coalizione

“Noi vogliamo dare un contributo per rimettere in movimento il centrodestra che fu, quello che, partito con un grande programma, poi si e’ perso”. Lo ha detto il deputato dell’Udc, Rocco Buttiglione, parlando oggi a Bari con i giornalisti in occasione del primo congresso regionale del nuovo Cdu (Cristiani democratici uniti). “Il centrodestra che fu – ha aggiunto – e’ partito con un programma di rinnovamento del Paese, di solidarieta’ ed efficienza, per portare l’Italia in Europa, per rendere il paese moderno e capace di rende la competizione. Poi si e’ perso – ha sostenuto Buttiglione – tra conflitti con i magistrati e conflitti interni, tra quelli che se la prendono con l’Europa e non capiscono che e’ l’Italia a non saper stare in Europa perche’ non e’ stata creata una classe dirigente all’altezza. Noi vogliamo dare un contributo – ha concluso Buttiglione – per rimettere in movimento il centrodestra e farlo richiamando l’impegno dei cristiani nella politica, sotto la grande dimensione ideale di Papa Francesco”.

Nella media di tutti i sondaggi nazionali il centrodestra è tra il 35 e il 37%, in crescita costante. Già oggi siamo la coalizione che dopo le elezioni avrà potenzialmente la maggioranza relativa in Parlamento. E con questi numeri noi avremo l’incarico di governo dopo la prossima tornata elettorale. Sarebbe premier incaricato il leader del partito più votato all’interno del centrodestra. Sempre guardando i sondaggi, il Partito democratico è in caduta libera e il Movimento 5 Stelle è al palo”. Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, durante una conferenza stampa a margine dell’Assemblea politica organizzativa di Forza Italia Veneto, a Padova. “In Veneto Forza Italia è tra il 15 e il 20%, la Lega è sempre forte, e quindi abbiamo la possibilità di fare cappotto nei collegi e di conquistare oltre il 50% dei seggi nella parte proporzionale. Siamo tra le regioni leader nel nostro Paese e il centrodestra in questa regione è fortissimo – sottolinea Brunetta -. Forza Italia è in salute, oggi abbiamo riunito qui a Padova i nostri dirigenti locali e siamo molto fiduciosi per il futuro. Abbiamo un patrimonio straordinario nei territori che non ha nessuno, abbiamo la storia alle nostre spalle e un grande entusiasmo per tornare a vincere in Italia. Pari dignità con la Lega, grande intelligenza da parte nostra e da parte dei nostri alleati. Vogliamo ottenere il massimo. Con gli amici leghisti c’è un ottimo rapporto e siamo pronti a tornare insieme a loro al governo del Paese”.

“Se c’è la vera volontà di collaborare, le condizioni da mettere devono riguardare il futuro”. Lo ha detto il capogruppo alla Camera del Pd Ettore Rosato in una intervista al Giornale Radio Rai.”Intanto – ha aggiunto Rosato, in merito alle dichiarazioni del coordinatore di Mdp, Roberto Speranza sull’apertura di un dialogo con il Pd – approviamo insieme questa legge elettorale, che è una buon modello che ci permetterà di fare la coalizione”.

Angela Merkel vince le elezioni e ottiene un quarto mandato da cancelliera alla guida della Germania. Il suo partito però registra il peggior risultato dal 1949 e crolla la Spd scendendo ai minimi del dopoguerra, mentre sfonda l’estrema destra populista di Alternativa per la Germania (AfD) che entra per la prima volta al Bundestag e, raggiungendo circa il 13%, diventa il terzo partito. Merkel ha bisogno di alleati per formare il nuovo governo. Il suo blocco Cdu/Csu è arrivato in testa, pur subendo un forte calo. Il candidato rivale Martin Schulz, leader della Spd, ha escluso l’ipotesi di tornare al governo con Merkel. “Stasera finisce la collaborazione con la Cdu. La Grosse Koalition stasera ha perso la sua ragion d’essere e questa alleanza di governo quindi è finita. Noi pensiamo che l’Spd sarà all’opposizione di questo governo”, ha annunciato Schulz poco dopo la diffusione degli exit poll. Angela Merkel, a chi le chiedeva se ci sarà un governo stabile in Germania prima di Natale, ha risposto che è sempre fiduciosa. E se Schulz ha affermato che non intende partecipare a una nuova Grosse Koalition di Spd e Cdu, la strada per un’eventuale Coalizione Giamaica con Verdi e liberali della Fdp sembra in salita.

“Noi abbiamo il vento della storia politica di questa fase che soffia a nostro favore. Nei sondaggi siamo 10 punti avanti al Pd e 8 punti davanti ai 5 Stelle. Ma se non avremo la maggioranza assoluta dei seggi a quel punto la Grosse Koalition non dovrebbe essere solo tra Forza Italia e Renzi (anche perché non avrebbe i voti necessarie non avrebbe senso), ma deve coinvolgere tutto il centrodestra”. Lo dice Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un’intervista al “Quotidiano Nazionale”, aggiungendo che “Non possiamo ripetere gli errori dei governi Monti e Letta quando lasciammo alla Lega l’egemonia dell’opposizione”.
Per il presidente dei forzisti a Montecitorio: “È giunta l’ora di mettere fine a una lunga transizione iniziata nel ’94 con l’avvento della seconda Repubblica. Serve un nuovo assetto, un nuovo modello: subito dopo la vittoria alle politiche dovremo creare un nuovo grande unico movimento, un rassemblement repubblicano”. Brunetta pensa ad “un soggetto politico con regole comuni scritte da una costituente e con una classe dirigente unitaria che ii riconosca negli stessi valori di Italia, Europa e Occidente. Un soggetto con tutte le anime presenti da sempre nel centrodestra, in cui ciascuno manterrà la propria sensibilità politica”.

“La presenza di una legge di coalizione in Sicilia impone alle forze progressiste, moderate e di centrosinistra “di stare assieme se vogliono aspirare davvero a vincere e governare. Noi veniamo da collaborazioni importanti tra queste forze: dal Comune di Palermo allo stesso governo Gentiloni”. A sostenerlo e’ il segretario regionale del Pd Sicilia Fausto Raciti in un’intervista all’edizione palermitana di ‘Repubblica’. Per Raciti “non e’ tutto da buttare” dell’esperienza di governo di Rosario Crocetta. “Occorre riconoscere quello che c’e’ stato di buono in questa legislatura e mettere nero su bianco le cose da fare”. Molti alleati parlano pero’ di discontinuita’ rispetto al governatore uscente: “Io comprendo che ci sia chi non si riconosce nell’esperienza del governo Crocetta anche perche’ in effetti sosteneva altre proposte alle scorse regionali. Non mi riconosco pero’ nella parola ‘discontinuita” e difendo il lavoro che abbiamo fatto, senza con questo voler dire che e’ andato tutto bene”. Tanti i nomi sul piatto, dal rettore dell’Universita’ di Palermo, Fabrizio Micari, al suo predecessore Roberto Lagalla, dalle proposte centriste di Gianpiero D’Alia, Giovanni La Via o Dore Misuraca all’esponente dem Davide Faraone. Anche Crocetta punta alla conferma. “Ha il diritto di partecipare alla discussione che stiamo facendo” ma “e’ consapevole che gli alleati chiedono una proposta nuova”, conclude Raciti.

”Ritengo che anche quando tutto sembra compromesso, non bisogna mai smettere di lavorare per trovare la sintesi, partendo da un’analisi comune: nessuno di coloro i quali oggi si sono confrontati per dar vita a una larga coalizione ha un giudizio positivo rispetto all’operato del governo Crocetta. Ciò significa che siamo tutti d’accordo sulla necessità di politiche che vanno nella direzione opposta a quelle fino ad oggi realizzate da Crocetta”. Saverio Romano, leader di ‘Cantiere Popolare’, e capogruppo di Ala alla Camera, è convinto che il centrodestra possa trovare un accordo su un candidato unitario alle regionali in Sicilia purchè metta da parte veti e divisioni interne. L’ex ministro crede in un’alleanza tra Fi e Ap e spiega all’Adnkronos che ”continuerà a lavora fino all’ultimo per la creazione di una coalizione ampia, dove i centristi non sono contorno, nè a traino, ma protagonisti”.”Partirei da questo presupposto -sottolinea Romano- per stabilire che in Sicilia occorre un governo di responsabilità che proprio per questo può e deve essere inclusivo. Nuocciono ad un’intesa sui contenuti prima che politica i personalismi, che antepongono un interesse di parte rispetto all’interesse generale, che non è quello della coalizione, ma quello dei siciliani”. “Detto ciò, ritengo utile stoppare le polemiche e sedersi tutti attorno a un tavolo senza pregiudizi e senza veti. Il candidato verrà naturalmente fuori”, assicura l’ex ministro.

“Credo che alla fine la quadra con Berlusconi si trovera’. Ai primi di settembre ci metteremo intorno a un tavolo e confronteremo i programmi. Credo al fatto che faremo un programma comune”, ma niente lista unica, perche’ “dovrebbe prima cambiare la legge elettorale, altrimenti e’ inutile parlarne adesso”. Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, intervistato da Corriere della Sera e Stampa,apre a un’alleanza con Forza Italia ma, avverte, “un test saranno le elezioni siciliane. Li’ Berlusconi deve scegliere: o me o Alfano. Io sono disponibile ad appoggiare il candidato della Meloni, Nello Musumeci. A un patto: che non ci sia il ritorno dei morti viventi”. Sul candidato premier, “sono sicuro che alla fine una legge elettorale non si fara’, perche’ Renzi ormai nel Pd non controlla piu’ niente e nessuno. Quindi la Lega – spiega Salvini – andra’ alle elezioni insieme con Berlusconi e la Meloni, ma ognuno conservera’ il suo simbolo. Chi prendera’ un voto in piu’ degli altri esprimera’ il premier. E penso che sara’ la Lega”.

“Senza coalizione semplicemente non c’è il centrosinistra. E’ inutile perdersi in mille dichiarazioni e arrampicarsi sugli specchi”. Lo dice Giorgio Merlo, Direzione Nazionale Pd, esponente di Sinistra Dem. “Se non si riconosce la ‘cultura delle alleanze’ – dichiara – il Pd resta un partito oggettivamente isolato. Se non si inverte rapidamente la rotta, non solo c’è il rischio concreto di far saltare una prospettiva di governo riformista e democratica ma, al contrario, quello di gettare alle ortiche definitivamente un patrimonio politico e culturale che si è riconosciuto storicamente proprio nelle coalizioni di centro sinistra”. Aggiunge Merlo: “Per questo va favorito, e al più presto, lo sforzo di introdurre nella futura legge elettorale il premio di maggioranza alla coalizione. Non solo per il bene del Pd ma per lo stesso riformismo democratico nel nostro paese”.

“Il governo Gentiloni sta facendo il possibile e talora l’impossibile, sia in Italia che all’estero, in una situazione assai difficile”. Lo afferma Fabrizio Cicchitto, deputato di Ap che aggiunge: “Non può certo attaccarlo chi nel Pd da tempo ha lavorato contro la maggioranza che sostiene il governo ricercando intese solo con le forze di opposizione in primis l’M5s sulla legge elettorale e sui vitalizi, tema questo che va molto al di là dei suoi aspetti monetari ma che attiene a una visione della democrazia parlamentare”. Continua Cicchitto: “Paradossalmente Renzi non solo rifiuta le coalizioni, ma se ne fa qualcuna, la realizza alla rovescia: con la Lega e col M5s”. E di conseguenza “in una situazione di questo tipo – aggiunge – Gentiloni sta facendo dei miracoli di cui tutti gli devono essere grati, in primo luogo il Pd. Infatti e’ evidente che a livello internazionale e anche in Europa si e’ aperta una dialettica di nuovo tipo nella quale bisogna combinare insieme la difesa degli interessi nazionali con la cornice europea che non può essere infranta perche’ gli esisti sarebbero catastrofici”.