sinistra

Se non vi saranno colpi di scena, Maurizio Landini sarà il prossimo segretario della Cgil. Si prospetta un accordo tra le due anime del sindacato, con la guida a Maurizio Landini e la vicesegreteria a Vincenzo Colla. L’ex segretario della Fiom, ne siamo sicuri, farà una vera opposizione di sinistra a questo governo gialloverde – soprattutto a causa dello spazio lasciato dal Pd e dagli altri partiti – cosa che non ha fatto Susanna Camusso se non in alcuni casi e solo per alcune vertenze. Landini, che riscuote un consenso politico non indifferente nel Paese e che non solo dice cose di sinistra ma lo fa in modo convincente e incisivo, sarà una autentica spina nel fianco di questo governo che veleggia verso un populismo sempre più spinto. Maledetto il Paese nel quale ad un governo democraticamente eletto non corrisponda una vera opposizione. Oggi in Italia non esiste una alternativa politica a questo Esecutivo e di questo il governo ne approfitta grandemente. Landini svolgerà un ruolo decisivo, ma lo farà da sinistra, portando avanti le priorità e la sensibilità che alla sinistra appartengono, contro i programmi e i provvedimenti di Lega e M5S. I moderati del centrodestra si dovranno attrezzare per fare altrettanto, ma su questo fronte il processo di riorganizzazione é più difficile.

 

Non possono di certo passare inosservate le parole intelligenti e disarmanti di Massimo D’Alema che, se non suonano come una resa, di certo rappresentano l’ammissione del fallimento di un’area politico-culturale, dello smarrimento della sua linea e della sua mission. Si, perché é stato proprio l’arrogante e intelligente lider Maximo D’Alema a dire che “Papa Francesco al momento è il miglior leader della sinistra anche perché la sinistra fatica”. E non é un caso che lo abbia detto nel corso della presentazione del libro ‘Cattolici senza partito?’ di Giorgio Merlo. D’Alema, oggi dirigente di Liberi e Uguali, parla del uovo progetto messo in piedi assieme al presidente del Senato Pietro Grasso ‘non vogliamo essere un club esclusivo di ex comunisti, ma un progetto aperto che deve accogliere anche i principi cattolici”. Nel vuoto e nelle divisioni della sinistra, Papa Francesco, con la sua difesa degli ultimi, con la sua critica al turbocapitalismo che crea disuguaglianze, con la sua lotta per il riconoscimento dei diritti sociali e civili, viene a colmare un vuoto politico lasciato dalla sinistra storica ma anche da quella più moderna e secolare. D’Alema ammette la sconfitta e lancia un appello a quel mondo cattolico sensibile ad alcuni temi. Un leader della sinistra di certo non inconsapevole, Bergoglio, che continua a svolgere un ruolo importante nella denuncia dei mali sistemici di oggi. Non si può non sottolineare il coraggio e l’onestà di D’Alema che ha molti difetti ma che sa chiamare le cose con il loro nome e assumersi la responsabilità di ciò che dice, di ciò che ha fatto e, soprattutto, di ciò che non ha fatto.

‘Un favore alla destra’. ‘La ridotta minoritaria’. ‘La Sinistra irresponsabile’. ‘Un rischio per la tenuta del sistema’. Sono solo alcune delle definizioni che vengono usate in queste ore, su Liberi e Uguali e sul percorso che abbiamo iniziato ieri. Vuol dire che unendo le forze di sinistra, stiamo facendo una cosa non accomodante, non rassicurante per coloro che rassicuravano il Paese negli anni delle politiche disastrose. Stiamo indicando una alternativa, stiamo facendo la cosa giusta”. Lo afferma Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana ed esponente della lista Liberi e Uguali.

La nascita di Liberi e Uguali rischia di “rendere piu’ difficile al centrosinistra la competizione con il populismo e la destra”. Lo ha detto Piero Fassino, presidente del Cespi (Centro Studi di Politica Internazionale) e di recente incaricato dal segretario Pd, Matteo Renzi, di tenere i rapporti con le varie anime del centrosinistra, a margine di una conferenza sui migranti nella sede di Bruxelles del Parlamento Europeo.
Se “l’obiettivo della nuova formazione politica nata ieri”, Liberi e Uguali, “e’ quello di puntare al 10%, io dico che con il 10% non si vincono le elezioni. Per vincerle ci vuole un consenso piu’ ampio. E presentarsi da soli ha come unico effetto quello di rendere piu’ difficile al centrosinistra la competizione con il populismo e la destra”, ha detto. Il Pd, ha aggiunto, continua a “lavorare sull’unita’, tanto e’ vero che stiamo costruendo una coalizione di centrosinistra, insieme a Pisapia, a forze del centro democratico, abbiamo aperto un confronto con Emma Bonino e la sua lista ‘Piu’ Europa’, con i socialisti, con i Verdi”.
L’obiettivo e’ che “il centrosinistra si presenti largo, inclusivo e sia in grado di raccogliere una fiducia ampia. Riteniamo che questa coalizione sia l’unica che puo’ davvero evitare che l’Italia possa cadere preda della destra o del populismo”.

La vittoria del centrodestra in Sicilia rafforza le ragioni dell’alleanza. E’ improprio affrontare l’analisi del risultato parlando di un cambiamento dei rapporti di forza interni. “La questione – dice il presidente dei Fi, Silvio Berlusconi in un’intervista al ‘Messaggero’ – non va affrontata in questo modo, a mio parere. Quello che conta sono i rapporti di forza fra le coalizioni, non all’ interno della coalizione. A differenza della sinistra, noi con le altre forze del centro-destra siamo alleati, non concorrenti. Abbiamo l’ obbiettivo comune di vincere, per far ripartire l’ Italia, siamo concentrati su questo, il resto è del tutto secondario”. “Il centro-sinistra diviso – ha proseguito Berlusconi – rappresenta il fallimento del progetto sul quale è nato il Pd, e riflette la crisi dei partiti di sinistra in tutta Europa. La sinistra non ha ricette per la modernità, vive delle vecchie logiche stataliste, burocratiche e assistenziali già fallite nel secolo scorso. Il futuro è nelle nostre idee liberali, nella concretezza dei nostri programmi, nella nostra esperienza, nella nostra competenza, nella nostra capacità di realizzare i nostri programmi”. “La Lega – ha assicurato il leader di Fi – è una forza di governo. Ha toni diversi dai nostri, ma una cultura di governo responsabile. Il nostro prossimo governo di centro-destra sarà certamente capace di contare in Europa per difendere gli interessi italiani e per cambiare profondamente la costruzione europea. Vogliamo che l’ Italia sia protagonista di un’ Europa dei popoli, basata su valori condivisi, e capace di una politica estera e di difesa comune. Su questi traguardi non c’ è nessun problema di accordo con la Lega”.

“Quella del Pd in Sicilia è una sconfitta annunciata”. Lo ha detto Emanuele Fiano ai microfoni di Rai Radio 1 nello speciale dedicato alle elezioni regionali che si sono svolte ieri nell’Isola. “L’altro dato rilevante – ha continuato il deputato – è che il centro-destra unito può vincere, e lo stesso vale per il centro-sinistra: diviso non ce la fa. E poi l’altro dato è che il M5S fa sempre un grande risultato ma non prende voti in più. Certamente il risultato regionale non deve essere proiettato a livello nazionale. Noi siamo aperti al dialogo con delle forze politiche coerenti, per il bene del paese”.

“Questo progetto non finisce il 5 novembre: ha una corsa molto più lunga e delle ambizioni molto più grandi. Quello che sta succedendo qui può cambiare il corso della politica siciliana, ma anche della politica nazionale. Bisogna costruire avere passione e pazienza”. Lo ha dichiarato il deputato e segretario di Possibile, Pippo Civati, nel corso del tour elettorale in Sicilia a sostegno dei candidati della lista Cento Passi di Claudio Fava. “La specialità della Sicilia – ha aggiunto il leader di Possibile – va giocata meglio, non deve essere chiusura. Vedo che si torna a parlare di questioni infrastrutturali come il Ponte sullo Stretto: veramente non so più cosa fare. In realtà il ponte è una metafora del legame tra Musumeci e Micari: leggete i programmi, è difficile trovare le differenze. L’invito è quello di far vivere questa storia di sinistra, perché c’è qualcosa di diverso. Non si può pensare di avere gli stessi dirigenti per tutte le stagioni”. “Con il voto di domenica finisce la traiettoria politica di Renzi: il punto è far iniziare una nuova storia. I siciliani hanno la possibilità di sostenere la sinistra. Perché anche a livello nazionale bisognerà fare come Fava in Sicilia: un unico soggetto”, ha concluso Civati.

“La sinistra perde quando non fa la sinistra. E’ stato cosi’ in Europa, sara’ cosi’ in Sicilia. La verita’ e’ che Renzi sa che il responso delle urne dimostrera’ questo. Si sono alleati con la destra in Sicilia e perderanno. Si stanno alleando con la destra in Italia e perderanno”: lo dichiara in una nota il deputato di Mdp Arturo Scotto.

“Tutta la parte di sinistra al di fuori del Pd vale, insieme, tra il 7% e il 10%. Sinistra Italiana vale 2-2.5%, Mdp vale tra il 3 ed il 3.5%, Possibile, con Rifondazione e Comunisti Italiani, possono arrivare al 2-3%”. Così la sondaggista di Euromedia Research Alessandra Ghisleri, che oggi è stata ospite del programma di Rai Radio1 ‘Un Giorno da Pecora’. Per Ghisleri invece “Pisapia non ha molti voti ma è un ottimo megafono per quella parte politica ed è una persona molto ascoltata, è un uomo di coalizione, in grado di raggruppare grandi masse di voti. Insomma – ha concluso – è una guida che piace moltissimo”

“Come Verdi prendiamo atto dell’esito positivo dell’incontro oggi tra Campo Progressista e MDP Articolo 1, riteniamo importante la realizzazione di un punto di riferimento politico per milioni di cittadine e cittadini che vogliono costruire un’alternativa culturale e politica di valori diversa da quella rappresentata da Renzi e da questo Pd”. Scrivono in una nota Angelo Bonelli, Luana Zanella e Natale Ripamonti dell’esecutivo nazionale dei Verdi che precisano: “Siamo quindi disponibili ad un confronto programmatico e politico con Campo Progressista e MDP Articolo 1 per fornire il nostro contributo in termini di idee e proposte. Perche’ l’Italia ha bisogno, come i tragici eventi di questi ultimi mesi dimostrano, di una profonda e radicale conversione ecologica che cambi i modi di produrre, l’economia e gli stili di vita”.” “I Verdi italiani- spiegano gli ecologisti- che fanno parte delle grande famiglia del Partito dei Verdi Europei, sono pronti quindi a contribuire non solo in termini programmatici ma anche rispetto ai meccanismi e le regole democratiche che dovranno portare alla costruzione di questa nuova proposta politica che sia allargata a nuove forze delle realta’ civiche e delle esperienze dei sindaci”. “Con spirito positivo- concludono Bonelli, Zanella e Ripamonti- ci rendiamo disponibili ad un prossimo incontro con Campo Progressista e MDP Articolo 1 per un confronto sulla forma e la sostanza del nuovo progetto che vogliamo far nascere”.