protezione civile

“La Protezione civile regionale ha diramato un avviso per il rischio meteo-idrogeologico ed idraulico in Sicilia, valido fino alle ore 24 di domani”. Lo rende noto il Comune di Palermo, sottolineando che in particolare si segnalano “condizioni meteo avverse dal pomeriggio di oggi e per 24-36 ore, si prevedono precipitazioni da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensita’, frequente attivita’ elettrica, locali grandinate e venti forti o di burrasca, con raffiche sino a burrasca forte, dai quadranti meridionali. Mareggiate lungo le coste esposte”, conclude la nota.

Oggi in 104 piazze italiane oltre 5mila volontari, appartenenti a circa settecento organizzazioni, hanno animato la campagna ‘Io non rischio‘, una giornata di divulgazione sul rischio sismico, sul rischio alluvione e sul maremoto, con l’obiettivo di prevenirle e di affrontarle con una giusta dose di conoscenza.
Il capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, oggi è stato impegnato a visitare le piazze italiane “Io Non Rischio” interessate dall’iniziativa. Con il tour Borrelli ha voluto anche ringraziare l’intero Servizio Nazionale della Protezione Civile che “nell’ultimo anno ha portato avanti un impegno straordinario nelle numerose emergenze che hanno gravemente colpito il nostro Paese.

“Io non rischio” – campagna nata nel 2011 per sensibilizzare la popolazione sul rischio sismico – è promossa dal Dipartimento della Protezione Civile con Anpas-Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, Ingv-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e Reluis-Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica. L’inserimento del rischio maremoto e del rischio alluvione ha visto il coinvolgimento di Ispra-Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Ogs-Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, AiPo-Agenzia Interregionale per il fiume Po, Arpa Emilia-Romagna, Autorità di Bacino del fiume Arno, CamiLab-Università della Calabria, Fondazione Cima e Irpi-Istituto di ricerca per la Protezione idro-geologica.

Borrelli ha anche ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che il 3 ottobre scorso ha elogiato la campagna informativa, definendola “preziosa ed efficace in quanto capace di far crescere la coscienza comune del nostro Paese”.

“La prima rivalutazione” del lavoro svolto a L’Aquila “l’hanno fatta i cittadini, eleggendo un bravissimo sindaco di centrodestra, ma nel tempo tutti stanno riconoscendo l’enormita’ del lavoro fatto. Il problema e’ che nel frattempo e’ stata azzerata la genialita’ e la capacita’ di leadership di Bertolaso e si e’ lasciata una Protezione Civile distrutta e acefala. É stata smontata la catena di comando. Si e’ proceduto con il commissariamento da parte di Errani per fini politici con risultati pessimi, il tutto in un’ottica burocratica di interessi economici e di potere”. Cosi’ Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un’intervista a ‘Il Giornale’. “Si e’ molto parlato di chi rideva al telefono nel 2009, atteggiamento giustamente criminalizzato. Ma nessuno ha mai parlato dello spaventoso conflitto di interessi tra il sistema delle cooperative rosse, il Pd, l’associazionismo di sinistra: forse non ridevano, ma sono penetrati in tutti i gangli delle commesse, tra terremoto ed emergenza migranti”. La gestione in deroga fu la grande accusa al modello de L’Aquila. “Il primo obiettivo deve essere rispondere ai bisogni delle persone e con le deroghe si fa questo. Inoltre negli esiti finali delle famose inchieste troviamo sorprese e pugni di mosche. Come il processo agli scienziati che non avevano previsto il terremoto che ci ha ridicolizzato in tutto il mondo. Di fronte al deserto burocratico e agli imbrogli lessicali di Renzi e Gentiloni mi viene da scappare via, mentre con Bertolaso mi sentivo sicuro. Il tempo, fortunatamente, e’ galantuomo”. Il modello L’Aquila avrebbe potuto funzionare ad Amatrice? “Nessuno ha la bacchetta magica, ma al confronto quella de L’Aquila fu una pagina di straordinaria etica politica e io dico: ridateci Berlusconi, ridateci Gianni Letta, ridateci Bertolaso e la sua Protezione Civile”.

Sono diminuite, rispetto ai giorni scorsi, le richieste di concorso aereo ricevute dal Centro Operativo Aereo Unificato (COAU) del Dipartimento della Protezione Civile da parte delle Regioni a supporto delle operazioni svolte dalle squadre di terra impegnate per lo spegnimento degli incedi boschivi. L’intervento degli equipaggi di Canadair ed elicotteri della flotta aerea dello Stato, coordinati dal Dipartimento, è stato richiesto, infatti, per 20 situazioni, meno della metà delle schede giunte giovedì scorso al COAU, giornata che finora ha fatto registrare il massimo delle domande in questo 2017. In particolare, delle 20 richieste di ieri 5 sono giunte dalla Calabria, 4 dalla Sicilia, 3 rispettivamente dalla Campania e dalla Sardegna e una ciascuna dalla Basilicata, dal Lazio, dalla Liguria, dalla Toscana e dall’Umbria.
Dal 15 giugno a ieri sono state 582 le richieste di concorso aereo della flotta di Stato giunte dalle Regioni al Dipartimento della Protezione civile: si tratta del picco massimo raggiunto nello stesso periodo negli ultimi dieci anni. Nel 2007, anno particolarmente impegnativo nella lotta agli incendi boschivi, le domande erano state 350.

Il presidente del consiglio Paolo Gentiloni, che sta raggiungendo Trieste per il vertice italo balcanico, e’ in continuo contatto con la Protezione Civile, Vigili del Fuoco e Ministro degli interni sulla situazione degli incendi. Molto grave la situazione in Sicilia dove si registrano focolai di incendi in ogni provincia. La città e la provincia di Messina sono ad oggi quelle più colpite. Sul banco degli imputato il governo regionale Crocetta, colpevole di non aver pianificato in tempo utile le risorse umane in grado di fronteggiare l’emergenza. Il governo nazionale intanto informa di avere la situazione sotto controllo.

Sono terminate le operazioni di soccorso all’Hotel Rigopiano, sepolto da una valanga. Il bilancio è di 29 vittime. Undici le persone sopravvissute. Prosegue intanto sul luogo il lavoro degli operatori. A comunicarlo è la Protezione Civile.
“Da parte di tutti gli operatori del soccorso c’è stata grande professionalità tecnica e operativa, resa ancora più preziosa dal senso di umanità, coraggio e sensibilità che ogni operatore ha saputo manifestare”, ha detto il viceministro dell’Interno – Filippo Bubbico – incontrando la stampa al Centro Operativo Comunale di Penne insieme al capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, e ai rappresentanti delle strutture operative intervenute dal 18 gennaio nelle attività di ricerca e soccorso sul sito dell’hotel Rigopiano”, si legge nel comunicato della Protezione Civile.
“Si è concluso un momento importante dal punto di vista tecnico di ricerca, ma non l’attività del Sistema di Protezione civile che sta garantendo dallo scorso 24 agosto , giorno del primo forte terremoto in queste zone, la propria costante presenza e azione nelle quattro Regioni del Centro Italia” ha dichiarato il Capo Dipartimento Curcio.
“Lo scenario sul quale si sono svolte le operazioni è stato particolarmente difficile sul piano tecnico ma anche sul fronte delle forti emozioni che ha prodotto: “abbiamo gioito quando sono state tratte in salvo 11 persone e ci siamo rattristati nel computo delle 29 vittime” ha proseguito Curcio.
Alla conferenza stampa hanno preso parte i rappresentanti delle diverse componenti del Sistema di protezione civile a sottolineare che “i veri obiettivi nell’interesse del Paese si possono raggiungere se tutte queste eccellenze del Paese lavorano in modo coeso” ha continuato il Capo Dipartimento. “Protezione civile è un sistema in cui ognuno contribuisce per la propria parte: dal volontariato ai Vigili del Fuoco, dalle Forze di Polizia a quelle Armate, dal Soccorso Alpino al alla comunità scientifica – che come sempre ha saputo mettere a disposizione della sicurezza degli operatori le proprie conoscenze, professionalità e strumenti – fino ai Comuni e agli Enti locali per arrivare al singolo cittadino”.
Continua la nota: “Da mesi il sistema è stato sotto pressione ma ha saputo dare risposte ai massimi livelli, sempre”. Ha sottolineato Curcio: “Oggi siamo qui per ringraziare e sostenere questo sistema, ma bisogna supportarlo tutti i giorni, perché l’emergenza è il momento in cui si raccoglie il frutto di un percorso in cui ogni forza pianifica e si struttura per il tempo dell’emergenza”.
Il Capo Dipartimento ha concluso esprimendo vicinanza alle famiglie delle vittime e dei colleghi che hanno perso la vita nell’incidente che ha coinvolto un velivolo del 118 lo scorso 23 gennaio, proprio durante un’operazione di soccorso, ricordando che “chi lavora in emergenza si espone sempre a dei rischi, fino a sacrifici estremi”.

“Campotosto e’ un impianto importante. La diga gia’ dopo il sisma del 2009 e’ stato oggetto di valutazioni. Esiste una procedura che dopo ogni sisma richiede controlli, ed e’ avvenuto ogni volta”. Così il direttore dell’Ufficio emergenze del Dipartimento della Protezione civile, Titti Postiglione, parlando dalla Dicomac di Rieti. Secondo quanto riporta l’Ansa, “L’allarme generato da alcune dichiarazioni del presidente della Commissione Grandi Rischi ci ricorda che il problema esiste e che si deve continuare a tenere sotto osservazione questa criticita’”, dice Postiglione. “In linea teorica se si dovesse svuotare velocemente comporta effetti importanti. Ma questo e’ uno scenario di riferimento e , come ha detto la Commissione, non si tratta di un allarme immediato. Enel ha inteso procedere con un ulteriore svuotamento dell’invaso nell’ambito di questo contesto emergenziale”, ha aggiunto.

“Sgomento. E’ quello che provo mentre scorrono le notizie di una nuova, terribile, serie di scosse sismiche, tutte sopra al quinto grado della scala Richter, nei territori gia’ martoriati dai terremoti di agosto e ottobre scorso”. Esordisce cosi’ l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso in un lungo intervento pubblicato sul Tempo che, riferendosi anche all’emergenza maltempo che imperversa nelle stesse zone, punta il dito contro uno “Stato assente”. “Abbiamo, forse, toccato il punto piu’ basso. E ora occorrono visione e serieta’”. Uno Stato, prosegue, “che condanna la nostra gente a delle condizioni da terzo mondo. Tutti gli uomini impegnati sul campo stanno facendo i miracoli”, sottolinea, “ma il corpo non funziona se non funziona la testa, e non possiamo ignorare che stiamo assistendo ad una situazione inaccettabile, figlia delle scelte sbagliate adottate nei mesi scorsi. Da quando, cioe’, l’ex premier Matteo Renzi in occasione del sisma di agosto, per dar parvenza di efficientismo ha nominato, ancora in fase di piena emergenza, Vasco Errani commissario alla ricostruzione”. Cosi’, scrive Bertolaso, “e’ stata disarticolata la linea di comando e di controllo della Protezione Civile, complicando, di fatto, il lavoro del povero Fabrizio Curcio, perche’ e’ stato creato un vertice ‘bi-cefalo’, con una figura tecnica e una politica”. Il premier Gentiloni, dice Bertolaso, “prenda uno dei suoi ministri (alcuni dei quali, come Delrio, Pinotti, Minniti, sarebbero sicuramente all’altezza del compito) e lo dislochi in pianta stabile in uno dei luoghi colpiti dal terremoto”. “Solo con una presenza fisica piena e costante di un uomo di governo sul posto si possono coordinare al meglio le forze in campo e scandire un cronoprogramma per la gestione dell’emergenza”.

“Oltre 250 militari” sono intervenuti nel centro Italia colpito dal sisma per fronteggiare le emergenze e alleviare i disagi causati dal maltempo. Uomini che si vanno a sommare ai “1.800 che gia’ stavano operando nelle aree colpite dai vari eventi sismici susseguitisi a partire dallo scorso agosto”. A riferirlo ai microfoni di Rai News 24 è il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano. “I militari – ha detto il generale Graziano – sono prevalentemente dell’Esercito ma non dobbiamo dimenticare che sono impiegati o in prontezza anche assetti della Marina e dell’Aeronautica, oltre che dei Carabinieri”. Ha spiegato il capo di Stato Maggiore della Difesa: “In questo momento, l’impegno essenziale dei nostri militari, che stanno lavorando senza sosta, e’ finalizzato soprattutto al ripristino della viabilita’, per permettere di raggiungere i luoghi colpiti, consentendo cosi’ il flusso degli aiuti e lo sgombero delle persone isolate. A tal fine, stiamo impiegando soprattutto mezzi speciali del genio – apripista, spazzaneve, turbine da neve, cingolati – che sono duali: nati per scopi prettamente militari, hanno caratteristiche tali da poter essere proficuamente impiegati in ogni situazione di emergenza”. La Protezione Civile comunica sul proprio sito istituzionale che “Per far fronte alle situazioni più difficili, soprattutto sulla viabilità, dovute alle abbondanti nevicate nei territori dell’Italia centrale colpiti dai terremoti di agosto, di ottobre e di quelli odierni – dove il Sistema di protezione civile è presente da mesi -, è stato implementato lo sforzo di uomini e mezzi di tutte le strutture operative, dai vigili del fuoco alle forze armate a quelle di polizia, oltre al volontariato di protezione civile”. Continua il comunicato: “In particolare, sono già arrivati o stanno per arrivare nei territori abruzzesi e marchigiani più coinvolti uomini e mezzi specializzati e attrezzati delle colonne mobili delle Regioni Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Valle D’Aosta e Veneto, dalle Province autonome di Bolzano e Trento, oltre che risorse di numerose organizzazioni nazionali di volontariato”.

“Prosegue la raccolta fondi a sostegno delle popolazioni duramente colpite dal sisma del 24 agosto e successivamente da quello del 30 ottobre. Attraverso il numero solidale 45500, recentemente riattivato per il progetto “Ricominciamo dalle scuole”, è possibile contribuire alla ricostruzione e alla messa in sicurezza degli edifici scolastici delle regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo. A oggi sono stati raccolti 494.284,00 euro. L’iniziativa è promossa da Rai in accordo con il Commissario Straordinario del Governo per la ricostruzione e con la collaborazione del Dipartimento della Protezione Civile. Grazie al protocollo d’intesa esistente tra Dipartimento della Protezione Civile e operatori di telefonia fissa e mobile, tramite gli operatori Tim, Vodafone, Wind- H3G, Fastweb (solo rete fissa), Poste mobile, Clouditalia, Convergenze, CoopVoce, TwT e Uno Communications, fino al 29 gennaio, sarà possibile donare due euro inviando un sms solidale o effettuando una chiamata da rete fissa al 45500. Tutti i fondi raccolti, senza alcun ricarico, confluiranno nella contabilità speciale del Commissario straordinario alla ricostruzione e saranno gestite secondo le modalità previste dal Protocollo d’intesa, attraverso la vigilanza da parte del Comitato dei Garanti che verrà appositamente costituito. Supera i 7,9 milioni di euro, invece, la raccolta delle donazioni sul conto corrente bancario intestato al Dipartimento della Protezione Civile sul quale è possibile donare tramite bonifici”. Lo si legge in una nota della Protezione civile.