Onu

Restano molto tesi i rapporti tra Usa e Urss sul dossier Siria. Continua da diverse settimane lo scambio di accuse, da una parte e dall’altra su chi fomenta la guerra. Oggi qualcosa inizia a smuoversi tra Russia e Usa dopo che ieri e’ Washington ha rotto ogni contatto sulla Siria. Il Cremlino ha auspicato che “la saggezza politica” prevarra’ a Washington sulla collaborazione con la Russia. “Ci piacerebbe poter contare sulla saggezza politica e sulla continuazione di scambi (di punti di vista, ndr) su problemi particolarmente sensibili, necessari per mantenere la pace e la sicurezza”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. In queste ore l’Onu e la diplomazia mondiale hanno cercato di far avvicinare le due superpotenze, nella consapevolezza che in questa congiuntura, un acuirsi dello scontro può essere micidiale per la situazione geopolitica nel Medioriente. Dal Cremlino la domanda di un dialogo che alcuni però considerano una velata minaccia nei confronti della Casa Bianca

“II bombardamento di un convoglio umanitario delle Nazioni Unite, la denuncia unilaterale da parte del regime di Damasco della tregua e la barbara offensiva militare in corso sulla parte orientale di Aleppo sembrano aver soffocato ogni speranza. Le riunioni sulla Siria cui ho preso parte a New York la settimana scorsa hanno registrato questo senso di impotenza. Ma non possiamo arrenderci alla guerra. Aleppo ci interpella tutti”. Lo afferma Paolo Gentiloni in un intervento pubblicato dall’Unità nel quale sottolinea che “l’Italia lavora per due obiettivi. Anzi tutto ribadire che non esiste una soluzione militare alla crisi. L’accordo raggiunto a Ginevra il 9 settembre scorso da Kerry e Lavrov aveva rappresentato il culmine degli sforzi russo-americani per ricomporre gli interessi in gioco: una transizione politica credibile e irreversibile, da un lato; il coordinamento della lotta ai gruppi terroristici, dall’altro. Il tutto nel quadro di un piano d’azione condiviso volto a rilanciare la transizione politica sotto la guida Onu di De Mistura. Per quanto difficile oggi possa apparire, dobbiamo impegnarci per riannodare quel filo”. La seconda linea d’azione – prosegue Gentiloni – riguarda il rapporto con la Russia. L’Italia è stata tra i Paesi che hanno valutato come potenzialmente positiva la presenza di Mosca in Siria, per l’influenza moderatrice che avrebbe potuto esercitare sul regime di Assad. Le cose sono andate diversamente. Mosca non ha indotto il regime e le varie milizie sciite che lo sostengono (libanesi, afghane, irachene) a mutare indirizzo: i bombardamenti indiscriminati sui civili sono continuati, gli assedi si sono irrigiditi, gli impegni internazionali assunti e le varie risoluzioni del Consiglio di sicurezza sono stati costantemente ignorati. Ecco perché è l’ora di rivolgere un messaggio fermo a Mosca. E’ l’ora che la Russia dimostri di volere usare la sua influenza nei confronti del regime. Non farlo, significherebbe avallare il massacro, ma anche rinunciare al ruolo di grande potenza cui Putin aspira, per legarsi al destino fallimentare di Assad. La strategia attuale del regime di Damasco e dei suoi sostenitori rischia di rafforzare l’estremismo e di renderlo endemico per decenni. Non sarà possibile sradicare il jihadismo in Siria fino a quando Assad sarà libero di continuare a bombardare la sua stessa popolazione.

Stati Uniti e Russia al culmine della tensione dopo l’aumento degli attacchi aerei effettuati dalle aviazioni russa e siriana sulla citta’ di Aleppo, controllata in parte da ribelli e militanti islamici. Lo scontro tra i due Paesi, dopo il fallimento del cessate il fuoco in Siria, è stato al massimo durante una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza Onu convocata ieri. “Anziche’ perseguire la pace – ha detto l’ambasciatrice statunitense all’Onu, Samantha Power – la Russia e il presidente siriano Bashar al Assad proseguono la guerra. Cio’ che la Russia sta sponsorizzando e facendo non e’ antiterrorismo, ma barbarie”. Commentando la situazione in Siria, il portavoce del Cremlino Dmitrj Peskov ha riferito che la situazione nel paese è “molto impegnativa”. Ieri al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e’ emersa una netta distanza di vedute fra Mosca, da una parte, e Washington, Parigi e Londra, dall’altra. “Il Cremlino valuta la situazione come estremamente difficile”, ha detto Peskov, aggiungendo che sinora gli Stati Uniti non sono riusciti a separare l’opposizione moderata e i gruppi terroristici attivi in Siria. “Riteniamo che il tono della retorica da parte di alcuni funzionari britannici e statunitensi sia decisamente inaccettabile. Noi crediamo che tale retorica possa causare gravi danni al processo di risoluzione (del conflitto siriano) e alle nostre relazioni bilaterali”, ha detto Peskov. Intanto al Corriere della Sera, Staffan de Mistura, inviato speciale dell’Onu per la crisi siriana, ha detto che “Senza un accordo tra russi e americani non si puo’ risolvere la crisi siriana”. E questo “lo sanno bene sia a Washington sia a Mosca e l’ho detto con chiarezza nella riunione del Consiglio di Sicurezza – ha affermato – Dobbiamo andare avanti a negoziare, perche’ non ci sono alternative”.

Le consultazioni tra Usa e Russia su un cessate il fuoco in Siria “potrebbero portare a un accordo già entro 24 ore”. E’ quanto ha dichiarato il ministro degli Esteri saudita, Adel al-Jubeir, che oggi si trova a Londra per partecipare ai colloqui del nucleo ristretto dei Paesi del gruppo degli ‘Amici della Siria’. “Ci auguriamo di riuscire a raggiungere un’intesa e un accordo che porti all’applicazione della dichiarazione di Ginevra 1 e della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu 2254 per dare il via a una fase di transizione che conduca la Siria verso un nuovo futuro in cui (il presidente siriano, ndr) Bashar al-Assad non abbia posto”, ha aggiunto Jubeir, sottolineando che l’unica opzione del regime di Damasco è quella di andarsene, che sia con una soluzione politica o militare, come si legge sul sito della tv araba ‘Al-Arabiya’. Ai colloqui di oggi a Londra parteciperà anche l’Alto comitato per i negoziati che rappresenta l’opposizione siriana a Ginevra, il quale presenterà la sua visione sulla fase di transizione in Siria.

Il presidente filippino Rodrigo Duterte minaccia di far uscire il Paese dall’Onu, dopo le critiche alla sua politica sulla droga. Lo riferisce Cnn. Da quando e’ stato eletto, il 10 maggio, promettendo un giro di vite contro criminalita’ e droga l’Onu stima ci siano state 850 persone uccise, 650 delle quali in sole sei settimane. Tre giorni fa, la Commissione diritti umani ha invitato Duterte ad adottare misure per porre fine agli assassini mirati e agli omicidi extragiudiziali. L’Onu “e’ inutile” ha detto Duterte.

La Russia è il primo Stato ad accogliere la proposta Onu di sospendere i bombardamenti ad Aleppo per consentire l’invio di aiuti umanitari nella città sotto assedio. Per la Russia la tregua sarebbe possibile di 48 ore su base settimanale. A comunicarlo è il generale Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo. Il cessate il fuoco temporaneo dovrebbe iniziare la prossima settimana. La richiesta era stata avanzata dall’Onu. L’inviato speciale per la Siria, Staffan de Mistura, ieri aveva annunciato la sospensione della task force umanitaria per i combattimenti continui che ostacolano gli aiuti ai civili. De Mistura aveva chiesto una tregua di almeno 48 ore, in particolare ad Aleppo. Uno “stop immediato ai combattimenti” ha chiesto l’Alto rappresentante Federica Mogherini a nome dell’Ue, sottolineando che l’Unione europea “condanna fortemente l’escalation della violenza ad Aleppo”, e in particolare “gli attacchi contro i civili” e quelli “eccessivi e sproporzionati da parte del regime siriano”.

Il vice inviato speciale delle Nazioni Unite in Siria, Ramzy Ezzeldin Ramzy, ha invitato oggi ufficialmente il regime di Bashar al Assad a prendere parte a una nuova tornata di colloqui Asaddi pace con l’opposizione alla fine di agosto, incassando risposta positiva da Damasco. Lo riporta l’emittente satellitare “al Arabiya”. L’avvio del terzo round di negoziati a Ginevra era stato preannunciato in settimana dall’inviato speciale Onu Staffan de Mistura. “Ho informato il ministro e il suo vice dell’intenzione di de Mistura di organizzare nuovi colloqui inter-siriani alla fine di agosto”, ha dichiarato Ramzy alla stampa al termine di un incontro con il ministro degli Esteri di Damasco, Walid Muallem, e con il suo vice Faisal Muqdad. “Ho spiegato che intendiamo rendere credibile il processo di transizione politica gia’ appoggiato dal Consiglio di sicurezza e ci siamo confrontati su questo tema”, ha aggiunto il diplomatico Onu. Muallem, da parte sua, ha confermato “l’intenzione del governo siriano di partecipare ai colloqui una volta organizzati”, a patto che siano “senza precondizioni e senza interferenze straniere”.

L’Italia e’ stata eletta con 179 voti in Consiglio di Sicurezza Onu per il 2017. L’Assemblea Generale ha avallato l’intesa raggiunta con l’Olanda in base alla quale quest’ultima ha ritirato la sua candidatura per il gruppo dell’Europa Occidentale. Roma siedera’ nell’organo esecutivo delle Nazioni Unite dal prossimo 1 gennaio e alla fine del 2017 ci sarà la staffetta, con il ritiro dell’Italia e l’elezione dell’Olanda. Un onore per l’Italia, un buon accordo con l’Olanda”. Così il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni su Twitter, dopo il voto all’Assemblea Generale con cui l’Italia è stata eletta nell’organo esecutivo dell’Onu per il 2017, in staffetta con l’Olanda, che entrerà nel 2018

Almeno dieci donne sono morte al largo delle coste libiche nel naufragio di una nave carica di migranti. In 107 si sono salvati, secondo la Guardia Costiera, che è intervenuta in due distinte operazioni. Secondo una stima dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, nel 2016 oltre 230 mila arrivi, la stragrande maggioranza via mare. Quasi 3000 persone sono morte durante la traversata del Mediterraneo. La morte per la nostra cultura è oggi niente più che un incidente di percorso, una notizia e solo il numero delle vittime prova, invano, a svegliarci dal torpore di una coscienza collettiva annoiata e adagiata comodamente sul divano. Prevale l’impotenza e la rassegnazione: migliaia di disperati fuggono dalla morte che li aspetta in acqua, sommersi dai flutti, gettati in mare da moderni gerarchi nazisti della tratta di schiavi. Dieci donne, le ultime, inghiottite dalla nostra inettitudine, dal nostro egoismo indifferente oltre che dall’avidità di marinai-mostri alla guida di barconi. Chi erano queste dieci donne? Erano madri? Lo sarebbero mai diventate? I loro nomi? A nulla serve l’indignazione, a poco servono le lacrime se non seguono i fatti. Salvare le banche e’ una priorità, cercare di risolvere o almeno contenere il dramma delle migrazioni di disperati sembra una utopia. Un fallimento dell’Unione europea, dell’Onu, della Casa Bianca, degli organismi internazionali, della politica globale. Continuino a morire: la nostra vita deve proseguire. E poi domani ci sono gli Europei di calcio; c’è la partita delle partite: Germania-Italia. E sarà comunque goal.

Italia e Olanda al Consiglio di Sicurezza Onu si divideranno a staffetta il seggio nel prossimo biennio. Nel 2017 toccherà a Roma, nel 2018 al rappresentante dell’Aja. L’accordo è stato raggiunto tra i due Stati dopo cinque fumate nere, esiti di confronti diplomatici e politici inizialmente senza via d’uscita. “E’ un perfetto esempio di cooperazione e di relazione stretta che è stata costruita fra Italia e Olanda”, ha dichiarato il premier olandese Mark Rutte, in conferenza stampa al termine del Consiglio europeo di Bruxelles. I ministri degli Esteri italiano, Paolo Gentilon,i e olandese Bert Koenders, hanno annunciato l’intesa in tarda serata parlando nell’Aula dell’assemblea. Ieri, a tarda sera, con i 95 voti ottenuti, entrambi gli Stati non avevano raggiunto la soglia delle 128 preferenze necessarie per ottenere il secondo seggio non permanente in Consiglio di Sicurezza nel gruppo dell’Europa Occidentale per il biennio 2017-2018. La seduta era stata sospesa dal presidente dell’Assemblea Generale Mogens Lykketoft per consentire alle delegazioni di continuare le trattative. Ieri al primo turno e’ stata eletta la Svezia con 134 voti. La Bolivia e’ passata con 183 voti per l’America Latina e Caraibi, l’Etiopia con 185 per l’Africa. Al secondo scrutinio e’ stato eletto il Kazakistan con 138 voti per l’area Asia-Pacifico. I membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza sono nominati a rotazione ogni due anni.