elezioni

“Grandi appuntamenti ci aspettano in Sicilia ed in Italia, a cominciare dalle amministrative di Palermo e Trapani, prossimamente le regionali, e spero al piu’ presto, dopo l’approvazione di una legge elettorale condivisa, le elezioni politiche nazionali. Sono sfide che abbiamo la possibilita’, anzi il dovere di vincere, individuando candidati di altissimo livello e portando, dopo il fallimento del Pd e di fronte all’inconsistenza politica e amministrativa dei Cinque Stelle, l’unico serio progetto per far rinascere la Sicilia e l’Italia con le nostre idee liberali e riformatrici”. E’ un passaggio del messaggio che il leader di Fi ha inviato al coordinatore siciliano Gianfranco Micciche’ in occasione dell’incontro con i dirigenti locali.

“Chiamatelo governo vitalizio: loro vogliono arrivare al vitalizio, ma noi non glielo permetteremo, statene certi. Questi signori hanno abusato gia’ della nostra pazienza”. Cosi’ Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, ha commentato il governo Gentiloni entrando a teatro a Genova dove e’ in scena “Grillo vs Grillo” lo spettacolo di Beppe Grillo. Il M5S ha fortemente criticato il governo Gentiloni, colpevole di perpetuare l’azione di quello Renzi nonostante le dimissioni di quest’ultimo. Il Movimento chiede a gran voce le elezioni, consapevole del successo che riscuote nel Paese in questa congiuntura.

“#elezionisubito perché la gente si sente presa in giro e vuole votare chi deciderà delle proprie vite. Invece purtroppo Mattarella alle 12.30 darà l’incarico di nuovo Governo a Gentiloni, con pieni poteri. Gente che fa mala-politica da 30 anni insieme”. Lo scrive sui social network la deputata piemontese del M5S Laura Castelli. “E indovinate un po’ chi c’è nel toto-nomi??? Fassino. Si avete capito bene. Proprio lui. Solo l’ipotesi di Fassino agli Esteri è grottesca, l’ennesimo schiaffo alla gente. Invece di ritirarsi dalla politica il consigliere comunale di minoranza del Pd, che ha taroccato i bilanci del Comune di Torino, va ancora a caccia di poltrone, nonostante sia stato bocciato due volte dalle urne negli ultimi mesi”.

“Non ho capito la posizione del centrodestra. Non ho capito se si fanno le primarie il 5 marzo. Non ho capito se saranno tutti all’opposizione di qualunque tentativo di governo che puntasse solo ad allungare il brodo di questa legislatura morente. Non ho capito se vogliono finalmente chiamare il popolo sovrano in piazza per rivendicare il diritto a decidere chi deve governare. Non ho capito se hanno compreso che tre capi autoreferenziali non fanno una vittoria alle elezioni. Non ho capito se si rendono conto che bisogna fare una discussione seria sul programma. Non ho capito se sono tutti d’accordo nel dire basta ad un modello europeo che produce solo danni all’Italia. Non ho capito se sono finalmente consapevoli che un Paese sovrano stampa moneta propria. Non ho capito se c’è unità vera nel contrasto senza se e senza ma all’immigrazione clandestina. Non ho capito se c’è la disponibilità a creare finalmente in Italia il partito sovranista nel quale far confluire tutte le famiglie politiche che non intendono sottostare ai diktat internazionali (e non solo europei). Non ho capito se si è tutti indisponibili ad accogliere di nuovo a destra chi ha militato e manovrato al fianco del governo della sinistra. Ho capito invece che sono ricominciate le trame di potere per impedire l’affermazione della sovranità popolare. Ho capito che si consuma uno scontro di palazzo tra chi, a sinistra, medita solo vendette e chi – tenaglia postdemocristiana – punta ai tempi lunghi per rifarsi una credibilità dopo aver servito capo e servitù del renzismo. Ho capito che per liberarsi di Renzi non bastava il voto di 32 milioni di italiani tornati alle urne, ma serviva licenziare in un minuto una legge di stabilità scritta con vocazione spietata al solito clientelismo che giuravano di aver abbandonato. Ho capito che questo paese ha troppe cambiali in sospeso con i poteri forti. Ho capito che questa politica e’ sempre più debole perché si pretende che a comandare siano sempre e solo i mercati finanziari e non chi detiene il potere solo se glielo conferisce il popolo con il suo voto. Ho capito che non possiamo più stare fermi se non basta neppure il 60 per cento popolare per imporre la resa a chi pretende di continuare a dare le carte senza titolo. Ho capito che bisogna organizzare qualcosa di ancora più importante rispetto a tutti i nostri progetti e che bisogna fare di tutto per spingere il centrodestra intero ad abbracciare con serietà la causa sovranista, anche dotandoci di un’unica organizzazione politica, con un modello profondamente diverso rispetto al disegno che portò alla nascita del Pdl. Ho capito – e non da oggi – che anche nel versante più a destra bisogna muoversi rapidamente per rappresentare un’alternativa seria alle logiche da orticello, sapendo che se tutto resta come prima la partita se la giocano Grillo e Pd. È più facile capire quello che si deve fare perché è quello che serve al nostro popolo; e non si può capire affatto la logica che muove solo gli interessi di Palazzo. Noi sappiamo da che parte stare”. Lo scrive su Il Giornale d’Italia Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra e vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, come riferisce una nota.

Manuel Valls si candida alle primarie socialiste di gennaio in vista delle presidenziali francesi che si terranno nella primavera del 2017. L’attuale primo ministro ha annunciato anche che lascerà l’incarico di capo del governo, per concentrarsi sulla candidatura per l’Eliseo. “Mi dicono che la sinistra non ha alcuna speranza – ha detto Valls annunciando la sua decisione nel suo feudo elettorale di Evry (Parigi) – ma nulla e’ scritto. Che non si unira’ mai, che l’estrema destra e’ qualificata automaticamente, ma nulla e’ scritto”. Valls, nato il 13 agosto 1962 a Barcellona, con nazionalità spagnola, è stato naturalizzato francese a 20 anni, nel 1982. E’ impegnato nel partito socialista da quando aveva 17 anni.

“Andiamo a votare il prima possibile con qualsiasi legge elettorale”. Lo ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini nella trasmissione Porta a porta su Raiuno. Salvini oggi riunirà i gruppi parlamentari di Camera e Senato della Lega per fare il punto dopo la vittoria del No al referendum costituzionale.

“Nel 2013 come Ncd con responsabilità salvammo la legislatura, ora non vogliamo essere il partito dell’accanimento terapeutico nei confronti del governo”. Lo ha detto il ministro dell’Interno e leader di Ncd Angelino Alfano allo speciale ‘Porta a porta’su Raiuno. “Non siamo ingenui, a noi chiedono di immolarci per fare la legge elettorale. Noi diciamo di fare una piccola modifica all’Italicum, ma non aspetteremo i comodi di Forza Italia o Lega”. E sul risultato del referendum costituzionale del 4 dicembre ha commentato: “E’ molto importante il risultato del 41% del Sì che vedeva l’area di Governo contro il resto del mondo. Mentre il 41% rappresenta 13 milioni di italiani che hanno avuto come referente il Governo, ha detto il ministro – il 59% invece contiene dentro il blocco che fa riferimento a Grillo e quello che fa riferimento a Salvini, Meloni, Berlusconi e altro ancora”.

Il verde Alexander Van der Bellen è il nuovo presidente dell’Austria. “Alexander Van der Bellen è il nuovo presidente austriaco”. Lo ha comunicato la tv pubblica Orf.  I sostenitori di Alexander Van der Bellen stanno festeggiano il successo annunciato del loro candidato. Lothar Lockl, responsabile della campagna elettorale del Verde, intervistato dalla tv pubblica Orf, si è detto cautamente ottimista. Herbet Kickl, che ha guidato la campagna dell’ultranazionalista Norbert Hofer, ha invece ammesso la sconfitta.

Hillary Clinton parla in pubblico per la prima volta dopo la sconfitta elettorale e mostra la sua delusione. L’occasione è stata la serata di gala annuale organizzata a Washington dal Children’s Defense Fund. “Ci sono state volte, in quest’ultima settimana, in cui l’unica cosa che volevo fare era raggomitolarmi con un buon libro e non uscire mai più di casa”, così l’ex First lady e candidata democratica alla Casa Bianca, davanti ad una platea che le ha regalato una standing ovation quando è salita sul palco. “Lo ammetto – ha detto durante il discorso – venire qui stasera per me non e’ stata la cosa più facile”. E poi, come ha riportato la Bbc online: “So che molti di voi sono profondamente delusi dai risultati delle elezioni. Lo sono anche io, più di quanto potrò mai esprimerlo”. Ed ha continuato; “So che nell’ultima settimana molti si sono chiesti se l’America e’ il Paese che pensavamo che fosse. Le divisioni messe a nudo da questa elezione sono profonde, ma per favore ascoltatemi quando dico che l’America vale la pena. I nostri figli valgono la pena. Credete nel nostro Paese, battetevi per i nostri valori e non vi arrendete mai”.

“In caso di vittoria del si’ al referendum costituzionale, se Renzi vince le prossime elezioni politiche, il nuovo Senato sara’ un dopolavoro per consiglieri regionali e sindaci, in caso contrario sara’ il cane da guardia perfetto per non far cambiare mai piu’ l’Italia”. Lo afferma il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. “Se vince il si’ il 4 dicembre si salva una classe politica spacciata, che ha rovinato il Paese, perche’ il 70% delle Regioni oggi sono in mano al Pd, quindi il nuovo Senato diventerebbe un affare del Pd, anche se noi riuscissimo a vincere la Camera con l’Italicum”, ha sottolineato. “Se il M5S nel 2017 o nel 2018 volesse tornare indietro a prima della vittoria del si’, – ha detto Di Maio – a chi dovremmo chiedere il permesso di modificare la Costituzione? Ai nuovi senatori che, eletti da nessuno, nel frattempo hanno ottenuto i piu’ grandi privilegi della loro carriera politica: il titolo di senatore, l’immunita’, la possibilita’ di andare a Roma con rimborsi e collaboratori ad atteggiarsi a grandi statisti”. “Se vince il si’ della gente che ha rovinato il paese non ci libereremo mai piu’, mai piu’. Se vince il no bocciamo una volta per tutte il vecchio modo di fare politica”, ha precisato.