter scegliere”. Lo ha dichiarato il presidente del Front National, Marine Le Pen, in una conferenza stampa nella sede del partito, a Nanterre commentando il voto in Gran Bretagna a favore di Brexit, per l’uscita dall’Ue. Ha affermato: “Restiamo tutti attenti, vigili, nei prossimi giorni vedrete il vero volto dei difensori dell’Unione europea”. Questo il suo l’avvertimento: “Restiamo molto attenti al comportamento di questi giorni delle istituzioni Ue: non hanno scelta, devono rispettare la decisione del popolo britannico. Sarebbe inammissibile che se ne infischiassero come fece Sarkozy dopo il referendum sulla Costituzione Ue del 2005″.

Salvini esulta sulla vittoria del fronte Brexit. Un grazie grande come il mondo agli inglesi, che contro tutto e tutti rispondendo a ogni tipo terrorismo finanziario e mediatico hanno liberamente votato con orgoglio. Hanno dato l’ultima chance all’Europa di cambiare”. Cosi Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, in conferenza stampa a Milano dopo l’esito del referendum sulla Brexit. ”Ho invidia per il fatto che gli inglesi possano votare, una cosa che l’Italia ha proibito. Ho qui l’emendamento che noi abbiamo portato in Parlamento, bocciato più volte da Renzi e dal Pd”. Salvini ha detto che la sinistra ”ha gettato la maschera. Pensa che sia meglio che gli italiani non decidano sulle cose europee”. Il risultato è ”uno schiaffone a Napolitano, Prodi e Renzi”.

In mattinata vertice con Visco e Padoan. Rinviata direzione Pd. Dopo l’esito del voto in Gran Bretagna che ha visto la vittoria della Brexit ci si interroga sulle conseguenze per il nostro Paese. Il premier matteo Renzi ha fatto il punto in un vertice con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, il Ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Marco Minniti e il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Renzi si è sentito sempre in mattinata prima con il presidente francese, Francois Hollande, e poi con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, per fare il punto su come l’Unione europea debba muoversi. “Dobbiamo cambiarla per renderla più umana e più giusta. Ma l’Europa è la nostra casa, è il nostro futuro”, ha scritto su twitter il premier Matteo Renzi.

Il premier britannico David Cameron ha annunciato che si dimetterà dopo il voto di ieri sull’uscita di Londra dalla Ue, perchè serve una “nuova leadership al Paese”. Parlando a Downing Street dopo la sconfitta della sua campagna referendaria, Cameron ha detto di sperare che il Paese abbia un nuovo premier “entro ottobre”.

In Italia un referendum come quello inglese sulla Brexit non e’ ammesso dalla Costituzione. Ma, se fosse indetto, il 68% voterebbe a favore della permanenza dell’Italia nell’Unione Europea. Per l’uscita si esprimerebbe, secondo un sondaggio Ixe’ per Agora’ (Raitre), solo il 27%. Alla domanda: Brexit, se fosse possibile un Referendum in Italia, voterebbe per uscire dall’Unione europea? Il 27% ha dichiara sì; no il 68% mentre il 5% non sa.

Quando non ci sono più circoscrizioni da scrutinare, il ‘Leave’ ha ottenuto il 51,9% dei voti e il ‘Remain’ il 48,1%. Per la Brexit – riferisce il sito della Bbc – hanno votato 17.410.742 elettori mentre per restare nell’Ue i voti sono stati 16.141.241. L’affluenza al referendum viene fissata al 72,2%.

In caso di uscita del Regno Unito dall’Unione europea “potrebbero esserci conseguenze anche di carattere politico” e “altri Paesi, penso all’Olanda in particolare, potrebbero maturare la stessa idea, potrebbero pensare di fare un referendum. Insomma, si potrebbe creare un effetto domino”. A lanciare l’allarme e’ il direttore esecutivo del Fmi, Carlo Cottarelli, intervistato a Voci del Mattino, su Radio1 Rai. “Il fatto che la Gran Bretagna non faccia parte della zona euro – prosegue Cottarelli secondo quanto riferisce una nota della trasmissione -, a rigore di logica dovrebbe limitare l’impatto, la ricaduta di un eventuale abbandono dell’Europa. Ma abbiamo visto, anche nel passato, che i mercati finanziari non sempre usano la razionalita’ nel registrare e interpretare gli accadimenti e talvolta fenomeni e situazioni apparentemente di portata limitata hanno determinato reazioni a catena e danni piuttosto gravi. Secondo le stime del Fmi, in caso di uscita dall’Ue il Regno Unito potrebbe perdere nel lungo periodo dall’1,5 al 5,5 % del proprio Pil, con ricadute anche sul resto d’Europa e sull’Italia. Il nostro Paese perderebbe, sempre nel lungo periodo, dallo 0,2 allo 0,5% del proprio prodotto interno lordo”. Inoltre, ha aggiunto, “anche gli Usa sono preoccupati del clima di incertezza che si verrebbe a creare sui mercati finanziari, visto che l’Europa rappresenta comunque un’area economica importante per l’intero mondo, Usa compresi. E non dimentichiamo che Paesi come l’Italia, particolarmente gravata da un debito pubblico che sperabilmente andra’ a calare ma che e’ sempre molto elevato, sono indubbiamente molto piu’ esposti di altri a questa incertezza. Io, comunque, credo che la Gran Bretagna alla fine restera’ in Europa e spero davvero di non sbagliare la valutazione”